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L‘aspetto relazione è un tratto distintivo delle PMI (Birley, 1985) ed è un importante vettore per sviluppare strategie che si basano sulla capacità di intessere relazioni informali attraverso la partecipazione ai

network (Marchini, 1995). La relazionalità all’interno di una piccola

impresa è facilitata dalle piccole dimensioni e dalla presenza di rela-zioni informali tra gli individui che ne fanno parte; all’esterno,

contri-buisce alla crescita della reliability tra gli stakeholder e rappresenta un aspetto essenziale per costruire rapporti di fiducia con i partner.

La piccola impresa difficilmente ha il potere contrattuale per im-porre le proprie decisioni, a differenza delle grandi imprese che pos-sono addirittura condizionare le comunità nelle quali operano, come nel caso delle grandi multinazionali. Ecco quindi che l’abilità di una piccola impresa di costruire insieme al partner una buona relazione, di creare fiducia, sviluppare consenso, legittimazione e reciprocità, è considerata un asset fondamentale per costruire una performance di lungo termine (Spence et al. 2003).

Il concetto di social capital si riferisce alle connessioni tra gli indivi-dui – alle reti sociali e alle norme di reciprocità e di affidabilità che ne derivano6 (Putnam, 2000) e che «possono migliorare l'efficienza della società facilitando il coordinamento delle azioni» (Putnam, 1993, p.167). È un concetto che ha raccolto l’interesse di economisti (Wool-cock, Narayan, 2000), sociologi (Coleman, 1988), studiosi di scienze politiche (Ostrom, 1994) e di management (Nahapiet, Ghoshal, 1998), in quanto, come affermato da Putnam, «(…) bringing together people from

different backgrounds and perspectives»; «(…) are better for linkage to exter-nal assets and for information diffusion»; «(…) is good for undergirding spe-cific reciprocity and mobilizing solidarity» (Putnam, 2000, p. 22).

La fiducia costituisce uno degli elementi chiave del capitale sociale: Putnam e Fukuyama basano sull’analisi di questa componente una classificazione dei diversi sentieri di sviluppo seguiti nel dopoguerra nei paesi industrializzati. Anche Dasgupta evidenzia l’importanza del ruolo della fiducia: «Trust is important because its presence or absence can

have a bearing on what we choose to do, and in many cases what we can do»7. La capacità delle PMI di fare network con altre imprese, basandosi sulle capacità relazionali, è vista come un importante aspetto per con-trastare la crescente competitività (Spence et al., 2001), per compensare

6 Letteralmente «connections among individuals to social networks and the

norms of reciprocity and trustworthiness that arise from them» (Putnam, 2000, p.

19).

7 Per un’analisi dei riferimenti si rimanda al lavoro di M.POLLITT, The

eco-nomics of trust, norms and networks, in Business ethics a European review, vol.

la mancanza di efficienza legate alle dimensioni più piccole, per am-pliare l’offerta di prodotti e servizi, per ridurre i tempi di risposta al mercato, per rendere più efficienti gli approvvigionamenti e contra-stare le difficoltà burocratiche (Goffee, Scase, 1995). Oggi giorno le imprese, soprattutto se di piccole dimensioni, si trovano sempre più a dover fronteggiare una competizione non tanto a livello d’impresa, quanto a livello di sistema territoriale. Si fa avanti una nuova compe-tizione territoriale, che fa emergere il ruolo strategico giocato dalle economie esterne e dalle politiche locali. Tra i fattori di competitività di un’impresa entrano sempre più in scena anche le strategie che gli attori locali pongono in essere per vincere la concorrenza (Caroli, 2006; Napolitano, 2000). A mano a mano che si stringono rapporti tra imprese della filiera, delle filiere connesse ed il contesto circostante, in particolare con le istituzioni locali, aumenta l’importanza del valore del capitale sociale ed i network sembrano divenire “multi-faceted” poi-ché contribuiscono al raggiungimento di differenti obiettivi e possono produrre anche risultati inaspettati a vantaggio delle imprese e della collettività (Spence, Schmidpeter, 2003).

Le risorse intangibili della reputazione, fiducia, legittimità e con-senso sono gli ingredienti del social capital (Spence et al. 2003, 2004), e tendono ad essere auto-rinforsanti e cumulativi. La capacità di creare circoli virtuosi, tra imprese ed attori istituzionali, può portare ad un equilibrio sociale con alti livelli di fiducia, cooperazione, coinvolgi-mento civico e benessere collettivo. «Social capital is a potentially critical

aspect for small business life» (Spence et al., 2003, p.18), infatti tali

opera-tori non sono un “micro-cosmo”, ma basano la loro esistenza sullo scambio con il contesto sociale ed ambientale in cui sono inseriti.

Accanto al lavoro delle imprese per incrementare l’interazione tra gli altri attori economici ed istituzionali, c’è il lavoro delle istituzioni per sviluppare politiche e servizi rivolti alle imprese, per valorizzare le reti e i loro saperi diffusi, per valorizzare le attitudini e le vocazioni del territorio (Iannone, 2007).

Le istituzioni giocano un ruolo fondamentale: «local solutions of

civ-ic-engagement and self-regulation are playing an increasing role in guaran-teeing successful interaction in everyday-life» (Spence, Schmidpeter, 2003,

p. 96); «role of associations in generating growth depends on their ability to

bene-fits (such as information and advice), through collective supports it is im-portant for society also to build-up structures where SMEs will be enabled to enhance their contribution to the common good» (Bennett, 1999, p. 593).

Si assiste, quindi, da un lato, al ruolo dell’impresa nell’utilizzare le sue relazioni, il suo capitale relazionale, per creare un network “unico”, impregnato delle tradizioni culturali, del know-how che ogni territorio porta con sé, laddove però l’impresa abbia la capacità di valorizzare il tessuto relazionale, sociale e culturale dei luoghi di produzione. Dall’altro, si evidenzia il ruolo che hanno le istituzioni, ruolo altrettanto importante nel bilanciare i particolarismi dei diversi attori del network, affinché esso costituisca un’effettiva risorsa per lo sviluppo locale.

Mondo imprenditoriale e mondo istituzionale/sociale non possono e non devono restare distanti. Occorre ricucire e sviluppare i rapporti tra le imprese, il sistema e l’ambiente: si è parlato di “ri-accoppiamento” tra impresa e ambiente esterno e locale (Iannone, 2007). Competitività economica e compatibilità sociale, ma vale anche al contrario, benessere sociale e prosperità economica, sono binomi che fanno ben comprendere il rapporto di mutuo condizionamento, di reciproco scambio tra economia e società, che ha una valenza del tutto particolare quando il sistema economico è fatto di piccole realtà im-prenditoriali.

SOCIAL CAPITAL E STRATEGIE DI SOSTENIBILITÀ