Nella regio III, su un totale di circa 1000 attestazioni epigrafiche, appena una quarantina pertengono alla categoria delle iscrizioni senatorie. Si tratta perlopiù di epigrafi onorarie (13) o relative a monumenti pubblici (6); appena 3 sono le iscrizioni funerarie, mentre le restanti appartengono ad altre categorie (fasti - 5, miliari - 6, instrumentum inscriptum - 6…)248.
Da questa relativamente esigua documentazione si possono identificare per la regio III poche gentes senatorie, distribuite abbastanza omogeneamente nel territorio, di cui la maggior parte sono originarie del settore lucano della regione.
Gli Statilii Tauri, e i Bruttii di Volcei sono le due principali famiglie attestate nell’area, per abbondanza di documentazione. Gens di grande prestigio e ricchezza almeno fino all’età neroniana, gli Statilii Tauri sono comunemente associati alla Lucania anche se qualche dubbio permane circa la loro effettiva origine; proprietari a Roma, in Istria e in Beozia, sono
248 M. Silvestrini sottolinea la scarsa densità dell’epigrafia latina nei Bruttii, che si attesta come la più esigua tra
le regioni meridionali (SILVESTRINI 2003, p. 72). Sul patrimonio epigrafico della regio III vd. anche CAMODECA 1999, pp. 671-678.
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noti almeno sei esponenti della famiglia in Italia meridionale di cui il più importante, capostipite senatorio della gens, è T. Statilius Taurus, già senatore nel 44 a.C.249.
Quanto ai Bruttii, sono noti almeno 9 esponenti della gens certamente originaria di
Volcei, a partire dall’età flavia, come dimostra la menzione della tribù Pomptina nelle
iscrizioni di membri della famiglia e la diffusa presenza sul territorio di schiavi e liberti dei
Bruttii, tra II e inizio III secolo d.C. Nell’area sono state scavate anche cinque ville rustiche
delle quali non è possibile stabilire il proprietario in quanto la documentazione emersa è anonima ma di cui si può ipotizzare verosimilmente l’appartenenza alla famiglia dei Bruttii data la loro localizzazione e la presenza radicata della famiglia nel luogo. Ma i membri della
gens Bruttia non detenevano proprietà solo in Lucania: il console ordinario per la seconda
volta del 139 d.C. ad esempio, il volceiano C. Bruttius Praesens, a seguito delle seconde nozze con Laberia Crispina figlia del console del 103 d.C. Laberius Maximus, estese i propri possedimenti a Trebula Mutuesca e ad Amiternum250. Ed è ancora grazie ad un’unione matrimoniale, quella tra Bruttia Crispinilla, nipote del console del 139, e Commodo, che la famiglia beneficerà anche di un legame di parentela con la domus imperiale251.
Per quanto riguarda le altre città, esse sono scarsamente rappresentate e per ciascuna sono documentate al massimo due o tre famiglie senatorie. Se si esclude l’origine dubbia da
Copia di Albinovanii e Venuleii di età sillana, tra i senatori antecedenti al periodo augusteo si
riconoscono i Numonii Vaalae di Paestum, con possedimenti tra Salernum e Velia252, M.
Minatius Sabinus di Cosilinum e gli Statilii il cui capostipite senatorio si individua nel già
citato T. Statilius Taurus, promotore della fortuna economica e politica della gens fino all’ultimo quarto del I secolo d.C.
Durante l’età triumvirale a Vibo Valentia emerge la famiglia dei Laronii con il legato di Agrippa in Sicilia e console suffetto nel 33 a.C., Q. Laronius; il senatore doveva possedere in città vaste proprietà fondiarie come dimostrerebbero i numerosi bolli laterizi iscritti rinvenuti nell’area.
249 Per gli Statilii in Lucania vd. CAMODECA 1982, pp. 155-156.
250 C. Bruttius Praesens sposò in prime nozze una donna Campana, ricordata anche da Plinio ma di cui non è
nota l’identità (Plin. epist. 7, 3, 1-2: “Tantane perseverantia tu modo in Lucania, modo in Campania? «Ipse enim, inquis, Lucanus, uxor Campana»”).
251 Uno stemma dei Bruttii è in CAMODECA 1982, p. 153.
252 CAMODECA 1982, pp. 150-151. Il monetalis C. Numonius Vaala si identifica con il Vala amico del poeta
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All’età giulio-claudia si ascrivono un anonimo senatore di Paestum onorato dalla moglie in un’iscrizione pervenutaci molto frammentaria253, e Cn. Acerronius Proculus da Potentia la cui origine è facilmente stabilita sulla base della rarità del gentilizio. Come altre famiglie senatorie, anche gli Acerronii si distinguono per la promozione di interventi evergetici nelle città d’origine: il grande portico nell’antico santuario federale lucano di Mefitis Utiana a Rossano del Vaglio andrebbe infatti attribuito ad un membro della famiglia, forse proprio
Cn. Acerronius Proculus, console ordinario del 37 d.C., ma tale attribuzione resta nel campo
delle ipotesi254.
Importanti atti evergetici sono attribuiti, a Paestum, alla moglie del senatore C. Cocceius
Flaccus, questore nel 44 a.C.255, Mineia, donna ricca e influente, di estrazione equestre, la quale fece costruire a proprie spese, sullo scorcio degli ultimi anni del I secolo a.C., la basilica della città e si fece promotrice di un grandioso programma scultoreo atto ad adornare le nicchie della basilica. Tra le statue che rappresentavano membri della famiglia, spiccava anche quella del defunto marito256.
Di Paestum sarebbe anche il senatore L. Digitius Bassus, il cui gentilizio attestato di fatto solo in questa città è ancora in iscrizioni di IV secolo.
Sempre in età giulio claudia, la constatazione della rarità del gentilizio, assente nel resto d’Italia e attestato particolarmente a Locri, ma anche a Vibo e Regium, permette di attribuire a questa città il console suffetto del 47 L. Vagellius.
Per il I secolo d.C. un “nuovo senatore” da Grumentum è stato riconosciuto in L.
Saturius, di cui è nota la monumentale iscrizione sepolcrale postagli dalla figlia257.
In età flavia appare il primo esponente di rango senatorio della famiglia dei già menzionati Bruttii di Volceii, e ancora a Volceii, in età antonina, emerge la gens senatoria dei
M. Insteii di cui si perdono precocemente le tracce dopo la scomparsa del console del 162 M. Insteius Bithynicus il cui ricordo permane nella sua iscrizione funeraria (CIL X, 522).
253 AE 2013, 195: [C(aio?) Cocceio - f(ilio)] C(ai) n(epoti) / [Fla]c ̣[co, quaesto]ri lecto / ab / dìv[o Caesa]re,
legato / M(ani) Otạ[cili Crass]ị in Bìthyniá / pro p̣[r(aetore), agros / de Ap]amea dìvìsit. / Mìn[eia M(arci) f(ilia)] uxor.
254 Altri interventi evergetici promossi da senatori lucani si ravvisano ad esempio nella costruzione delle mura
cittadine di Cosilinum da parte di M. Minatius Sabinus o di un emiciclo nella zona monumentale della città di Copia da parte di L. Venuleius Brocchus, di probabile estrazione senatoria (CAMODECA 1982, p. 115 e p. 149).
255 Sui Cocceii di Paestum vd.CAMODECA 2014, p. 270.
256 La donna fu anche commemorata con un’emissione monetale di semissi in bronzo a suo nome che raffigura
la basilica e sul rovescio la Bona Mens (Pera 1995, pp. 118-119).
257 AE 1998, 386. Sulle novità epigrafiche senatorie che aggiornano il catalogo “camodechiano” del 1982, vd.
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Una nuova iscrizione da Velia restituisce il nome del senatore Q. Voconius Saxa Fidus, console suffetto nel 146 d.C. e proconsole d’Africa nel 161/162 d.C.258
Dal I al III secolo d.C. sono attestati esponenti della famiglia senatoria dei Luxilii, la cui origine da Atina è indubbia come si può dedurre dal gentilizio, raro altrove, e dalla menzione della tribù.
Nel tardo III secolo si collocano i Fabii di Petelia, di cui si ricorda Fabia Fuscinilla, moglie del proconsole d’Asia Clodius Celsinus, celebrata in un carmen onorario (CIL VI, 31711)259.
258 CAMODECA 2014, pp. 270-271.
259 Per un quadro generale delle gentes ascrivibili alla regio III, vd. l’insostituibile contributo di CAMODECA
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