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P ERUGIA , Biblioteca Comunale Augusta, I 124

Cart. (non compaiono filigrane), ff. 226 (il primo e l'ultimo fungono da fogli di guardia); diverse numerazioni, moderne, in cifre arabe poste nell'angolo superiore destro di ciascun 'recto'. Quella principale è realizzata in matita grigia: laddove i numeri sono assenti, ovvero alla fine di ogni decina — 10, 20, 30, ... 210, 220 —, una mano recente li ha aggiunti in matita blu, rosa invece ai ff. 40 e 100. Un'altra numerazione, apposta saltuariamente, è discorde rispetto alla prima in quanto non comprende la carta di guardia anteriore. Bianchi i ff. 1rv, 110v, 111rv, 115v, 129v, 131rv, 139v, 226rv. mm 208 x 154 circa. Specchio scrittorio e righe variabili (talvolta visibili), a tutta pagina. I fogli sono stati rifilati, sovente in modo così abbondante da eliminare porzioni di testo o di note marginali (per es. f. 112r). Trascuratezza nella realizzazione di alcune parti del manoscritto, soprattutto nel commento alle epistole ciceroniane. Si riconoscono per il commento alla Rhet. Her. cinque mani di scrittura: A (2rv-3r), B (3r-70v; 112r-115r), C (70v-101v), D (102r), E (102v-110r; 116r-129r).58 In margine al commento di

Guarino complessivamente poche note e per lo più relative ai libri III e IV. Molto ordinata la pagina delle mani A e B, meno accurata quella di E, la più ricca di annotazioni e la più fittamente scritta, con margini ridotti. C non è costante nel rispetto dello specchio scrittorio, ora più ora meno ampio: progressivamente il suo interlinea diminuisce e i margini si fanno meno estesi, in particolar modo quello interno che scompare del tutto negli ultimi fogli. Il modulo delle lettere si rimpicciolisce progressivamente. Il segno di richiamo alla fine dell'ultima carta scritta da C con trova corrispondenza con le prime parole del foglio seguente.

Copertina floscia membranacea. Strappo nella parte superiore di f. 225.

Il commento di Guarino (ff. 2r-129r) principia anonimo con il titolo In Rhetoricam ad Herennium: inc. «Magnas equidem et mea sane sententia naturę ipsi ...», expl. «... ad exercitationem hanc artem accomodari oportere et ita nunc finit in exercitatione». Finis Deo gratias 1466.

Seguono il commento alla Rhet. Her.:

57 Descritto in Bistoni Grilli Cicilioni 1994, pp. 58-59; minimi cenni in Bellucci

1895, p. 187. In questi due studi, al commento alla Rhet. Her. non viene attribuito alcun autore.

58 In merito all'attribuzione delle carte alle singole mani mi discosto solo in parte

da Bistoni Grilli Cicilioni 1994, pp. 58-59, alla quale rimando comunque per la descrizione di tali scritture.

XCIII

ff. 130rv: In epitomate Livii, inc. «Ptolemeus Aegypti rex ob iniurias quas patebantur ...», expl. «... qui omnia sponte facit ut [precari] rogari se non permittat».

ff. 132r-225v: In Ciceronis epistolas interpretatio, inc. «Dicendum primo est de collectore harum epistolarum, 2o de epistola, 3o de

utilitate ...», expl. incomprensibile.

Una sola mano, forse quella di Prospero Podiani,59 in inchiostro

bruno, ha apposto il titolo al primo e al terzo testo. A f. 2r, la riga sottostante il titolo è stata cancellata con tratti di penna e su di essa è stato scritto: Prosperi Podiani Perusini et amicorum. Non aiuta purtroppo la lampada di Wood a decifrare la 'scriptio inferior'; fondamentale è però quella 'superior', in quanto rappresenta la tipica formula che Podiani utilizzava per segnalare i libri di sua proprietà. Nel margine inferiore di f. 2r ancora la nota di possesso di Prospero Podiani scritta due volte sopra un'antecedente nota che probabilmente è stata anche in precedenza erasa. La prima: Prosperi Podiani Perusini et amicorum suorum. La seconda: Domini Prosperi Podiani Perusini et amicorum suorum. La lampada di Wood non giova neppure in questo caso alla lettura delle 'scripitiones inferiores'.60

In margine a f. 2r è presente lo stemma realizzato con il timbro in rame inciso fatto eseguire dal Podiani, raffigurante un grifo che regge un libro aperto sulle cui pagine è scritto «Bibliothecae Augustae» (quest'ultima dicitura non è leggibile in questo codice), che di per sé non denota però una sicura appartenenza del manoscritto alla raccolta podiana, dato che fu utilizzato sino al principio del secolo scorso.61

59 Prospero Podiani fu erudito perugino, raccoglitore di manoscritti e libri rari.

Morì il 16 gennaio 1615. La sua biblioteca, dopo diverse vicende, fu donata ai Priori di Perugia e viene considerata il primo nucleo manoscritto dell'Augusta. I codici sicuramente provenienti dalla originaria raccolta del Podiani oggi conservati nella Biblioteca Comunale sono 38, contenenti per lo più testi classici latini e greci e di storia. Su cinque di essi si riscontra il solo timbro «August. Perus. Prosp. Podian.», su uno il timbro e l'annotazione autografa del Podiani, in 35 il timbro col grifo e il libro. Per le vicende del Podiani e della sua biblioteca sino alla fine del sec. XIX cfr. Bellucci 1895, pp. 55-65, Cecchini 1978, pp. 1-45 e Roncetti 1973-1974, pp. 185-192.

60 Avvalora la tesi dell'appartenenza del codice al Podiani quel che si legge in

Cecchini 1974, p. 83, laddove si parla dei contrassegni di proprietà podiana nei codici: «di incontrovertibile valore è la firma autografa del proprietario, assai spesso nella formula 'Prosperi Podiani et Amicorum'. Poiché egli acquistava libri da altri bibliofili e da diverse persone quella formula è sovrapposta al nome del precedente proprietario o messa accanto al nome del precedente proprietario cancellato».

XCIV Versione II(b): Vb

Vb) CITTÀ DEL VATICANO, Biblioteca Apostolica Vaticana, ms. Vat. lat. 11441.62

Cart. (membr. ff. 71, 72, 126, 131, 132, 204, 307. 312, 313, 318, 319, 324, 325, 330, 331, 336, 337; presenti numerose filigrane),63 II + 539 +

I' (in realtà il f. 539 è un foglio di guardia; bianchi i ff. 108v, 133v, 225rv, 306v, 328v, 468v, 485v, 508v, 538v), mm 195 x 145, scrittura a tutta pagina di 27/40 righe. Composto dalle seguenti sezioni: 1. ff. 1-88 (anno 1478, cfr. f. 84v); 2. ff. 89-108 (anno 1480, cfr. f. 108r); 3. ff. 109-125; 4. ff. 126-133; 5. ff. 134-203; 6. ff. 204-208; 7. ff. 209-220 (anno 1478, cfr. f. 215v); 8. ff. 221-248 (anno 1448, cfr. f. 244v); 9. ff. 249-272; 10. ff. 273-306; 11. ff. 307-318; 12. ff. 319-341 (anno 1458, cfr. f. 341v); 13. ff. 342-389; 14. ff. 390-402 (anno 1482, cfr. 402v); 15. ff. 403-410; 16. ff. 411-468 (anno 1458, cfr. f. 468r); 17. ff. 469-480 (anno 1459, cfr. f. 480v); 18. ff. 481r-538r (anno 1457, cfr. ff. 494r e 496v; anno 1458, cfr. ff. 485r, 508r, 513r, 517v, 531r). Numerazione in cifre arabe a stampa, posta nell'angolo inferiore destro del 'recto' di ciascuna carta; talvolta visibile (a causa della rifilatura) una precedente numerazione a mano, in cifre arabe, nell'angolo in alto a destra del 'recto' dei fogli. Quest'ultima permette di comprendere quanti fogli sono andati persi (le perdite, con le eccezioni delle carte mancanti — quattro — dopo i ff. 248 e 410, non hanno minato l'integrità dei testi): dopo f. 88 uno, dopo f. 108 cinque, dopo f. 110 tre, dopo f. 125 tre, dopo f. 133 quattro, dopo f. 203 dieci, dopo f. 208 sette, dopo f. 306 dieci, dopo f. 341 uno, dopo f. 402 uno, dopo f. 468 due. Tale numerazione consente inoltre di capire che i codici che sono andati a costituire il Vat. lat. 11441 erano originariamente contraddistinti dai seguenti numeri (emergono però alcune incoerenze): ff. 1-169; 180-289; 270-276; 278-429; 440-531; 531 bis; 532-602. Infine, risulta errato l'ordine di alcuni fascicoli (e delle carte all'interno del primo fascicolo: i ff. 1-14 andrebbero ordinati così: 1, 7, 8, 2-6, 9-14): i fascicoli ai ff. 469-480, 481-490, 491-500, 501-510 andrebbero posti in questo modo: 469-480, 491-500, 481-490; 501-510. Il manoscritto è collocabile cronologicamente nel periodo 1448-1480.64

62 Descritto in modo estremamente dettagliato in Ruysschaert 1959, pp. 41-54;

brevi cenni anche in Kristeller 1986, pp. 123 e 143, Beadle 1994, p. 258, Buonocore 2000, pp. 48 e 92.

63 Per l'elenco completo rimando a Ruysschaert 1959, p. 53.

64 Preziose a tal fine sono le numerose date croniche (ma pure topiche) che

compaiono nel codice: f. 84v: 1478; f. 108r: 1480; f. 215v : 1478; f. 244v: 1448; f. 341v: 1458; f. 402v: 1482; f. 468r: 1458; f. 480v: 1459; ff. 494r e 496v: 1457; ff. 485r, 508r, 513r, 517v, 531r: 1458.

XCV

I testi sono delle mani di Lorenzo Guglielmo Traversagni da Savona65 (ff. 1r-306r, 342r-410r, 532v dalla quintultima riga, 536v-

537v) e di suo fratello Giovanni Antonio Traversagni66 (ff. 307r-341r,

411r-532v fino alla sesta riga dal fondo, 533r-536r). L'apparato decorativo è limitato alla miniatura di f. 1r, raffigurante un uomo di profilo all'interno di una lettera 'c' capitale; presenti talvolta rubriche, segni paragrafali e decorazioni di lettere iniziali in inchiostro rosso o azzurro.

Coperta in legno rivestito con pergamena chiara sulla quale, su ciascuno dei due piatti (senza coprirne l'intera superficie), è posto un foglio di carta più scuro. Sul dorso, in nero, si trovano la segnatura del codice e due stemmi: quello di papa Pio XI (1922- 1939) e del cardinale Francis Aidan Gasquet (bibliotecario dal 1919 al 1929). Sul contropiatto anteriore è apposta un'etichetta sulla quale è scritto «Dono di Pio X».

Il commento alla Rhet Her. principia a f. 134r («Solebant maiores in exponendis libris preponere quedam extrinseca et intrinseca ...») e termina a f. 203v («... sibi non iniuria summum periculum metuebat»): esso rappresenta una sorta di compendio costituito da una parte delle Recollectę di Guarino e da parti di altri commenti medievali al testo pseudociceroniano.67 Alla fine del libro I compare

la seguente sottoscrizione: «1453, 13 ianuarii Wiennę». Per questa sezione del codice si riconoscono due filigrane, una del tipo 'basilic' (Briquet 2667: Ferrara 1447, 1450 e Mantova 1450) e una del tipo 'tête de boeuf, à yeux, sommée d'une fleur' (Briquet 14760: Magdeburgo 1449, Quedlinbourg 1457); ai ff. 165r-181r (saltato f. 166) compare in alto a destra del 'recto' delle carte un'ulteriore numerazione che va da 32 a 48, congruente rispetto all'inizio del commento di Guarino. Questo testo è vergato dalla mano di

65 Lorenzo Guglielmo Traversagni da Savona (1425-1503 circa), francescano, fu

umanista di rilievo; visse in importanti centri italiani ed esteri, dove ebbe modo di stare a contatto con esponenti della cultura; tra le altre città Padova (dove, tra il 1446 e il 1448 fu allievo di Francesco della Rovere — il quale fu anche professore in arti presso lo 'Studium' di Perugia —), Vienna, Cambridge (dove giunse verso il 1478) e Parigi (al riguardo si vedano Verzellino 1885, pp. 400-401, Ruysschaert 1953, Ruysschaert 1959, pp. 53-54, Farris 1972, Villa 1995, pp. 1022-1023, La diffusione dell'Umanesimo 2002, p. 181).

66 Modesto letterato al cui riguardo è esile la trama di notizie. Nativo di Savona,

soggiornò a lungo in Oriente: nel 1444 si trovava a Pera, dove compose il trattato in volgare De la pudicizia del cuore, e nella stessa città era nel 1451. È probabile che nel 1453, in seguito alla caduta di Costantinopoli, Traversagni abbia abbandonato Pera. Tra le sue opere un trattato di aritmetica intitolato Regola del tre, poesie in volgare, una traduzione dei Remedia amoris di Ovidio realizzata tra il 1456 e il 1457. Secondo alcuni morì nel 1484, ma l'ultima notizia sicura è rappresentata dal suo testamento redatto il 18 ottobre 1459 (Petti Balbi 2007, pp. 235-245: in questo saggio sono reperibili altre informazioni su Giovanni Antonio Traversagni e i suoi libri. Si vedano inoltre Verzellino 1885, p. 308, anche Ruysschaert 1959, p. 54).

XCVI

Lorenzo Guglielmo Traversagni, una minuscola corsiva dalle due forme che si alternano: una scrittura dal tratteggio sottile e dall'asse inclinato a destra — soprattutto nel primo libro —, si alterna a un'altra più curata, dal modulo molto ridotto, che diventa pressoché esclusiva da f. 182r in poi. Figurano spazi lasciati vuoti per lettere iniziali, poi non realizzate, nei quali si possono vedere le letterine guida. Non è presente un apparato decorativo. Talvolta visibili i bordi dello specchio scrittorio.

Il codice contiene inoltre:

ff. 1-88v: LORENZO GUGLIELMO TRAVERSAGNI, Margarita eloquentiae castigatae ad eloquendum divina accommodata, seu tractatus de arte rhetorica sacra; tit.: Fratris Laurentii Guilelmi de Saona ordinis minorum sacre theologie doctoris prohemium in Novam rhetoricam, inc. prohem. «Cogitanti michi sepenumero ...», expl. prohem. «... de re dicere incipiemus». Explicit prohemium incipit tractatus, inc. text. (f. 7v) «Quoniam igitur impresentiarum de oratione rhetorica dicturi sumus ...», expl. text. (f. 84v) «... ut nichil eis ad bene apte copioseque dicendum defuisse videatur». Que omnia tribus libris perstrinximus ad laudem — secula seculorum amen. Explicit liber tercius [et opus aggiunto sopra in interlinea] rhetorice facultatis per fratrem Laurentium Guilelmum de Saona ordinis minorum sacre pagine professorem ex dictis testimoniisque sacratissimarum scripturarum doctorumque [pro aggiunto sopra in interlinea] batissimorum (sic) compillatum et confirmatum, quibus ex causis censuit appellandum fore Margaritam eloquentie castigate ad eloquendum divina accomodatam. Compillatum autem fuit hoc opus in alma universitate Cantabrigie anno Domini 1478 die [2] 6 iulii, quo die Sancte Marthe recolitur: Sub protectione Serenissimi regis Anglorum Ebduardi 4ti [4ti di altra mano].

Segue (f. 85r): Hic inferius annotantur rubrice novi operis quod Margarita castigate eloquentie nuncupatur et primo ponitur prohemium, inc. «Auctor in hoc prohemio probat eloquentiam ...», expl. «... sese correctioni doctorum bonorumque virorum».

Il commento di Guarino (del quale il codice trasmette solo i primi due libri) principia adespoto e anepigrafo a f. 134r («Solebant maiores in exponendis libris preponere quedam extrinseca et intrinseca ...») e termina a f. 203v («... a quo sibi non iniuria summum periculum metuebat»). Alla fine del libro I (f. 170v) si trova la data cronica e topica: «1453, 13 ianuarii Wiennę».

ff. 89r-108r: LORENZO GUGLIELMO TRAVERSAGNI, Epitoma sive isagogicum Margaritae castigatae eloquentiae, inc. «<Q>uom homines maxime appetant ut sermones sui acceptabiles sint ...», expl. «... veniam et misericordiam implorare qua maxime indigeo». Explicit epitoma sive isagogicum Margarite castigate eloquentie editum a fratre Laurentio Gulielmo de Saona ordinis minorum sacre pagine professore. 1480, 24 ianuarii, in alma preclarissima Parisiensi Achademia, sub serenissimo et christianissimo rege Francorum Ludovico de Valoes, Deo

XCVII

intemerante, virgini totique curie triumphanti sint cumulatissime gratiarum actiones, qui dedit mihi opus hoc utcumque perficere.

ff. 109r-133r: LORENZO GUGLIELMO TRAVERSAGNI, diversi testi retorici: 1. (ff. 109r-125v) inc. «<S>uperioribus tribus libris quibus pro tenuitate ingenii nostri modestam castigatamque dicendi artem ...», expl. «... viam suam et quom senuerit non recedet ab ea»; 2. (f. 126r-130v) inc. «Solet aliquotiens in scripturis ordo verborum ...», expl. «... hic dantur verba ecclesie sicut dictum est»; 3. (ff. 131r-133r) inc. «Omnis ars et omnis doctrina similiter autem actus ...», expl. «... sed alicuius ad alia applicabilis».

ff. 204r-208v: LORENZO GUGLIELMO TRAVERSAGNI, Tractatus de exordiis doctrinabiliter componendis nuperrime editus a reverendo patre fratre Laurentio Guilelmo de Saona ordinis minorum sacre theologie doctore, inc. «Credidi satis superque precedentibus libris a me novissime scriptis ...», expl. «... contra eorum dignitatem et famam moliri».

ff. 209r-211v: 'excerpta' dalle Vite di Plutarco; tit.: Plutarchus in vita Nume Pompilii secundi regis Romanorum commendans eum de pacificatione populi Romani quasi institutum doctrina Platonis ita inquit de doctrina Platonis, inc. «Unam malorum quietem esse solutionemque hominibus si ex divina quadam sorte ...», expl. «... sed ipso opere conspecto efficit ut anteponenda ceteris iudicetur».

ff. 212r-219v: LORENZO GUGLIELMO TRAVERSAGNI, due orazioni: 1. (ff. 212r-215v) inc. «Renovamini in spiritu mentis vestre et induite novum hominem ... Quoniam sacrarum testimonio litterarum patres amplissimi vosque litteratissimi viri ...», expl. «... et sanctitate veritatis ipso prestante et cooperante qui vivit et regnat per infinita secula benedictus». Amen. Explicit oratio contra ambitionis vitium et ambitiosos habita in universitate Cantabrigie a preclaro sacre theologie doctore fratre Laurentio Guliermo de Saona ordinis minorum. 1478, die 14 octobris. Sequitur alia eiusdem doctoris in eadem achademia habita contra otiosos et pigritantes circa summum acquirendum in qua ostenditur iuste et legitime reprehendi otiosos et minime iustam esse aut acceptione dignam responsionem factam domino vinee ab otiosis sed multiplici culpa involutam. 2. (ff. 216r-219v) inc. «Quid hic statis tota die otiosi ... Maxima [ac] diligentissimaque cura atque sollicitudo summi et immortalis Dei», expl. «... et damnosis excusationibus laboremus currendo cum electis ut cum ipsis accepto premio die retributionis in eterna felicitate perpetuo iocundemur».

ff. 220rv: 'excerpta' dalle Vite di Plutarco; tit.: Plutarchus in laudem Photionis, inc. «Ac non magnas Photionis eximiasque virtutes ...», expl. «... vulgariumque artium labores consequuntur vias vacuas cerimoniis prestare».

ff. 221r-244v: Incipit Summa rithimici (sic) vulgaris dictaminis composita ab Anthonio de Tempo iudice cive Patavino anno Domini

XCVIII

[CCCo] millesimo CCCo trigessimo secundo indicione quintadecima,68 inc.

«Ex generoso prosapie ... », expl. «... sponsa meus». Finis. Edidit Anthonius Rithimandi tempus et artem. Scaligero Patavus quo duce plausit amans. / Laudes intus ago trino summoque regi / quod sermone vago rithimorum iura peregi / nobili Alberto de Scala tunc dominante / quam [corretto in quem] genuit certe vicus iam marmoris ante / sanguinis experti probitatum more sonante. / Explicit breve venustum ac perutile compendium rithimorum metrorumque vulgarium compillatum per eximium et famosum doctorem utriusque iuris Anthonium de Tempo cive Patavo scriptumque per me fratrem Gullelmum Traversagnum de Savona ordinis minorum tunc temporis pro primo anno vacantem phylosophie sub excellentissimo ac philosophorum philosopho domino Gaetano de Thyenis Patavii Publice legente. MoCCCCoXLVIII, die XVIIII

aprelis, feria sexta, [circa] hora prima noctis dimidia. Laus Deo, pax vivis, requiesque defunctis.

ff. 245r-246r: ANTONIO BECCADELLI (IL PANORMITA), carme in onore della Vergine Maria, inc. «Regum sancta parens altoque e sanguine ducis ...», expl. «... intemerata meam vera probitate carentem».

ff. 246r-248v: SIMONE SERDINI (IL SAVIOZZO), Storia d'una fanciulla tradita da un suo amante, inc. «O magnanime domne in chui beltade ...», expl. (mutilo: mancano quattro carte dopo f. 248) «... che dividere tal volta avea gavazo».

ff. 249r-272v: GUIDO (?), trattato di metrica,69 inc. prol. «Si quis

amat fieri metrici candoris alumpnus ...», expl. prol. (f. 249v) «... circha hoc non nichilum quod velit esse vigil», inc. text. (f. 249v) «Ad habendam metrici dictaminis noticiam que in brevitate ac longitudine maxime consistit ...», expl. text. (f. 272v) «...

vociferabantur. Constantinopolitam. Exortaminibus.

Innumerabilibus»; seguono (f. 272v): 1. «Possunt et aliis pluribus modis versus heroici variari sed ne ultra protrahatur opusculum cetera studentium exercicio relinquantur. Hec tam multiplici forma distinta notavi ut dictaturi qualibet ire queant sicut et in trinis capitur de pluribus una sic metri species una placere potest quem tamen antiqui potius vivat esse laboris; liber ab his edat metri soluta modos»; 2. Hic liber explicit. Hoc opus efficit ut mereamur. Laude beati sede locari qua pociamur; 3. Gloria pyeridum vigili semper arida cura / Vadit et ingenium summa probat arce locandum / Id quoque fine vetant et in euum perpetuari / Dant pugili cuiusque suo sua munera sunt hec / Ordine quod dico nomen monstrabit amico [mettendo insieme le lettere

68 L'ordine in cui è disposta l'opera non è quello corretto, come testimoniano le

note marginali a f. 228r («Totum istud folium debet iacere ubi invenies tale signum», ovvero un fiore disegnato a penna che si trova anche a f. 227v) e a f. 228v («Nota quod totum quod scriptum est in hac pagina iacere debet ante illud capitulum quod sic incipit: Mixti duodenarii, ubi videbis tale signum [lo stesso fiore sopra citato] sillicet in folio antecedente. Istud autem accidit ex defectu exemplaris quod transportatum habebam valdeque corruptum»).

XCIX

iniziali e quelle finali di questi versi si ottiene 'GUIDO amico', che potrebbe essere il nome dell'autore del trattato].

ff. 273r-279r: GASPARINO BARZIZZA, De compositione (testo incompleto), inc. «Quom omnis commode et perfecte elocutionis perceptio ...», expl. «... elocutionis dignitatem perturbat». Explicit.

ff. 279v-306r: trattato di metrica;70 tit.: Prohemium in tractatum

artis metrice feliciter incipit, inc. prohem. «Triplex est scientia que inter alias multum precipua iudicatur metrica ...», expl. prohem. (f. 279v) «... et quedam eis appendicia subiungemus», inc. text. (f. 279v) «De littera et primo de vocabulis. Litterarum alie sunt vocales alie consonantes ...», expl. text. «... ad sententiam et auditoris et lectoris animus».

ff. 307r-328r: GASPARINO BARZIZZA, opere retoriche: 1. inc. «Exordium in dubio genere. Nisi persuasum haberem iudices vos ea virtute ...», expl. «... me omnibus in rebus in tua potestate futurum esse». 2. tit.: De modo exordiendi in unoquoque genere cause quatuor qualitatum adaptando exordia ad epistulas, inc. «In re honesta captando a prudentia. Gaudeo plurimum ac letor in ea te sententia ...», expl. «... hoc est constantie et fortitudinis tue».

ff. 329r-341v: CICERONE, Cato maior de senectute; tit.: Viri elloquentissimi ad Atticum senem et virum primarium De senectute liber incipit, inc. «O Tite, si quid ego adiuero ...», expl. «... re experti probare possitis». Marci Tullii Ciceronis De senectute explicit. 1458, pridie kalendas februarii per me Iohannem Antonium Traversagnum Saonę ad laudem totius curię triumphantis. Amen.

ff. 342r-390v: ANTONIO LOSCHI, commenti ad alcune orazioni di Cicerone: Pro lege Manilia (de imperio Cn. Pompei) (ff. 342r-351r); Pro Archia poeta (ff. 351r-354r); Pro Marcello (ff. 354r-356r); Pro Ligario (ff. 356r-362r); Pro rege Deiotaro (ff. 362r-366v); Pro Cn. Plancio (ff. 367r- 376v); Pro Sulla (ff. 376v-380r); Pro Milone (380r-290v); inc. «Cicero creatus pretor Romanus duo persuadere nititur populo Romano ...», expl. «... vestram virtutem iustitiam fidem articulus». Explicit expositio super oratione edita a Cicerone pro Milone.

ff. 391r-402v: ERMETE TRISMEGISTO, trad. di Marsilio Ficino del Pimander sive liber de potestate et sapientia Dei; precedono il testo: 1. Argumentum operis, inc. «Tu quicumque es qui hec legis sive grammaticus ...», expl. (f. 391r) «... ut me emant et legant»; 2. (f. 391r) Argumentum Marsilii Ficini Florentini in librum Mercurii Trismegisti ad Cosmum Medicem patrie patrem, inc. «Eo tempore quo Moyses natus est floruit Athlas ...», expl. (f. 391r) «... ut et diu patria vivat»; tit. text. (f. 391v): Mercurii Trismegisti liber de potestate et sapientia Dei, inc. text. «Quom de rerum natura cogitarem ac mentis aciem ...», expl. text. (f. 402v) «... quibus omnia comprehenduntur». Explicit hoc opus per me fratrem Laurentium Gulielmum de Saona ordinis

C

minorum sacre pagine professorem dum essem Brugis. 1482, 27 novembris hora 10. Deo gratias. Amen.

ff. 403r-410v: LEONARDO BRUNI, Isagogicon moralis disciplinae, inc. «Si ut vivendi ...», expl. «... bona putant que bona».

ff. 411r-468r: GUARINO VERONESE, glossario virgiliano,71 inc. «Ab

integro denuo Virgilius magnus ab integro seculorum nascitur ordo in Bucolicis ...», expl. «... Pulcramque uxorius urbem extruis». Finis. Ex codice corupto prępridie idus maii MoCCCCLVIIIo apud Fontanilim

per Iohannem Antonium Traversagnum explicit. Amen.

ff. 469r-480v: trattato sulle preposizioni greche,72 inc. «Quoniam

testante Prisciano in primo maioris omnis eloquentię doctrina et omne genus ...», expl. «... ad cantus sive accentus et hec de prepositionibus Grecis dicta sufficiant. ».Explicit apud Fontanilim per me Iohannem Antonium Traversagnum prepridie kalendis aprilis 1459.

ff. 491r-494r: LUCIANO DI SAMOSATA, trad. di Giovanni Aurispa delDialogus de praestantia ducum seu Scipio;73 viene premessa al testo