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Parte prima: descrizione delle Linee Guida per il progetto

Nel documento Il riciclaggio delle pavimentazioni stradali (pagine 161-166)

Capitolo 10 Dall’approccio empirico a quello fondamentale

10.8. Linee guida di progetto e Norme Tecniche prestazionali ANAS 2008

10.8.1. Parte prima: descrizione delle Linee Guida per il progetto

Le Linee guida dell’ANAS rappresentano indubbiamente un importante passo innovativo, in quanto sono state le prime in Italia sia ad essere espressamente dedicate alla manutenzione stradale, ossia alla ricostruzione o potenziamento della pavimentazione esistente, sia ad essere basate sulla concezione prestazionale.

La scelta degli interventi e del loro dimensionamento viene condotta in base a considerazioni visive dello stato da risanare e sul livello di traffico presente; tuttavia le soluzioni progettuali vengono definite più dettagliatamente, di volta in volta, a seconda delle condizioni locali.

Le operazioni di ripristino sono svolte con nuove tecnologie e nuove strumentazioni ad alto rendimento per la determinazione della tipologia, degli spessori e della portanza residua delle pavimentazioni esistenti.

La scelta delle tipologia di intervento da effettuare, viene supportata dalla valutazione del traffico giornaliero medio (TGM), ed in base alla definizione di percentuali, combinazioni e tipologie di traffico pesante, vengono fornite anche le durate in termini di passaggi di assi equivalenti da 12 t; ci si avvale di particolari formule di trasformazione che permettono di passare dal TGM al numero di passaggi di assi equivalenti da 12 t, e di conseguenza al traffico di progetto.

Si individuano soluzioni di durata e costi differenti, considerando 3 livelli di traffico per i risanamenti profondi, indicati con le lettere A, B e C, e altri 3, di entità inferiore, per i

risanamenti superficiali, da effettuarsi preferibilmente su strade a traffico modesto.

Relativamente ai risanamenti profondi (RP), la pavimentazione esistente e ammalorata, viene completamente demolita, e i materiali rimossi posso essere riutilizzati totalmente o in parte.

Questi tipi di intervento vengono effettuati nel caso in cui siano diffusi nella pavimentazione degli sfondamenti, individuati generalmente con criteri visuali, o se necessario, con specifici sondaggi.

In funzione del TGM possono essere distinte 3 categorie di risanamenti, ciascuna delle quali è ulteriormente suddivisa in 3 tipologie, a seconda dei materiali che vengono usati, e tutte di durata equivalente; chiaramente questa scelta è dettata sia dalle condizioni della pavimentazione esistente, che dalla disponibilità locale di materiali e di impianti.

Fig. 10.6 – 10.7 – 10.8: Tipologie di risanamenti profondi

Tra le pavimentazioni proposte, le fondazioni nel caso di RP sono realizzate mediante riciclaggio a freddo della fondazione esistente, con bitume schiumato e cemento, o in alternativa mediante uno strato di misto cementato; quest’ultima soluzione comporterebbe indubbiamente oneri maggiori per la rimozione degli strati esistenti, nonché tempi più lunghi di realizzazione, a causa dell’attesa necessaria per raggiungere il giusto grado di maturazione, prima di realizzare gli strati sovrastanti: proprio per questi motivi la soluzione va adottata solo nel caso in cui i materiali presenti in sito non si prestino alla schiumatura, richiedendo quindi una loro rimozione.

Per gli strati superiori invece, che verranno realizzati in conglomerato bituminoso, verrà previsto sempre l’uso di bitumi a caldo modificati con elastomeri e parte del materiale riciclato, oppure l’uso di emulsioni bituminose con materiale riciclato fino al 100%, miscelati a freddo.

Inoltre è bene precisare che l’aggiunta di bitume “tal quale”, senza il contributo di modificanti, causerebbe una riduzione della vita utile della pavimentazione almeno del

30%, rispetto a quanto riportato negli schemi Rpi e Rsi; l’utilizzo di bitume modificato è particolarmente importante negli strati di base.

A seconda dell’entità e della tipologia del traffico potranno essere realizzate due tipologie di usura: drenante oppure chiusa.

I risanamenti superficiali (RS) invece, seppur comportino un minor dispendio economico da valutare in fase di progettazione, non potranno garantire una durata equivalente rispetto agli interventi profondi.

Gli strati più superficiali della pavimentazione vengono fresati, ed è possibile realizzare anche uno strato di usura in copertura, con conseguente innalzamento delle quote; anche in questo caso possono essere adottate soluzioni diverse, in funzione dell’entità e della tipologia di traffico.

I risanamenti superficiali possono essere distinti in due tipologie:

• RS1, in caso di pavimentazione molto ammalorata (molto fessurata, superficie sconfigurata, rappezzi frequenti, presenza di risalita di limi);

• RS2 da prevedere nel caso di pavimentazione semplicemente fessurata (senza sconfigurazioni della superficie).

Per entrambe vengono proposte 3 soluzioni con materiali similari, ma con spessori diversi in funzione del traffico veicolare; tuttavia il ripristino della parte superiore del pacchetto non supera mai i 15 cm.

Fig. 10.9: Tipologie di risanamenti superficiali

Nel caso di risanamenti superficiali, viene ipotizzata la presenza di uno spessore in conglomerato bituminoso di almeno 20 cm, e nel cavo della pavimentazione fresata, alla base della nuova pavimentazione, è sempre prevista la stesa di una mano di attacco con bitume modificato di tipo hard.

confezionati a caldo, con bitumi modificati. Lo strato di usura potrà essere realizzato sull’intera carreggiata o nel cavo, a seconda delle condizioni della corsia adiacente, danneggiata o meno, delle quote, dell’impatto del traffico, ecc...

Tutte le soluzioni proposte e le durate previste saranno garantite solamente nel rispetto delle Norme Tecniche prestazionali che verranno allegate ai Contratti d’Appalto, e saranno considerate come parte integrante delle Linee Guida; le Norme forniscono infatti le prescrizioni di progetto, i criteri di valutazione dei materiali da impiegare ed i livelli prestazionali richiesti alle nuove pavimentazioni, misurabili ad Alto Rendimento. Se non si dispone delle misure di portanza della pavimentazione, la scelta della tipologia di intervento da effettuare viene presa individuando il tratto degradato e valutando quale tipo didegrado prevale:

• se prevalgono gli sfondamenti per più del 45% → RPi

• se prevalgono le fessure pesanti per più del 45% → RS1

• se prevalgono le fessure leggere per più del 45 % → RS2

Fig. 10.10: Tipi di degrado di una pavimentazione

Per individuare uno sfondamento poi, si riscontrerà la risalita del limo; nel caso di fessure pesanti si noterà una sconfigurazione del piano viabile; le fessure leggere infine non presentano particolari aspetti di deterioramento della pavimentazione.

Tuttavia è anche possibile che i diversi tipi di degrado siano presenti contemporaneamente, e sarà necessario valutare, caso per caso, l’entità delle stesse, per effettuare una scelta di intervento che verrà confermata o meno in base alle disponibilità economiche.

Possono essere previsti anche trattamenti di tipo superficiale (TS), che indubbiamente tra tutti gli interventi sono quelli di maggior resa e minor costo, se le problematiche

relative alla pavimentazioni, sono rappresentate ad esempio dalla mancanza di aderenza o da fessurazioni piccole e poco diffuse.

Nel caso in cui le problematiche siano relative alla carenza di regolarità superficiale, sarà preferibile intervenire con microtappeti, preceduti o meno da fresatura [57].

Nel documento Il riciclaggio delle pavimentazioni stradali (pagine 161-166)