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PARAMETRI FUNZIONALI DEL CANILE

4.3. DISCUSSIONE

4.3.3. PARAMETRI FUNZIONALI DEL CANILE

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Grafico 10 Figure professionali che svolgono le terapie farmacologiche nord vs centro/sud/isole

Si può osservare che sempre al nord la principale figura deputata a questo intervento è il medico veterinario esperto in comportamento.

Questo è un risultato positivo perché potrebbe indicare che le terapie psicofarmacologi-che non solo vengono considerate un atto medico veterinario, ma un atto psicofarmacologi-che deve essere eseguito da chi possiede le competenze adeguate.

Il risultato ottenuto per i canili del sud andrebbe rivalutato alla luce di un campione più ampio.

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Grafico 11 Media numero cani 1° mese vs numero cani 12° mese nord vs centro/sud/isole

L’ipotesi è che questo aumento sia collegato al fenomeno del randagismo, che caratteriz-za il sud Italia.

Questa ipotesi è supportata da uno studio retrospettivo condotto dalla LAV nel 2017:

“Randagismo cosa è cambiato in 10 anni”, in cui si evidenzia che:

- in Italia risultano 1.200 canili: il 37% al nord e il restante 63% al centro/sud.

Su 114.866 cani presenti nei canili rifugio, il 72% si trova in quelli del mezzo-giorno (dati 2017);

- il numero di cani detenuti nei canili rifugio non ha registrato una flessione ap-prezzabile e in alcune regioni del sud questo dato è rimasto pressoché invaria-to;

- al sud c’è una bassa media di restituzione dei cani al proprietario, nonostante in molte regioni del sud ci sia stato un aumento considerevole delle iscrizioni all’anagrafe degli animali d’affezione.

Il fenomeno del randagismo è apparentemente in flessione (secondo l’ultima stima diffu-sa dal Ministero della Salute nel 2012 in Italia il numero di randagi oscillava tra 500 mila e 700 mila cani), ma con delle significative discrepanze tra nord e centro-sud Italia, dove il numero dei cani detenuti in canile è ancora molto alto e dove, a questo numero, si somma quello degli animali vaganti sul territorio, la cui riproduzione è spesso incontrol-lata.

40,73%

32,00%

59,27%

68,00%

NUMERO CANI 1° MESE NUMERO CANI 12° MESE

n° CANI 1°MESE vs n° CANI 12°MESE

% CENTRO/SUD/ISOLE % NORD

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La riproduzione incontrollata va ad alimentare gli ingressi nei canili e questo spiega il ri-sultato ottenuto dall’analisi dei dati.

Proseguendo con l’analisi della varianza si è osservata una differenza statisticamente si-gnificativa (p=0,009) tra nord e centro/sud/isole per il numero di adozioni di cani rimasti in canile da 12-24 mesi.

Il Grafico 12 mostra come al centro/sud vengano addottati un maggior numero di cani con un tempo di permanenza in canile compreso tra 12-24 mesi, rispetto al nord.

Grafico 12 Media numero adozioni in funzione del tempo di permanenza in canile nord vs cen-tro/sud/isole

Questo risultato potrebbe essere collegato ancora una volta alla diversa diffusione della cultura cinofila tra nord e centro-sud.

Se al nord si ipotizza ci sia stata una maggior diffusione della cultura cinofila e di conse-guenza si siano iniziati ad applicare nuovi principi al canile tradizionale, è lecito aspettar-si che aspettar-sia maggiore il numero di adozioni di cani con un breve tempo di permanenza in canile, perché si sa che: minore è il tempo di permanenza minore è il rischio di sviluppare disturbi comportamentali, che rendono più difficile il reinserimento nell’ambiente dome-stico.

Se al contrario al centro-sud si ipotizza una minor diffusione della cultura cinofila si può pensare che l’ottica pietistica del cane derelitto da salvare sia ancora prevalente.

I cani che subiscono maggiormente l’effetto del canile (quelli che stimolano di più la pietās) sono quelli che rimangono per più tempo in struttura e, a causa dell’assenza di una

56,92%

38,00%

65,63%

15,22%

41,67%

43,08%

62,00%

34,38%

84,78%

58,33%

CANI PRESENTI DA 0 MESI A 2 MESI IN CANILE CANI PRESENTI DA 2 MESI A 6 MESI IN CANILE CANI PRESENTI DA 6 MESI A 12 MESI IN

CANILE

CANI PRESENTI DA 12 MESI A 24 MESI IN CANILE

CANI PRESENTI DA PIÙ DI 24 MESI IN CANILE

NUMERO ADOZIONI DI:

% CENTRO/SUD/ISOLE % NORD

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adeguata formazione, le risorse economiche e di pubblicizzazione vengono maggiormen-te investimaggiormen-te su questi animali.

Questa variabile andrebbe ulteriormente indagata al centro/sud/isole per capire se, a fron-te di un campione più numeroso, la distribuzione rimane la sfron-tessa o cambia.

A fronte di questo va anche riportato che gli esperti testimoniano un maggior ingresso di cucciolate nei canili del sud e una maggior difficoltà nel processo di adozione di quest’ultime, al contrario del nord. (Cao, 2019; comunicazione personale).

Proseguendo con l’analisi della varianza è stata osservata una differenza statisticamente significativa tra nord e centro/sud/isole per le adozioni fuori provincia (p=0,034).

Come si può osservare dal Grafico 13 il numero delle adozioni fuori provincia è più alto al centro-sud rispetto al nord.

Grafico 13 Parametri funzionali distribuzione nord vs centro/sud/isole

Questo risultato è strettamente connesso al fenomeno dello spostamento dei cani da sud a nord attraverso le staffette.

Negli ultimi anni, per far fronte all’emergenza del sovraffollamento, i canili del centro-sud hanno incentivato le adozioni al nord attraverso la pubblicazione di annunci su social network e siti web specifici.

La comodità del web è che direttamente dalla scrivania una persona può adottare (senza criterio) un cane in qualsiasi regione d’Italia e questo animale attraverso le staffette dal sud raggiunge le regioni del nord.

45,79%

25,00%

70,42%

52,85%

22,03%

54,21%

75,00%

29,58%

47,15%

77,97%

NUMERO TOTALE DI ADOZIONI NUMERO ADOZIONI FUORI PROVINCIA NUMERO RESTITUZIONI NUMERO NUOVI INGRESSI NUMERO DECESSI

PARAMETRI FUNZIONALI

% CENTRO/SUD/ISOLE % NORD

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Nella maggior parte dei casi i protagonisti di queste staffette sono cani che vivono in branchi, non sono socializzati con l’uomo e vengono “accalappiati” da volontari a digiu-no di cultura cidigiu-nofila, introdotti in canile e successivamente adottati al digiu-nord.

Al fenomeno delle adozioni attraverso canali non consoni, va aggiunto lo spostamento di-retto dei cani dai canili del sud ai canili del nord che avrebbe l’obbiettivo di ridistribuire il surplus di animali.

Le principali conseguenze che derivano da tali operazioni sono due:

- i posti liberati al sud si riempiono rapidamente perché il problema del sovraf-follamento non viene affrontato, ma semplicemente spostato;

- al nord aumentano le restituzioni al canile (come si evince dal Grafico 12 an-che se il valore non è statisticamente significativo) perché i cani provenienti dal sud hanno particolari caratteristiche (cani semi-selvatici, cresciuti nell’ambiente esterno, con una ridotta/assente socializzazione interspecifica) che li rende inadatti all’inserimento in un contesto domestico e/o iper-urbanizzato come quello del nord Italia. (Intervista OIPA a Luca Spennacchio).

L’ultima differenza statisticamente significativa tra nord e centro/sud/isole indicata dall’ANOVA riguarda il numero di decessi (p=0,001).

Come si osserva dal Grafico 13 il numero dei decessi al centro/sud/isole risulta essere su-periore rispetto a quello del nord.

Questo è un risultato atteso perché i cani che entrano nei canili del sud sono prevalente-mente cani randagi o semi-selvatici che non sono stati trattati in alcun modo dal punto di vista sanitario, di conseguenza sono soggetti ad un ampio ventaglio di patologie infettive e parassitarie, nonché possibili traumi e incidenti. Questa condizione porta inevitabilmen-te ad un aumento della mortalità rispetto ai cani cresciuti in famiglia e successivameninevitabilmen-te abbandonati.

Un’altra ipotesi che può essere avanzata, in associazione al quadro descritto, è che spesso le strutture in cui vengono ospitati questi cani non hanno condizioni igienico-sanitarie e di isolamento adeguate e neppure le risorse sufficienti per coprire le spese sanitarie, di conseguenza è intuibile che la diffusione e lo sviluppo delle malattie possa essere più alto e porti ad un aumento della mortalità.

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