2.3 Un'analisi comparata della produzione di grandi yacht
AZIENDA 1° AZIONISTA 2° AZIONISTA TIPOLOGIA
3.10 Origini del distretto nautico di Viareggio.
Viareggio (Provincia di Lucca) è una città di 66.000 abitanti, situata a 24 km ad Ovest del capoluogo, a 2 m.s.m sul Mar Tirreno, allo sbocco del canale Burlamacca che divide la città in due parti: quella produttiva e cantieristica a Sud e quella turistica a Nord. Essa costituisce lo snodo fra più sistemi autostradali, è ben collegata all'asse feroviario Roma – Torino, si trova a 25 km di distanza dall'aeroporto internazionale Galileo Galilei di Pisa ed è inserito in una rete di porti e approdi turistici distribuiti lungo il tratto di costa toscano.
Per Viareggio il rapporto con l'acqua è stato storicamente l'elemento fondante della città. Già nel lontano 1172 lucchesi e genovesi, accumunati dalla vocazione mercantile e bisognosi di vie di trasporto, costruirono presso l'attuale località di Montramito il "castrum de via Regia" mentre nel 1534 venne costruita la tuttora
esistente "Torre Matilde", una fortificazione intorno alla quale sorsero i magazzini per le merci in transito e gli alloggi per il personale militare della guarnigione. Sebbene il luogo continuasse a risultare malsano e ostile all'insediamento nonostante i tentativi di bonifica, attorno al 1600 cominciò a registrarsi un'attività mercantile e di pesca piuttosto fiorente che comportava la necessità di riparazioni delle barche, soprattutto di quelle locali, decretando così la nascita dell'attività marinara. L'arte della costruzione navale vera e propria però nacque molto più tardi, significativa è la data del 2 Ottobre 1819, quando Maria Luisa di Borbone, Duchessa di Lucca, decretò la costruzione della prima darsena, l'attuale Darsena Lucca. A questa seguì nel 1873 il completamento dei lavori della seconda darsena chiamata "Toscana" e della Via Coppino, a Sud del canale Burlamacca, che fu il collegamento tra i primi due bacini dello scalo marittimo. Questi lavori affermarono la destinazione portuale e cantieristica della zona meridionale della città, la quale culminò nel 1886 con il varo del primo veliero da 300 tonnellate. Nei primi anni del Novecento poi, furono costruiti bastimenti oltre le 400 tonnellate, mentre a cavallo dei due secoli, i più grandi costruttori di Viareggio giunsero ad essere in grado di costruire velieri di oltre 500 tonnellate. In questo periodo molti artigiani provenienti da località sulle sponde dell'Arno, dove già da secoli si costruivano barche per il trasporto dei beni, iniziarono ad accorrere a Viareggio. Il 1925 vide la nascita della "F.lli Benetti, società di fatto" ad opera dei fratelli Gino ed Emilio Benetti, mentre i terreni sulla sponda meridionale del canale Burlamacca risultavano ormai nelle mani dei costruttori locali, veri e propri geni dell'artigianato, profondi conoscitori dell'arte della costruzione in legno, ma piccolissimi imprenditori privi di capitali e ancora lontani dalla moderna cultura d'impresa. Si giunse così nel 1941 al varo del motoveliero "Maria" di produzione Benetti e di proprietà degli armatori Bertacca e Landi: questa è una data storica per la città perchè si tratta della prima nave in acciaio uscita dai cantieri di Viareggio. Tuttavia fu palese il ritardo con cui l'industria navale viareggina, attaccata con ostinazione alle costruzioni in legno e alla navigazione motovelica, arrivò al ferro. Nel 1946 il numero dei cantieri navali della città salì a tredici, fra questi si annoveravano diversi nomi ancora oggi sul mercato, ma è nei primi anni Sessanta che con l'utilzzo della vetroresina si ebbe una vera rivoluzione.
Una rivoluzione che favorì molto la diffusione popolare della nautica, ridisegnando la mappa dei costruttori, l'impatto con l'utenza e in sostanza l'intera filosofia alla base del "prodotto barca". L'impatto con questo nuovo materiale nel campo delle costruzioni nautiche, fu sofferto ed causò vittime illustri a Viareggio, ma consentì anche lo sviluppo di una nautica più popolare e numericamente più ricca, valorizzando nel contempo nicchie di mercato che in seguito non hanno abbandonato il legno, nè quei materiali e accessori pregiati per le costruzioni navali che ne hanno fatto un'arte per pochi. Gli anni Settanta si concretizzarono quindi in un periodo di forte crescita nel diporto e Viareggio si trasformò in quello che è ora: uno dei maggiori centri di produzione di motor yacht del Mediterraneo, la cui fama di sede di abili costruttori, si diffuse oltre i confini nazionali, facendo crescere la domanda per imbarcazioni di lusso mentre questa ne incrementava la trasformazione. Nel 1980 invece, lo scoppio della crisi petrolifera causò l'interruzione delle attività con la perdita di lavoro per centinaia di operai e la resa dei più grandi costruttori navali. Cantieri come "Fratelli Benetti", "Picchiotti", "M.B. Benetti" furono concessi in affitto dal tribunale di Lucca a gruppi di industriali provenienti dal Nord, con diritto di prelazione sull'acquisto. Il cantiere "Fratelli Benetti" in particolare, specializzato nella costruzione di yacht di grosse dimensioni e portatore di un bagaglio tecnico di notevolissimo valore, fu rilevato dall'Azimut di Torino. Il cantiere Picchiotti assegnato alla Perini Navi, azienda lucchese oggi leader mondiale nella costruzione di navi a vela. La M.&B. Benetti passò alla SEC che continuò a costruire navi da lavoro e mercantili fino al 2002 quando fu a sua volta rilevata dalla Polo Nautico Viareggio SpA, consorzio di 12 cantieri e imprese nautiche di primaria importanza. Prese forma così, una forma di filiera contraddistinta dalla presenza di una variegata tipologia di imprese, nella quale specializzazione e microimprenditorialità diffusa sono stati elementi che hanno garantito sviluppo di conoscenze, capacità operativa e spinta motivazionale che caratterizza ancora oggi il sistema delle competenze presenti sul territorio, insieme ad imprese con distinte aree di business, ma allo stesso tempo connesse tra loro da relazioni produttive, tecnologiche, professionali e commerciali.