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Il polo produttivo tessile di Sant’Agata dei Goti (Casapulla,

calzaturiero di Grumo Nevano –Aversa

La ricerca empirica33 ha rilevato che il Distretto Tessile di Sant’Agata dei Goti (Casapulla, S. Marco dei Cavoti, Aversa, Trentola Ducenta), e il Distretto calzaturiero di Grumo Nevano-Aversa non possono essere considerati più tali poiché non è stato dato seguito alle delibere regionali sulla operatività dei distretti, ad esempio attraverso la costituzione dei comitati per la loro gestione. Pertanto, nel seguito del lavoro si forniranno informazioni storiche inerenti questi due di-stretti, nonché si fornirà la documentazione desunta dalle interviste svolte con i principali interlocutori istituzionali delle aree indagate.

Il distretto tessile di Sant’Agata dei Goti – Casapulla è stato indivi-duato dalla delibera regionale n.59 del 1997. Il distretto si estendeva nella parte centrale della Campania, in una zona collinare prossima al Parco Regionale del Taburno e comprendeva 20 comuni, di cui 6 della provincia di Benevento e 14 della provincia di Caserta.

Le imprese operanti nell’area erano specializzate nel settore tessile-abbigliamento, in prevalenza capispalla, pantaloni, maglieria e

* Il paragrafo ed i relativi sottoparagrafi sono stati curati dalla dott.ssa Sil-via Delli Carpini.

33 Si ringrazia per l’intervista e la collaborazione il Sindaco di Sant’Agata dei Goti, il dott. Carmine Valentino

ceria e nell’offerta dei relativi servizi produttivi (taglio, cucito, confe-zioni e stiro), ma anche nel comparto del confezionamento per conto di imprese terze e nella fabbricazione di macchine tessili.

Le origini delle lavorazioni tessili sono antichissime, risalgono al settecento, ovvero, all’epoca del polo sierico di San Leucio, sede di at-tività produttive di tessuti in seta per l’arredamento di altissima quali-tà34. Ad oggi esistono solo poche realtà produttive ed il distretto di fat-to non esiste più.

I dati di seguito riportati sono quindi stati desunti dalle interviste effettuate con i principali rappresentati dei comuni che rientrano nel distretto. In particolare, dall’ intervista con il Sindaco di Sant’Agata dei Goti è emerso che nel territorio di Sant’Agata e dintorni, attual-mente, operano circa una decina di aziende del tessile. La maggior parte delle imprese esistenti in passato nell’area ha, infatti, interrotto le attività produttive o ha delocalizzato le produzioni in paesi a basso costo della manodopera, ad esempio i paesi balcanici. Le cause scate-nanti di questa crisi sono imputate alla globalizzazione e all’export ci-nese, ma accanto a queste si individuano altri fattori che hanno co-stretto le aziende del tessile a chiudere gli stabilimenti, quali:

1 un sistema creditizio non efficace, definito incapace di effettuare politiche di pricing differenziate per le imprese a seconda della loro solidità; incapace di affiancare efficacemente il sistema produttivo e di valutare le aziende al di là dei bilanci contabili. Il sistema pre-sta poca attenzione ai fondi comunitari e a quelli regionali e il tutto porta ad una visione poco strategica dell’investimento pubblico; 2 sistemi di pianificazione con troppi vincoli. Si denunciano molte

difficoltà all’apertura di nuove attività nel territorio che determi-nano spesso la scelta di de-localizzare le attività;

3 il costo della manodopera. E’ indicato come un fattore non più competitivo nel nostro paese: il costo dell’operaio per l’azienda è giudicato troppo elevato da sostenere nel tempo. Si denuncia la ne-cessità di un sistema di detassazione o di incentivi fiscali alle im-prese che assumono giovani o ricollocano i lavoratori in mobilità.

Non esistendo più il distretto non possiamo descrivere le iniziative in essere o possibili verso la sostenibilità, ma possiamo riportare le ri-chieste di intervento che i rappresentanti degli enti locali si attendono dalla Regione. In primis sarebbe necessario creare una governance com-posta da imprenditori ed enti locali che abbia come principio caratteriz-zante l’innovazione. In secondo luogo, per valorizzare i rapporti e le

con-dizioni di lavoro, occorrerebbe puntare sulla formazione di competenze

specifiche e sull’aggiornamento continuo. Inoltre, per combattere la lot-ta alla corruzione ed i fenomeni illeciti (corrette prassi gestionali), che pur-troppo nel territorio oggetto di studio sono frequenti, bisogna agire su cultura e valori della collettività; si richiede, inoltre, una maggiore pre-senza dello Stato. Per quanto riguarda l’ambiente, poiché l’area rientra nella zona oramai conosciuta come la “terra dei fuochi” e non più “Campania felix”, si richiede l’adozione di politiche volte alla sostenibi-lità ambientale o meglio alla “salubrità del territorio”.

Per quanto concerne la parte del distretto che insiste sull’area di San Marco dei Cavoti, situata in provincia di Benevento e compren-dente 16 Comuni del bacino Tammaro-Fortore, la ricerca ha rilevato che in quest’area è ancora in carica il presidente del distretto, di no-mina provinciale35.

Questo territorio ha vissuto un periodo fiorente intorno agli anni ’80 e ’90, in particolare nell’industria del tessile, anche se tutta l’area presenta differenziazioni di prodotto che vanno appunto dal tessile, al dolciario, all’energetico.

Attualmente sono rimaste una decina di aziende del comparto tes-sile e pertanto, alcuni anni fa, per superare la crisi del settore, si puntò su un nuovo modello di sviluppo che avrebbe offerto benefici a tutto il territorio della provincia sannita. In concertazione con l’Agenzia Re-gionale per la Promozione della Ricerca e dell’Innovazione, Campania Innovazione, si discussero le linee guida di un progetto per la costitu-zione di un “cluster energetico” che doveva mirare a valorizzare gli impianti produttivi già esistenti al fine di razionalizzare il fabbisogno energetico. Nel progetto era anche coinvolta l’agenzia energetica Energy Service Company e una rete di imprese locali.

35 Si ringrazia la Presidente del Distretto Silvana Malagrinò per le informa-zioni forniteci.

Il progetto doveva dare una risposta produttiva attraverso la si-nergia con i comuni, puntando sulla green economy36, ma non è stato mai finanziato.

La ricerca, inoltre, ha registrato la necessità di dare attuazione ad un piano di riorganizzazione per un nuovo assetto produttivo dell’area basato sullo sviluppo integrato di più settori (tessile, abbi-gliamento, energia, dolciario e turistico).

Dopo il fallimento dell’Agenda regionale 2007/2013, gli intervistati auspicano che con la nuova programmazione vengano stanziati finan-ziamenti per le aree interne, creando un nuovo protagonismo nazio-nale e degli enti territoriali37.

Per quanto concerne, il Distretto calzaturiero di Grumo Nevano – Aversa , individuato dalla delibera della Giunta Regionale n.59 del 02 giugno 1997, esso comprendeva 23 comuni, di cui 16 appartenenti alla provincia di Caserta (Aversa, Cesa, Frignano, Lusciano, Orta di Atella, Parete, San Marcellino, San Tammaro, Sant'Arpino, Succivo, Teverola, Trentola, Ducenta, Villa di Briano, Carinaro, Gricignano) e 8 comuni della provincia di Napoli (Arzano, Casandrino, Casavatore, Casoria, Frattamaggiore, Grumo Nevano, Melito di Napoli, Sant'Antimo).

Geograficamente il distretto si connotava per una maggiore voca-zione tessile delle aree dei comuni in provincia di Napoli, mentre tra le imprese insediate nella provincia di Caserta vi era una maggiore presenza di produzioni calzaturiere (Distretti produttivi campani).

Le attività tessili nel territorio hanno origini antiche, documentate sin dal 1300 con l'esistenza di un'associazione dei Cimatori dei panni di lana e dei sarti. Tale produzione tessile si era sviluppata e diffusa grazie alla domanda e alla vivacità economica della vicina città di Na-poli (Distretti produttivi campani).

La tradizione calzaturiera si sviluppa, invece, qualche secolo più tardi, nella prima metà del '900 quando sul modello artigianale-manifatturiero sorsero nei comuni di Grumo Nevano, Arzano,

36 Articolo de “Il Mattino”: Distretto Industriale di San Marco dei Cavoti. Martusciello: 500mila euro per il monitoraggio», 11/06/2013.

37 http://www.ntr24.tv/it/news/fortore/la-nuova-sfida-2-0-del-distretto-industriale-di-san-marco-dei-cavoti.html,11/06/2013.

drino, Casoria e nel comprensorio aversano i primi calzaturifici a con-duzione familiare.

Le aziende del settore calzaturiero hanno mantenuto la dimensione semi artigianale, posizionandosi nel segmento medio-alto del settore. La presenza sul mercato avviene, soprattutto, attraverso la modalità di attività per conto terzi, ma diverse sono le imprese che sono riuscite a creare un proprio marchio ed essere presenti direttamente anche su mercati esteri. Ciò si evidenzia soprattutto nelle produzioni di qualità medio-alta maschile, nelle quali si registrano alcuni marchi importanti con una forte identità di prodotto sul mercato (distretti produttivi campani).

Dall’intervista con il Sindaco del Comune di Frignano38 emerge che il distretto non è più operativo data l’esigua presenza di imprese cal-zaturiere nel territorio di riferimento.

Diversi anni fà, il comitato di distretto ebbe come obiettivo quello di aiutare le aziende tessili e calzaturiere che vivevano situazioni non agevoli. A questo scopo vennero creati i Consorzi Impre.Co e UNICA. Il primo ha sede nel comune di Carinaro (Caserta), zona industriale Aversa nord, e comprende 90 piccole e medie aziende di produzione nel settore del tessile e della moda39. Lo scopo era quello di attuare una totale integrazione orizzontale e verticale fra i vari settori del Si-stema Moda e sfruttare le sinergie che ne derivavano.

Il Consorzio UNICA, sempre con sede a Carinaro (CE), compren-dente oltre trenta imprese del settore calzaturiero, è stato creato con l’ausilio di 24 imprenditori al fine di rilevare aree dove esternalizzare gli stabilimenti in virtù della congestione dell’area dell’aversano.

Ad oggi, tali consorzi sono ancora in essere, ma soffrono tanto del-la crisi economica generale quanto delle pressioni dell’economia cine-se molto competitiva nel cine-settore tessile e calzaturiero.

La ricerca rileva una forte richiesta, da parte delle istituzioni locali, di intervento della politica regionale al fine di supportare questi territori che ancora oggi, con grandi difficoltà, creano sviluppo ed occupazione.

38 Si ringrazia per le informazioni l’attuale Sindaco di Frignano (CE), Ga-briele Piatto ed ex presidente del distretto.