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Le origini dei popoli slavi e le teorie sulla protopatria

sistema aspettuale e temporale

2. Le prime fasi di sviluppo del verbo slavo: dal protoslavo allo slavo antico

2.1. Le origini dei popoli slavi e le teorie sulla protopatria

Introduciamo questo secondo capitolo, nel quale cominceremo a dedicarci direttamente allo sviluppo del verbo slavo, con un breve excursus relativo alla preistoria slava, ovvero al periodo durante il quale veniva parlata la protolingua slava.

In questo paragrafo prenderemo confidenza con il concetto di protopatria slava11. Con questo termine si indica il territorio nel quale, in tempi molto remoti, si sono sviluppate le prime forme di lingua e cultura degli slavi come gruppo a sé stante. E’ importante partire da questo concetto per capire come mai, ad esempio, da un’unica comunità etnica, unita territorialmente, socialmente, culturalmente e linguisticamente, si sono venute a creare così tante lingue diverse, che sono oltretutto parlate in luoghi così distanti del continente europeo, come dimostra il caso dello sloveno e del russo.

2.1.1. Le fonti per gli studi sulla protopatria slava

Per stabilire quale fosse la posizione esatta della protopatria originaria degli slavi, gli studiosi si sono basati su materiale archeologico, storico e linguistico.

Gli archeologi ricercano testimonianze materiali della vita dei popoli nell’antichità: utensili da lavoro, oggetti d’uso quotidiano, gioielli, armi, sepolture e molto altro ancora. Sulla base di quanto ritrovato, suddividono idealmente le popolazioni antiche in culture archeologiche. Nonostante la vastità del materiale ritrovato, non sempre è facile collocare esattamente una cultura sulla linea del tempo, e

11 Una trattazione completa del tema della protopatria e sulla localizzazione della protopatria è

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neanche stabilire con precisione a quale etnia appartenessero i membri di una data cultura. Generalmente, gli slavi vengono collegati a diverse culture:

1) La cultura lusaziana, collocata nella regione della Lusazia, nell’attuale Germania, tra il II e il I millennio A.C.

2) La cultura pomeranica, collocata sulle coste del Mar Baltico, tra i fiumi Vistola e Oder tra il VII e il VI secolo A.C.

3) La cultura di Przeworsk, che rappresenta una sintesi delle prime due, collocata tra il II secolo A.C. e il V secolo d.C.

4) La cultura di Zarubincy, contemporanea a quella precedente, collocata tra i fiumi Dnepr e Pripjat’ nell’attuale Ucraina.

5) La cultura di Černjachov, collocata tra l’Ucraina e la Romania orientale, tra il II e il IV secolo d.C.

Gli storici prendono invece in considerazione documenti scritti da autori antichi, dai quali però non sempre è possibile trarre informazioni certe. Si pensa tuttavia che ci siano alcuni autori antichi che abbiano parlato degli slavi nei loro scritti. Lo storico greco Erodoto parlava di alcune popolazioni che abitavano a ovest del fiume Dnepr, mentre l’autore latino Publio Cornelio Tacito definiva venèti o venèdi gli abitanti dell’Europa centro-orientale. Essi vengono citati anche da Plinio, in riferimento però a popolazioni dell’area baltica. Lo storico gotico Giordano nel VI secolo d.C. parla ancora dei venèti e della loro suddivisione in sclaveni nell’area tra il Dnestr e il Danubio, e anti nell’area del Dnepr.

Particolarmente importanti nella collocazione della protopatria slava sono tuttavia i dati linguistici. L’analisi del materiale fornito da lingue slave e non slave può fornire risposte abbastanza chiare sul problema, in quanto la lingua è l’unico mezzo a nostra disposizione che ci può fornire informazioni sui popoli antichi e sull’eredità da loro lasciata in quelli a noi contemporanei. Come è chiaro, quindi, il problema della glottogenesi, di cui abbiamo parlato nel capitolo precedente, e quello dell’etnogenesi (ovvero l’origine di un popolo) sono strettamente collegati, ed è per questo motivo che si è deciso di dedicare una piccola parte di questo lavoro a questo argomento. Gli elementi linguistici presi in considerazione sono vari. Primi fra tutti troviamo i realia, ovvero quelle parole che rappresentano

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l’ambiente in cui vive un determinato popolo. Poniamo ad esempio che il protoslavo fosse privo di termini per riferirsi a concetti come mare o montagna: potremmo presupporre che la protopatria slava fosse distante sia dal mare sia dalla montagna, che non rappresentavano quindi l’ambiente in cui vivevano le tribù slave, che di conseguenza non avevano bisogno di parole apposite per definire questi concetti. Sono importanti anche gli etnonimi, i toponimi e gli antroponimi ritrovati. Un ultimo elemento sono i contatti linguistici, che ci permettono di capire con quali altre popolazioni gli slavi convivevano; sono particolarmente interessanti i contatti balto-slavi che hanno dato origine, come vedremo nel corso del capitolo, a una teoria interessante sulla possibile unità linguistica balto-slava.

2.1.2. La protopatria slava

Le teorie sull’effettiva collocazione della protopatria slava sono varie. Possiamo però solo fare delle supposizioni sul luogo preciso nel quale gli slavi si siano effettivamente formati come gruppo etnico a sé stante.

Già dall’antichità si è discusso molto sulle varie possibilità, oggi la maggioranza degli studiosi concorda sul fatto che gli slavi siano una popolazione europea autoctona, ovvero formatasi così com’è in ambito europeo, e non giunta in Europa attraverso migrazioni.

Fino al XIX secolo la maggior parte degli studiosi era solita collocare la protopatria slava intorno all’area danubiana, mentre nel XX secolo l’attenzione si sposta anche su altre regioni dell’Europa centro-orientale. Al momento attuale, sono tre le ipotesi considerate possibili. Secondo la prima ipotesi, la protopatria slava sarebbe da collocarsi nell’area compresa tra i fiumi Vistola e Oder. In quest’area, dall’incontro tra popolazioni ugro-finniche e indoeuropee sarebbero nati i balto- slavi, da cui in seguito avrebbero avuto origine i protobaltici e i protoslavi. Una seconda ipotesi, invece, colloca la protopatria slava tra i fiumi Bug e Dnepr; i protoslavi, secondo questa ipotesi, non avrebbero mai formato una vera e propria unità con i protobaltici, ma i due gruppi sarebbero stati interessati solo da contatti reciproci. La terza e ultima teoria è quella danubiana. Si tratta della teoria più

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antica, nata durante il Medio Evo, come dimostrano alcuni passi della cronaca russa antica “Povest’ vremennych let”12. Essa è ritenuta da alcuni studiosi abbastanza datata e infondata, in quanto come fonti vengono utilizzate anche leggende e miti popolari, ma viene ancora considerata attendibile da altri soprattutto su dati linguistici.

Come già detto in apertura di questo paragrafo, non esiste una risposta univoca sulla collocazione della protopatria slava13. E’ tuttavia utile tenere presente quanto detto, soprattutto alla luce dell’evoluzione successiva delle lingue slave e dei luoghi in cui esse vengono parlate.