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Il pluralismo politico dal Presidium e Segretario del Partito al Consiglio Presidenziale

MODELLO ITALIANO

4.4 Il pluralismo politico dal Presidium e Segretario del Partito al Consiglio Presidenziale

La caduta del muro di Berlino nel 1989 segnava la fine della Guerra Freda e di conseguenza il cambiamento della politica dei paesi che erano stati sotto il dominio dell’ideologia comunista. Nonostante il Partito comunista Albanese dopo la morte di Enver Hoxha quale primo segretario del Partito aveva cercato una lenta via di liberalizzazione questa s’intensifico dopo la caduta del muro. Dopo la morte del primo segretario del Partito il suo posto fu preso dall’allora Presidente del presidium dell’assemblea popolare, Ramiz Alia322. Lui fu la persona che in un certo modo fosse prescelto dal suo predecessore e nonostante fosse alla carica del Presidente del presidium, assunse il posto del primo segretario del Partito. Lui mantené entrambi le alte cariche

322Ramiz Alia è stato un politico albanese, presidente della Repubblica Popolare Socialista d'Albania dal 1985 al

1991 e presidente della Repubblica d'Albania dal 1991 al 1992. Fu inoltre membro del Politburo del Partito del Lavoro d'Albania, dal 1966 al 1986.

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rendendo evidente che il potere nello Stato socialista Albanese non aveva motivo di separarsi dal Partito.

Dopo l’isolamento politico del paese la mancanza degli investimenti esteri aveva portato a un indebolimento del Partito e una delusione per la popolazione in Albania. Indubbiamente il primo segretario aveva governato lo Stato Albanese sotto una mitizzazione della sua figura in un lungo tempo facendo sempre riferimento alla liberazione dell’Albania nella II Guerra Mondiale. Comunque la caduta del sistema comunista in Albania fu in questo modo determinata da molteplici ragioni.

Cosi come del resto in tutti gli Stati del campo comunista si erano organizzati manifestazioni popolari le quali chiedevano la costituzione del pluralismo politico nell’attività dello Stato. Il Partito Stato in questo modo era giunto a una situazione di non proteggere più lo Stato che aveva fondato, e cedeva alle manifestazioni popolari che vedeva acanto lo schieramento della classe intellettuale a questa necessità. Perciò dopo tanti dibattiti il primo segretario si arrende al riconoscimento del pluralismo politico. Dopodiché i partiti politici in Albania nascono come i funghi dopo la pioggia da aggiungere in pochi giorni un alto numero di partiti e in questo modo ponendo in difficolta l’esclusività del Partito comunista per la guida dello Stato.

Il primo Partito che segno l’inizio del pluralismo politico fu chiamato Partito democratico e fu registrato il 2 dicembre del 1990323. Nonostante i partiti che la seguirono erano tanti, la mentalità della creazione del pluralismo politico ne sentiva la mancanza dell’esperienza sia dal Partito Stato sia dai nuovi partiti. Soprattutto la classe politica formato durante il regime comunista che era in potere in Albania vedeva come una grande minaccia allo Stato la creazione dei nuovi partiti. L’Albania fu l’ultimo paese in Europa a permettere il pluralismo politico questa e la dimostrazione che una nuova realtà politica dello Stato era inconcepibile per il Partito comunista.

Comunque il lungo isolamento dello Stato aveva inevitabilmente indebolito la classe dirigente del comitato centrale del Partito del lavoro Albanese (come si chiamava il Partito comunista). Per quanto riguarda i nuovi partiti politici creati tutte concordavano

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in un punto cruciale il seguimento di modelli degli Stati occidentali e cioè lo sradicamento dalla costituzione del ruolo del Partito. C’è da dire che il decreto del primo segretario del Partito nonché Presidente del presidium dell’assemblea che permetteva la formazione degli altri partiti politici, e avvenuto nel momento che la costituzione del 1976 era ancora in vigore.

Inoltre questo decreto che permetteva la creazione degli altri partiti è stato conseguenza della realtà cambiata, poiché questo entra in vigore più di due settimane dalla creazione del primo Partito oppositore. Il Partito comunista abituato di assenza di altri partiti oppositori prese solamente atto della nuova situazione politica creata, rendendosi conto che il pluralismo politico ormai era inevitabile. Questo decreto incostituzionale che andava contro la guida spirituale della costituzione e dello Stato, probabilmente dimostra che la leadership del Partito comunista non l’aveva preso sul serio il pluralismo politico. In effetti, nel decreto si fa esplicito riferimento alle associazioni e organizzazioni politiche, cercando di trascurare la parola partiti nonostante si utilizzasse nel testo324.Questo fatto dimostra che il Partito comunista la vedeva il pluralismo politico, come una pluralità d’idee che si dovevano sviluppare all’interno del Partito dello Stato.

Inoltre questo si può vedere coma una sconfitta alla lotta di classe, poiché si faceva esplicito riferimento a loro. Poiché la linea generale del Partito comunista aveva visto come obiettivo principale la lotta di classe e in un certo modo in questo decreto si ammette una l’inefficienza di quest’obiettivo. Nello stesso modo seppur tacitamente viene criticata la linea del Partito al riguardo della lotta di classe, ma in nessun modo la necessita dello Stato nei confronti del Partito. Con molte probabilità questa era una mossa politica del Partito comunista cosciente della sua forza voleva dimostrare che il pluralismo era destinato a fallire. In base a questo decreto per la formazione di un Partito politico, non era difficile poiché si richiedeva la presentazione di almeno 300 firme per la loro formazione.

324Si veda, “Gazzetta ufficiale” in Albania del 17/12/1990. Il decreto per la formazione delle organizzazioni e

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Comunque la formazione dei partiti avveniva solamente dopo approvazione da parte del ministero della giustizia, il quale ovviamente seguiva la linea del Partito in potere. Il numero non tanto alto delle firme richieste e dato dal fatto che il Partito in potere, aveva creato uno Stato controllato dalla polizia segreta, e poche persone trovavano il coraggio di andare contro la politica che questa proteggeva. Poiché in base a questo decreto fosse espressamente vietato la formazione dei partiti politici dalla parte della vecchia opposizione in esilio da più di 40 anni, i primi partiti Albanesi furono creati da personalità legate strettamente al Partito comunista.

Se poi aggiungi anche l’idea del primo segretario del Partito comunista che aveva intenzione di creare un pluralismo politico all’interno del socialismo e cioè di permettere le organizzazioni politiche che non contrastassero la linea generale del Partito comunista325. Inoltre la morte del primo segretario storico del Partito comunista aveva portato alla luce una dirigenza che era sempre stata sotto la sua ombra, e quindi poiché il Partito s’identificava con lui personalmente la nuova dirigenza, questa probabilmente non l’aveva capito. Perciò questa mossa del Partito comunista nonostante gli altri partiti si trovavano nella loro prima fase visto, il cambiamento della politica internazionale aveva tante possibilità di prevalere. In effetti, la creazione del pluralismo politico aveva dimostrato che era avvenuto sempre su base di condivisioni d’interessi personali della classe dirigente e non il conseguimento di politiche diverse da creare una concorrenza tra di loro. La formazione dei primi partiti politici nella storia dello Stato Albanese era avvenuta per la prima volta nei primi anni venti, la politica mondiale nei primi anni novanta era del tutto cambiata.

La contrapposizione politica creata tra il Partito del lavoro e gli altri partiti, aveva come ragione principale la riforma dell’organizzazione Statale e il cambiamento costituzionale degli organi dello Stato. A tale riguardo la più importante legge costituzionale fu il decreto del presidium dell’assemblea per la necessità di formare l’istituzione del Presidente della Repubblica326. L’istituzionalizzazione di quest’organo

325Cfr. Pëllumbi,Servet, Pluralismi Politik (përvojë dhe sfidë), Tirane, 2006, p. 27

326Si veda,“Gazzetta ufficiale” in Albania, Il decreto del presidium dell’assemblea, sulla creazione del consiglio

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dello Stato, peraltro nuovo e fuori dal concetto comunista non può che dimostrare che il Partito comunista in potere si rendeva conto della necessità del cambiamento dell’organizzazione Statale.

Nonostante l’intenzione di cambiare e di rendersi conto dell’impossibilità di continuare a identificare lo Stato con il Partito, questo probabilmente subisce un’opposizione al suo interno. A mio avviso questo si dimostra anche dal lento cambiamento che il Partito mette in atto per la riforma costituzionale degli organi dello Stato. Cosi in base al decreto sopra citato il nuovo Capo dello Stato con la costituzione del 1976 ancora in vigore si chiama il consiglio presidenziale, probabilmente lo vogliono paragonare con il consiglio di reggenza che l’Albania aveva visto durante la sua fase della mancata definizione della forma di Stato.

Il consiglio di reggenza era previsto dagli statuti dell’Albania come un organo provvisorio e di guidare le fasi transitorie, a mio avviso e da vedere cosi anche il Coniglio Presidenziale. In base a questo decreto il consiglio presidenziale era composto dal Presidente del presidium dell’assemblea, dal primo ministro dal Presidente della e da altre personalità soprattutto della classe intellettuale.

Il capo di quest’istituzione fu il Presidente del presidium dell’assemblea nonché primo segretario del Partito, Ramiz Alia. Poiché alla sua guida rimane sempre la stessa persona che era alla guida delle altre istituzioni previste dalla costituzione, dimostra con chiara evidenza la fermezza del Partito di stare comunque alla sua linea generale. Inoltre la creazione di quest’organo senza che ci fosse intervenuto alla costituzione, e da vedere come la creazione di un organo più efficiente per la protezione dello Stato dalle manifestazioni popolari contro il regime. L’istituzionalizzazione del consiglio presidenziale insomma fu giustificata dalla gravità della situazione politica nel paese, cosi:

A causa della pericolosa situazione politica e della grave situazione economica, creata gli ultimi giorni, causate da azioni vandalici e irresponsabili, che hanno causato difficoltà nella governabilità del paese e del mantenimento dell’ordine pubblico, con lo scopo che vengono garantite la liberta, l’indipendenza e la sovranità

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nazionale, e inoltre che venga garantito che il potere dello Stato e venga esercitato in modo da conservare l’unita del popolo327.

La sua composizione otre che da membri del comitato centrale del Partito anche da diverse personalità fuori da questo dimostra, che il Partito comunista stesso si rendeva conto della necessità di una più ampia rappresentazione nell’organizzazione dello Stato. Il consiglio presidenziale nonostante fosse un organo extra costituzionale gli furono consegnate competenze ampissime, poiché questo non era prevista dalla costituzione la sua base erano gli organi costituzionalmente previsti.

D’altronde come il decreto che istituiva quest’organo come si è detto aveva intenzione di rendere più efficaci e veloci le decisioni da lui presi. Indubbiamente la creazione del consiglio presidenziale aveva come intenzione di allargare la sua composizione con la classe intellettuale del paese poiché questo modo voleva tranquillizzare le manifestazioni degli studenti per il pluralismo politico. Nonostante la costituzione del consiglio presidenziale avendo presente i passi lenti seguiti dal Partito per una riforma costituzionale inevitabilmente, viene da credere che il Partito comunista non credeva di sconfiggersi dal pluralismo politico. Una dimostrazione di questo viene dato dal primo segretario del Partito comunista nel plenium svolto a gennaio 1990. In questo plenium nonostante ammettesse alcuni errori fatti dal Partito comunista nella guida dello Stato, il Partito comunista con difficolta si rendeva conto che l’isolamento aveva portato gravissimi danni all’economia. Le elezioni parlamentari erano previste il 10 febbraio del 1991 ed erano le prime elezioni nella storia dello Stato Albanese che potevano partecipare diversi partiti.

Come si è detto i partiti politici Albanesi si erano formati nei primi anni venti ma la loro formazione era avvenuta dopo le elezioni e all’interno del parlamento. Dato il poco tempo a disposizione per l’organizzazione della loro campagna elettorale, i partiti dell’opposizione richiedevano lo spostamento della data del loro svolgimento. Il Partito al potere dello Stato dopo una lunga esitazione decide di rinviare le elezioni per il 31 marzo

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dello stesso anno328. Nonostante il rinvio della data, il risultato delle prime elezioni svolte con la presenza di una pluralità di partiti indubbiamente ne avrebbe subito del ruolo del Partito comunista poiché controllava tutte le istituzioni dello Stato. Le elezioni furono svolte in base al sistema maggioritario il quale era in vigore e previsto nella costituzione del 1976.

Cosi in queste elezioni vi parteciparono diversi partiti e movimenti politici il risultato delle elezioni del 31 marzo 1990 per il primo Parlamento pluralista già prima delle elezioni era: Il Partito del lavoro Albanese ottenne 56,7% dei voti, 169 seggi, il Partito democratico 38,71% 75 seggi, invece gli altri due movimenti ottennero6 seggi al nuovo parlamento329. Il sistema maggioritario indubbiamente ha favorito il Partito comunista invece gli altri partiti non ottennero nessun seggio. In questo modo il Partito comunista seppur rappresentasse la maggioranza parlamentare aveva subito un duro colpo e non si poteva più considerare l’unica forza guidatrice dello Stato.

4.5 La legge costituzionale provvisoria per l’organizzazione del potere nel

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