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Il paradiso 193 mari; tutti i segreti che la natura gelosamente custodisce nel suo seno; tut

Nel documento ESERCIZI SPIRITUALI (pagine 190-196)

te le bellezze di tutte le opere d’arte disseminate nel tempo e nello spazio;

- supponete ancora di poter condensare nello stesso punto tutto l’a­

more che freme nell’universo dall’inizio alla fine: l’amore dei fiori q[uan]- do ridono sotto il sole; l’amore della terra che germoglia e nutre tutte le cose viventi; l’amore degli animali per le loro creature; l ’amore dello scienziato per la sua scoperta; l’amore dell’artista per il suo capolavoro;

l ’amore delle madri per i figli, dello sposo per la sposa; l ’amore dell’an­

gelo per l ’angelo e per Iddio: tutto l’amore condensato in un sol punto;

- e nello stesso punto supponete di poter condensare tutte le gioie godute e godibili da tutte le creature in tutto l’universo passato, presente e futuro.

Ed ora questo attimo in cui avete condensato tutto ciò che si può ve­

dere, amare e godere, rendetelo immobile, eterno, senza fine: voi avrete la felicità eterna del paradiso? Sì?

No! L’eternità non sarà nulla di simile a tutto questo. Ascoltate la vo­

ce di Dio per bocca di san Paolo: «L ’occhio non vide, l’orecchio non udì, né mai mente umana ha potuto immaginare ciò che Dio ha preparato per coloro che lo amano!».29

Paradiso, paradiso! Ci credi tu alla vita eterna con una fede non astratta e vuota, ma viva, convinta, dominatrice? Una fede che ti renda veramente convinto che la vita eterna vale infinitamente di più che que­

sta; una fede che ti renda realmente disposto a tutto fare e a tutto sacrifi­

care pur di assicurarti il paradiso? Una fede che ti faccia pensare e desi­

derare, affrettare il paradiso come l’unica cosa veramente desiderabile?

Una fede che ti faccia sempre camminare verso il cielo come d[on]

B[osco], che ti faccia ripetere con lui nelle sofferenze e nelle stanchezze:

«In p[aradiso] niente di tutto questo»? Una fede che ti faccia risonare neU’animo l’eco delle parole poste da d[on] B[osco] al termine del rito della professione: «Un pezzo di paradiso aggiusta tutto. Ci riposeremo lassù»?

«Nel nome di Maria finii».30 Di fronte alle speranze eterne, ti turba il ricordo dei tuoi peccati, il timore della tua fragilità, il pensiero dei severi giudizi divini? Pensa che - se tu lo vuoi - a decidere della tua salvezza eterna sarà tua Madre. Ella è la porta del cielo, la causa della nostra eter­

2 9 1 Cor 2,9.

30 «Quivi perdei la vista e la parola; I nel nome di Maria finì, e quivi I caddi e ri­

mase la mia carne sola» (Dante Alighieri, Divina com media, Purgatorio 5,100-102).

na letizia, la regina del cielo, che ci ha preceduto lassù a tenerci il posto in alesa che noi andiamo ad occuparlo. Ricordiamoci che come nessuno mai si salva senza Maria, così nessuno mai si danna se non rifiutando l ’aiuto di Maria. La devozione sincera verso di lei è segno certissimo di predestinazione: chi le è figlio sinceramente devoto, è certo della propria salvezza, come se già avesse un piede in paradiso.

Ogni anima delusa, abbattuta, inquieta, timor[o]sa deve riprendere animo al pensiero che la madre non può scordarsi del ffiglio] suo, che dov’è Maria, ivi è la salvezza. (Non c’è scritto nel vangelo, ma mi sembra certo che Giuda, dopo aver tradito Gesù, quando prese il capestro e cor­

se ad impiccarsi, evitò di incontrarsi con la Madonna. Nessuno avrebbe avuto da lei un perdono più cordiale. Se Giuda oggi è all’inferno, lo deve al fatto di aver volutamente volto le spalle a Maria. Se invece non fosse laggiù, è perché, nell’attimo in cui si pose il nodo al collo, scorse da lon­

tano la Madre ai piedi della croce di Gesù, e morì con questa preghiera sul labbro: «Rifugio dei peccatori, prega per me»).

Non disperate mai: ella è la nostra speranza. Supplichiamola tutti gli uni per gli altri che «rivolga a noi gli occhi suoi misericordiosi e ci mostri, dopo questo esilio, Gesù»,31 in modo che possiamo ritrovarci ancora tutti insieme lassù accanto a lei nella casa paterna, sul colle eterno, nell’estasi beatificante di quegli esercizi ineffabili che dureranno per tutta l’eternità.

31 Dall’antifona mariana maggiore Salve, Regina.

Il paradiso

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040. Il paradiso

(Torino, Crocetta, cappella esterna, omelia)32

Presso i Kamba, tribù negra dell’A[frica] orientale] circola un’inte­

ressante leggenda che data da un epoca molto remota.

Molto, molto tempo fa - narra la leggenda - gli abitanti di questo pae­

se furono molto esasperati a causa delle stragi spietate compiute dalla morte ed inviarono degli uomini di fiducia in tutte le regioni del mondo, per cercare un luogo dove la morte non regnasse e dove potesse emigrare tutta la tribù. Gli inviati percorsero il mondo per anni ed anni, andarono di paese, in paese, finalmente ritornarono con questa agghiacciante novel­

la: «Restiamo qui e moriamo, come sono morti i nostri padri, perché un paese dove la morte non regni, non esiste nel mondo intero.

E invece ce n’è uno! Vi è un paese dove gli abitanti vivono eternamen­

te e godono di una felicità perfetta. Vi è un luogo «dove la morte non esi­

ste più, dove non vi è né dolore, né pianto, né tristezza» (Ap 21,4). Vi è un paese [dove gli abitanti] non hanno più «né fame né sete; né il tor­

mento del freddo né il calore snervante del sole... E Dio asciuga ogni la­

crima dai loro occhi» (Ap 7,16-17).

Vi è un regno in cui sono realizzate tutte le promesse fatte da Dio ai suoi fedeli e dove diventano una santa realtà le parole che con grande fi­

ducia noi recitiamo alla fine del Credo: «Io credo alla resurrezione della carne e alla vita eterna».

Nella nostra esplorazione attraverso i regni dell’oltretomba, dopo l’in­

ferno e il purgatorio, eccoci arrivati alle soglie del beato regno, che è la nostra vera patria, la casa del Padre verso cui camminiamo con nostalgia e speranza in questa terra d’esilio, la soave certezza che ci sostiene tra le prove e le afflizioni di questa vita passeggera.

Due questioni si affacciano alla nostra mente. I. Esiste veramente il paradiso? IL Che cosa faremo lassù?

Ma esiste veramente questa patria beata? È una realtà sicura o solo una bella illusione?

Vedete. Nel corso della storia, tutti i dogmi della fede furono attaccati e negati da qualche eresia: la Trinità dagli ariani nel IV sec[olo]; la divini­

tà di Cristo dai nestoriani nel V secolo; la vera umanità di Cristo dagli

32 Omelia. Del ciclo della seguente. Cf. anche E 033, E 035.

gnostici nel II-III s[ecolo]; la grazia soprannaturale dai pelagiani nel V secolo; l’inferno dagli origenisti; il purgatorio dai protestanti; il Papa, la chiesa, l’eucaristia ancora dai protestanti, ma il paradiso finora era stato immune da ogni assalto. Tutti hanno sempre creduto che esiste, che dura senza fine. E una credenza che si trova anche presso gli Ebrei, presso gli antichi popoli orientali dell’India, della Cina, della Persia, dell’Egitto, del Giappone. Un certo paradiso è ammesso perfino dalle tribù primitive dell’Africa, dell’Asia, dell’America. Nessuno, né dentro, né fuori il cristia­

nesimo aveva mai dubitato che esistesse un premio per i buoni nell’altra vita.

Ma oggi esiste qualcuno che lo nega. Il materialismo, che nega l’esi­

stenza di Dio, l’immortalità deH’anima, il futuro destino dell’uomo, affer­

ma che il paradiso è una illusione religiosa, con cui l’animo umano cerca di compensarsi dei dolori di quaggiù. Quando un povero miserabile man­

ca di tutto quaggiù e non vede via di scampo alla sua situazione, per con­

solarsi, si crea l’illusione di un’altra vita dove godrà per sempre: così è na­

ta l ’idea del paradiso, falso e illusorio miraggio di cui la religione, alleata col capitalismo, si serve per soggiogare le masse e impedire l ’elevazione economica e morale del proletariato.

Al di fuori di ogni intento e tono polemico, che disdirebbe al luogo e al momento in cui ci troviamo, affrontiamo brevemente il grandissimo problema: esiste veramente il paradiso? Su quali argomenti si fonda la fe­

de cristiana nell’asserire q[uesto] dogma?

Si fonda anzitutto sulla parola infallibile di Cristo, il quale, parlando a nome di Dio ed essendo Dio egli stesso, non si sbaglia né può ingannare.

Ora, se non esistesse il paradiso, tutta intera la vita di Gesù non avrebbe senso alcuno ed egli sarebbe il più ignobile dei truffatori e mentitori.

Leggiamo il vangelo e vi troveremo q[uan]te volte e in q[uan]te ma­

niere Gesù ha asserito l’esistenza di una felicità eterna.

- Un giorno egli disse33 ai suoi discepoli che, chi rinunzia a q[ua]lche cosa per suo amore, «riceverà il centuplo e possederà la vita eterna».34

- Le beatitudini [hanno come promessa l ’entrata nel regno].

- L’ultimo giudizio: «Venite benedetti del mio Padre, prendete pos­

sesso del regno preparato per voi fin dall’origine del mondo».35

In verità, l’insegnamento del Maestro divino è talmente penetrato di

33 NeU’originale: dice.

34 Mt 19,29.

35 Mt 25,34.

Il paradiso

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questa fede nelle vita eterna, che bisognerebbe negare tutto il v[angelo], se si volesse negare la realtà del cielo.

Della vita eterna parlava Gesù un giorno alle turbe: «Io sono il pane di vita. Chi mangia di questo pane vivrà in eterno. Chi crede in me avrà la vita eterna. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, avrà la vita eterna ed io lo risusciterò neU’ultimo giorno».36

Allora molti, scandalizzati, se ne andarono. Vivere eternamente? Non morire mai? Che vuol dire il pane di vita eterna? Rimase coi dodici [e chiese loro]: «Volete andarvene anche voi?». Pietro a nome di tutti [gli rispose]: «Da chi andremo noi, o Signore? Tu hai parole di vita eterna».37

Sia questa la nostra risposta di fronte ai facili negatori di oggi, tanto coraggiosi e baldanzosi delle proprie idee in vita, q[uan]to timorosi e in­

certi in punto di morte: «Da chi andremo noi, o Signore? Tu hai parole di vita et[erna]».

Nella prossima conversaz[ione] risponderemo alla seconda domanda:

«Che cosa si fa in par[adiso]»?

36 G v 6,48-55 (passim).

37 G v 6,67-69.

041. [Che cosa si fa in paradiso?]

(Torino, Crocetta, cappella esterna, omelia)38

Esiste davvero il paradiso? Sulla parola infallibile di Dio abbiamo pro­

vato, nell’ultima conversazione, che oltre la morte esiste la vera vita, oltre la tomba la gioia eterna, riservata ai figli ed amici di Dio.

Ma che cosa si fa in paradiso? In che consiste la felicità eterna? Che cosa faremo lassù per tutta l ’eternità? Ecco la seconda domanda, a cui ci accingiamo a dare una risposta, la più concreta e precisa possibile. Che cosa faremo in cielo? Possiamo rispondere con tre brevi parole: vedremo, ameremo, godremo Dio.

Parole semplici come tutte le parole di Dio, ma quale insondabile pro­

fondità nascondono! Giacché Dio stesso aggiunge per bocca di san Pao­

lo: «Occhio non vide, orecchio non udì, mente di uomo non immaginò ciò che Dio tiene preparato per coloro che lo amano».39

I. Vedremo Dio. Non più nella penombra della fede, ma nella luce eterna che è Dio stesso. Lo vedremo com’è in se stesso, a faccia [a] fac­

cia,40 svelatamente, nella ricchezza infinita del suo essere e delle sue per­

fezioni. Vedere Dio, prima e somma verità: è lo scopo supremo della vita umana. L’uomo è fatto per la verità, non per le briciole o scintille di veri­

tà disperse nelle realtà e conoscenze create, ma per la verità infinita, in­

creata, eterna, che è Dio, da cui proviene ogni creata verità.

E in Dio vedremo tutte le sue opere, il piano della sua provvidenza per il governo del mondo e della nostra vita. In Dio vedremo ordinatissi­

mo tutto il tessuto della storia umana, il perché e la ragione delle vicende e degli avvenimenti, le intime leggi e forze della natura che [la] mente umana [non] ha mai scoperto. Noi contempleremo tutte le bellezze sco­

nosciute e inim[m]aginabili che Dio ha profuso nell’universo, nell’im­

mensità degli spazi astrali, nelle profondità degli oceani, nella solitudine delle foreste inesplorate. Tutto vedremo in Dio. «Nel suo profondo vidi che s’interna, I legato con amore in un volume, I ciò che per l’universo si squaderna».41

In Dio si appagherà pienamente quell’inesauribile desiderio di cono­

38 Omelia. Riprende con la domanda posta al termine di quella che precede.

39 1 Cor 2,9.

40 1 Cor 13,12.

41 Dante Alighieri, Divina com media, Paradiso 33,85-87.

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Nel documento ESERCIZI SPIRITUALI (pagine 190-196)