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Presenza senatoria in Apulia et Calabria: distribuzione e cronologia

Delle circa 3400 iscrizioni schedate in EDR per l’Apulia et Calabria, poco più di 100 sono le epigrafi relative a membri di rango senatorio, distribuite in maniera non omogenea sul territorio175. Per la maggior parte si tratta di iscrizioni onorarie o di epigrafi menzionanti atti evergetici da parte di un senatore a favore della propria comunità o delle comunità limitrofe; scarsissime sono invece le attestazioni funerarie.

Per quanto riguarda la regio II, le fonti a disposizione permettono di mettere in luce una prima importante osservazione: da una disamina della distribuzione geografica del patrimonio epigrafico senatorio si nota una netta differenza tra le città situate nel settore settentrionale della regione (Luceria, Canusium, Venusia, Beneventum, Aeclanum,

Larinum…) dove le gentes senatorie di origine locale sono ben attestate, e le città

dell’Apulia meridionale dove invece le testimonianze senatorie mancano quasi del tutto176.

175 Nonostante in EDR la schedatura delle iscrizioni della regio II non sia ancora completa (su 46 città, 24 sono

state inserite per la totalità delle attestazioni nella banca dati, le altre solo parzialmente), la cifra garantisce una buona approssimazione e permette già di trarre alcune considerazioni. A prescindere dalla fruibilità della banca dati, contributi indispensabili allo studio della documentazione epigrafica senatoria nella regione sono CAMODECA 1982, pp. 131-148; SILVESTRINI 2005; CAMODECA 2014, pp. 263-275; SILVESTRINI 2014, pp. 276- 286. Più in generale, per aggiornamenti relativi all’epigrafia delle città della regio II, vd. CHELOTTI 1999, pp.

17-36; DE FINO 1999, pp. 38-57; SILVESTRINI 1999, pp. 117-158; CHELOTTI 2001a, pp. 7-33. Per un

inquadramento generale relativo all’epigrafia cristiana nella regione vd. NUZZO 2011, pp. 4-26.

176 Per una disamina dei gruppi dirigenti dell’Apulia, città per città, vd. CHELOTTI 2008, pp. 615-644; GRELLE

SILVESTRINI –VOLPE –GOFFREDO 2017, pp. 124-148 e p. 190: complessivamente, spicca in modo particolare Figura 12: Distribuzione geografica della presenza senatoria nella regio II.

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A parte il caso eccezionale dei Fabii Hadriani, già senatori a Brindisi all’epoca della guerra sociale177, pressoché nessun’altra famiglia senatoria è documentata per via diretta in questo settore della regione. Tuttavia, nella zona, non mancano le fonti epigrafiche che indirettamente attestano proprietà di senatori non locali che avrebbero investito nei suoli della regione, fenomeno, questo, diffuso ma particolarmente evidente nella regio II.

Nello stesso periodo, nel quadrante settentrionale, ad Aeclanum (odierna Mirabella Eclano) emerge subito dopo la guerra sociale la gens Magia: Minatus Magius, esponente della gens e antenato dello storico Velleio Patercolo, ottenne già nell’81 a.C. la cittadinanza e la pretura per due suoi figli come ricompensa per aver combattuto valorosamente a fianco dei Romani, alla testa di una legione irpina178. Da uno dei due figli di Minatus Magius discenderà anche il praefectus Aegypti di età augustea M. Magius Maximus, onorato nella città d’origine, Aeclanum, dai Tarraconenses di cui fu procurator179. Nello stesso periodo, la

gens Magia rinsalderà i propri legami di parentela in Campania con i Velleii capuani, tramite

l’adozione di un parente, nonché fratello dello storico Patercolo, Magius Celer Velleianus, a testimoniare l’importanza e l’influenza della famiglia180.

Salvo pochi casi di senatori originari dalla regione prima di Augusto (si ricordano i già citati Magii di Aeclanum, i Fabii Hadriani a Brindisi, gli Oppii Capitones di Beneventum o il senatore antoniano Domitius Apulus), è proprio durante l’età augustea e giulio-claudia, e a partire da quest’epoca che, nel settore settentrionale, un cospicuo numero di gentes locali raggiunge il rango senatorio.

Ad Acelanum infatti, dopo la scomparsa della gens Magia, emerge la famiglia di rango equestre degli Eggii, che si caratterizza per una rapida ascesa sociale: di rango pretorio già sotto Claudio, due rami della famiglia assurgeranno poi al patriziato. Sullo scorcio del II secolo emerge inoltre la gens originariamente equestre dei Betitii, la quale esprimerà propri rappresentanti in senato fino a tutto il IV secolo d.C.

la latenza dell’area salentina e del territorio dei Pauceti (la zona dell’odierna provincia di Bari), mentre appare vivace, dal punto di vista documentario, la zona della Puglia settentrionale. Solo alcuni centri sparsi nella regione risultano preminenti e dinamici (Lucera, Venosa, Canosa, Brindisi) per aver metabolizzato i trascorsi storici e la colonizzazione da un lato, e per aver saputo sfruttare sul piano economico i percorsi di transumanza e i traffici via mare.

177 Sui Fabii Hadriani di Brundisium vd. CAMODECA 1982, p. 141

178 Per una storia prosopografica della famiglia vd. CAMODECA 1982, p. 135.

179 CIL IX, 1125: M(arco) Magio M(arci) f̲(ilio) M̲a̲x̲i̲m̲o̲, / praef(ecto) Aegypti, T̲a̲r̲r̲a̲c̲o̲n̲e̲n̲s̲e̲s̲.

180 È lo stesso Velleio Patercolo (Vell. 2, 16, 2) ad attestare che il proprio atavus Minatus Magius, discendeva

dal leader capuano Decius Magius. La famiglia doveva essersi trasferita a Aeclanum dopo la seconda guerra punica: i Magii sono infatti attestati già sul finire del II secolo in iscrizioni osche.

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A Larinum, sono attestati i Vibii con C. Vibius Postumus, console suffetto nel 5 d.C., e il fratello A. Vibius Habitus, console suffetto nell’8 d.C.; i due discendono per linea materna dai Cluentii, protagonisti dell’orazione ciceroniana181. Allo stesso periodo si data l’emersione della gens Didia, originaria della vicina Histonium ma fortemente connessa a

Larinum tramite legami parentali e proprietà, come dimostra il caso di A. Didius Gallus che

raggiungerà il consolato sotto Caligola, nel 39 d.C. Di Larinum sarebbero anche i Tillii, il consolare di età severiana, L. Iulius Faustinianus e il patronus municipii di rango questorio

[---]s Q. f. Clu. Capito, certamente di origine locale, come si evince dalla tribù.

A Canusium emergono in età augustea ben tre gentes senatorie: i Sotidii il cui unico esponente (Sex. Sotidius Strabo Libuscidianus) non supererà il rango pretorio, i Vellaei che raggiungeranno il rango consolare già sotto Tiberio e gli Articulei, consoli solo a partire dall’età flavia ma di cui si può seguire la vicenda familiare fino al II secolo d.C.182 Di Canusio sarebbero anche gli Arrii, attestati fin dal I secolo d.C. e i Baebii183: originario della città sarebbe infatti il console suffetto del 90 d.C. P. Baebius Italicus, che era stato per lungo tempo ritenuto transpadano, di Mediolanum o Comum184, così come d’origine transpadana doveva essere P. Cassius Dexter, marito della clarissima canusina Annia Rufina, esponente di una gens, anch’essa ben attestata in città. Testimonianze dei Vellaei e dei Graecidii sono recentemente venute alla luce: l’uno è ricordato da Ulpiano nel Digesto185, l’altro è menzionato in una grande lastra onoraria reimpiegata in un pavimento della villa tardo-antica di Faragola186. I Fasti canusini inoltre documentano molti esponenti di rango senatorio, tuttavia di nessuno di questi è pervenuta l’iscrizione sepolcrale187.

181 Dei molti personaggi larinati presenti nella Pro Cluentio di Cicerone, esponenti delle famiglie più in vista

del municipium, l’epigrafia registra pochi nomi (cfr. GRELLE –SILVESTRINI –VOLPE –GOFFREDO 2017, pp. 121-122 e pp. 124-125). In questo caso si può dunque concretamente apprezzare come l’avarizia di informazioni delle fonti epigrafiche sia colmata, almeno in parte, dai dati forniti dalle fonti letterarie.

182 La gens è considerata canusina praticamente sulla sola base del patronato della città detenuto da Q.

Articuleius Regulus e della menzione di un pagus Articulanus nella tabula dei Ligures Baebiani (CAMODECA

1982, p. 142).

183 A Canosa 14 sono le iscrizioni, prevalentemente pertinenti al I secolo d.C., che riportano il gentilizio

Baebius. L’iscrizione funeraria del tribuno militare L. Baebius Strabo (AE 1986, 190) implica che la famiglia fosse di dignità equestre nella prima metà del I secolo per poi acquisire, alla fine del secolo, il rango senatorio. Sull’iscrizione cfr. CHELOTTI –GAETA –MORIZIO – SILVESTRINI 1985, pp. 38-40; per i Baebii canusini vd. SILVESTRINI 2014, pp. 277-286.

184 SYME 1958, p. 667. 185 Ulp. Dig. 16, 1, 2, 1.

186 CAMODECA 2014, pp. 266-267.

187 Sui Fasti di Canusium e l’elenco dei membri dell’ordo senatorio vd. SILVESTRINI 2005. Sotto il manto

stradale del centro storico di Canosa è recentemente venuta alla luce una nuova iscrizione menzionante con tutta probabilità la gens senatoria dei Valerii. Oltre all’eccezionalità della scoperta, pare che il frammento del grosso blocco di calcare inscritto possa riferirsi ad un edificio situato in contesto sepolcrale. Nella prima riga di testo si intravederebbe infatti l’espressione [--- ann(is) X che induce dunque a pensare che si tratti

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A Luceria, emergono in età augustea la gens Plotia, che non perverrà mai al consolato, e la gens Vitellia, cui appartiene anche l’imperatore Vitellio, che al contrario esprimerà numerosi consoli, salvo poi non lasciare più alcuna traccia dopo il 69 d.C.188 A queste due famiglie si potrebbe verosimilmente aggiungere quella degli Staii189.

A Venusia il primo senatore attestato, di epoca neroniana, è M. Camillius Surdinus; in città è testimoniata con sicurezza anche la famiglia senatoria dei Salvii e quella dei Satrii che tuttavia non sembra aver avuto una lunga storia.

Benevento, a differenza della maggior parte delle altre città per le quali l’epoca augustea costituisce un momento particolarmente fiorente in termini di presenza senatoria190, acquista particolare rilevanza solo a partire dall’età flavia (quando sono testimoniati i Suellii e i

Rutilii Lupi, grandi proprietari terrieri191) e ancor di più con il II-III secolo d.C., epoca in cui è in gran parte da Beneventum che provengono le nuove famiglie senatorie192. Tra i senatori attestati si ricordano M. Bassaeus Rufus, di umile origine ma asceso al rango senatorio per le notevoli qualità in ambito militare che gli valsero gli ornamenta consularia da parte di Marco Aurelio193; alcuni senatori anonimi di cui si conosce parzialmente la carriera (come nel caso di CIL IX, 1592194); e ancora, i Classetii di cui è nota l’iscrizione funeraria databile

dell’indicazione biometrica del defunto/a. Si legge inoltre distintamente il riferimento alla gens Valeria, mentre l’iscrizione si chiude con il dativo Nebridi, nome abbastanza attestato nell’Italia meridionale. In attesa di poter visionare una foto in alta definizione (sui giornali la foto è capovolta e sgranata, cfr. La gazzetta del mezzogiorno, 1.12.2018), si può quindi avanzare l’ipotesi che si tratti di una nuova testimonianza epigrafica probabilmente funeraria relativa alla famiglia dei Valerii.

188 Sulle controverse origini della famiglia vd. CAMODECA 1982, p. 146. Lo studioso campano, a seguito di

nuove considerazioni, ritiene di dover escludere la pertinenza della gens Vitellia a Luceria per attribuirla a Nuceria in Campania (CAMODECA 2014, p. 269).

189 CAMODECA 2014, pp. 268-269.

190 C. Salvius Capito è il primo senatore beneventano a raggiungere il consolato (fu infatti console suffetto nel

148 d.C.); tuttavia Salvius Capito era membro di una famiglia presente nel governo e nelle attività economiche della città già dall’età triumvirale (i già citati Oppii Capitones).

191 Un Rutilius Lupus e un Suellius Rufus sono ricordati fra i grandi proprietari terrieri del 101 nella Tabula dei

Ligures Baebiani; l’eccezionale rarità del gentilizio Suellius al di fuori dell’area beneventana conferma ulteriormente l’origine della famiglia da questa città. Per le due gentes vd. CAMODECA 1982, pp. 138-139.

192 Nel recente contributo di G. Camodeca (CAMODECA 2014, pp. 263-266) che aggiorna e in larga parte

conferma le informazioni già fornite dallo studioso in “Epigrafia e Ordine senatorio” (CAMODECA 1982, pp.

101-163 ), è avvalorata l’importante presenza senatoria di Benevento. Di questa città si possono considerare originari con certezza più di una ventina di senatori, per una quindicina di famiglie. Le prime famiglie senatorie, salvo un paio di casi di epoca precedente, compaiono in età flavia e a partire dal II secolo inoltrato, e in particolare fino alla metà del III secolo, si assiste ad un forte incremento della componente senatoria in città, a prova del ruolo economico e sociale rivestito da Benevento in questo periodo. Ciò che più stupisce e che trova conferma nelle recenti acquisizioni è la forte presenza di senatori in età tardo severiana mentre altrove si assiste ad un generale decremento delle testimonianze.

193 Tribù e gentilizio, praticamente assente al di fuori di Benevento, del prefetto del pretorio M. Bassaeus Rufus

rendono certa l’origine beneventana della famiglia.

194 CIL IX, 1592: --- / [XVviro sacris faci]/undis, praetori / candidato, legat(o) / provinc(iae) Africae

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al 152 d.C. per il clarissimus puer F. Classetius Honoratus; e infine gli Umbrii Primi, originari in realtà della vicina Compsa195, ma legati a doppio filo con Beneventum da interessi economici e legami familiari196. Con l’avvento dell’età severiana emergono i Marii e ancora nel III secolo la città esprime tre gentes senatorie (i Caecilii di cui un esponente sarebbe il poeta e oratore M. Caecilius Novatillianus, gli Egnatii Certi che contano diversi rappresentanti, e i Sattii, imparentati a loro volta con gli Egnatii e i Vetti Grati Sabiniani) dimostrando una continuità “nobiliare” di notevole interesse. A costoro si aggiunga un nuovo senatore appartenente alla gens dei Casineii Vassii: si tratta di M. Casineius Vassius

Pasenillianus Titianus, databile all’età severiana e testimoniato da un’iscrizione su un

trapezoforo in calcare locale197.

Ad Ausculum, solo a partire dall’età severiana, è documentata l’ascesa al senato della famiglia dei Lucilii: L. Lucilius Pansa Priscillianus, capostipite della famiglia, svolse l’intera carriera equestre sotto Settimio Severo e il figlio fu adlectus inter praetorios da Caracalla.

Il quadro che si delinea da questa breve disamina della presenza senatoria in Apulia

et Calabria deve tenere conto di due fattori chiave: un fattore geografico e uno cronologico.

Si nota infatti una importante difformità a livello geografico tra il quadrante settentrionale (decisamente più documentato) e quello meridionale; non trascurabile è il fattore cronologico per cui buona parte delle attestazioni si concentra in età augustea, salvo per alcuni casi come quello eccezionale di Benevento, città per la quale è testimoniata una certa continuità gentilizia di alcune famiglie o l’emersione di nuove gentes fino almeno alla fine del III secolo.

laticl(avio) leg(ionis) V̅ Maced(onicae), / Xviro / stlitib(us) iudic(andis), / ob singularem erga pa/triam civisque adfec/tionem p(ublice) / d(ecreto) d(ecurionum).

195 Sulla città di Compsa, odierna Conza della Campania (AV), e l’origine degli Umbrii Primi dalla città, vd.

CAMODECA 1982, p. 143.

196 Gli interessi e i legami di questa gens con l’area di Beneventum furono forti e duraturi e l’aumentata potenza

della famiglia in età severiana ne è una prova così come le numerose testimonianze epigrafiche di Umbrii nella zona (in special modo liberti o discendenti di liberti della famiglia). Un membro della famiglia è menzionato già nel 101 in qualità di proprietario di vasti appezzamenti nella Tabula Ligures Baebiani mentre il console ordinario del 206 d.C., M. Nummius Umbrius Primus è elogiato come patronus e civis in un’epigrafe posta nel teatro di Benevento (AE 1969/1970, 169). Sulla tabula dei Ligures Baebiani vd. VEYNE 1958, pp. 177-241; SORICELLI 2002, pp. 211-226; TORELLI 2002, pp. 307-378; SIRAGO 2004, pp. 2-10.

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Cronologia delle gentes senatorie nella regio II

II a.C. I a.C. I d.C. II d.C. III d.C. IV d.C.

Fabii Magii Oppii Eggii Betitii Vibii Didii Tillii Iulii Sotidii Vellaei Articulaei Arrii Annii Baebii Plotii Vitellii Camillii Salvii Satrii Suellii Rutilii Lupi Bassaei Classetii Umbrii Primi Marii Caecilii Egnatii Sattii Lucilii Graecidii Casineii Vasii

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