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3. Presenza funeraria senatoria nella regio II Apulia et Calabria

3.2 Venusia

Riferimento Dedicatario Dedicante Cursus Supporto Ritrovamento Conservazione Datazione

CIL IX, 432 [---]eppius [-- -] --- Pro praetor provinciae C[---] Lastra frammentaria Venosa (Potenza), murata in via Bellamore Venosa (Potenza), murata in via Bellamore 1- 30 d.C.

CIL IX, 658 Metilia

Torquata --- --- Sarcofago Atella (Potenza) Napoli, Museo Archeologico Nazionale (n. inv. 124325) Metà II d.C.

L’iscrizione funeraria di un membro della famiglia senatoria dei Seppii?

A Venusia un’iscrizione potenzialmente attribuibile ad una sepoltura senatoria è la lastra frammentaria menzionante un membro della famiglia senatoria dei Seppii (CIL IX, 432)221. La schedatura proposta in EDR ritiene l’iscrizione funeraria ma non vi è alcun elemento probante se non forse la considerevole misura delle lettere (8,5-12) che tuttavia si confarebbero anche ad una lastra onoraria. Si tratta infatti di un frammento per il quale non si conosce il luogo di rinvenimento e che è stato precocemente murato in via Bellamore, dove anche il Mommsen la vide.

G. Camodeca suggerisce come possibile integrazione alla riga 2 [S]eppius e per la carriera propone [legato Augusti p]ro pr(aetore) prov(inciae) C[---]. Tuttavia è possibile che il Seppius menzionato nell’iscrizione sia il dedicante e che la carriera appartenga ad un altro personaggio di cui non conosciamo l’identità222.

Il sarcofago di Metilia Torquata: CIL IX, 658

L’iscrizione CIL IX, 658223 è apparentemente insignificante in quanto presenta semplicemente la serie onomastica della defunta. Tuttavia essa è collocata nel contesto di un sarcofago figurato di notevole impatto artistico che giustifica dunque la sobrietà del messaggio epigrafico.

Si tratta del sarcofago di Metilia Torquata appartenente alla famiglia senatoria dei

Metilii, che, in località Albero di Piano, presso Atella, dove il sarcofago è stato rinvenuto,

221 CIL IX, 432: --- / pr]o pr(aetore) prov(inciae) C[---] / [S?]eppius [---]. I Seppii sono in auge nella città

nella prima metà del I secolo d.C. ma risultano presenti nell’ordine senatorio anche tra Traiano e Domiziano. Sulla classe dirigente a Venusia cfr. GRELLE –SILVESTRINI –VOLPE –GOFFREDO 2017, pp. 129-133.

222 SupplIt 20, 2003, pp. 57-58. 223 CIL IX, 658: Metilia Torquata.

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doveva possedere una villa e delle proprietà come dimostrerebbero anche i resti archeologici di una struttura abitativa.

La defunta Metilia Torquata, da collocarsi in età antonina, andrebbe inserita, secondo M. Torelli e F. Grelle, nel complesso albero genealogico della famiglia dell’ateniese Erode Attico il quale ricevette dall’imperatore Antonino Pio l’incarico di organizzare la deduzione di una colonia a Canosa. Al di là dei rapporti di Erode Attico con Antonino Pio, la scelta di far dedurre ad un ateniese una colonia in Apulia si motiverebbe anche con probabili legami di amicizia e patronato tra la famiglia del sofista e la città di Canosa. Si può facilmente desumere che il padre di Erode Attico, Tiberio Claudio Attico, avesse investito una parte del proprio patrimonio, come da disposizioni traianee, in Italia e in particolare nel territorio canosino instaurando così un vincolo economico e affettivo con la città. Non trascurabili sono inoltre i rapporti intrattenuti da Erode Attico con la famiglia senatoria canosina degli

Annii: la gens aveva raggiunto il rango senatorio grazie al matrimonio di Annia Rufina con il

senatore transpadano P. Cassius Dexter nella cui serie onomastica compare anche il gentilizio Metilius a indiziare un legame con i Metilii. Ma ai Metilii, Erode Attico è legato a doppio filo anche tramite l’unione matrimoniale con Appia Annia Atilia Regilla Caucidia

Tertulla, nipote per linea materna di M. Atilius Metilius Bradua, console ordinario nel 108.

Ad Atella, non lontano da Canosa, i Metilii possedevano una villa nella cui area è stato rinvenuto il sarcofago di Metilia Torquata. Potrebbero essere stati proprio i Metilii, in virtù dei legami con Erode Attico, a sollecitare l’attenzione e l’evergetismo del senatore ateniese per Canosa che in quegli anni viveva una condizione di decadenza224.

La fronte del sarcofago attico in marmo, di notevoli dimensioni (104 x 255 x 112 cm), è decorata interamente con la scena del ritrovamento da parte di Ulisse di Achille, travestito con abiti femminili, tra le figlie di Licomede, a Sciro. Ulisse espone molti doni portati alle principesse

224 TORELLI 1969, p, 12, nt. 9; TORELLI 1991, pp. 23-24; GRELLE 1993, pp. 131-133. Sull’iscrizione e più in

generale sull’impiego del sarcofago nella monumentalità funeraria delle élites di proprietari terrieri in Apulia e Lucania, vd. il contributo di GUALTIERI 1998, pp. 99-101. Sulla fondazione della di Canosa e il ruolo di Erode Attico nella colonia cfr. GRELLE 1993, pp. 121-136 e SIRAGO 1993, pp. 236-240.

Figura 19: Sarcofago di Metilia Torquata (CIL IX 658).

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e tra questi vi nasconde delle armi al fine di smascherare Achille che prontamente afferra le stesse e si vede dunque costretto a partire per l’assedio di Troia, malgrado i tentativi di Deidamia di trattenerlo. Appena sotto la cornice superiore che orna il bordo della cassa marmorea si legge l’iscrizione, cui non è riservata una porzione aniconica: il nome della defunta si trova infatti inciso nei pochi spazi lasciati liberi dal ricco bassorilievo risultando discontinuo nella scrittura. Sul lato destro del sarcofago, Achille seduto tra le figlie di Licomede suona la cetra. Sul fianco sinistro è raffigurato il Centauro Chirone che insegna al giovane Achille a suonare lo strumento225. Si tratta di una scena quasi tutta al femminile, che ben si adatta a decorare il sarcofago di una defunta; inoltre, il protagonista del mito rappresentato è un eroe: la scelta iconografica rifletterebbe forse anche il desiderio di eroizzazione226.

225 Per l’iconografia del sarcofago vd. CANTILENA LA ROCCA PANNUTI SCATOZZA, pp. 152-153, nr. 276. 226 KOORTBOJIAN 1995, p. 128: “Even in the Greek world the term “hero” had become devalued and often

served as the general designation for all valiant protagonists of myth, as well as all those whose exploits were recorded in the epics of Homer and the other ancient poets. And as the breadth of subjects on the mythological sarcophagi reveals, in the age of the Romans all mythic allusion had come to serve as a form of heroization”.

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