Charles Fourier, Teoria dei Quattro Moviment
3.3. Pëtr Kropotkin
Per quanto possa sembrare strano, uno dei maggiori esponenti dell’anarchismo classico, il principe russo Pëtr Kropotkin, si è rivelato uno dei precursori delle scienze territoriali e ha grandemente influenzato la scienza urbanistica ai suoi albori.1
Sarebbe difficile credere che un anarchico stia dietro agli alienanti impianti urbanistici del XX secolo, all’urbanistica dei quartieri-dormitorio e dello scorrimento veloce per automibili. Infatti, Kropotkin ha ispirato le teorie di organizzazione del territorio prima che queste confluissero nell’attività specialistica denominata urbanistica, che venne contaminata dagli architetti del primo dopoguerra fino a degenerare poi nell’urbanistica dello zooning2. Ma al di
là di questo, Kropotkin, il principe anarchico, geologo, filosofo, scrittore e attivista rivoluzionario, ebbe una grande influenza su tutto l’ambiente culturale del suo periodo (a cavallo tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX); l’artista Oscar Wilde nel "De Profundis" elogiò la vita di Kropotkin (“una delle più perfette di cui sia venuto a conoscenza”) e definì il principe anarchico: “un uomo con l’animo di quel bel Cristo bianco che sembra pervenirci dalla Russia”. “Memorie di un rivoluzionario”, il libro nel quale Kropotkin racconta la sua vita dalla fanciulezza, al periodo di prigionia nella fortezza dei santi Pietro e Paolo, ai tempi dell’attivismo in Svizzera, in Francia ed infine a Londra dove si fermò più a lungo, è una delle più belle autobiografie che mai siano state scritte.
Come attivista anarchico Kropotkin iniziò con l’alfabettizare (contravvenendo alla legge del suo tempo) i gruppi di operai e contadini della Russia zarista e con il tempo fu portato a scrivere phamlet e articoli su giornali clandestini, con il duplice scopo di istruire le nascenti masse proletarie sulla loro condizione sociale e di rendere note alla cultura del suo tempo le prospettive della anh'essa nascente “scienza anarchica”.
"Scienza anarchica" proprio perché lo sforzo di Kropotkin (che era uno dei migliori geografi usciti dall’elitaria università della Russia zarista) è stato quello di conferire all’anarchia la dignità di una scienza, integrandola con tutte le principali innovazioni filosofico-scientifiche del tardo Ottocento. Il periodo in cui il principe anarchico si sforzava di elevare l’anarchia a scienza sociale era il periodo del massimo sviluppo delle teorie positiviste e scientiste. Le tesi più in voga nel periodo erano essenzialmente due: nel campo scientifico-naturalistico la teoria dell'evoluzionismo darwiniano, con la sua affermazione della inevitabile vittoria del più adatto e del più forte sul più debole; in campo socialista l'affermarsi del
"Dove c'è autorità non c'è libertà"
Pëtr Alekseevič Kropotkin (1842-1921)
1 in particolare le intuizioni di
Kropotkin vennero sviluppate da William Morris e Patrick Geddes e tramite questi ad altri urbanisti e architetti libertari.
2 per zooning si intende lo strumento dell'urbanistica consistente nel suddividere il territorio di ciascun comune in aree omogenee secondo determinate caratteristiche.
socialismo scientifico e in particolare del metodo dialettico e del determinismo economico3. In apparenza diversi ed opposti, questi due sistemi si basano su una
concezione comune: l'idea della lotta come costante dell'esistenza, sia biologica che sociale, ed il prevalere del più forte, sia esso individuo, animale o classe, come sbocco inevitabile di questa lotta.
Kropotkin lanciò la sua sfida intellettuale: dimostrare che l'anarchismo è in perfetta sintonia con lo sviluppo e i metodi della scienza, che esso ha basi scientifiche indiscutibili e, soprattutto, dimostrare che la vita umana ed animale è prevalentemente basata sulla cooperazione e la solidarietà, piuttosto che sulla lotta. Evoluzionismo, positivismo, determinismo scientifico e creatività popolare sono le armi teoriche usate da Kropotkin per dimostrare il perfetto incontrarsi di anarchia e scienza. In sostanza il tentativo di Kropotkin è quello di giustificare la libertà e l'uguaglianza attraverso una spiegazione di tipo naturalistico.
Kropotkin sosteneva che "l'Anarchia è il risultato inevitabile del movimento intellettuale nelle scienze naturali, movimento che cominciò verso la fine del XVIII secolo". Il principe fa riferimento al movimento intellettuale nato dall'Illuminismo e dall'enciclopedismo, che a causa della sua radicale critica al principio d'autorità, non poteva che sfociare in una concezione anarchica della vita.
Il carattere rivoluzionario di questo movimento è dovuto in particolare alla sua valenza naturalistica, ovvero al suo riportare i problemi alla propria origine fisico- naturale, operando un disincanto verso tutta la cultura religiosa e metafisica precedente. Scrive Kropotkin:
(gli enciclopedisti) fecero un tentativo di fondare il sapere generalizzato - la filosofia del sapere e della vita- con un metodo strettamente scientifico, respingendo quindi tutte le costruzioni metafisiche dei filosofi precedenti e spiegando tutti i fenomeni con l'azione delle medesime forze fisiche, che erano state per essi sufficienti a spiegare l'origine e l'evoluzione del globo terrestre.
Dunque l'anarchismo è per Kropotkin il punto d’arrivo inevitabile della scienza naturalista,e deve esser visto in continuità con la cultura razionalista e illuminista, tanto è che Kropotkin sosteneva la necessità di “non credere ad alcuna autorità costituita, per quanto rispettata essa sia. Non credere ad alcun principio che non sia dettato direttamente dalla ragione.”
Però in un certo senso Kropotkin tentò anche di superare il razionalismo settecentesco, in quanto proprio grazie alla visione anarchica della società, derivata dall’impianto scientifico-razionale degli illuministi, si arriva ad una ridefinizione della società e della natura, una volta che queste vengono illuminate dalla “fiaccola dell’anarchia":
l'anarchia è una concezione dell'universo, basato sulla intepretazione meccanica dei fenomeni, che abbraccia tutta la natura, non esclusa la vita della società. Il suo metodo è quello delle scienze naturali; e, secondo questo metodo, ogni conclusione scientifica deve essere verificata. La sua tendenza è di fondare una filosofia sintetica, che si estenda a tutti i fatti della natura, compresa la vita delle società umane e i loro problemi economici, politici e morali.
3 le pubblicazioni dove sono contenute le teorie dell'evoluzionismo e del determismo economico sono rispettivamente "L'origine delle specie" (C. Darwin,1859) e "Il Capitale" (K. Marx, 1867).
Come si desume da queste righe per Kropotkin non solo si può assegnare alla scienza una funzione di segno progressista e libertario, ma anche assegnare all'anarchismo il compito di spiegare scientificamente la natura ed il mondo delle relazioni umane, siano esse economiche o politiche o sociali.
Ed è in quest’opera di ridefinizione dell’intera società che si inseriscono i contributi dati da Kropotkin sull’organizzazione del territorio.
Come riconosciuto da Carlo Doglio, che per primo in Italia revisionò e pubblicò l’opera di Kropotkin, le due opere dove sono esposte le teorie kropotkiniane sulla scienza del territorio sono “Campi, Fabbriche e Officine” e “Il mutuo appoggio”4.
È utile cominciare dalla seconda opera in ordine cronologico, in quanto con “il mutuo appoggio” (traducibile anche come “aiuto reciproco”) Kropotkin offre una rilettura della storia umana secondo il principio dell'aiuto reciproco.
Alla concezione hobbiana dell’homo homini lupus5, della vita sociale come lotta,
che come già detto sottende sia all’evoluzionismo darwiniano sia al materialismo marxista, il principe anarchico oppone una visione della storia sociale come dominata dal principio del mutuo appoggio, dell’aiuto reciproco che gli uomini si sono sempre prestati l’un l’altro per poter sopravvivere ed affrontare ogni difficoltà nel miglior modo.
Questa tendenza non viene descritta da Kropotkin come esclusiva della condizione umana, ma viene da lui riconosciuta in tutto il regno animale (ad eccezione delle tigri, di alcuni uccelli e di pochi altri animali) e in particolare negli animali più evoluti di ogni genere animale6.
I capitoli de “il mutuo appoggio” che più interessano la disciplina urbanistica sono quelli in cui si studia l'aiuto reciproco nelle città del Medio Evo, quelli che descrivono cioè “il passaggio dalla comunità barbara in cui predomina l’elemento territoriale, alla Comunità in cui sono i modi di produzione e di scambio ad acquisire il maggior rilievo”.
Quando le grandi migrazioni allentarono o distrussero quei legami basati sulla origine comune che per migliaia di anni avevano funzionato da tessuto sociale, quando lo sviluppo delle singole famiglie in seno ai clan ebbe minato l’antica unità, le funzioni della tribù e dei clan vennero assunte da una nuova forma sociale “dapprima territoriale: la comunità di villaggio” per mezzo della quale l’umanità potè superare i secoli più neri senza sciogliersi in vaghe aggregazioni di individui e di famiglie. Caratterisitca di queste “comunità territoriali”, stanziali dunque , fu secondo Kropotkin l’esser costituite da gente desiderosa di lavorare in pace: e fu proprio questo desiderio di pace a provocare il progressivo dominio dei militari (di coloro, cioè, ai quali si lasciavano le funzioni belliche), l’istinto pacifico della massa portando, così, all'instaurazione dell'autorità.
È però sotto l’influenza del Diritto Romano e della Chiesa che il potere sfugge definitivamente dalle mani di tutto il popolo per raccogliersi in quelle del re, che precedentemente non era altro che un amministratore della giustizia adoperato dal popolo per salvaguardare e rafforzare la pace. A mano a mano che costui viene investito da una “santità” che lo fa diverso dagli alti mortali, tutta l’Europa dal
4 serie di articoli raccolta poi sotto il titolo Fields, Factories and Workshop (1898) e pubblicata tra il 1888 e il 1890 in The Nineteenth Century in Inghilterra e da Forum in U.S.A. ; degli articoli che raccolti in libro presero il titolo The Mutual Aid (1902), pubblicati tra il 1890 e 1898 dalla rivista inglese sopracitata.
5 celebre teoria del filosofo britannico Thomas Hobbes (1588-1679) : "l'uomo è lupo per l'altro uomo".
6 son famose le descrizioni dell’organizzazione sociale delle formiche scritte da Kropotkin.
Mediterraneo a Pskow è minacciata dal sorgere di migliaia di teocrazie e di Stati dispotici; come nota Kropotkin si deve solo alla libertà barbara (che riemerge più moderna ed efficiente nei borghi e nelle città) se una stratificazione definitiva venne allora evitata.
Ma tale forza dirompente, mai avrebbe potuto scuotere e rinnovare il Comune medioevale (simile dalla Spagna al Baltico al Mare del Nord, dalle Alpi ai Carpazi, dalle pianure del sud Europa fino alle pianure di Russia) se questo non fosse un organismo dervante dalla comunità barbarica e non dalla città romana: che è un “motivo” importante, poiché adombra la caratteristica fondamentale del federalismo kropotkiniano.
Doglio descrive l’idea di federalismo proposta da Kropotkin come una “unione di nuclei stanziatisi a scopi produttivi, viventi di vita propria essendosi costituiti per salvare gli individui dallo spappolamento sociale, e non già una impostazione di commodo militare continuamente riferita a un unico centro motore e dominatore quale starebbe alle loro spalle se derivassero dal castrum romano”.
Nel suo libro Kropotkin ribadisce come le forze che “permisero di mutare in 400 anni la faccia d’Europa” sono da individuare “in quella corrente di mutuo appoggio che s’è visto all’opera nelle comunità di villaggio e che ritroviamo, nel medioevo, vivificata e rafforzata da un nuovo tipo di unione […] le ghilde”.
L’elemento territoriale, nello sviluppo sociale designato da Kropotkin, si fonde con l’elemento economico, ma ognuno dei due acquisisce una propria autonomia: è questo il carattere peculiare che porta alla nascita delle ghilde7.
Le ghilde si contraddistinguono per la loro struttura estremamente libera; un esempio mirabile di questo sono le ghilde temporanee, che si formavano ogni volta che un pericolo o una meta comune univa il popolo attorno ad un’autorità revocabile, cioè valida solo per il raggiungimento di un fine determinato a priori. Questa finalità rivolta al fare, ai fatti, andò a creare un carattere sociale che reagì sull’ambiente dando vita alle ghilde più diverse. Quelle delle arti e mestieri dureranno secoli, mentre “appaiono e scompaiono quelle che ripromettendosi un fine particolare (certa pesca, certo commercio) una volta raggiuntolo non hanno più ragione di esistere."
Kropotkin descrive dunque come dal VI al XIII secolo la vita sociale si articolò e armonizzò man mano in una “vibrante federazione di piccole comunità di villaggio e di ghilde” e si instaurò così una forma superiore sia alle une sia alle altre: il Comune. Il Comune viene descritto da Kropotkin come una comunità più piena e cosciente, nella quale (per quanto organicamente accomunabili ai moderni Stati) nessuna eventuale conquista politica da parte di una minoranza di nobili o mercanti poteva compromettere “il carattere democratico della vita di tutti i giorni”. Questo, secondo Kropotkin, perché ogni città era suddivisa in quartieri autonomi e indipendenti e mancava nel Comune quella centralizzazione delle funzioni che contraddistingue il tempo modernoi. La città medievale era ammirata da Kropotkin in quanto tentativo esemplare di “organizzare una stretta unione di aiuto e mutuo appoggio per il consumo la produzione e la vita sociale nel suo complesso”.
7 artels in Russia, esnaif in Serbia e Turchia, amkari in Georgia, arti in Italia ecc.
Nel documentare la “libera e attivissima vita della città medievale”, Kropotkin nota come (per quanto si trattasse di un prodotto naturale e non risultato di un piano prestabilito) fosse riscontrabile “una vera e propria identità di fondo tra le città della Scozia, italiane, fiamminghe, russe”. E soprattutto nota come gli effetti dei Comuni sullo spazio fossero “vivi e concreti”, e ciò veniva testimoniato dall’architettura (“arte sociale quant’altri mai”) che vi raggiunse i più alti livelli, e dal fatto che non vi fossero esempi di quei “magazzini di curiosità che sono i Musei o le Gallerie Nazionali. Si scolpiva una statua, si fondeva una decorazione in bronzo o si dipingeva un quadro per metterlo al posto adatto in un momento d’arte comunitaria. Là era vivente, parte di un tutto”.
Alla caduta di quel “splendente edificio” del Comune medievale, si verificò la ricomparsa del suo polo opposto: lo Stato di tipo Romano, sotto forma del nascente moderno Stato nazionale. Con questo passaggio, Kropotkin descrive la perdita di tutte le conquiste sociali apportate dalle ghilde e dalle corporazioni medievali attuando il principio del mutuo appoggio; come commenta Colin Ward, nel riportare il seguente passo di Kropotzin, si verificò “non il rafforzamento, ma l’indebolirsi delle istituzioni sociali che tale tendenza incarnavano, parallelamente alla crescita del moderno Stato nazionale europeo dal quindicesimo secolo in poi”:
Nei tre secoli successivi gli Stati, sia sul continente sia su questo arcipelago [Gran Bretagna n.d.T.], si dedicarono sistematicamente all’estirpazione di tutte le istituzioni nelle quali la tendenza all’aiuto reciproco aveva trovato espressione fino a quel momento. Le comunità di villaggio vennero private dalle loro assemblee, dei tribunali e delle strutture amministrative indipendenti; le loro terre vennero confiscate. Le gilde furono spogliate dai loro possidementi e di ogni libertà, e sottoposte al controllo, ai capricci e alla corruzione dei funzionari statali. Le città si videro togliere il diritto di sovranità e assistettero alla sopressione delle sorgenti autentiche della loro vita sociale: l’assemblea di villaggio, i magistrati eletti dal popolo e le loro amministrazioni, il municipio sovrano e la gilda sovrana; il funzionario statale prese possesso di ogni articolazione di ciò che una volta era un insieme organico… si cominciò a sostenere, dalle cattedre universitarie e dai pulpiti delle chiese, che le istituzioni, nelle quali gli uomini erano soliti veder incaranto il loro bisogno di aiuto reciproco, non avrebbero più potuto essere tollerate in uno Stato adeguatamente strutturato; che solo lo Stato era in grado di rappresentare i legami che univano i suoi sudditi; che federalismo e “particolarismo” erano nemici del progresso, e che sullo Stato soltanto era possibile contare per uno sviluppo ulteriore.
Secondo Kropotkin, il motivo fondamentale che ha portato alla scomparsa del Comune medievale e al ritorno dello Stato di tipo Romano è da individuare nel fatto che non sono stati estesi i principi del mutuo appoggio, delle associazioni, delle federazioni a tutti; “a forza di tenerli riservati per alcuni costoro divennero dei privilegiati, dei padroni” come sottolineato da Doglio.
Un altro aspetto riconosciuto dal principe anarchico come causa della morte delle città medievali sarebbe il non avere voluto curare l’agricoltura quanto il commercio e l’industria, problema affrontato da Kropotkin nell’altra sua opera “Campi, Fabbriche e Officine”.
il divenire dei modi di produzione contemporanei. Kropotkin descrive “il mondo rovesciato da cima a fondo per opera della rivoluzione industriale”, focalizzando anche però sul fatto che “a causa delle scoperte e applicazioni scientifiche” la produttività dell’industria e dell’agricoltura è divenuta tale da “non permettere che continuino ancora le sofferenze dei lavoratori”.
Quindi Kropotkin propone un'organizzazione del territorio secondo lui ideale (perché venga risolto il passaggio dalla società capitalista a quella socialista- anarchica), che tanto ha influenzato certa urbanistica del XX secolo e contiene intuizioni che anticipano di almeno mezzo secolo lo sviluppo della società.
Kropotkin supera il rapporto dialettico tra economia e tecnica, sostenendo la necessità che la macchina sia di supporto all’uomo per preservarlo dalle fatiche e dalle umiliazioni dei lavori più infimi8, e che il progresso tecnico dovrebbe
sopperire alla necessità di un progresso economico che, tramite il sopraprofitto, alieni il lavoratore. Ecco quindi che il rivoluzionario russo si fa promotore della piccola dimensione, di una sorta di decentramento dove piccole fabbriche controllate dai lavoratori si accompagnino all’agricoltura e alle officine, intese da Kropotkin come un ritorno dello splendore dell’artigianato medioevale.
Kropotkin auspica la formazione di organismi comunitari singoli e regionali, amministrativi e produttivi, strettamente e liberamente federati. Precisa però il principe anarchico che il decentramento è un bene se cosciente, se nel contempo liberato dall’entrata del profitto, se armonizza le industrie in ogni luogo; un altro aspetto sul quale insiste Kropotkin, e in questo d’accordo con l’altro padre dell’anarchismo Bakunin, è la necessità di alternare ed integrare l’un l’altro lavoro manuale e lavoro intelletuale, eliminando ogni specializzazione e l'inevitabile alienazione che ne deriva. Colin Ward nel suo libro "Anarchy in Action" presenta la descrizione data da Kropotkin della sua visione del territorio in una società anarco-comunitaria:
Una distribuzione omogenea delle industrie sul territorio nazionale – che porti le fabbriche in mezzo ai campi, che consenta all’agricoltura di ottenere tutti i vantaggi che le derivano abitualmente dall’essere combinata con l’industria, che determina le condizioni possibili di un’alternanza di lavoro agricolo e industriale – è sicuramente la prima misura da prendere. Lo impone la necessità che a uomini e donne sia garantita la possibilità di passare parte della loro vita dediti a occupazioni manuali all’aria aperta. Una misura del genere diverrà ancora più impellente quando i grandi movimenti sociali, ormai inevitabili, verranno a disturbare le condizioni attuali del commercio internazionale, costringendo ogni nazione a far ricorso alle proprie risorse per garantirsi il sostentamento.
[…] Oggi viviamo troppo isolati. La propietà privata ci induce a un atteggiamento individualistico ed egoista nelle relazioni con gli altri. Ci conosciamo l’un l’altro a malapena; i momenti di incontro sono molto rari. Ma la storia ci fornisce esempi di vita comunitaria più stretta, come la “famiglia allargata”, le comuni agricole in Cina, ad esmpio. In quelle situazioni la gente si conosce davvero reciprocamente. È giocoforza che i loro rapporti siano improntati all’aiuto reciproco, sia morale sia materiale. La vita di famiglia, fondata sulle comunità originarie, è scomparsa. Una nuova famiglia fondata sulle aspirazioni della comunità prenderà il suo posto. In quella famiglia la gente dovrà
8 in questo senso concorde con il famoso saggio del suo contemporaneo Oscar Wilde “l’anima dell’uomo sotto il socialismo”.
necessariamente conoscersi reciprocamente, aiutarsi e potrà contare sugli altri in ogni occasione.
Anche in tema di organizzazione spaziale, al di là delle considerazioni pseudo- urbanstiche, è nel sentimento di estrema fiducia verso l’umanità riscontrabile in tutta l'opera e la vita del principe anarchico che risiedono le idee kroptkiniane dell’architettura della partecipazione, dello squatting e di qualsiasi forma di organizzazione spaziale veramente democratica, responsabile e autonoma. Ciò che anima tutte queste concenzioni viene ben espresse in un passo de "il Mutuo appoggio", ispirato al popolo di Parigi durante la Comune del 1863:
I gruppi di volontari, organizzatisi in ogni caseggiato, in ogni strada, in ogni quartiere, non avranno difficoltà a mantenersi in contatto e ad agire all’unisono… se o sedicenti teorici “scientifici” si