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Prima di confrontarsi tuttavia con i problemi evidenziati occorre

Problemi di rappresentanza e tutela collettiva dei lavoratori che utilizzano le tecnologie digital

3. Prima di confrontarsi tuttavia con i problemi evidenziati occorre

verificare se risulta credibile immaginare uno sviluppo di iniziative di autotutela collettiva nell’ambito analizzato.

A parere di chi scrive l’evoluzione tecnologica con cui ci si con- fronta, finanziata dal capitale privato e pubblico, in una fase storica dominata dall’ideologia neo-liberale e nello scenario della competi- zione economica globale, difficilmente può sfuggire ad un utilizzo funzionale agli interessi – e quindi al rafforzamento della posizione – di chi l’ha introdotta e la sta già massivamente impiegando. Ciò apparendo per la verità inferenza del tutto elementare: che non si vede come possa sfuggire – anche se proprio questo in alcuni casi sta avvenendo – al dibattito.

Tale solo aspetto rende del tutto plausibile immaginare che biso- gni ed esigenze di protezione dei lavoratori continuino a manife- starsi: divenendo anzi probabilmente più difficili da accogliere e sod- disfare sotto molteplici profili.

Senza inoltre dimenticare quanto si diceva sulla possibile perma- nenza del ‘vetusto’, accanto ed anzi in stretto accordo con il ‘nuovis- simo’, nelle forme di organizzazione del lavoro come nei sistemi e- conomici.

D’altra parte le tecnologie digitali, una volta applicate, paiono in grado di introdurre un ulteriore squilibrio di poteri, accanto a quelli antichi e ben noti, connesso alla conoscenza.

Ciò viene comunemente rilevato per ‘Industria 4.0’. Mentre i la- voratori che operano con le piattaforme trovano di fronte a sé un contesto totalmente opaco; governato nel contempo da processi ap- parentemente non riconducibili ad alcuno e quindi incondizionabili ed immodificabili. Al cui centro si colloca, quale imprescindibile e- lemento di governo dell’organizzazione connessa alla piattaforma,

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l’algoritmo matematico: strumento e simbolo della necessità delle decisioni.

Non a caso si teorizza e scrive che i lavoratori, beninteso su certi presupposti, sarebbero dipendenti della piattaforma ovvero addirit- tura dell’algoritmo. Non cioè di una persona o di un’impresa ma di una infrastruttura tecnologica o di un sistema di calcolo (come dire che si è rispettivamente dipendenti di una autostrada o linea ferro- viaria nonché di un’addizione o moltiplicazione...).

Squarciando tuttavia il ‘velo magico’ che può confondere i lavora- tori (nonché alcuni analisti) è possibile descrivere l’algoritmo come modalità occulta di esercizio dei poteri dell’imprenditore: il quale in tal caso avviene secondo un meccanismo e quindi nel pieno, anzi ferreo, rispetto di uno standard pre-configurato. In tale ottica, per inciso, giungendosi a modalità di gestione dei poteri del tutto uni- formi: tali da non avere eguali in qualunque differente modello di organizzazione del lavoro, fordismo-taylorismo compreso. Perché l’algoritmo non prevede né consente considerazioni od eccezioni ad personam; ed anche se ‘riprogrammato’ alla bisogna concerne sem- pre e solo classi di situazioni: mai vicende individuali.

Al di là comunque di tali rilievi, è un fatto che si stia già assisten- do a creazioni di organizzazioni e sviluppi di iniziative di autotutela: le quali per un verso richiamano esperienze ben note alla storia dei movimenti sindacali; per altro invece propongono novità.

Sotto il primo aspetto va allora evidenziato il sorgere di organiz- zazioni assimilate negli approfondimenti a sindacati di base, come ad esempio IWGB (Independent Workers Union of Great Britain): cui per inciso si deve l’organizzazione delle proteste degli autisti di Uber. Inoltre di associazioni ora ritenute più vicine a sindacati di mestiere, normalmente in connessione a prestatori con professio- nalità più elevata: tra cui ad esempio IWA (International Web Asso- ciation) e l’italiana ACTA (Associazione Consulenti Terziario Avan- zato). Ancora di forme organizzative impegnate a realizzare azioni di autotutela come di mutuo sostegno, anche per ciò che concerne le prestazioni previdenziali, come ad esempio SMart (Societé Mutuelle pour artistes): ciò consentendo di richiamare le esperienze delle so- cietà di mutuo soccorso in Italia come in Francia.

A queste diverse organizzazioni si devono d’altra parte proclama- zioni di scioperi nonché azioni di sostegno del contenzioso giudi- ziale individuale: come si diceva per gli autisti di Uber.

Costituisce invece una novità assoluta, strettamente connessa alle modalità di prestare l’opera, l’iniziativa assunta dai prestatori ope- ranti nella ‘piattaforma’ Amazon Mechanical Turk, volta a realizzare una sorta di ‘contro-piattaforma’, denominata Turkopticon, attraver- so la quale vengono formulati giudizi sull’operato dei committenti e clienti. Con processo simmetrico e contrario cioè rispetto a quanto normalmente avviene per quel che concerne i prestatori, il cui im- piego, la cui remunerazione e la cui la prosecuzione stessa dell’atti- vità risultano appunto condizionate dai giudizi dei clienti della piat- taforma: così formandosi la cosiddetta ‘reputazione’ professionale del lavoratore.

Le organizzazioni sindacali storiche invece per ora non hanno mostrato particolare attenzione a tali esigenze. Si segnalano, tra le esperienze più note, la costituzione realizzata in Germania, da parte del sindacato dell’industria IG Metal, di una piattaforma simile a Turkopticon, denominata Fair CrowdWork; da parte invece del sinda- cato dei servizi Ver.di., di altra piattaforma, denominata Jovoto, con carattere e funzione più tradizionale, di proselitismo ed organizza- zione sindacale. In Svezia è stato d’altra parte sottoscritto un con- tratto collettivo tra il sindacato dei trasporti Svenska Transportarbe- tareförbundet e l’impresa Bzzt, la quale fornisce, sul modello di U- ber, servizi di trasporto. Mentre in Austria è stato introdotto un Be- triebsrat, organismo di rappresentanza in azienda, dei corrieri di Foodora, grazie al supporto del sindacato dei trasporti Vida.

In Italia invece l’esperienza più innovativa si deve alla UIL, che ha costituito la piattaforma denominata Networker: la quale eroga tuttavia soprattutto (o solamente) servizi, se si è ben compreso.