• Non ci sono risultati.

Il Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Arezzo

Nel PTC della Provincia di Arezzo46 il paesaggio viene assunto come tema portante, la sua articolazione storica e geografica come fondamento del piano, la tutela della sua forma storica - inclusiva della dimensione ambientale - come obiettivo primario, “punto di vista globale che deve integrare e prevalere sugli altri di carattere settoriale”47. Nel paesaggio (“unica impalcatura che sussiste […] nella progressiva scomparsa dei fattori di identità aspaziali”48) si riconosce l’identità del territorio, la fonte del senso di appartenenza e l’unicità dei luoghi. Oggetto dello studio e della tutela è quindi la forma del territorio nella sua complessità, la “fisionomia” dei paesaggi aretini prodotta dall’interagire di storia e natura, dallo stratificarsi di forme di origine antropica dal valore fondativo. In quest’ottica la qualità estetica del paesaggio rappresenta la verifica ultima della sua coerenza interna, “realizza e presuppone una dimensione olistica del territorio, nella quale tutto si tiene”49. L’approccio analitico che discende dall’assunzione di questo punto di vista è evidentemente quello geostorico: il quadro conoscitivo infatti incrocia letture dei fattori fisici e ambientali con quelle relative al processo di costruzione antropica riferite a soglie temporali ritenute significative.

La struttura del PTCP, sia per quanto riguarda l’apparato analitico che quello normativo, è organizzata su due livelli costitutivi: uno è il “sistema delle emergenze e dei nodi”, costituito da elementi puntiformi o areali discreti di riconosciuto valore per l’identità del paesaggio e pertanto censiti tramite schedature tematiche appositamente predisposte. Le categorie schedate sono i centri capoluogo di comune, gli aggregati e i centri storici minori, le ville e i giardini di non comune bellezza, le strade principali (nazionali e provinciali), queste ultime analizzate e descritte sia come manufatti in sé, con il relativo corredo architettonico e vegetazionale che spesso ne rappresenta parte integrante, sia per la percezione del paesaggio che da quel punto di vista si ricava (fig. 18). Le schede riportano infatti informazioni relative al primo gruppo di aspetti come pure l’indicazione cartografica di ambiti visivi fruibili da certe strade particolarmente pregevoli e meritevoli di tutela. Per tutti gli oggetti precedentemente schedati il piano individua anche l’area di pertinenza paesistica (perimetrata su confini reali come fossi, strade ecc.), ossia un ambito di relazioni percettive e strutturali tra gli oggetti e l’intorno territoriale la cui integrità è essenziale ai fini della tutela dell’oggetto stesso50(fig. 19).

Il secondo livello costitutivo del piano è quello dell’articolazione del paesaggio agrario. Punto di partenza per la costruzione di questa parte è la definizione delle unità di paesaggio, ambiti unitari e non omogenei dotati di identità storica e morfologica oltre che di “leggibilità figurativa” funzionali a riarticolare i territori comunali in subsistemi coerenti a prescindere dai confini amministrativi51. Le unità di paesaggio vengono schedate e

46

La redazione del PTCP di Arezzo, piano urbanistico-territoriale con specifica considerazione dei valori paesistici, è stata coordinata da Gian Franco Di Pietro. Il piano è stato approvato dal Consiglio provinciale nel maggio 2000.

47

Urbanistica Quaderni, n. 40, 2004, “Il Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Arezzo”, Relazione urbanistico-territoriale con particolare considerazione dei valori paesistici, pag. 18.

48

Ibidem.

49

Ivi, pag. 21.

50

All’area di pertinenza paesistica è collegata una parte della normativa edilizia che comprende sia l’inedificabilità che l’edificabilità condizionata a valutazioni d’impatto percettivo.

51

Le Unità di paesaggio sono 81 per 39 comuni. Punto di partenza per la loro individuazione sono stati i sistemi di paesaggio riconosciuti nel lavoro di Merendi, Rossi e Vinci I sistemi di paesaggio della Toscana. Su 9 sistemi regionali 2 ricadono nel territorio aretino, ulteriormente suddivisi in 13 sottosistemi che rappresentano la base per la delimitazione delle unità di paesaggio. Dal punto di vista della normativa le unità di paesaggio sono strumenti di indirizzo per gli Statuti dei luoghi dei Piani Strutturali dei Comuni e ambiti di programmazione urbanistica.

descritte illustrandone il sistema insediativo storico, quello attuale, e la struttura o morfologia insediativa che raccorda le informazioni sulla morfologia fisica e sugli usi del suolo agricolo con quelle sul sistema insediativo periodizzato (Carta della struttura o della morfologia insediativa).

Fig. 18: Estratto di una scheda del censimento delle strade principali con individuazione dei principali elementi del paesaggio caratterizzanti le vedute panoramiche e dell’area di pertinenza paesistica della strada.

Fig. 19: Estratto di una scheda del censimento delle ville e giardini con evidenziazione cartografica dell’area di pertinenza paesistica.

La seconda fase dello studio del paesaggio agrario riguarda l’individuazione dei tipi di paesaggio agrario (che spiegano l’articolazione morfologico-agronomica del territorio) e quella dei caratteri dei tessuti agrari, descrittivi dei processi di trasformazione (fig. 20).

L’individuazione dei tipi procede per livelli successivi di approfondimento. Il primo livello è basato sulle informazioni geologiche più generali: il territorio viene così suddiviso in rilievi o monti strutturali, colline formate dall’accumulo di sedimenti, pianure alluvionali antiche o recenti52. Il secondo livello introduce nell’articolazione prodotta dal primo altri fattori sia di approfondimento del dato fisiografico che di natura storico-culturale come la morfologia, la composizione dei sedimenti, le scelte colturali, le sistemazioni agrarie, la struttura della proprietà e i modi di conduzione. Si ottengono così undici tipi di paesaggio agrario, insiemi omogenei quanto alle caratteristiche precedentemente esposte e unità di riferimento per la normativa agricola.

L’ultimo livello di analisi del paesaggio agrario enuclea, all’interno degli undici tipi, trentotto varianti ricavate dall’introduzione di una serie di indicatori incentrati principalmente sulla descrizione delle dinamiche di trasformazione dell’intelaiatura di fondo del paesaggio storico. Gli indicatori presi in considerazione descrivono infatti la composizione della maglia agraria, “disegno e materia figurativa del paesaggio”53 - intesa come insieme organizzato dei suoi lineamenti costituivi - e al tempo stesso “costruzione materiale del suolo”54 finalizzata alla sua stabilità. Gli elementi di definizione della maglia agraria sono: le strutture agronomiche (accorpate o discontinue fanno riferimento alla struttura della proprietà di un’azienda), la maglia dei campi (fitta, media, larga a seconda che la permanenza dell’assetto storico delle divisioni dei campi e delle colture arboree tradizionali sia più o meno significativa), la forma dei campi (regolare/irregolare/regolarizzata), i confini dei campi (recinzioni/siepi/vegetazione riparia/muretti ecc.), le sistemazioni agrarie (dalle bonifiche di fondovalle a quelle di rimodellamento dei versanti), le colture agrarie prevalenti, infine i tipi insediativi (concentrato o disperso) che contribuiscono in modo determinate a strutturare figurativamente il paesaggio agrario.

Le strategie di tutela sono articolate sia in base ai tipi di paesaggio (prevedendo specifici e differenziati livelli di trasformabilità) che alla classificazione dei tessuti agrari per densità della maglia (tutela integrale della maglia fitta per quanto riguarda le sistemazioni idraulico-agrarie e la vegetazione non colturale, conservazione dell’assetto della maglia media con divieto di estendere la semplificazione, e rinaturalizzazione tramite l’inserimento di filari e siepi con funzione strutturante per le zone a maglia larga).