Impatti del marchio UNESCO sui siti italiani: il caso dei paesaggi vitivinicoli del Piemonte
PIANI D’AZIONE OBIETTIVI SPECIFIC
Piano della Conoscenza
Potenziamento del sistema
informativo integrato 4
Incremento della conoscenza
del patrimonio materiale 4
Incremento della conoscenza
del patrimonio immateriale 4
Piano della Tutela e Conservazione
Supporto alle procedure in
atto volte alla conservazione 4
Sviluppo di best practices sulla
tutela del paesaggio 5
Conservazione e restauro del
patrimonio architettonico 3
Piano della Valorizzazione Culturale
Miglioramento della qualità
della vita dei residenti 3
Potenziamento dell’offerta
culturale 3
Piano della Valorizzazione Economica
Valorizzazione del sistema
produttivo agricolo 4
Turismo leggero e mobilità
sostenibile 3
Sviluppo socioeconomico del
territorio 3
Piano della Comunicazione
Promozione 3
198 Impatti del marchio UNESCO sui siti italiani: i paesaggi vitivinicoli del Piemonte ● Organismo di gestione del sito
Il piano prevede l’istituzione di una Associazione senza fini di lucro per seguire le attività di governance, coordinamento, pianificazione e di direzione del sito. Tale istituzione intende porsi come punto di equilibrio strategico della gestione del sito, anche mobilitando attività di fund raising e di collaborazione dei soggetti privati e dei diversi livelli di governo4.
Figura 4. Organigramma dell’Associazione di gestione del sito candidato
1.4 Verifica della comprensione del significato (significati) dell’iscrizione UNESCO
Al fine di identificare il livello di comprensione della pratica di candidatura in atto sono state operate delle interviste con alcuni rappresentanti dei principali soggetti, istituzionali e non, che hanno avuto un ruolo nella candidatura del sito. Il campione degli intervistati è illustrato nella tabella seguente:
4I soci fondatori sono la Regione Piemonte, le Province di Alessandria, Asti e Cuneo; a questi potranno affiancarsi i soci sostenitori che, condividendo le finalità e gli obiettivi dell’Associazione, contribuiscano al suo fondo di gestione. Per ulteriori dettagli si veda il cap. 4 del Piano di Gestione.
Tabella 2. Soggetti intervistati
Soggetto intervistato Ente di appartenenza Ambito
Sergio Conti Regione Piemonte Politica
Laura Vaschetti Soprintendenza Beni architettonici e paesaggistici Amministrazione
Laurana Lajolo Associazione Davide Lajolo Società civile/Cultura
Marco Devecchi Osservatorio del paesaggio Monferrato artigiano Silvano Stella Imprenditore - Laboratorio di riarmonizzazionedel paesaggio
Jukka Jokilehto ICOMOS Consulenti tecnici e scientifici
Roberto Gambino Politecnico di Torino Ricerca
Dalle interviste realizzate ad alcuni osservatori privilegiati o attori del processo di candidatura emerge un quadro molto complesso delle azioni finora svolte e di quali possano essere gli scenari futuri per il paesaggio vitivinicolo piemontese. Alcuni intervistati si dimostrano fiduciosi e ottimisti, tendendo a sottolineare aspetti positivi già in atto e presentando una reale stra- tegia volta a una maggior tutela del paesaggio. Altri soggetti si dimostrano di contro scettici riguardo quanto fatto, ma riconoscendo tutti una fondamentale importanza nei valori di unicità che motivano la candidatura. Un ulteriore punto di interesse è dato dal fatto che ognuno degli intervistati sottolinea, tra i possibili impatti del riconoscimento UNESCO, aspetti e tematiche molto diverse, prevalentemente in base alla propria esperienza nel processo o al proprio punto di vista e approccio disciplinare. Ciò è sicuramente dato dalla complessità del processo, da cui deriva una sicura eterogeneità dei possibili impatti. Un ultimo aspetto da sottolineare può essere l’attenzione posta da molti intervistati verso un effetto di maggior attenzione delle comunità locali nei confronti del paesaggio, la diminuzione di interventi troppo invasivi e impattanti e la ricerca di nuove strategie di sviluppo, anche nel caso in cui la candidatura non abbia successo. Proprio tale aspetto, se opportunamente gestito, potrebbe essere l’impatto più significativo di tutto il processo di candidatura. Di seguito vengono riportati, con in evidenza i passaggi più significativi, alcuni estratti delle risposte fornite dal campione intervistato.
Domanda 1: A Suo parere come è cambiato il territorio di Langhe e Monferrato negli ultimi 5-10 anni? Ritiene che la candidatura alla Lista UNESCO abbia influito in qualche modo su questi cambiamenti?
SERGIO CONTI
[...] In realtà in questi due lustri la compromissione ambientale e paesaggistica è proseguita incessantemente, ed è soprattutto per tentare di frenarla che da parte mia ho catalizzato più persone a tessere la trama UNESCO.
VASCHETTI
Il territorio è cambiato in peggio, ma il problema riguarda tutta la nazione e non solo questa zona. Il consumo di suolo è eccessivo, si introducono modifiche impattanti senza tenere conto dei danni arrecati al paesaggio, spesso si mescolano zone industriali, agricole, vitivinicole, residenziali, senza che si abbia l’impressione di una reale pianificazione (ogni comune realizza la propria zona industriale, senza una regia superiore). Capannoni (tutti davvero necessari, o frutto di speculazioni?), ville di crinale, asfaltature di strade bianche, costruzione di superstrade si moltiplicano; in molti casi non sono adottati i necessari mascheramenti, la cartellonistica
200 Impatti del marchio UNESCO sui siti italiani: i paesaggi vitivinicoli del Piemonte pubblicitaria è invasiva e irritante. Non credo che la candidatura abbia sinora avuto una reale influenza sul territorio (anzi, forse in qualche caso può avere accelerato la realizzazione di opere, nel timore di non poterlo più fare in seguito, ma non dispongo di dati in proposito). DEVECCHI
Il territorio in oggetto ha subito purtroppo nell’ultimo decennio una non trascurabile perdita di elementi connotanti e identificativi del paesaggio locale, a seguito soprattutto di una edificazione e uso del suolo non consoni al valore storico/culturale del patrimonio esistente. Con riferimento alla candidatura, l’impressione è senz’altro positiva, a prescindere dai futuri risultati connessi all’auspicabile riconoscimento da parte dell’UNESCO. Si è infatti diffusa una concreta consapevolezza che il patrimonio paesaggistico locale sia degno di interesse an- che in una prospettiva decisamente più ampia della tradizionale visione meramente turistica (per lo più enogastronomia). Questa crescita di consapevolezza trova spesso un puntuale riferimento nelle discussioni/dibattiti che coinvolgono la salvaguardia e valorizzazione del paesaggio locale proprio al fine di contrastare possibili interventi negativi e deturpanti. JOKILEHTO
[…] Comunque, il fatto che i vari comuni e la regione hanno preso delle iniziative per rafforzare la protezione e la gestione nelle zone proposte e, penso, anche nella zona tampone, avrà probabilmente un risultato positivo in ogni caso.
STELLA
A mio parere il territorio è in continua inesorabile metamorfosi ma purtroppo in negativo [...]. Il dato economico rilevante risiede nel diminuito gettito da parte dell’amministrazione centrale verso i comuni che si vedono più che mai costretti (mancando una cultura del paesaggio) a «vendere» il territorio per reperire risorse economiche. Della candidatura UNESCO non si ha coscienza! Al limite se ne temono gli eventuali vincoli.
GAMBINO
La candidatura, almeno in parte, è causa ed effetto insieme dei cambiamenti socioeconomi- ci e culturali che si sono profilati nell’ultimo decennio: di cui l’aspetto più evidente sembra essere il cambiamento d’atteggiamento, da parte delle popolazioni e del sistema politico- amministrativo, nei confronti dell’agricoltura di alta qualità, delle sue capacità competitive e delle sue implicazioni paesistiche e ambientali.
LAJOLO
Certamente, è cambiato il modo di produrre e quindi è cambiato il paesaggio agrario. Si è ulte- riormente diffusa un’agricoltura intensiva e si sono espansi i capannoni e gli insediamenti industriali nei fondo valle. Ora c’è anche l’invasione del fotovoltaico. Ci sono pochi cambiamenti positivi e credo che nella cultura delle amministrazioni locali la candidatura non abbia ancora prodotto alcun effetto, salvo pochissime eccezioni. Non a caso operatori e amministratori hanno creato rallentamenti e sollevato obiezioni alla delimitazione delle zone UNESCO.