2.2. Caratteri salienti delle osservazioni presentate dalla Regione e dai cittadini al PUC adottato con
2.2.2 Osservazioni dei Privati
Generalmente richiedono la modifica di prescrizioni ritenute troppo restrittive e limitanti della proprietà privata, per cui sono state tutte respinte dall'Assemblea, ad eccezione di quelle che hanno evidenziato errori cartografici o di valutazione dello stato di fatto e di diritto, o quelle il cui contenuto è stato ritenuto migliorativo per il pubblico interesse di quanto previsto dal PUC.
Viene in particolare accolta l'osservazione di una molteplicità di cittadini che rileva l'opportunità che le loro aree, in zona Perdu Locci, interessate da elevata frammentazione
8 fondiaria e compromissione edilizia, classificate E dal PUC, vengano invece classificate come zona C di recupero.
Viene altresì accolta l'osservazione in merito alla esigua larghezza della zona D1, che in conseguenza della fascia di rispetto stradale impedirebbe tecnicamente la realizzazione della stessa zona artigianale.
Viene poi accolta la proposta di imprimere la destinazione urbanistica di zona G a un'area prossima al centro abitato, oltre la SS 195, per costituire una valida soluzione per la logistica dei trasporti.
3. Il quadro di riferimento
3.1 Il contesto territoriale e socio-demografico 3.1.1 Descrizione del territorio
Il comune di Pula, localizzato nel settore sud-occidentale della Sardegna antistante il Golfo di Cagliari, nell'area geografica denominata Sulcis, fa oggi capo alla Città Metropolitana di Cagliari.
La geografia del territorio si articola secondo due sistemi principali:
• la piana costiera, compresa nell'ecologia dell'organizzazione produttiva e residenziale e degli insediamenti turistici-costieri di Santa Margherita,
• il sistema ambientale del massiccio del Sulcis.
Il territorio comunale si estende per 138,79 kmq, con uno sviluppo lineare della fascia costiera di poco meno di 28 km e comprende, oltre il centro abitato di Pula, la frazione agricola "diffusa" di Santa Margherita e quella turistico residenziale di is Molas, oltre a tre nuclei "rurali" compresi tra l'abitato e is Molas e gli insediamenti balneari lungo la costa secondo la direttrice individuata dalla SS 195 "Sulcitana".
L'area si estende dal mare ai 1000 m s.l.m. per circa 18 km; la parte pianeggiante lungo la costa non penetra all'interno per più di 5 km nella conca attorno a Pula. La linea dei 100 metri di quota è situata, nel punto più distante, a meno di 7 km dalla costa (nella valle del Rio Palaceris e all'altezza del nuraghe Perdu Becciu). La montagna si avvicina sempre più alla costa nella parte meridionale al confine con Domus de Maria dove scompare completamente la pianura costiera e le spiagge vengono sostituite integralmente dalla scogliera.
La morfologia della montagna, anche se non caratterizzata da forti elevazioni, è variamente movimentata: oltre allo spartiacque principale che separa il territorio di Pula dai territori di Domus de Maria, Teulada e Santadi, l'intero territorio è caratterizzato da un secondo spartiacque allungato più o meno parallelamente alla costa, culminante nella
"Punta sa Cresia" di Monte Santo, che divide i due corsi d'acqua principali, ed un terzo spartiacque minore, sempre con andamento parallelo alla costa nella parte meridionale.
Questa situazione pone in evidenza il fatto che una parte del territorio (le montagne più alte), non è facilmente raggiungibile dal centro abitato, nè è da esso visibile;
situazione che ha certamente favorito la situazione di naturalità pressocchè totale di una buona parte del territorio montano.
Una sola valle interna si apre direttamente sul territorio di Pula in direzione della costa, quella che sfocia nel Palaceris (o Rio di Santa Margherita), mentre l'altra, che interessa maggiormente l'insediamenti urbano di Pula, si apre sul territorio di Villa San Pietro per riversarsi nel rio Mannu (o Rio Pula).
La fascia costiera di Pula si inserisce all’interno dell’ampio Golfo di Cagliari, che si estende tra Capo Carbonara ad Est e Capo Spartivento a sud ovest. A ovest il bordo estremo del Golfo è costituito dalle propaggini dei monti del Sulcis mentre nelle coste ad est degradano i versanti del massiccio granitico dei Monti dei Sette Fratelli; entrambi i rilievi sono ben visibili dal mare e fanno da corona all’intera fascia costiera meridionale dell’Isola.
9 Le aree naturali e subnaturali comprese nel territorio pulese includono:
- falesie e scogliere, scogli e isole minori;
- sporadici complessi dunali con formazioni erbacee e ginepreti;
- grotte e caverne, sul livello del mare;
- zone umide temporanee, per lo più presenti dall’autunno alla primavera;
- sistemi fluviali e relative formazioni riparali, data la notevole presenza di corsi d’acqua, più o meno importanti, che solcano la fascia pedemontana e valliva, aventi come bacini di ricarica le montagne alle spalle del mare.
Le aree seminaturali sono aree caratterizzate da utilizzazione agro - pastorale estensiva, che includono:
- i boschi naturali, - ginepreti, - pascoli erborati, - macchie, garighe,
- praterie di pianura e macchie secondarie, - fiumi e torrenti,
- zone umide costiere particolarmente modificate, - dune,
- litorali soggetti a fruizione turistica, - laghi e invasi di origine artificiale
- tutti gli habitat dell’Allegato I della Direttiva 92/43/CEE e successive modifiche Le aree a utilizzazione agro - forestale comprendono:
- i rimboschimenti artificiali a scopi produttivi,
- oliveti, vigneti, mandorleti, agrumeti e frutteti, coltivazioni miste in aree periurbane, - coltivazioni orticole, colture erbacee,
- prati sfalciabili irrigui
Il centro di Pula è localizzato in una posizione periferica rispetto al sistema insediativo della Città metropolitana e risulta collegato con Domus de Maria (Chia) a sud-ovest e con Villa San Pietro-Sarroch-Capoterra-Cagliari a nord-est tramite la SS 195, che garantisce allo stesso tempo l’accesso alle principali località costiere.
Schematicamente l'insediamento di Pula è raffigurabile come una cometa, di cui il Centro abitato rappresenta la testa, in posizione eccentrica rispetto al territorio, mentre la gran parte degli interventi turistici costieri e la borgata agricola formano un continuum lungo la coda.
Il territorio è interessato dalla Strada Statale n.195, "Sulcitana", che lo attraversa parallelamente alla costa e serve praticamente quasi tutto il territorio edificato: il centro urbano, la bonifica agraria di Santa Margherita e la zona turistica costiera. Questa strada rappresenta il principale asse viario del territorio di Pula e dei comuni costieri contermini (Domus de Maria, Villa San Pietro, Sarroch), e sopporta tutto il flusso di traffico veicolare che, partendo da Cagliari si sposta verso il Sulcis meridionale, in particolare verso la costa di Pula e Chia.
10 3.1.2 Spiagge e relative superfici
La tabella seguente riporta l’elenco delle spiagge (compendi sabbiosi e dunari) censite dalla Regione Sardegna (fonte: R.A.S. Assessorato della Difesa dell’Ambiente -SAVI).
3.1.2.1 Classificazione tipologica dei contesti litoranei
I contesti litoranei possono essere suddivisi -in base all'urbanizzazione e alla naturalità degli ambienti- nei seguenti tre tipi, così come definiti nelle Linee guide per la redazione dei PUL emanate dalla Regione nel 2015:
• Tipo 1: Litorali urbani o in contesti urbani; litorali caratterizzati da interventi edilizi ed infrastrutturali notevoli e comunque tali da aver occultato e profondamente alterato il connotato naturale originario. Sono litorali inseriti o prossimi a grandi centri abitati caratterizzati da un’alta frequentazione dell’utenza per tutto l’anno;
• Tipo 2: Litorali periurbani o limitrofi a contesti urbani:: litorali ove è avvenuto il parziale occultamento del connotato originario attraverso una serie di interventi edilizi ed infrastrutturali. Rientrano nella definizione i territori costieri caratterizzati da una diffusa edificazione, pur nel mantenimento di ampi tratti di ambiente naturale, e dalla presenza di una rete stradale di distribuzione. Sono spiagge normalmente inserite in contesti turistici caratterizzati da una frequentazione stagionale da parte dell’utenza;
• Tipo 2: Litorali integri; litorali insistenti in contesti privi di interventi di tipo edilizio o con edificazione sporadica la cui presenza non altera sostanzialmente il connotato naturale.
Sulla base delle caratteristiche urbanistiche, infrastrutturali, ambientali e paesaggistiche, i principali compendi litoranei pulesi sono stati classificati come riportato nella tabella seguente.
Compendio litoraneo o spiaggia Classificazione del
litorale Tipo del
limitrofo a contesti urbani Tipo 2
Sant'Efisio Litorale periurbano o
limitrofo a contesti urbani Tipo 2
Porto d'Agumu Litorale integro Tipo 3
Hotel Flamingo Litorale periurbano o
limitrofo a contesti urbani
Tipo 2
Is Morus Litorale periurbano o Tipo 2
11
limitrofo a contesti urbani
Santa Margherita Litorale periurbano o
limitrofo a contesti urbani Tipo 2
Pinus Village Litorale periurbano o
limitrofo a contesti urbani
Tipo 2
3.1.3 Viabilità nella fascia costiera
La gestione dello spazio nella fascia costiera pulese è storicamente impostata sulla SS 195, che costituisce funzionalmente ed idealmente il trait d’union fra il centro abitato e gli agglomerati extraurbani che durante la stagione estiva ospitano migliaia di persone. La strada, inoltre, costituisce quasi una barriera fisica fra la zona pianeggiante costiera e la zona collinare e pedemontana, al di là della quale si stagliano le vette del massiccio del Sulcis e le foreste sempreverdi che richiamano a sé l’attenzione dei naviganti e dei bagnanti.
La complessa organizzazione dello spazio della fascia costiera pulese è sostenuta inoltre da una rete minore di viabilità provinciale e comunale che, strutturando i territori agricoli, ha permesso la localizzazione di attività produttive altamente specializzate alle quali si sono andate sovrapponendo floride attività residenziali (attività ricettive alberghiere e agrituristiche) le quali hanno implementato il valore turistico/residenziale del territorio.
L’infrastrutturazione viaria costiera rappresenta, in ultima analisi, una struttura (lineare) fondamentale nella crescita del territorio e una risorsa per lo sviluppo complessivo dell’area, principalmente per la varietà e complessità dei tessuti insediativi e ambiti territoriali che attraversa ed ai quali assicura il necessario legame.
La SS 195 svolge, infatti, funzioni articolate in relazione ai territori attraversati: il numero elevato di intersezioni infatti, con manovre di svolta a sinistra e confluenza (procedendo da Cagliari verso Domus De Maria), determina talvolta un rallentamento dei flussi e la successiva congestione dell’infrastruttura stessa, sottodimensionata – nel tratto ricadente nel territorio comunale di Pula - rispetto agli attuali volumi di traffico, con espresso riferimento a quelli estivi.
In prossimità del centro abitato di Pula la strada si caratterizza come circonvallazione urbana, che serve la mobilità locale e in particolare la zona artigianale e commerciale periferica. Qui si moltiplicano le intersezioni con l’infrastrutturazione della piana agricola e con le immissioni originate dagli insediamenti agricoli, residenziali e turistici della fascia costiera.
Altrettanto critico, dal punto di vista infrastrutturale, si presenta, specie nel periodo estivo, l’attraversamento delle zone turistiche di Santa Margherita di Pula, insediate nello spazio compreso tra la SS 195 e la fascia costiera, con numerose intersezioni che limitano la velocità di percorrenza.
L’asse viario manifesta, insomma, gli effetti di congestione determinati dalle diverse tipologie di traffico e di mobilità che determinano un carico costante, ma a forte oscillazione stagionale. L’attuale livello di congestione della SS 195 è infatti dovuto al sovrapporsi di attività e trasformazioni territoriali su un tracciato storico che nel tempo ha segnato i limiti della propria capacità funzionale, ma che ha saputo assicurare grazie al proprio radicamento nel territorio, lo svolgersi di un intreccio di relazioni locali e sovralocali (Villa san Pietro, Sarroch, Domus De Maria) capaci di determinare lo sviluppo sostenibile del territorio.
12
9 3.2 Profilo demografico e sociale della comunità Pulese
3.2.1 L’evoluzione della popolazione residente
La storia demografica di Pula è caratterizzata da una linea di sviluppo costante che, nel corso dei decenni, ha fatto si che il borgo nel quale al censimento del 1901 risultavano residenti meno di 1.800 anime diventasse una cittadina di oltre 7.300 abitanti.
Nei primi decenni del secolo, la velocità di crescita, così come negli altri centri dell’area, risultò contenuta; l’incremento medio fu di poco superiore ai tredici abitanti per anno. In virtù di questo lento processo, da ascriversi quasi completamente ai saldi naturali (nati meno morti) sempre positivi, al censimento del 1951 la popolazione censita fu di duemilaseicento unità, ottocento in più rispetto al valore misurato cinquant’anni prima.
A partire dai primi anni cinquanta i ritmi di sviluppo divennero decisamente più vivaci. L’impulso alla crescita, comunque sempre sostenuta dai saldi naturali positivi, derivò per la parte maggiore dalla differenza tra iscrizioni e cancellazioni al registro della popolazione residente. Il valore medio di incremento di residenti si collocò sulle cento unità per anno, portando la popolazione legale alle tremila seicento unità del 1961 ed alle quattromila settecento contate dal censimento del 1981.
Erano quelli gli anni nei quali in tutta la vasta area che fa da contorno al capoluogo regionale la popolazione cresceva in maniera tumultuosa, sotto la pressione dell’enorme flusso di nuovi residenti provenienti dai Campidani, dalle Barbagie e dall’Ogliastra. Nei quarant’anni compresi tra il 1951 ed il 1991, l’area che, in anni più recenti, è stata definita
“Città metropolitana” accolse oltre duecento mila nuovi abitanti, vedendo raddoppiata la propria popolazione. Un vero e proprio tsunami demografico, generato dalla capacità attrattiva esercitata da Cagliari ma che in larga misura, soprattutto a partire dalla fine degli anni settanta, si riversò sui centri collocati nella cosiddetta prima fascia di conurbazione, cancellandone, in gran parte, le caratteristiche sociali ed urbanistiche originarie.
Come si è visto, soprattutto nei primi due decenni Pula non fece eccezione; la sua popolazione crebbe a ritmi molto sostenuti, confrontabili con quelli registrati per i Comuni più immediatamente contigui al capoluogo. Tuttavia, l’impatto dei nuovi residenti risultò molto meno traumatico rispetto alla maggior parte degli altri centri interessati all’intensa e prolungata turbolenza demografica. La dimensione e la tipologia delle famiglie rimase su valori del tutto simili a quelli originari, e anche il profilo urbano, almeno nella sua parte storica, rimase sostanzialmente inalterato.
Nei decenni successivi al 1971 il trend di crescita dei residenti risultò più contenuto, anche se, comunque, sempre positivo. La popolazione crebbe mediamente di circa cinquanta abitanti all’anno, arrivando a superare le settemila unità al censimento del 2011. Come già nel periodo precedente, l’incremento demografico avvenne senza strappi, consentendo alla comunità pulese di metabolizzarne gli effetti, soprattutto sotto l’aspetto della struttura sociale.
Da quanto appena detto deriva un’indicazione di grande interesse, in funzione delle proiezioni della popolazione residente per il prossimo decennio. Si è detto come a Pula il ritmo di crescita sia rimasto pressoché costante, a partire dai primi anni ottanta, fino alla data dell’ultimo censimento del 2011. Nel frattempo, la maggior parte dei centri che, fino alla fine degli anni ottanta, avevano funzionato da grandi attrattori/contenitori di popolazione, secondo un trend che sembrava inarrestabile, nei decenni più recenti hanno perso gran parte della spinta iniziale. La loro dimensione è ancora cresciuta (con l’eccezione di Monserrato che ha seguito il destino demografico di Cagliari), ma la velocità di sviluppo è risultata progressivamente meno sostenuta. Ad essi, a partire dai primi anni novanta, sembrano essersi sostituiti i centri di seconda e terza fascia, alcuni dei quali, forse impropriamente, considerati esterni all’area metropolitana.
Va detto per chiarezza che i numeri assoluti e relativi che danno conto di queste dinamiche appaiono decisamente più ridotti, rispetto ai primi quattro decenni del secolo scorso. La grande ondata di piena demografica è ormai solo un ricordo. Ciononostante, l’area metropolitana continua ad attrarre popolazione. E a questo contributo esterno alla crescita si aggiunge un notevole dinamismo interno, orientato prevalentemente dal centro verso la periferia. Dai casi che è stato possibile studiare direttamente (Quartu, Capoterra, Monserrato, Assemini, Villaspeciosa, Serdiana e, adesso, Pula), emerge un quadro
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sufficientemente chiaro dei motivi che stanno alla base di questa particolare tipologia di mobilità sociale. Negli ultimi due decenni sono stati moltissimi i casi di famiglie (ma anche di singole persone) che hanno deciso di cambiare il proprio modello di residenza scegliendo, in un ambito urbano meno congestionato rispetto a quello di provenienza, un’abitazione indipendente e dotata, se possibile, di spazi esterni di pertinenza. Una scelta del genere è resa possibile, peraltro, dai costi medi più contenuti delle aree e della abitazioni che consentono di programmare l’acquisto anche alle famiglie che non dispongono di redditi elevati.
Sono questi i motivi che stanno alla base dello sviluppo dei centri collocati alla periferia dell’area metropolitana o addirittura al di fuori dei confini ufficiali della stessa. Uta, Villaspeciosa, San Sperate, Serdiana, Dolianova e altri comuni simili per dimensioni e collocazione risultano, ormai da più di un decennio, in vetta alla graduatoria stilata sulla base del valore relativo di crescita demografica. E a questo dinamismo è strettamente correlato un più basso tasso di invecchiamento della popolazione e un valore più elevato del coefficiente di natalità, sostenuto dalla presenza soprastandard, rispetto alla media dell’area, di famiglie giovani in condizione di mettere al mondo bambini.
È all’interno di queste riflessioni che vanno interpretati i dati relativi allo sviluppo della popolazione di Pula che, nel periodo compreso tra il 1991 ed il 2018, ha registrato un trend di crescita lento ma costante che ha determinato un incremento complessivo della popolazione residente di poco meno di 1.800 unità. In termini relativi la crescita è stata del 28 per cento, valore importante, che si colloca a metà strada tra quelli più elevati calcolati per i centri collocati nella fascia più esterna del comprensorio e i valori più contenuti registrati dai comuni che per decenni hanno guidato la rincorsa tumultuosa alla crescita e che oggi, come si è già ricordato, sembrano aver perso gran parte della propria capacità di attrazione.
I dati appena esaminati, avendo come termine più recente di riferimento il 31 dicembre del 2018, danno conto di un’innegabile capacità di crescita della popolazione del centro in esame anche nei decenni più recenti e ciò – come si avrà occasione di mostrare - nonostante un apporto via via più ridotto fino a risultare negativo del cosiddetto saldo naturale, determinato, come è noto, dalla differenza tra nati e morti fra la popolazione residente. In altri termini, dall’esame di lungo periodo emerge chiara l’indicazione che la città ha conservato fino ai nostri giorni la capacità attrattiva manifestata già a partire dagli anni sessanta del secolo scorso.
Segnali di indubbia vitalità che rimangono tali nonostante l’accenno di inversione del trend demografico registrato nell’ultimo triennio.
Si vedrà infatti che l’elaborazione di dettaglio sui dati relativi agli iscritti ed ai cancellati, resa possibile grazie al prezioso materiale di base fornito dall’Ufficio Anagrafe del Comune, ha permesso verificare che negli anni più recenti il saldo migratorio (iscritti meno cancellati) è risultato molto vicino allo zero, con differenze di segno per le diverse fasce d’età. Ritorneremo su questi dati, la cui elaborazione è risultata fondamentale per la messa a punto delle proiezioni al 2030. Al momento vale la pena di precisare che il rallentamento della curva demografica negli anni più recenti è dovuto in larga misura ai saldi naturali negativi generati dalla contrazione delle nascite registrata negli anni 2015/2018.
Altra questione di grande peso, all’interno delle analisi tese ad ottenere indicazioni utili per il dimensionamento per il prossimo decennio, assume la stima del fabbisogno di unità abitative basata sull’elaborazione dei dati relativi alle famiglie residenti - sia in termini di consistenza e sia di trend evolutivo - resa possibile dalla disponibilità dei dati storici dell’Istat e, per il periodo più recente, dei micro dati forniti dall’ufficio anagrafe del Comune.
Al 16 maggio del 2019 nello schedario anagrafico di Pula risultavano 3.430 schede di famiglie residenti, 348 in più rispetto a quelle contate nell’ottobre del 2011 dal censimento della popolazione. L’esame del trend a partire dal censimento del 1981 mostra come nel periodo osservato il numero di nuclei familiari pulesi sia cresciuto in maniera costante, con un’accelerazione molto forte nel decennio 2001/2011, nel corso del quale l’incremento è risultato pari a +825 unità. Come risulta con grande evidenza, il numero di famiglie è cresciuto molto più rapidamente della popolazione residente.
14 Nell'ultimo periodo di osservazione (2011/2019), in particolare, a fronte di un incremento del 2,5% dei residenti, il numero di famiglie è cresciuto dell’11,3%. L’analisi per singolo anno ha messo in luce come le differenze fra i due andamenti risultino importanti a partire dal 2016, anno nel quale si è registrata l’inversione di tendenza della curva dei residenti, alla quale non ha corrisposto un’analoga modifica del trend dei nuclei familiari che ha proseguito secondo una linea di crescita regolare.
I due differenti andamenti trovano una giustificazione precisa nella progressiva contrazione della dimensione media dei nuclei familiari, il valore dell’indicatore relativo è andato progressivamente calando, fino a sfiorare la soglia dei due componenti per nucleo nel mese di maggio del 2019.
I due differenti andamenti trovano una giustificazione precisa nella progressiva contrazione della dimensione media dei nuclei familiari, il valore dell’indicatore relativo è andato progressivamente calando, fino a sfiorare la soglia dei due componenti per nucleo nel mese di maggio del 2019.