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Il PNRR e lo sviluppo della mobilità del Paese (203-1, 203-2)

Il periodo che stiamo vivendo sarà probabilmente ricordato come uno dei più duri della nostra storia recente, con due crisi finanziarie e una emergenza sanitaria globale che, oltre ad aver provocato milioni di perdite umane, ha avuto pesanti conseguenze sull’economia, sull’occupazione, sulla produzione di ciascun Paese, rivoluzionando ogni aspetto della nostra vita e determinando, così come rappresentato in precedenza, una discontinuità nello scenario della mobilità.

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Minore propensione a spostarsi per lavoro, maggiore attenzione alla sicurezza e alla salute da parte delle persone, de-urbanizzazione, minore capacità di spesa e aumento delle diseguaglianze, digitalizzazione pervasiva in tutti gli ambiti - della vita quotidiana delle persone alle smart cities - maggiore sensibilità alla creazione di valore sociale, inclusivo ed equo, sono solo alcuni degli effetti e dei nuovi trend che ha generato la pandemia e che hanno portato alla necessità di rinnovare i pilastri per la ripartenza, orientando la strategia del Gruppo FS Italiane verso un nuovo paradigma che consenta di trasformare la discontinuità in opportunità.

Oggi, anche grazie al piano finanziario straordinario - Next Generation EU19 - approvato a luglio 2020 dal Consiglio Europeo, sono stati definiti gli strumenti per affrontare e superare queste difficoltà, un piano che, riprendendo le parole espresse dalla Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha l’obiettivo “non solo di riparare e recuperare l'esistente, ma di plasmare un modo migliore di vivere il mondo di domani”.

Attraverso “Italia Domani”, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), lo strumento programmatico definito per cogliere questa grande occasione del Next Generation EU e che mobilita 191,5 miliardi di euro, l’Italia ha quindi la possibilità di voltare pagina rispetto al passato, superando gli impatti economici e sociali della pandemia e costruendo un nuovo Paese, più equo, verde e inclusivo.

Il Gruppo FS è stato chiamato a svolgere un ruolo fondamentale nella definizione e nell’attuazione del PNRR; ad oggi, infatti, sono stati assegnati a società del Gruppo FS – in qualità di soggetti attuatori - 25,2 miliardi di euro dei fondi previsti dal PNRR e del Fondo Complementare. In

19 Noto in Italia come Recovery Fund o “Fondo per la ripresa”.

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particolare, con riferimento agli investimenti previsti nella Missione 3 “Infrastrutture per una mobilità sostenibile”, circa 24,6 mld di euro sono stati assegnati al Gruppo, di cui 23,96 dedicati a investimenti RFI.

Ciò in coerenza con il ruolo attribuito al trasporto ferroviario nel quadro degli obiettivi definiti dalla

‘Sustainable and Smart Mobility Strategy’ (SSMS) proposta dalla CE nel 2020 per contribuire alla riduzione del 90% delle emissioni di CO2 entro il 2050, e per completare lo spazio unico europeo dei trasporti delineato con il Libro Bianco del 2011 anche al fine di promuovere la coesione, ridurre le disparità regionali, migliorare la connettività e l'accesso al mercato interno per tutte le regioni.

Aggiungendo risorse a progetti già esistenti e accelerandoli, nonché introducendone di nuovi collegati alla strategia di infrastrutturazione del Paese (#Italia Veloce), gli investimenti ferroviari inseriti nella Missione 3 del PNRR – integrati con quelli previsti dal relativo Fondo Complementare ex art. 4 DL. 59/2021 – puntano a realizzare e completare opere che fanno parte di progetti infrastrutturali europei o che colmano gap penalizzanti per lo sviluppo economico del Paese e, in particolare, del Mezzogiorno e delle Isole.

Orientati allo sviluppo dei principali assi ferroviari, legandoli e integrandoli alla rete AV/AC, alla velocizzazione e all’ammodernamento dell’intera rete comprese le linee regionali, al rafforzamento del trasporto su ferro per la movimentazione delle merci sulle lunghe distanze e al miglioramento dei collegamenti di ultimo miglio, gli investimenti PNRR della Missione 3 di cui è incaricata RFI sono articolati in otto ambiti:

1. Collegamenti ferroviari ad Alta Velocità verso il Sud per i passeggeri e le merci 2. Linee ad Alta Velocità nel Nord che collegano all’Europa

3. Connessioni diagonali

4. Sviluppo del sistema europeo di gestione del trasporto ferroviario (ERTMS)

5. Potenziamento dei nodi ferroviari metropolitani e dei collegamenti nazionali chiave 6. Potenziamento delle linee regionali

7. Potenziamento, elettrificazione e aumento della resilienza delle ferrovie del Sud 8. Miglioramento delle stazioni ferroviarie nel Sud

Si pone l’obiettivo di rafforzare ed estendere l’alta velocità ferroviaria nazionale e potenziare la rete ferroviaria regionale, con una particolare attenzione al Mezzogiorno. Potenzia i servizi di trasporto merci secondo una logica intermodale in relazione al sistema degli aeroporti.

Promuove l’ottimizzazione e la digitalizzazione del traffico aereo.

Missione 3: Infrastrutture per la mobilità sostenibile

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Tra i benefici attesi:

• maggiore integrazione tra l’infrastruttura ferroviaria nazionale e le ferrovie regionali;

• ampliamento e integrazione dei servizi ferro/gomma;

• omogeneizzazione degli standard di sicurezza;

• nuove connessioni passeggeri e merci con aeroporti, porti e terminali;

• ottimizzazione dell’offerta con integrazione tra servizi Alta Velocità e trasporto pubblico locale.

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Gli investimenti previsti mirano a completare entro il 2026 una significativa tappa verso la realizzazione di un sistema infrastrutturale moderno, digitalizzato e sostenibile, in grado di rispondere alla sfida della decarbonizzazione indicata dall’Unione Europea con le strategie connesse al Green Deal europeo e di contribuire al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs, Sustainable Development Goals) individuati dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, e in particolare ad alcuni di essi.

La valenza in termini di sostenibilità degli investimenti RFI riguarda tanto le finalità delle opere da realizzare, una volta attivate, quanto le scelte e le modalità di progettazione e di realizzazione. Come previsto dal Recovery and Resilience Facility (RFF) per tutte le misure inserite nei Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza, ne è stata infatti verificata, per la prima volta, la conformità al principio del “Do Not Significant Harm" (DSNH) definito dal Regolamento UE 2020/852 (c.d. Regolamento

‘Tassonomia’) in base al quale un’attività economica è sostenibile se contribuisce ad almeno uno dei sei obiettivi ambientali previsti dallo stesso Regolamento senza arrecare danno ai restanti obiettivi ambientali.

Per maggiori informazioni riguardo i progetti e i benefici commerciali dei principali investimenti che RFI, grazie alle risorse stanziate nell'ambito del PNRR, metterà in campo nel prossimo quinquennio 2022-2026, si rimanda al Piano Commerciale RFI.

Completata la progettazione delle principali