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I L DIBATTITO SUL PROCESSO DI REVISIONE : LE PRINCIPALI POSIZION

3.3 La posizione della Commissione

La Commissione europea ha, di recente, assunto una posizione espressa con il documento Europa 2020 (Commissione Europea, 2010), che rappresenta la sintesi degli obiettivi dell’UE per il futuro post-2013. Sui tratta di un documento piuttosto scarno che abbraccia cinque tematiche

1 Tra le possibili risorse alternative prese in considerazione si citano le seguenti: le entrate derivanti dallo scambio di quote sulle

emissioni; la tassazione sulle emissioni del carbonio o di CO2; i prelievi provenienti dalle imposte sull’uso di fonti energetiche,

con particolare riguardo a quelle non rinnovabili; le tasse su alcune modalità di trasporto; la tassazione di alcune transazioni finanziarie.

ritenute centrali per il futuro dell’UE: l’occupazione, la ricerca e l’innovazione, il cambiamento cli- matico e l’energia, l’istruzione e la lotta contro la povertà. In realtà, il documento non tratta diret- tamente questioni relative al bilancio, né tanto meno si sofferma sui temi specifici della politica agraria e della riforma della PAC. Il documento descrive, piuttosto, le sfide globali a cui deve fa- re fronte l’UE per non perdere di credibilità agli occhi dei cittadini europei, rilanciando parole chiave come «crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva» certamente condivisibili, ma sulle

quali non è possibile instaurare un vero dibattito2. In altre parole, sembra che si sia voluto in qual-

che modo smorzare la discussione che era stata invece piuttosto intensa all’indomani della circo- lazione informale del cosiddetto “documento Barroso”, una riflessione non ufficiale della Commis- sione sul futuro del bilancio e della PAC (European Commission, 2009b). Anche se tale documen- to è rimasto allo stato di “non paper”, senza sfociare in una comunicazione ufficiale, è interessan- te richiamarne i principali contenuti, che comunque anticipano una visione condivisa dal presi- dente Barroso, confermato alla presidenza anche dell’attuale Commissione.

Il documento Barroso identifica tre “assi prioritari” attorno a cui dovrebbe riorganizzarsi il bilancio e, di conseguenza, la spesa comunitaria: crescita sostenibile; clima ed energie; Europa globale.

Nell’ambito del primo dei tre punti vengono affrontati due aspetti che hanno modellato la politica comunitaria degli ultimi anni: la coesione ed il processo di convergenza tra regioni euro- pee e la competitività dell’area comunitaria rispetto al resto del mondo. Riguardo al tema ricor- rente dell’efficacia della politica di coesione fin qui implementata dall’UE, in particolare, ci si sofferma sulla necessità di concentrare gli sforzi finanziari sui paesi a più basso reddito, lascian- do che quelli che si trovano al di sopra di una certa soglia di convergenza abbiano maggiore ac- cesso alle risorse destinate alla competitività. Da ciò dovrebbe conseguire anche il ricorso a mec- canismi di valutazione della coesione basati su indicatori di performance. Molta enfasi viene po- sta sui temi della ricerca e dello sviluppo tecnologico a favore della competitività e sul coordina- mento tra settore pubblico e privato, così come tra diversi livelli istituzionali (europeo, naziona- le e regionale).

L’asse relativo al tema del clima e delle energie è l’unico nel quale è presente uno specifi- co e diretto riferimento alla PAC. Più nel dettaglio, nel documento si fa riferimento alla necessità di integrare la politica agraria con interventi a favore dell’ambiente, tanto da considerare la possi- bilità di introdurre un “terzo pilastro” della PAC, composto da misure per il controllo climatico e a sostegno di fonti energetiche alternative. Riguardo alla PAC, il documento non traccia una chia- ra linea di riforma, ma accenna al problema della “modernizzazione” della politica in due dire- zioni: rispondere alle nuove sfide poste al settore agricolo e alle aree rurali; concentrare la spesa laddove essa contribuisce a formare maggiore valore aggiunto. Sull’orientamento al mercato, il documento sottolinea come i pagamenti disaccoppiati siano andati nella giusta direzione, ma ac- cenna anche alla difficoltà di giustificare, in prospettiva, i pagamenti agli agricoltori così come oggi sono concepiti, sia per la loro scarsa finalizzazione che per il loro legame con la distribuzio- ne passata.

Infine, l’ultimo “asse prioritario” indicato nel documento è quello relativo all’Europa glo- bale. Con ciò si fa riferimento, sostanzialmente, ai rapporti esterni dell’UE, alle politiche di vici- nato (neighbourhood policy) e allo sviluppo di partenariati con aree rispetto alle quali i rapporti

2 A proposito del documento “Europa 2020”, vale la pena sottolineare come vi siano state ampie reazioni di dissenso per l’assenza

di riflessioni appropriate sull’agricoltura e sul ruolo del settore primario per il futuro dell’UE, sia da parte della Commissione agricoltura del Parlamento europeo che da parte del Consiglio dei ministri agricoli e di alcuni Stati membri. A seguito di tali rea- zioni, è stato successivamente proposto dal Consiglio un emendamento che richiama il ruolo della PAC come strumento, insieme agli altri, per il perseguimento degli obiettivi enunciati nel documento.

economici e sociali sono meno sviluppati, prima tra tutte l’Africa. In questo ambito, esplicito ri- ferimento viene fatto sia alla gestione delle migrazioni della forza lavoro, sia a misure di control- lo delle crisi globali.

Nell’ultima parte del documento si affrontano una serie di questioni importanti relative al bi- lancio comunitario, che possono sintetizzarsi nei seguenti punti:

- il tema della semplificazione (procedure più leggere, utilizzo di un approccio lump-sum per alcuni specifici interventi);

- il tema del co-finanziamento come strumento per una maggiore efficienza della spesa3;

- la crescita delle entrate legate al RNL, con i complicati meccanismi correttivi ad esse as- sociati che rendono opaco e poco comprensibile il finanziamento del bilancio UE; - l’eccessiva importanza del principio del “giusto ritorno” che tende a dominare e a distor-

cere le posizioni dei paesi membri sul bilancio comune4; in particolare, la tendenza a fa-

vorire strumenti finanziati da envelopes geograficamente pre-allocate, piuttosto che quel- li effettivamente in grado di assicurare un maggiore valore aggiunto sulla base dei princi- pi della sussidiarietà e della proporzionalità;

- lo scarso collegamento tra risorse finanziarie ed obiettivi delle politiche, senza alcun con- to di economie di scala ed esternalità incrociate.

Individuate queste come le principali criticità, il documento indica l’opportunità di proce- dere verso una semplificazione del sistema dei contributi al bilancio degli Stati membri, lo svilup- po di un nuovo meccanismo di risorse proprie policy-driven, la progressiva eliminazione dei mec- canismi di correzione.

3.4

Una rassegna dei recenti contributi alla discussione sulla riforma del bilancio