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IL PAPATO COME MEDIATORE: L’USO DELLA PACE DI COSTANZA TRA ONORIO III E GREGORIO

L’EVOLUZIONE DEL CARTULARIO DOPO IL

4.4 IL PAPATO COME MEDIATORE: L’USO DELLA PACE DI COSTANZA TRA ONORIO III E GREGORIO

L’operatività del Liber Censuum sembra esprimersi non solo in ambito politico, patrimoniale e finanziario, ma anche su binari più prettamente diplomatici. All’interno del ventunesimo fascicolo troviamo, ad esempio, il testo della Pace di Costanza287 siglata nel 1183 tra Federico I Barbarossa e le città della Lega Lombarda, che si erano visti così riconosciuti una serie di diritti fondamentali, tra cui quello di eleggere propri consoli, di abbattere o innalzare fortificazioni, di amministrare la giustizia nonché l’esistenza stessa della Lega e la possibilità di ricostituirla in futuro.

Per comprendere la logica di questo inserimento dovremo cercare di collocarlo temporalmente. Non siamo aiutati da una continuità documentaria come per i pezzi del 1193 e 1195, che sono riportati nel manoscritto nei fascicoli immediatamente successivi a quelli datati al 1192. Dal ventesimo fascicolo in avanti si può ragionevolmente supporre una datazione al XIII secolo e, nello specifico, ai pontificati di Onorio III e Gregorio IX per la preponderanza di documenti risalenti agli anni venti e trenta del XIII secolo.

La Pace di Costanza si trova a metà circa del fascicolo in cui è contenuta, il ventunesimo, tra il foglio 171 verso e 172 verso288. Il documento che immediatamente lo precede non è datato ma

secondo gli editori dovrebbe risalire alla fine del pontificato di Onorio III o, al più tardi, all’inizio di quello del suo successore, mentre il documento che lo segue è datato al 1226. Questo ci porta a escludere la possibilità che facesse parte di un gruppo di documenti copiati in precedenza all’inizio del fascicolo e che il materiale risalente al XIII secolo fosse solo un’aggiunta successiva sui fogli del fascicolo rimasti bianchi, come avviene nel blocco del 1192. E’ importante segnalare, inoltre, che la Pace di Costanza viene trascritta nel Liber Censuum una seconda volta289, all’interno del ventinovesimo fascicolo (dal foglio 227 recto al foglio 229 verso) e, come segnalato dagli editori, presenta la stessa mano del documento successivo, l’acquisto di un castrum in Sabina da parte del camerario di Gregorio IX, datato al febbraio del 1236.

287 A.AMBROSIONI, Le città italiane fra Papato e Impero dalla pace di Venezia alla pace di Costanza in La Pace di

Costanza 1183. Un difficile equilibrio di poteri fra società italiana ed impero. atti del Convegno Milano-Piacenza 27- 30 aprile 1983, Bologna 1984 pp.48-49; G.RACCAGNI, The teaching of rhetoric and the Magna Carta of the Lombard cities: the Peace of Constance, the Empire and the Papacy in the works of Guido Faba and his leading contemporary colleagues in Journal of medieval history (39) 2013; id., Il diritto pubblico, la pace di Costanza e i libri iurium in Gli

inizi del diritto pubblico europeo, II. Da Federico I a Federico II. Die Anfänge des öffentlichen Rechts, II. Von

Friedrich Barbarossa zu Friedrich II, ed. G. Dilcher and D. Quaglioni, Bologna 2008 pp. 309–39.M. ASCHERI, La pace

di Costanza da Odofredo a Baldo e oltre in Ins Wasser geworfen und Ozeane durchquert: Festschrift für Knut Wolfgang Nörr, ed. M. Ascheri Cologne, 2003 pp. 1–9

288 Le Liber Censuum (cit.). pp.463-466 289 Ibid. pp. 555

Si tratta quindi di due inserimenti decisamente tardi rispetto alla promulgazione dell’atto stesso. Il contesto storico può aiutarci a far luce anche su questa scelta compositiva: come è noto, infatti, proprio nel 1226 si veniva a formare la seconda Lega Lombarda. Se fino a quel momento Federico II non aveva avuto difficoltà a confermare la validità della Pace di Costanza nei rapporti con le singole città, di fronte alla novità rappresentata dal rinnovamento della Lega l’imperatore reagisce revocando l’accordo del 1183 e ponendo tutti i membri della Lega sotto bando imperiale. La Pace di Costanza sarà uno dei principali oggetti di dibattito e scontro tra comuni lombardi e Federico II, poiché rappresentava per le città un fondamentale strumento di rivendicazione dei propri diritti. Il papato si pose come mediatore fra le parti, in particolare a partire dagli ultimi mesi del 1226, quando ad Onorio III venne affidato il ruolo di arbitro dopo che i contatti tra rettori della Lega e rappresentanti dell’imperatore erano naufragati nei mesi precedenti. Questo ruolo verrà svolto dal papato a più riprese quantomeno fino al 1239, (ovvero quando verrà coinvolto direttamente nello scontro in seguito all’ennesima scomunica comminata a Federico II) e in particolare nei due lodi arbitrali del gennaio 1227 e del giugno 1233, sempre difendendo l’integrità e la validità della Pace di Costanza.

Il secondo inserimento della Pace di Costanza, per il quale possiamo individuare un termine cronologico post-quem nel 1236, risulta coerente con un altro passaggio fondamentale nell’equilibrio dei rapporti tra Imperatore, comuni e papato, ovvero al rinnovamento della Lega che ebbe luogo nel 1235, stesso anno in cui, stando alla datazione fornita dai Regesta Imperii, Gregorio IX prendeva formalmente sotto la sua protezione i comuni lombardi, rispondendo così a richieste avanzate fin dalla fine del decennio precedente.

La registrazione dell’accordo tra Barbarossa e comuni lombardi nel Liber Censuum sembra, quindi, ancora una volta rispondere ad una volontà di aggiornamento dell’agenda politica pontificia, di cui la compilazione ideata da Cencio camerario appare come uno strumento privilegiato. I materiali che sono stati analizzati in precedenza attestavano dei diritti del papato e venivano registrati nel momento in cui tali diritti venivano acquisiti, ristabiliti, oppure si trovavano per qualche ragione ad essere minacciati o messi in discussione. La registrazione della Pace di Costanza nel Liber Censuum sembra rispondere a quest’ultima logica: in questo caso specifico l’atto non riguarda però diritti di pertinenza del papato ma diritti e doveri dell’Impero e della Lega Lombarda, che erano le parti in causa a cui il papato stava offrendo la propria mediazione. Quei diritti diventavano quindi elementi di grande importanza e nuovamente “all’ordine del giorno”, per la camera apostolica.

CAPITOLO 5

LA COSTRUZIONE DI UNA MEMORIA TRIONFANTE: