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2.1. UOC minori stranieri non residenti e accoglienza nel Comune di Venezia

2.1.4. Percorso di semi-autonomia negli “appartamenti di sgancio”

Appartamento di sgancio, coop. Gea Immagine tratta dal sito:

https://www.google.it/maps/@45.4750111,12.2015713,3a,75y,1.22h,88.62t/data=!3m4!1e1!3m2!1s0YsO7Szn15rTw7FGqooB- g!2e0

Se per le precedenti fasi dell’accoglienza abbiamo visto che sul territorio del Comune di Venezia agiscono diverse comunità, ognuna con la propria specificità e risorse, rispetto alla fase conclusiva della presa in carico sul territorio ci sono solo due appartamenti di sgancio che sono gestiti da un’unica cooperativa sociale. Ne consegue che non tutti i ragazzi accolti nelle varie comunità possono accedervi e quelli che non potranno rimarranno in seconda accoglienza in comunità fino all’uscita al compimento della maggiore età. Pertanto, rispetto ad altre realtà descritte nel capitolo precedente, il territorio veneziano è abbastanza carente rispetto a strutture dedicate alla semi o alta autonomia dei MSNA in vista della loro uscita dall’accoglienza. La cooperativa che gestisce questi due “appartamenti di sgancio” à la Cooperativa sociale Gea che ha ricevuto l’incarico dal Comune nel 2009. Nello specifico la cooperativa, attraverso il progetto “Servizio Oltre”, gestisce due appartamenti residenziali uno a Marghera in Via Bottenigo e uno a Mestre in Via Circonvallazione in cui accoglie MSNA e MSNA richiedenti Protezione internazionale tra i 17 e i 18 anni. Il progetto garantisce un supporto educativo e psico-sociale e un affiancamento rispetto alla formazione scolastica, linguistica e professionale. Rispetto all’affiancamento all’apprendimento della lingua italiana, il progetto prevede un corso di due giorni a settimana offerta da dei giovani volontari che si occupano all’occorrenza anche di un servizio di aiuto-compiti. L’équipe si compone di due educatori e di un responsabile che assicurano la loro presenza nelle strutture solo alcune ore al giorno, di solito al mattino fino al primo pomeriggio. Inoltre, è presente anche un responsabile di appartamento che è un ex MSNA che vive lì senza spese e che al contempo assicura la presenza costante di un peer educator, che diventa un riferimento utile per i ragazzi. La figura del peer educator riveste grande importanza

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per gli educatori del servizio poiché li affianca e agevola nel loro ruolo educativo grazie al suo intervento di mediazione e facilitazione alla comprensione. Per il MSNA il peer educator diventa un riferimento che fa da ponte tra la cultura di origine o la storia di migrazione e il paese di arrivo con i suoi riferimenti culturali e sociali spesso di difficile comprensione per il neoarrivato. Inoltre, il peer

educator rappresenta un esempio rassicurante rispetto alla conclusione del progetto migratorio e al

futuro imminente di sgancio dall’accoglienza. Infine, anche il peer educator trae vantaggi dal suo ruolo e dal rapporto con gli educatori e con i ragazzi. Interfacciandosi con gli uni riceve conferma del proprio percorso di affrancamento e un ulteriore aiuto da parte dei servizi che gli assicurano una soluzione abitativa e lavorativa che gli conferisce stabilità e con gli altri perché fanno da specchio rispetto al proprio percorso e permettono una elaborazione finale più consapevole del proprio progetto migratorio. Durante quest’ultima fase dell’accoglienza, che nella maggior parte dei casi ha una durata di pochi mesi, i ragazzi sono chiamati a raggiungere degli obiettivi di autonomia personale in vista dell’imminente sgancio. Gli educatori rivestono un ruolo più attivo soprattutto nel periodo immediatamente successivo all’inserimento del ragazzo in appartamento. Nei primi giorni l’educatore infatti ha una funzione di orientamento e informazione rispetto alle regole dell’appartamento e soprattutto rispetto al nuovo contesto territoriale in cui si trova il ragazzo che è completamente diverso da quello in cui si trovava la comunità educativa. Il passaggio da Tessera a Marghera, per esempio, è repentino richiede un’azione di orientamento e accompagnamento sul territorio da parte degli educatori. Questi, dunque si impegnano a: affiancare il ragazzo rispetto alla regolarizzazione burocratica e documentale; assicurargli il diritto alla salute attraverso l’iscrizione al SSN, la scelta del medico di base e l’accompagnamento iniziale presso i servizi sanitari territoriali; provvedere alla sua Iscrizione a corsi professionali o ai Centri Territoriali Permanenti per l’istruzione e la formazione in età adulta e per l’ottenimento del diploma di terza media; fornire consulenza e orientamento rispetto alla ricerca attiva di percorsi formativi adeguati alla sue competenze e aspirazioni; orientarlo rispetto ai servizi del territorio e accompagnarlo presso Questura e/o in Ambasciata per il rilascio/rinnovo del pds o del passaporto. Inoltre, verso la fine dell’accoglienza e in vista dello sgancio, gli educatori devono affiancare il ragazzo nella ricerca di una soluzione abitativa e lavorativa, redigere il CV, curare i contatti con eventuali datori di lavoro, supportare i ragazzi nel disbrigo delle pratiche burocratiche per l’assunzione, nel caso dei minori richiedenti Asilo accompagnarli all’Ufficio Rifugiati del Comune di Venezia rispetto all’eventuale richiesta di proseguire l’accoglienza da adulto all’interno del progetto SPRAR di competenza territoriale. Inoltre, l’educatore su delega dell’équipe MSNA del Comune di Venezia consegna un eventuale contributo economico di buona uscita. Al di là dell’inserimento e dello sgancio, il ruolo degli educatori durante l’accoglienza rimane marginale rispetto a quello del peer educator e si concentra più che altro

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sull’incentivare nei ragazzi la costruzione di una propria autonomia nel gestire il proprio tempo con i vari impegni da rispettare (scuola, tirocinio, corso di italiano, ecc.), nel rispettare i propri beni e lo spazio personale e comune in cui abitano (imparare a fare la spesa e cucinare in autonomia, organizzare e rispettare i turni di pulizia degli spazi comuni e tenere in ordine e puliti i propri spazi), nell’imparare a gestire il budget mensile riconoscendo le priorità per cui spendere, nell’imparare a risparmiare in vista dell’imminente sgancio, nell’imparare a muoversi sul territorio in modo da raggiungere da solo con mezzi pubblici i servizi e gli uffici di suo interesse. Di rilievo rispetto al percorso di autonomia è il tirocinio professionalizzante che gli educatori insieme al ragazzo si impegnano a cercare e avviare. Gli enti ospitanti sono i più disparati, generalmente si tratta di attività del settore della ristorazione: ristoranti, pizzerie, fast food, ecc. Risulta più agevole attivare un tirocinio in questo campo grazie all’alta presenza di stranieri e connazionali di recente o vecchia immigrazione (tra cui anche ex MSNA) che sono riusciti negli anni ad avviare una propria attività. Talvolta, il tirocinio presso l’attività di un connazionale si è rivelato prezioso perché sfociato in una successiva assunzione o nell’affidamento.