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2.3 Un'analisi comparata della produzione di grandi yacht

AZIENDA 1° AZIONISTA 2° AZIONISTA TIPOLOGIA

N. totale imprese

690 n.d. 1 – 9 10 – 20 21 – 50 51 – 100 Oltre 100

14 581 74 17 2 2

Fonte: anagrafe delle imprese della filiera della nautica da diporto costa toscana Settembre 2007

La provincia di Lucca si configura così come la provincia maggiormente rilevante della Toscana per numero di imprese e numero di addetti, così come Viareggio è il comune maggiormente rilevante per numero di imprese e numero di addetti, sia all'interno della provincia di Lucca, sia in confronto agli altri comuni toscani e, dunque, uno dei principali poli nautici al mondo.

Tabella 3.6

Dimensione quantitativa della nautica da diporto presente a Viareggio

N. totale imprese Macroposizionamento 690 Dalla domanda alla realizzazione Navigazione Refitting e rimessaggio Varie 513 63 109 5

Fonte: anagrafe delle imprese della filiera della nautica da diporto costa toscana Settembre 2007

Come visto anche nei capitoli precedenti, l'andamento del settore nautico mostra alcune tendenze consolidate che la realtà di Viareggio non può permettersi di sottovalutare, come ad esempio una forte espansione del diportismo nautico con incidenza crescente della domanda di accoglienza di yacht di grandi dimensioni, confermata da analisi che stimano in un numero significativo i transiti di tali imbarcazioni nell'alto Mediterraneo, generando così, insieme alla catena di servizzi connessi, un valore economico stimato attorno ai 10.000 Euro per ogni giorno di ormeggio per servizi di assistenza, manutenzione, rimessaggio, refitting, indotto turistico, ecc. Da tenere presente, inoltre, la generale crescita della domanda mondiale di megayacht e della dimensione media degli stessi, unitamente ad un rallentamento nella domanda di unità di dimensione inferiore. Infine l'ingresso nella produzione di unità di media dimensione da parte di paesi emergenti. Alla luce di queste tendenze, poichè il settore della nautica da diporto ha in Viareggio un suo centro nevralgico che nel corso degli anni ha assunto le caratteristiche di un distretto

con una molteplicità di operatori che coprono vasti segmenti dell'intero settore, dal versante produttivo a quello diportistico, sarà importante per Viareggio stessa puntare a qualificarsi assieme alla costa Toscana anche come componente di eccellenza del sistema della portualità turistica presente nel Mediterraneo.

Oggi il distretto Viareggino è specializzato nella produzione di megayacht a motore, specialmente in vetroresina. Generalmente nel distretto giungono gli scafi già pronti e le sovrastrutture da assemblare, in pratica gusci pronti per l'allestimento. Questo perchè i cantieri tendono a localizzare la produzione degli scafi nell'entroterra, non ultimo a causa delle normative ambientali, rendendo molto importante il rapporto con le imprese che si occupano di movimentazioni e trasporti che diventano una componente fondamentale dell'intero ciclo di produzione. A questo proposito si segnalano delle difficoltà nell'attraversamento della città da parte delle componenti importanti delle barche, considerati i limiti derivanti dalle infrastrutture di collegamento fra entroterra e mare (ponti, autostrade, larghezza della strada, ecc.), ma anche nell'attivazione delle procedure per garantire lo spostamento fra comuni confinanti (autorizzazioni dei mezzi, dei percorsi, scorte, ecc.). Dal punto di vista dei materiali, invece, si sta assistendo ad un ritorno del metallo dovuto all'incremento delle dimensioni delle barche prodotte. La vetroresina è arrivata ad essere utilizzata anche per unità di 50 metri, ma per le dimensioni superiori viene preferito l'acciaio. Infine, non mancano le eccellenze neppure per quanto riguarda le produzioni veliche. Il distretto ospita la Perini Navi SpA, cantiere leader mondiale nella produzione di navia vela e VismaraMarine srl, cantiere e studio di progettazione specializzato nella costruzione di imbarcazioni a vela. Sono presenti inoltre, anche se limitati numericamente, cantieri che producono barche di piccole dimensioni o specializzati nel recupero di barche d'epoca.

La grande attenzione alle caratteristiche tecnologiche innovative di alcune componenti e la scarsa fiducia verso le nuove soluzioni di business permesse da internet, dimostrano che nel distretto è elevatissima la percezione dell'esigenza dell'innovazione del prodotto, mentre è meno sentita l'esigenza dell'innovazione nel processo. Non a caso, mentre sono buoni i rapporti fra il distretto e centri di ricerca e università per quanto riguarda lo studio di prodotti, sono piuttosto scarse le

collaborazioni per lo sviluppo di strumenti di supporto ai processi. Non risulta sorprendente, quindi, come i fitti rapporti commerciali presenti all'interno del distretto si basino più su strumenti tradizionali come telefoni, fax e riunioni di lavoro, anzichè sull'utilizzo di nuove tecnologie. Il processo di adozione dell'e-business aziendale, per il momento si limita alla comunicazione pubblicitaria tramite posta elettronica o sito web adibito alla presentazione dell'azienda e alla descrizione dei prodotti e dei servizi offerti.

Il sistema economico della nautica Toscana ha avuto origine nell'area di Viareggio, ma ha dato impulso a un processo positivo in aree limitrofe, contribuendo alla loro ripresa economica e alla nascita di un vero e proprio distretto toscano della nautica, che si estende da Massa Carrara a Grosseto passando per Pisa e Livorno, con caratteristiche diverse. A oggi le maestranze della nautica si muovono lungo tutta la costa toscana, anche se non manca il contributo di territori non bagnati dal mare. Alcune delle componenti infatti arrivano dall'entroterra, come il caso della componente del mobile dell'area di Cascina e Ponsacco in provincia di Pisa, dove molte imprese si sono specializzate nell'arredamento e nel mobilio degli interni degli yacht. Questa filiera, che ha in Viareggio il suo centro nevralgico, mostra da tempo una più ampia dislocazione territoriale che interessa un'articolata presenza di sistemi produttivi locali con crescenti legami di complementarietà e specializzazione lungo l'intero arco costiero della regione. Nella cantieristica di Pisa ad esempio, stanno ricoprendo un posto di rilievo le aree poste sul Canale dei Navicelli destinate alla attività cantieristica da diporto. In questo insediamento in forte evoluzione è presente, accanto ad alcuni importanti cantieri navali per la costruzione di superyacht, una rete di imprese che si occupano di manutenzione ordinaria, ristrutturazione e rimessaggio di imbarcazioni da diporto che appare in stretto collegamento da una parte con il porto di Livorno con cui è anche collegata agevolmente, e dall'altra con Viareggio e altre realtà specialistiche pisane, come quella nel settore del legno, attraverso un consolidato sistema di collaborazioni con imprese che operano nell'ambito del diporto. Questo insieme di attività, che mostra al suo interno alcune particolari specializzazioni come la ristrutturazione di yacht d'epoca, potrà offrire servizi fortemente attrattivi attraverso la sua struttura portuale

turistica sulla foce dell'Arno, se adeguatamente supportato da mezzi di infrastrutturazione e comunicazione. Presso l'area di Massa Carrara invece si è sviluppato un aggregato di imprese cantieristiche da diporto, terzisti, indotto e imprese produttrici di accessori che hanno il loro punto di riferimento nella produzione di scafi, sovrastrutture in vetroresina e componentistica per gli yacht realizzati a Viareggio. Nella maggior parte di casi le imprese nautiche presenti in quest'area hanno a disposizione ampi spazi produttivi e una buona viabilità locale. Tuttavia il consolidamento di questo sistema locale è ostacolato dall'assenza di alcune infrastrutture per la movimentazione delle imbarcazioni e dalle difficoltà nella programmazione e gestione con gli enti pubblici dello spostamento, via terra, in altre aree sulla costa di manufatti e imbarcazioni. Il comparto della cantieristica nell'area di Livorno, nonostante la recente acquisizione di Azimut-Benetti di un cantiere trasformato e adattato per la produzione e riparazione di yacht di grandi dimensioni, si segnala per una relazione debole tra imprese sul territorio e cantieristica nautica. In fin dei conti, i settori riparazioni e servizi risultano essere quelli con maggior contatti con la nautica. I cantieri presenti nella provincia di Grosseto, infine, pur mantenendo negli anni le ridotte dimensioni, si sono distinti nella progettazione, nella realizzazione e nella riparazione di unità da diporto di piccole e medie dimensioni e di barche a vela. Questo tipo di specializzazione ha prodotto una presenza locale di forti competenze legate ai campi della manutenzione e riparazione delle unità esistenti, della manutenzione delle barche d'epoca in legno, nonchè della progettazione e impiego di nuovi materiali. Anche se negli ultimi anni sono state molte le imprese viareggine a spostarsi lungo la costa alla ricerca di nuove aree e spazi per costruire, emerge comunque una certa difficoltà a riprodurre il sistema Viareggio in altri contesti, e una certa resistenza delle maestranze a spostarsi su altri territori, questo soprattutto prima della crisi iniziata nel 2008.

Come detto, la Toscana è una delle regioni italiane con il maggior numero dei posti barca e rappresenta una delle mete più ambite, ma le strutture e i servizi portuali sono spesso inadeguati alla richiesta e frammentati a livello territoriale. Il piano regolatore del comune di Viareggio, approvato nel Febbraio 2007 dopo un percorso durato più di 20 anni, riconosce le diverse anime del porto: grande nautica,

piccola nautica, pesca e turismo. In merito alla ricettività nautica, con questo strumento il comune di Viareggio riconosce l'esigenza di messa in sicurezza degli ormeggi e l'aumento in modo considerevole dei posti barca disponibili. Per quanto riguarda il primo punto, la realizzazione di un avamporto capace di smorzare il moto ondoso dovrebbe risolvere il problema alla base, mentre, per quanto riguarda l'aumento di capacità, una nuova possibilità è offerta dalla cessazione della costruzione di navi commerciali da parte della SEC. La necessità di riservare un ampio specchio acqueo alle operazioni di varo ha impedito in passato un utilizzo più intensivo del bacino portuale in favore del diporto. Il prolungamento della Via Coppino, già previsto in passato, non sarà più condizionato dalla necessità di non interferire con gli spazi del naviglio commerciale. Cadendo questo vincolo, nella nuova situazione il prolungamento è stato sviluppato e disegnato in modo da offrire numerosi ormeggi per unità di grandi dimensioni, anche oltre i 50 metri di lunghezza. Questo intervento ha trasformato la zona in un complesso nautico ben accessoriato, dotato di tutti i servizi necessari a terra e di un adeguato numero di parcheggi.

Nel corso degli ultimi anni si è assistito ad una forte riconversione delle aree demaniali. L'acquisto nel 2002 della SEC da parte della Polo Nautico Viareggio, ha favorito la crescita di cantieri di dimensione media e lo sviluppo ulteriore della subfornitura locale. La riconversione della stessa area ex SEC, inoltre, ha dato origine anche ad un nuovo ed articolato percorso di costruzioni nelle aree immediatamente limitrofe. Nel corso degli ultimi anni si è assistito alla realizzazione e al potenziamento di due aree industriali esterne alla Darsena anche se vicine: la zona Comparini e la zona Le Bocchette. Queste sono diventate due aree produttive collegate alla Darsena dalla variante ss Aurelia, con un disegno stradale ancora in evoluzione. Il porto, invece, prevede un ampliamento e una profonda ristrutturazione generale, mentre la zona dell'allora Mercato Ittico, costituisce un'area preferenziale per l'espansione della cantieristica da diporto e delle sue attività di supporto, che rappresentano un filone portante per tutta l'economia locale. I maggiori cantieri hanno segnalato nel corso degli anni la necessità di disporre, oltre a spazi addizionali a terra, anche di maggiori fronti di accosto per le operazioni di allestimento, e in generale per lavori su scafi galleggianti. Con l'assegnazione alla cantieristica delle

aree attorno al mercato ittico, fino al limite di levante della zona portuale, tutta la banchina di riva di questa area potrà essere dedicata all'allestimento. All'interno del programma di risistemazione, è all'ordine del giorno il progetto di sviluppo, ampliamento e riqualificazione degli assetti portuali viareggini che determineranno una ulteriore crescita e razionalizzazione della sua offerta di ormeggi sia per la piccola nautica sia, soprattutto, per l'ospitalità degli yacht di grandi dimensioni. Questo, per assicurare il rapporto di scambio strategico tra domanda espressa dal diportismo nautico e un articolato sistema di offerta variamente presente nel contesto viareggino, dovrà prevedere dalle attività più direttamente produttive a quelle turistiche e culturali, dovrà integrarsi con la realizzazione di importanti operazioni infrastrutturali in grado di sopportare questo processo come la fluidificazione della viabilità, la creazione di aree di parcheggio e dei loro collegamenti, la costante regolazione del fondale per consentire il pescaggio ai grandi yacht circolanti nel Mediterraneo, la ottimizzazione di importanti impianti come i travel lift e della disponibilità di aree e banchine per le attività di refitting.

Tuttavia, per assicurare ragionevoli prospettive di sviluppo competitivo alla nautica da diporto di Viareggio e al sistema della portualità turistica, risulta indispensabile che si realizzino alcune condizioni. Ad esempio uno sviluppo della rete delle imprese operanti all'interno della filiera cantieristica da diporto, valorizzando le specializzazioni della capacità di innovazione e di internazionalizzazione, entro un contesto regionale sempre più esteso. Lo sviluppo, inoltre, del sistema portuale in modo che la fornitura di servizi innovativi insieme alla crescente qualificazione logistica delle strutture portuali possano essere attivati, in sinergia con il territorio, per incrementare la capacità e la competitività di offerta nei confronti della domanda crescente espressa dal mercato del diportismo nautico. Lo sviluppo e la diffusione, all'interno del sistema territoriale, di soluzioni organizzative, infrastrutturali ed informatiche che permettano di allungare le catene verticali di sub-fornitura e garantendo standard omogenei di affidabilità, qualità e sicurezza ai servizi e ai prodotti offerti. La semplificazione dei principali procedimenti amministrativi richiesti per la creazione, la gestione e lo sviluppo delle imprese. La valorizzazione delle risorse umane già presenti, delle competenze e dei

saperi richiesti dai nuovi profili necessari per gestire la grande quantità e complessità di relazioni tra le imprese. L'adozione di politiche di sostenibilità e tutela ambientale, da affiancare alle politiche di sviluppo economico, orientate a mantenere l'attrattività del sistema dei beni ambientali e culturali della costa e del mare. Lo sviluppo dei rapporti e del confronto sistematico con altri contesti locali, europei ed internazionali.

Da quasi un decennio la nautica di Viareggio si trova di fronte ad una scelta di fronte alla quale tarda a prendere posizione: privilegiare una logica di sistema chiuso oppure intensificare l'apertura verso lo scenario competitivo, puntando sui suoi fattori storici di successo: competenze, know-how industriale, infrastrutture, massa critica di imprese, servizi, ecc.

CONCLUSIONI

Con l'esposizione che ho sviluppato nei capitoli precedenti, ho voluto concentrare la mia attenzione prima sulla nautica in generale, poi su un segmento specifico del settore: quello dei mega yacht o unità da diporto di grandi dimensioni, infine, sulla dimensione territoriale del fenomeno.

Dal punto di vista del parco nautico complessivo (indipendentemente da stazza, lunghezza e valore delle singole unità), emerge come gli Stati Uniti d'America siano di gran lunga la principale potenza mondiale, possedendo un parco nautico che pesa per il 66,5% sul parco nautico totale e che risulta tre volte superiore a quello europeo. Resta comunque significativa la quota rappresentata dai paesi europei, che costituiscono il secondo parco nautico al mondo con il 25,5% del totale. All'interno di questo raggruppamento, spicca la posizione dei paesi scandinavi, trainata probabilmente da una radicata cultura nautica, e di paesi come Italia, Germania, Regno Unito e Francia, trainati dalla popolazione numericamente superiore e dal maggior numero di chilometri di costa disponibile per il diportismo. Anche l'analisi dei dati sulle strutture dedicate alla nautica conferma il ruolo giocato dagli Stati Uniti d'America e dai Paesi europei: una sostanziale parità per numero di marine e porticcioli, ed una superiore disponibilità in Europa di posti barca. Infine, guardando alla produzione nautica, gli Stati Uniti si confermano leader mondiali nella produzione di unità a motore entrobordo e fuoribordo, mentre nella produzione delle unità a vela vedono contesa la loro posizione da altri produttori come Francia e soprattutto Polonia. La Cina si impone come produttore mondiale di unità pneumatiche con la quasi totalità della produzione mondiale. Tuttavia, dal punto di vista del valore, è l'Italia ad imporsi come leader mondiale dei profitti grazie ad una bilancia commerciale fortemente votata all'esportazione di unità da diporto di fascia alta: gli yacht.

La composizione mondiale di questa particolare tipologia di flotta, vede una preminenza delle unità comprese nella fascia di lunghezza tra 24 e 40 metri, illustrando inoltre come essa sia destinata nei prossimi decenni ad aumentare nel numero complessivo e nella lunghezza media. Come detto, l'industria italiana detiene

una posizione di leadership in questo segmento del mercato della nautica da diporto, con alcuni marchi che si distinguono come veri e propri padroni del settore come: Azimut – Benetti, Perini, Overmarine, Fipa Group, Codecasa e Falcon. Per questi e per gli altri marchi sarà importante tenere presente la tendenza da parte dei consumatori nel richiedere unità di lunghezza sempre maggiore, anche superiore ai 70 metri, una lunghezza che fino a pochi anni fa sembrava impensabile ma che oggi sta diventando normalità. Una fascia quella degli yacht superiori ai 70 metri, nella quale sono i costruttori del nord Europa (Germania e Paesi Bassi soprattutto) a detenere una posizione di rilievo. Ho illustrato poi come questo segmento non si limita a creare ricchezza per quanto concerne la fase di creazione della singola unità, ma genera valore anche attraverso la gestione dell'utilizzo delle unità (charter), con le attività di manutenzione e riallestimento (refit e repair), con le strutture di accoglienza (porti, marine e yacht club) e attraverso l'attrazione esercitata dal territorio circostante (turismo). Le attività di refit e repair in modo particolare, sembrano in grado di garantire un certa quantità di profitti e benessere per quelle realtà italiane che subiscono la concorrenza straniera nei costi di manodopera (Turchia e paesi asiatici) e rischiano di perdere la fase della produzione a causa dei costi più elevati. Una platea consistente di potenziali consumatori di grandi unità da diporto è costituita dagli HNWI (High Net Worth Individuals), individui ad alto reddito con un patrimonio personale di almeno 1 milione di Dollari. Due mercati esteri interessanti che possono offrire ottime opportunità sin da subito e nei prossimi anni sono Cina e Brasile. Il mercato nautico cinese è un mercato ancora in costruzione: i possessori di yacht sono ancora pochi seppure in aumento, le difficoltà nel possedere e nell'usare una nave da diporto sono ancora molte, la cultura nautica e la passione per il mare non sono molto diffuse e la qualità dei paesaggi non è sempre in grado di soddisfare i gusti dei diportisti. Tuttavia sembrano esserci anche degli elementi incoraggianti come la massiccia presenza di individui ad alto reddito, l'attenzione sempre crescente da parte delle autorità locali verso le esigenze del settore e l'aumento delle strutture dedicate alla nautica. Tutti elementi questi che fanno della Cina un mercato ricco di potenzialità come sembrano dimostrare alcune iniziative audaci messe in campo da alcune aziende italiane. Anche il mercato

Brasiliano sembra offrire analoghe opportunità a quelle offerte della Cina, presentando oltre ad una domanda crescente, anche una cultura nautica di base superiore, unitamente a paesaggi e strutture già in buona parte adeguate alle esigenze dei diportisti, oltre ad una maggiore affinità culturale all'italia. In questo ambito sembrano essere state determinanti le buone relazione fra Italia e Brasile costruite nel corso degli anni a livello politico e industriale da vari soggetti rappresentanti le istituzioni e le categorie. A dimostrazione di questo, ci sono le già consolidate presenze da parte di alcuni marchi italiani come Azimut – Benetti e Ferretti Group, in alcune zone del Brasile come nella regione di Santa Catarina.

Nella terza e ultima parte, infine, ho posto attenzione sulla realtà locale concentrandomi su tre dimensioni territoriali: Italia, Toscana e Viareggio. L'Italia, dopo circa un decennio di costante crescita del segmento degli yacht, deve affrontare una crisi che si è manifestata a partire dal 2008 nel numero degli ordinativi e nel fatturato complessivo, ma che sembra dare segni di ripresa proprio nell'ultimo anno. È importante notare come sia stato il settore del refit e repair a garantire benessere in questi anni di crisi che hanno colpito soprattutto la media e piccola nautica. La flotta immatricolata in Italia risulta registrata prevalentemente in alcune regioni costiere come la Liguria, la Campania, la Toscana e il Lazio, ed è composta per lo più da