Parte V: Punto applicativo e analisi di un caso specifico: la comune di Bagnaia.
5.3 Struttura economica.
Bagnaia adotta un’economia comune (a maglie strette) in cui vi è una totale condivisione dei beni. I beni mobili e immobili sono di proprietà dell’associazione ONLUS: la comune di Bagnaia, per garantire il suo riconoscimento legale nel tessuto normativo societario. I membri non posseggono nessuna proprietà privata poiché le
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rendite derivanti dal lavoro, da eventuali case o da affitti, etc. vengono integralmente intestati all’associazione.
Chi lavora all’esterno, mette il suo stipendio, chi lavora all’interno, mette il frutto del suo lavoro che sono i prodotti della terra e il ricavato della vendita di tali prodottoti in una cassa comune. La scelta del tipo di lavoro all’interno e all’esterno dell’esperienza, viene fatta dai comunardi valutando le esigenze della comune, ma anche e soprattutto rispettando le singolari aspirazioni vocazionali.
Una volta versato il reddito nella cassa comune, i membri provvedono ad effettuare una redistribuzione interna attribuendo a ciascuno una piccola quota mensile (per le piccole spese personali e il vestiario) di 180 euro per chi lavora all’esterno e di 165 per chi lavora dentro.
Alfredo: la differenza è legatala fatto che chi lavora fuori ha bisogno di comprarsi una camicetta in più di tanto in tanto.
A ciascuno viene inoltre attribuita una quota annua di 900 euro da destinare ad un mese di ferie l’anno, piccoli bonus di 50 euro per il compleanno e 100 euro per fine anno. Le spese mediche, il cibo, la benzina per le auto ed eventuali riparazioni, l’istruzione sono invece sostenute dalla comune.
In questo modo l’esperienza garantisce una parità assoluta nelle distribuzione delle risorse indipendentemente da quello che l’individuo guadagna.
Linda: c’è un dare alla comune quanto uno è in grado di dare e invece un ricevere in maniera uguale a tutti. Quindi se anche una persona avesse uno stipendio molto alto, questa può avere dei costi di lavoro, di produzione e questi sono sostenuti dalla comune. Ma quello che sono i suoi soldi in tasca, per il suo piacere, desideri o tempo libero, quelli sono uguali per tutti529.
L’equa distribuzione del reddito e la collettivizzazione dei beni e delle energie comporta una notevole convenienza della gestione delle risorse, dal momento che nei momenti di difficoltà gli individui possono contare sulla presenza di una rete di relazioni sociali maggiore rispetto a quella relativa alla famiglia mononucleare. Lo dimostra il caso di Linda che, in un periodo delicato di disoccupazione del marito ha potuto accudire la propria bambina da poco partorita grazie all’unione delle forze economiche della comune:
Linda: stando insieme, unendo le forze, anche economiche, si hanno più risorse. Per esempio, io ho finito adesso la maternità obbligatoria. Se vivessi sola con mio marito, fuori, io sarei tornata al lavoro oggi. Perché con uno stipendio normale….mio marito non lavora è disoccupato adesso, perché è extracomunitario e non lo prendono,…con l’affitto da pagare…forse non avrei scelto di avere un bambino…invece parlando con Bagnaia, avendo una economia condivisa, mi permette di stare a casa tutto il tempo per stare con la mia bimba. Quindi starò a casa altri 6 mesi con lo stipendio al 30% grazie a Bagnaia perché abbiamo una economia
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condivisa, per cui anche se qualcuno guadagna un po’ meno, c’è qualcun altro che guadagna un po’ di più, si può fare…posso stare con mia figlia530.
Un altro aspetto positivo della condivisione economica viene inoltre sottolineato da Checco, per il quale solo unendo le proprie forze si può raggiungere un grado di autosufficienza che permette di emanciparsi dal sistema sociale. Lavorare insieme ad un progetto consente infatti di raggiungere traguardi maggiori, rispetto a rimanere isolati nel proprio spazio intimo e limitato:
lo stare insieme è vivere una vita migliore; la qualità delle relazioni, dell’alimentazione, del livello economico sono più gestibili grazie alla vita comunitaria. Aderire al Progetto della comune è riconoscere l’importanza della vita in comunità. Sperimentare uno stile di vita rispettoso dell’ambiente, basato su un uso razionale delle risorse, si realizza unendo le energie per raggiungere l’autosufficienza, traguardo invece difficilmente raggiungibile stando rinchiusi nel proprio spazio intimo e individuale, più limitato, appunto, nelle risorse e nelle energie531.
Per Alfredo, inoltre, l’adozione dell’economia comune è un valido strumento per una programmazione razionale dei consumi:
l’economia totalmente condivisa consente un migliore utilizzo delle risorse e una migliore programmazione dei consumi, sia per quanto riguarda l’uso del telefono, dell’elettricità, delle macchine, sia per quanto riguarda il cibo e le necessità della famiglia.
Le entrate interne della comune provengono dall’azienda biologica, dalla vendita della legna e dei prodotti della terra da essi coltivata. Altre entrate sono le attività dell’esterno (alcuni individui sono insegnanti, bibliotecari, etc.). Quando una persona decide di entrare a far parte dell’esperienza mette in comune tutti i beni che ha. Chi ha una casa può venderla, assicurandosi di non avere eventuali problemi di pendenze e simili. Poi mette i propri beni in comune mediante un atto di espropriazione volontaria. La comune infatti si regge su questo esercizio di solidarietà economica reciproca, sia che la persona abbia portato molto, sia che non abbia portato niente.
Amy: le decisioni prese per consenso in un’assemblea settimanale danno la possibilità di essere precisi, se qualcuno ha bisogno di qualche cosa in particolare lo chiede e si decide insieme ovviamente.
Chi lascia l’esperienza dopo tre anni di permanenza, come membro a pieno titolo della comune, riceve 7500 euro di buona uscita (non importa che uno ha messo tanto o poco quando è entrato). Ciò dovrebbe aiutare la persona a reinserirsi di nuovo nell’economia diversificata.
Amy: se qualcuno è in gravi difficoltà ci si può parlare e siamo solidali. Certo se
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Ivi, p. 58. 531
Testimonianza contenuta in Presentazione film-documentario: La comune di Bagnaia, un
uno ha venduto la casa non gli si ricompra. I pro e i contro li potete immaginare. Abbiamo stabilito questo dopo tanti anni. A volte le persone sono uscite bene e altre no. Una volta una persona che aveva messo molti fondi li ha ripretesi e una parte riottenuti. Come in una famiglia uno non può dire prendo la mia parte e me ne vado perché questo destabilizzerebbe l’equilibrio… per evitare questo abbiamo deciso la cifra di 7500 euro e per ora sta funzionando.
Mentre inizialmente condividere i propri beni e la proprietà era un atto fondamentale per entrare a far parte dell’esperienza, soprattutto per la necessità di ampliare o di costruire ex novo le abitazioni o i magazzini o comprare nuovi macchinari, nel tempo questo principio ha acquisito maggiore elasticità. Le persone che sono entrate successivamente, hanno scelto di mettere in comune la loro proprietà solo quando hanno sentito che era il momento giusto.
Amy: io sento di avere quello che mi basta per vivere, non mi manca niente. Prima di venire a vivere a Bagnaia facevo i conti a fine mese e non mi bastava mai e forse mi privavo di più delle cose, perché dovevo pagare le bollette, la casa, il mutuo, etc. Ora ho una paghetta che so che posso spendere come voglio. Per me è una grande liberazione.