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Strategie per decarbonizzare il settore dei trasporti

Infrastrutture e mobilità sostenibili sono elementi alla base della auspicata transizione verso scenari di crescita giusti e ambientalmente responsabili. Una adeguata strutturazione dei sistemi di trasporto rappresenta un elemento necessario allo sviluppo umano ed economico e può assumere un ruolo di rilievo per il raggiungimento dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGS) dell’Agenda 2030 dell’ONU. Ad esempio, un settore dei trasporti adeguatamente strutturato può risultare efficace per la creazione di città sostenibili (SDG n. 11) anche nell’ottica di favorire la lotta ai cambiamenti climatici (SDG n.13) e può avere impatti sullo sviluppo grazie al ruolo propulsivo delle infrastrutture, sostenendo l’innovazione (SDG n. 9) e promuovendo modelli di consumo e produzione responsabili (SDG n. 12).

Per quanto riguarda gli aspetti climatici, la mobilità rappresenta uno dei settori che più pesano nel computo globale delle emissioni di CO2, arrivando a circa un quarto del totale. L’azione più efficace per ridurre l’impatto del settore è relativa all’incremento della quota degli spostamenti a elevate performance ambientali, come il trasporto su ferro, il trasporto collettivo su gomma e i sistemi condivisi, a cui accompagnare iniziative per migliorarne l’efficienza energetica e per aumentare l’utilizzo di energie a basse emissioni. Queste misure possono essere sintetizzate dalle strategie di shift & improve su cui il settore ferroviario è fortemente impegnato.

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kg di CO2 per passeggero sulla tratta Roma – Milano (fonte ecopassenger.org)

A fine 2021 la Global Railway Sustainability Taskforce dell’UIC, l’organizzazione internazionale che rappresenta il settore ferroviario, ha pubblicato il documento “Design a better future128” in cui si prospetta una visione del trasporto a zero emissioni del 2030 favorendo l’intermodalità, la customer experience, l’innovazione e le energie rinnovabili, portando a una trasformazione delle città e delle comunità più connesse e vivibili. Per ottenere questi risultati è necessario uno sforzo di tutti gli attori sociali, richiedendo obiettivi stringenti e incentivi per favorire decarbonizzazione e diversione modale da parte delle istituzioni, investendo, da parte delle aziende, in misure capaci di migliorare i servizi di

128 UIC, 2021, Design a better future, Vision of Rail 2030, uic-design-a-better-future-vision-of-rail-2030.pdf.

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trasporto e l’esperienza di viaggio e ridisegnare la logistica dei beni, promuovendo, al contempo, consapevolezza nella domanda di trasporto.

La strategia del Gruppo FS Italiane riflette questo approccio. Per questo il Gruppo è costantemente impegnato nel potenziare mezzi, reti e nodi e così dare risposta alle esigenze di mobilità dei propri clienti contribuendo, contestualmente, alla riduzione delle emissioni del settore dei trasporti. A titolo di esempio, in ambito trasportistico, è in corso il rinnovo della flotta regionale per il trasporto passeggeri, acquistati in parte con green bond, verso un utilizzo di mezzi energeticamente più efficienti: i treni Pop, Rock e Blues di Trenitalia consumano circa il 30% di energia in meno (con i Blues si arriva fino al 50% in meno) rispetto ai più recenti convogli regionali circolanti in Italia. Al fine di rafforzare sempre più le scelte intermodali, contribuendo così a ridurre l’impronta carbonica del settore, il Gruppo FS continua a proporre agevolazioni per l’adozione di soluzioni di trasporto maggiormente efficienti e sostenibili per arrivare in stazione o per proseguire il viaggio (es. FrecciaLink, treno + bici, car sharing, micromobilità, ecc.).

Il piano industriale sviluppa un programma per favorire le sinergie tra le varie anime presenti all'interno del Gruppo FS Italiane, muovendosi in una logica di pianificazione sempre più integrata tra rotaia e gomma, nelle attività di realizzazione e progettazione di infrastrutture ma anche nei servizi di trasporto di passeggeri e merci. Un piano che si prefigge di aumentare l’accessibilità, ridurre le disuguaglianze nella dotazione infrastrutturale tra Nord e Sud Italia, rafforzando ed estendendo l’alta velocità ferroviaria nazionale, potenziando le connessioni diagonali e la rete ferroviaria regionale soprattutto al Sud, accelerando così nel percorso di sostenibilità che vede il trasporto ferroviario svolgere un ruolo centrale.

È prevista una forte accelerazione nel percorso di decarbonizzazione, aumentando l'elettrificazione delle linee - previsti oltre 2.000 km nei prossimi 10 anni - e, dove non possibile, utilizzando treni ibridi, di nuova generazione, con alimentazione elettrica, diesel e a batterie. Oltre a questo, il Gruppo sta studiando anche una mobilità ferroviaria a idrogeno; tecnologia che è già realtà nel nostro trasporto su gomma con 20 mezzi a idrogeno introdotti nel 2021 da QBuzz, società controllata da Busitalia - Sita Nord operante nei Paesi Bassi.

A rafforzare le prospettive di realizzazione di un sistema infrastrutturale e di mobilità sostenibili, ci sono gli investimenti previsti per il Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR), destinati a favorire il trasporto su ferro, contribuendo significativamente in termini di shift modale dal trasporto privato su gomma verso il trasporto ferroviario con una conseguente riduzione delle emissioni di CO2: a partire dal 2030, è ragionevole supporre che tali investimenti consentano un modal shift capace di produrre un risparmio di CO2 di circa 2,8 milioni di tonnellate all’anno.

La mobilità rappresenta uno dei settori a più alto impatto climatico: solo con un approccio integrato e sistemico, capace di valorizzare sinergie e punti di forza, è possibile vincere la sfida del cambiamento climatico, migliorando al contempo il benessere delle persone.

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Treni in viaggio per la sostenibilità: il Connecting Europe Express e il Climate Train

Il settore ferroviario da sempre mantiene alta l’attenzione su come migliorare il proprio contributo nella strategia globale di decarbonizzazione, in linea con gli indirizzi che caratterizzano gli Accordi di Parigi e l’Agenda 2030, anche promuovendo iniziative di sensibilizzazione.

Il 2021 è stato l’Anno Europeo delle Ferrovie, designato dalla Commissione europea a rappresentare l’importanza della mobilità sostenibile e celebrato dal Connecting Europe Express, un convoglio speciale, a cui ha partecipato FS, che ha attraversato 26 paesi europei, tra cui l’Italia, percorrendo 20.000 km e attraversando oltre cento città. Il progetto è nato da una cooperazione tra Commissione europea, Comunità delle ferrovie europee (Cer) e oltre quaranta tra operatori ferroviari, gestori dell’infrastruttura e partner, sensibilizzando con incontri ed eventi, a bordo e nelle stazioni, sul ruolo del trasporto ferroviario nel raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione e sottolineandone il contributo nell’avvicinare le persone, i territori e a costruire relazioni favorevoli per il benessere sociale ed economico. In Italia il Connecting Europe Express è arrivato il 5 settembre dalla Francia ed è passato da Torino, Milano, Genova e Roma, uscendo dal Brennero, la stazione più a nord d’Italia.

Quasi due mesi dopo, il 30 ottobre, si è compiuto il viaggio del Climate Train diretto a Glasgow, città ospite della COP26, promosso da una partnership tra Avanti West Coast (una joint venture fra Trenitalia e FirstGroup), Eurostar, NS, Prorail and Youth for Sustainable Travel. Partito da Amsterdam, e passando da Bruxelles, il convoglio ha ospitato delegati europei e inglesi che hanno preso parte ai lavori della 26esima Conferenza delle Parti sul clima, che si è tenuta sotto la presidenza congiunta di Italia e Regno Unito. Il viaggio del treno e le sue tappe sono stati un’occasione per ribadire - attraverso seminari, incontri e dibattiti - l’importanza del trasporto ferroviario per decarbonizzare il sistema dei trasporti, partendo proprio dal fatto di trasportare i delegati alla importante conferenza sul miglior mezzo di trasporto in termini di emissioni di CO2. Le performance ambientali del trasporto su ferro sono tra le migliori in comparazione agli altri mezzi motorizzati, e si può stimare che a fronte di una domanda di mobilità del 10% soddisfatta a livello globale, i mezzi su ferro incidono solo per lo 0,3% sull’anidride carbonica dell’intero settore.

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