• Non ci sono risultati.

partecipazione alle Sezioni Speciali della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia

Le prime fonti ufficiali che chiariscono la situazione della Cineteca Scolastica nel dopoguerra sono contenute nel volume Il cinema nella scuola italiana curato da

105

Remo Branca e stampato nell’ottobre 1948 dal Ministero della Pubblica Istruzione. Esso contiene un’importante relazione di Giulio Lo Savio tenuta a Roma in occasione del Corso sul cinema didattico svoltosi dal 5 gennaio al 5 febbraio 1948 nel salone delle assemblee del Ministero della P.I.; il Corso e la relativa pubblicazione degli interventi, riportano le prime notizie ufficiali diffuse dalla Cineteca Scolastica per rendicontare l’operato dei primi due anni della gestione commissariale iniziata nel 1946. Tra le parole di Lo Savio, che ricordiamo essere un funzionario della Direzione Generale dell’istruzione tecnica nonché Commissario in carica alla Cineteca Scolastica, è riscontrabile anche una certa umiltà nel rendicontare cosa fino a quel momento era stato realizzato sotto la sua guida: «Non molto e non tutto eccellente»144. Per poi però contraddirsi quando elenca il numero dei film in circolazione: circa «80 pellicole, di cui molte di produzione originale della Cineteca»145. Ciò non è del tutto vero. Al 1949, in un elenco da lui stesso allegato alla successiva circolare che prende le basi da questo discorso, la n. 3041 del 7 aprile 1949146, vengono riportati 20 film muti e 11 sonori. 31 a fronte di 80 non sono grandi numeri147 considerando che negli 80 film sono incluse anche le produzioni realizzate da Francesco Pasinetti tra il 1939 e il 1942148. Certo è da considerare la devastazione della guerra, ma lo spirito di iniziativa conduce Lo Savio a proporre una serie di strade da intraprendere perché:

144 Giulio Lo Savio, Relazione del Commissario della Cineteca del Ministero P.I., in Remo Branca (a cura di), Il cinema nella scuola italiana, cit., p. 80.

145 Ibidem.

146 Per un approfondimento cfr. par. 1. 3.

147 Alla circolare è allegato l’elenco delle produzioni della Cineteca che è possibile noleggiare. Il Commissario Lo Savio commette l’errore di non distinguere le produzioni della Cineteca Scolastica da quelle realizzate dall’Istituto Luce autonomamente e diffuse dalla Cineteca attraverso i propri canali. Una distinzione che faremo più avanti per avere un quadro più chiaro e preciso. Qui si riporta l’elenco ufficiale rispettando il contenuto della circolare che riporta la possibilità di noleggio dei film con diversa provenienza. Nell’elenco troviamo 20 film muti: Vita della pianta, Coltivazione dell’ulivo

in Sardegna, Dalla lana al tessuto, Natura e tecnica, Raggi X (queste ultime due però sono senza

dubbio produzioni tedesche), Fabbricazione della carta, Vicenda delle stagioni, I denti e la salute,

Cavallette, Bolle di sapone, La vita della chiocciola, Axolotl, Mondo microscopico, Il volto della luna, Molluschi marini, Gli echinodermi, Arte cosmatesca, Il cipresso, La rana, Il corpo umano – la digestione; e 11 sonori: Architettura Barocca a Roma, Morfologia del fiore, Freddo + freddo, freddissimo, Suoni e notazioni musicali, La vita del canarino, Giotto e la Cappella degli Scrovegni, Il presepio, Gli echinodermi, Prato a maggio, Sulle orme di Giacomo Leopardi, Armonie pucciniane.

148 I film cinechirugici realizzati da Francesco Pasinetti per la Cineteca Scolastica presso l’ospedale Rizzoli di Bologna, in collaborazione con il Prof. Delitala, ammontano all’incirca a 30 film. Per un approfondimento cfr. Carlo Montanaro, “Cinema tra bianche pareti”: i film chirurgici di Pasinetti:

106

«è vano parlare di cinema scolastico se la Scuola non sia attrezzata per adottarlo, se esso non disponga di un proiettore, anche modesto. Anche in questo campo la Cineteca qualcosa ha fatto. Poteva fare meglio? Non sta a me giudicare. Ma qualcosa ha pur fatto, se si tiene presente che 1.500 scuole che oggi in Italia dispongono di una macchina cinematografica ne sono state fornite per la maggior parte, proprio dalla Cineteca»149.

Ricordando che, dopo la lunga pausa imposta dalla guerra, la Cineteca Scolastica «il 28 gennaio 1946 aveva in cassa un patrimonio finanziario certo di appena 72 mila lire!», conclude il rendiconto delle varie possibili iniziative da intraprendere grazie ai ristabiliti contatti con gli istituti scolastici.

In particolare il primo punto del programma di Lo Savio prevede la costituzione di un’embrionale Cineteca scolastica in tutte le province d’Italia, un passaggio anticipatore di quello che poi sarà uno dei decreti fondamentali del 1952 che istituirà presso ogni provveditorato agli studi d’Italia una cineteca stabile provinciale. Al 1948 trattasi ancora di «una persona dotata di molta passione e di molto spirito di sacrificio che dietro un modesto e anonimo tavolo di Provveditorato agli Studi assomma in se tutte le funzioni della Cineteca provinciale»150. Gli altri punti prevedono di stabilire una dotazione stabile di un primo gruppo di pellicole 16mm a ciascuna Cineteca provinciale, una ripresa della distribuzione alle scuole dei proiettori ancora disponibili e la realizzazione di un numero di pellicole 16mm necessaria per coprire un’area il più ampia possibile.

Il contenuto del discorso di Lo Savio è impostato con delle linee guida utili per orientare la futura ricostituzione dell’ente; i temi trattati sono molto vicini a quelli della futura circolare n. 3041 del 7 aprile 1949 da lui firmata e a cui ha partecipato anche Remo Branca (chiamato a collaborare dallo stesso Commissario Lo Savio oltre che per questo incarico anche per orientare la legislazione di settore futura). Durante le giornate del corso succitato troviamo una lunga relazione di Branca (divisa in vari interventi - 5 gennaio 1948, 22 gennaio 1948, 5 febbraio 1948 - discussi sempre presso la stessa sede) che, se pur con linguaggio confuso e dai toni assolutamente propagandistici sin dalle prime battute offre comunque una serie di spunti da approfondire («Il problema del cinema didattico non è più un problema, perché in

149 Giulio Lo Savio, Relazione del Commissario della Cineteca del Ministero P.I., cit., p. 81.

107

sede di principio esso è già pienamente risolto»151. Considerando l’occasione, il luogo e l’editore non c’era da aspettarsi diversamente).

Partendo dall’assunto che non è «il contenuto che differenzia il tipo, ma soprattutto il metodo», Branca differenzia tre “forme” con cui il cinema si presenta agli scolari attraverso la cinelezione (una lezione strutturata che unisce l’illustrazione del tema da parte dell’insegnante e la successiva visione. Un’attività che il docente non deve vivere come un momento di riposo, ma di tensione, perché «un insegnante che tace diventa scolaro, anch’egli, dello schermo»)152.

La prima imprescindibile forma da utilizzare in aula è il cinema scientifico, considerato «il nuovo metodo di ricerca sperimentale di cui la scienza non può più fare a meno»; meno rigoroso è il cinema istruttivo che è per sua natura documentario, «in quanto esamina ed illustra, talvolta poeticamente i fenomeni della natura della scienza dell’arte e della vita a puro titolo di curiosità ed informazione». Ed infine, il cinema didattico «cioè quello che insegna con criterio didattico e in ordine ad un piano di studi ben definito». Qualunque sia la “forma” utilizzata a scopi didattici per Branca «possiamo parlare di cinedidattica quando, in ordine ad uno scopo definito in precedenza, si ha l’intenzione esplicita d’insegnare, e lo si fa con metodo,

accertandosi dei risultati»153.

Alla tematica legislativa dedica il suo ultimo intervento elencando ciò che non ha funzionato nell’organizzazione ormai passata della Cineteca Scolastica e a come si possa intervenire «per dare alla scuola “l’utile dulci” del cinema»154. La sua principale preoccupazione è di creare una scuola apolitica partendo dal fallimento del decreto fascista del 1938 che istituiva la Cineteca non tanto come strumento di formazione didattica, ma quale elemento di promozione delle politiche di regime. Tali politiche attuate dalla Cineteca Scolastica nel periodo 1938-1942, sono attribuibili anche alla particolare “convenzione” che legava indissolubilmente l’ente al reparto tecnico-produttivo dell’Istituto Luce al quale era affidata la produzione dei film didattico-educativi per scuola.

Per ampliare le possibilità di indagine sulla mole produttiva della Cineteca Scolastica nel dopoguerra ci serviremo di tre documenti molto differenti tra loro, tra cui il già citato articolo di Della Nesta su “Cinema” del 1949 dal quale trapela un elemento

151 Remo Branca, Il cinema nella scuola italiana, Roma, Cineteca del Ministero della P.I., 1948, p. 5.

152 Ivi, p. 36.

153 Ivi, p. 30.

108

positivo: la partecipazione di alcune nuove produzioni della Cineteca Scolastica alle Sezioni Speciali della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Tali produzioni155 e il successivo riconoscimento di ben sette premi nel biennio 1947-1948, sono da considerarsi il frutto degli sforzi profusi dal Commissario Guido Lo Savio da quando è stato nominato alla guida commissariale dell’ente. Egli ha così stabilito un nuovo punto da cui ripartire, nonostante le condizioni particolarmente difficili.

I premi sono così ripartiti156: nel 1947 Giotto e la Cappella degli Scrovegni, regia di Glauco Pellegrini, ottiene una Menzione Speciale; I monumenti italiani e la guerra, regia di Giampiero Pucci e sceneggiatura di Emilio Lavagnino, si aggiudica il Premio della Biennale di Venezia per il documento più efficace d'arte e di vita; Il volto della

luna, realizzato da Luigi Pensuti su soggetto di Livio Laurenti, riceve il Premio della

Biennale di Venezia per il cortometraggio didattico-scientifico mentre Resezione

tipica del ginocchio - intervento chirurgico eseguito dal prof. Francesco Delitala nell'istituto ortopedico Rizzoli in Bologna realizzato da Francesco Pasinetti il Premio

della Direzione della Mostra per il miglior cortometraggio della sezione medicina. Nel 1948 invece: Architetture di Gattapone da Gubbio157 ottiene la Medaglia d'argento per il miglior film didattico; Basiliche cristiane, realizzato da Emilio Lavagnino, viene fregiato con la Medaglia d'argento per i film del gruppo arte e letteratura e Micetto cacciatore riceve la Medaglia d'argento per i film per bambini fino a 7 anni.

Risultati che lasciano ben sperare per la successiva istituzione del Festival Internazionale del Film per Ragazzi nel 1949, vera e propria rassegna parallela della più importante Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia158. Un premio a cui la Cineteca potrebbe ambire cercando di orientare la produzione in tal senso; ma per l’Italia, e la Cineteca in particolare, la manifestazione negli anni Cinquanta non regala grandi soddisfazioni. Dopo il trionfo ex-equo nella prima edizione del 1949 de

155 Per un approfondimento su queste produzioni cfr. par. 3. 2. 4.

156 Tutti i dati sono tratti dal portale dell’Archivio Storico delle Arti Contemporanee di Venezia: http://asac.labiennale.org/it/ (ultima consultazione agosto 2019).

157 Confrontando i diversi cataloghi il titolo differisce in Gattapone da Gubbio e/o Matteo Gattaponi

da Gubbio architetto del Trecento. Il sole splende per tutti. Il film è in entrambi i casi diretto da

Glauco Pellegrini.

158 La prima edizione si è tenuta durante la X Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. In quell’occasione la giuria era composta da Mario Verdone, Giulio Cesare Pradella Provveditore agli Studi di Venezia, Domenico Caligo, il giornalista danese Bjorn Rasmussen e Padre Lunders padre dominicano fiammingo. Dalla quinta edizione si aggiunge stabilmente Giuseppe Flores D’Arcais.

109

La Rosa di Bagdad di Anton Gino Domeneghini (pari merito con Tre ragazze e un cagnolino di Rune Lindstrom) per veder trionfare nuovamente un film italiano

bisognerà attendere il 1954 quando a prevalere è il contestatissimo Orizzonti del

sole159 di Giovanni Paolucci, interpretato dallo scrittore Enrico Pea (non esattamente una produzione della Cineteca Scolastica), premiato ex-equo insieme al britannico

The Clue of the Missing Ape (Il mistero della scimmia scomparsa).

Nell’arco dell’intero decennio la manifestazione risulterà essere un contenitore di importanti opere nazionali ed internazionali che hanno contribuito a conferire una certa visibilità e dignità culturale al cinema educativo. Una manifestazione che ha incoraggiato un’impostazione teorica, ancora mancante in Italia, tale da convincere produttori, case specializzate e registi ad investire per realizzare nuove opere adatte ai ragazzi e rimanere al passo con gli altri paesi europei.

Secondo il membro della giuria Domenico Caligo, durante la prima edizione della manifestazione, per noi italiani è stata «oggetto di compiacimento non tanto il primato della iniziativa, quanto la constatazione che una lamentata lacuna della industria cinematografica italiana sta per colmarsi, questo campo giovanile, nel quale dovremmo avere molti motivi di distinzione»160. Di diverso avviso è invece Alberto Pesce che nel suo Il cinema per ragazzi a Venezia di anno in anno verso nuove

frontiere del 1968, definisce così gli itinerari della produzione italiana e

internazionale presentati in concorso alle varie edizioni:

«Di anno in anno, questi film si distinguono nei palmarès ma non fanno scuola, non implicano una tendenza, non si rifanno ad una tradizione, né postulano una formula: irradiano intorno a sé un’aura di poesia, ma sembrano quasi irriducibili a un cliché che ne continui il discorso. La rassegna a Venezia assolve in parte al suo compito, estraendo queste opere161 dal buio dell’anonimato o dalle indistinzioni dei cataloghi commerciali e proponendo i valori poetici e formativi, ma lo fa allo scoperto, senza ancora una

159 Alla sceneggiatura collaborò anche Luigi Volpicelli. Per un approfondimento sul film e sull’edizione del 1954 cfr. Mario Verdone, Il cinema italiano per l’infanzia è nato con “Orizzonti del

Sole”, “Cinema”, n. 140, 1954, pp. 478-480 e Giuseppe Flores D’Arcais, Il Festival dei ragazzi,

“Rivista del Cinematografo”, n. 9-10, 1954, pp. 15-17.

160 Domenico Caligo, Il primo festival internazionale del film per ragazzi, “Rivista del Cinematografo”, n. 10, 1949, p. 37.

161 La produzione italiana per ragazzi si è limitata ad «acquietarsi, a volte con machiavellica scaltrezza, sul versante del documentario culturale con venature deamicisiane e velleitarie presunzioni pedagogiche». Alberto Pesce, Il cinema per ragazzi a Venezia di anno in anno verso nuove frontiere, in Camillo Bassotto (a cura di), Il film per ragazzi e il documentario a Venezia 1949-1968, Venezia, Edizioni Mostra Cinema, 1968, p. 15.

110

precisa individuazione delle strutture portanti e con il rischio anzi di favorire una iterazione dei motivi secondo moduli moralistici o stilemi di maniera»162.

Il secondo documento che ci offre una cognizione sul quantitativo di opere realizzate dalla Cineteca è un articolo del periodico “Cinedidattica. Mensile di cinematografia didattica, scientifica-educativa”163. Nel numero inaugurale dell’aprile 1950 sono inizialmente messi in risalto gli sforzi politici finora realizzati attraverso un’intervista al senatore Giovanni Lamberti che, «nel corso di una discussione al Senato sul bilancio della Pubblica Istruzione [il 22 ottobre 1949], ha auspicato l’intervento del ministro Gonella per risolvere la preoccupante situazione finanziaria nella quale

162 Ibidem. Per un ulteriore approfondimento sul Festival Internazionale del Film per Ragazzi e le successive edizioni cfr. Davide Boero, All’ombra del proiettore, cit., pp. 21-58; Giulio Cesare Pradella, Il primo festival del film per ragazzi, “Cinema”, n. 22, 1949; Paolo Gobetti, Film per

ragazzi, “Cinema”, n. 46, 1950; Agostino Ghilardi, III Festival dei film per ragazzi: Le produzioni nazionali presentate, “Rivista del cinematografo”, n. 9-10, 1951; Agostino Ghilardi, Cinematografia per ragazzi, “Bianco e Nero”, n. 9-10, 1952. L’intero numero è dedicato a “Venezia 1952”; Giuseppe

Flores D’Arcais, Il Festival dei ragazzi, “Cinema”, n. 9-10, 1954; Giuseppe Flores D’Arcais, Il film

per i ragazzi, in Flavia Paulon (a cura di), Il cinema dopo la guerra a Venezia. Tendenze ed evoluzioni del film (1946-1956), Roma, Edizioni dell’Ateneo, 1956; Giulio Cesare Pradella, Festival Internazionale del Film per Ragazzi, “Filmcritica”, n. 9-10, 1956 e una serie di articoli firmati da

Mario Verdone: Necessità in Italia di un cinema per l’infanzia, “Cinema”, n. 36, 1950; I bambini e i

cortometraggi prima dei grandi, “Cinema”, n. 69, 1951; Il Festival dei ragazzi, “Rivista del

cinematografo”, n. 9-10, 1953; Film per ragazzi a Venezia, “Cinema”, n. 115, 1953; Le Mostre del

documentario e del film per ragazzi, “Bianco e Nero”, n. 9-10, 1955.

163 La rivista fu fondata nel 1950 con lo scopo di impostare una metodologia per l’utilizzo del cinema come mezzo didattico ed educativo offrendo un appoggio a chi «intende informarsi, aggiornarsi, studiare e sperimentare in questo campo del cinema fatto nella Scuola e per la Scuola» (Premessa ai

lettori, “Cinedidattica”, n. 1, 1950, p. 2). Nei primi 3 anni di attività la rivista, diretta da Sandro

Talamazzini, risulterà essere uno strumento per la divulgazione delle attività del Centro Provinciale di Cinematografia di Cremona, anche quest’ultimo diretto da Talamazzini, e delle attività convegnistiche e organizzative del Centro Didattico Nazionale di Firenze e di vari concorsi tra cui il Festival Internazionale del Film per Ragazzi e il Concorso di Cinematografia sportiva.

Per quanto riguarda la metodologia da applicare durante la cinelezione la rivista propone delle sezioni dedicate: la prima è La cinelezione, una «collana di Cinelezioni per le scuole dell’ordine elementare, a cura del Centro Sperimentale di Cinematografia Educativa di Cremona» (n. 1, 1950, p. 27), che, a cadenza non regolare, propone la scelta di un film adatto alle proiezioni scolastiche con l’aggiunta di didascalie che accompagnano la visione del film. Una sorta di descrizione delle sequenze salienti dell’opera (indicate con dei fotogrammi) che meritano un approfondimento orale da parte del docente durante la proiezione. La serie di film selezionati si compone tra gli altri di Il corpo umano di Walt Disney e Gli insetti scritto dallo stesso Talamazzini e Il ladro burlato tratto da un racconto di Mark Twain (n. 1, 1950), Televisione distribuito dall’Usis (n. 3, 1950), Le navi e la storia (n. 1, 1951). Una seconda rubrica creata per indirizzare gli insegnanti al corretto uso del cinematografo è Cartella

critica. Il giudizio della scuola interamente diretta da Raffaele La Porta. Infine, la terza rubrica (anche

se conta pochi saggi) è Esperienze didattiche che raccoglie contributi ed impressioni di docenti che utilizzano il cinema in aula (ad esempio Renata Scamuzza, Cinelezioni nelle scuole elementari e Ferruccio Cattani, Anni verdi, “Cinedidattica”, n. 3, 1952).

111

versa la Cineteca scolastica»164. Inoltre l’editoriale della rivista è affidato al ministro della Pubblica Istruzione Guido Gonella165. I dati che a noi interessano sono in allegato ad un articolo che ricorda il decreto attuativo della Cineteca nel 1938166 e le possibilità di svecchiamento di quest’ultima con l’istituzione dei Centri Provinciali per la Cinematografia Scolastica che avverrà ufficialmente nel 1952.

Una precisazione è d’obbligo sul metodo di inclusione delle opere negli elenchi che andremo in breve a vedere e che saranno ampiamente affrontati nel prossimo capitolo: i documenti che riportiamo non presentano una distinzione tra le opere prodotte esclusivamente dalla Cineteca e quelle realizzate dall’Istituto Luce autonomamente, pensate per un circuito diverso da quello scolastico, ma comunque messe in distribuzione anche dalla Cineteca attraverso i propri canali. Una distinzione che verrà specificata soltanto a partire dal 1952, con la pubblicazione del primo catalogo ufficiale del dopoguerra della Cineteca Scolastica167. Di conseguenza i numeri non riguardano le effettive produzioni ma i film che è possibile noleggiare presso la sede centrale della Cineteca Scolastica (Via di S. Susanna, 17 a Roma). Ciò serve per dimostrare che, anche se l’apparato produttivo non è eccessivamente prolifico, almeno il sistema di distribuzione viene ampliato con delle nuove acquisizioni, sia di opere italiane che straniere. Uno di questi elenchi, presente su “Cinedidattica”, riporta la dicitura «films distribuiti dalla Cineteca Scolastica»168

senza specificarne il reale produttore: in distribuzione, al 1950, ci sono 54 film in 35mm e 32 in 16mm (la serie dei film chirurgici di Pasinetti è esclusa dall’elenco). Le cifre produttive relative ai due differenti formati non sono da sommare in quanto i

164 Ennio Della Nesta, Per una risoluzione in Italia del problema cinema didattico, cit., p. 536.

165 Ministro della Pubblica Istruzione dal 1946 al 1951 e Segretario della Democrazia Cristiana dal 1950 al 1953. «Il proposito di dar vita ad una rivista, che si occupa di divulgare e di discutere, metodicamente, i maggiori problemi della cinematografia educativa didattica, è degno di particolare elogio in quanto può determinare un apporto costruttivo alla soluzione di questi stessi problemi che si innestano nella vita moderna ed impongono la necessità di modificare metodi e sistemi tradizionali nel campo della scuola e dell’educazione. Si tratta di creare intorno a questi problemi, che non sono puramente tecnici, ma che hanno profonde ripercussioni sociali, non solo l’interesse degli studiosi, ma anche il più largo movimento di opinione pubblica, per determinare orientamenti nuovi nel campo della produzione e dell’impiego del cinema». Guido Gonella, Prefazione del Ministro della P.I., “Cinedidattica. Mensile di cinematografia didattica scientifica-educativa”, n. 1, 1950, p. 1.

166 «La Cineteca Scolastica, istituita con la legge del 30 sett. 1938 n. 1780 è attualmente l’organismo centrale dal quale dipendono le attività di Cinematografia Scolastica delle varie province. […] Si sta procedendo ad una sistemazione legislativa di questo Organismo Centrale, per potenziarlo e renderlo rispondente ai nuovi bisogni della Scuola». Cineteca Autonoma per la Cinematografia Scolastica, “Cinedidattica”, n. 1, 1950, p. 4.

167 Sui metodi di stesura dei cataloghi cfr. par. 3. 1.

112

titoli in 16mm sono la versione “ridotta” delle stesse opere; soltanto 3 film nello