2 IL CONTESTO DI RIFERIMENTO E POTENZIALI RELAZIONI CON IL PUMS
2.1 PRINCIPALI DATI AMBIENTALI E TERRITORIALI
2.1.1 Principali caratteri fisici del territorio
Santarcangelo di Romagna è una città di origine medievale, in Provincia di Rimini, al confine con la provincia di Forlì-Cesena, situata a poca distanza dal mare, dalle montagne dell’Appennino e da città come Ravenna, Bologna e Urbino, nonché San Marino. Santarcangelo fa parte dell’Unione di Comuni Valmarecchia, che include 10 Comuni (Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, Poggio Torriana, San Leo, Sant’Agata Feltria, Santarcangelo, Talamello, e Verucchio).
La città di Santarcangelo si trova a 42 m s.l.m., si sviluppa attorno al colle Giove (alto circa 90 metri s.l.m.) e a ridosso delle prime colline dell'Appennino tosco-romagnolo. È bagnata da due corsi d’acqua, i fiumi Uso e Marecchia, e dista una decina di km dal Mar Adriatico, localizzato ad Est del Comune.
Situata a soli 4 km dal casello autostradale dell’A14 Rimini Nord e 8 km dalla SP136 (che collega alla SS16 Adriatica, che costeggia la linea di costa, alla Valmarecchia), Santarcangelo è situata lungo le antiche vie di comunicazione dell’Emilia (SS9) e dell’Aretina. È inoltre ben collegata agli aeroporti di Rimini e Forlì, che distano solo 30 minuti, e un’ora da quello di Bologna.
La stazione ferroviaria di Santarcangelo di Romagna si trova sulla linea ferroviaria che collega Rimini e Bologna, ed è servita da treni regionali. Santarcangelo è servita dal trasporto pubblico delle Autolinee di START Romagna e TPER, regolate da A.M.R. Agenzia Mobilità Romagna.
Il clima
La Provincia di Rimini, non particolarmente estesa, occupa la fascia costiera più meridionale della Romagna, con un entroterra costituito da un settore pianeggiante nella zona nord esteso anche diversi chilometri, in progressiva riduzione procedendo verso sud fino a scomparire nelle zone di Riccione e Cattolica e una fascia collinare e montuosa appenninica.
Il clima è tra quello temperato sublitoraneo per la vicinanza al mare e quello temperato sub continentale per la vicinanza con la Pianura Padana. Il vento tipico è il Garbino o Libeccio che discende dai monti e porta le temperature a picchi di 38 o 40 gradi con tassi di umidità molto bassi. La piovosità annua è di circa 754 mm distribuita nel corso dell’anno, anche se l’inverno resta la stagione più asciutta.
Le condizioni meteorologiche interagiscono in vari modi con i processi di formazione, dispersione, trasporto e deposizione degli inquinanti ed alcuni indicatori meteorologici possono essere posti in relazione con tali processi. In particolare:
• La temperatura dell’aria: ad elevate temperature sono, in genere, associati elevati valori di ozono, mentre basse temperature, durante il periodo invernale, sono spesso correlate a condizioni di
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• Le precipitazioni e la nebbia influenzano la deposizione e la rimozione umida di inquinanti. L’assenza di precipitazioni e di nubi riduce la capacità dell’atmosfera di rimuovere, attraverso i processi di deposizione umida e di dilavamento, gli inquinanti, in particolare le particelle fini (PM10, PM2,5).
• L’intensità del vento influenza il trasporto e la diffusione degli inquinanti; elevate velocità del vento tendono a favorire la dispersione degli inquinanti immessi vicino alla superficie.
• La direzione del vento influenza in modo diretto la dispersione degli inquinanti.
Come si evidenzia dall’analisi dei dati comunali dell’Atlante climatico dell’Emilia-Romagna (1961-2015) (ARPA 2017) (vedi tabella seguente), i trend che ricomprendono i dati precedenti sono significativamente negativi, soprattutto per l’area di conoide che dipenderà sempre di più dagli apporti di monte dal momento che il bacino del Marecchia-Ausa presenta un regime idrologico marcatamente torrentizio, con deflussi naturali strettamente influenzati dal regime pluviometrico: in estate molto modesti o anche nulli mentre con le piogge autunnali o primaverili (anche accompagnate dal disgelo) sono possibili piene importanti.
Comuni interessati
Tabella 1 Temperature, precipitazioni e rispettive variazioni riferite ai comuni di conoide. Fonte Atlante climatico dell’Emilia-Romagna – 1961-2015 – RER, edizione 2017,
https://www.arpae.it/it/temi-ambientali/clima/rapporti-e-documenti/atlante-climatico/atlante-climatico-1961-2015
Le carte relative al Bilancio idroclimatico annuo ed estivo (giugno, luglio e agosto) che consiste nella differenza tra evapotraspirazione (etp) e precipitazioni, per il trentennio di riferimento 1961-1990 e per il periodo 1991-2015, evidenziano in modo significativo, i valori negativi delle differenze soprattutto in periodo estivo sottolineando la necessità di limitare il fenomeno di evapotraspirazione attraverso forme importanti di copertura vegetazionale.
Nella figura sottostante sono illustrate le temperature medie dell’Emilia-Romagna nel venticinquennio 1991-2015. La media complessiva risulta pari a 12,8 °C (+1,1 °C rispetto al riferimento 1961-1990).
Pagina 17 di 82 Figura 2 Temperature media dell’Emilia-Romagna nel venticinquennio 1991-2015. Elaborazione Atlante climatico
dell’Emilia-Romagna – 1961-2015 – RER, edizione 2017
Nel Comune sono presenti due stazioni pluviometriche Santarcangelo di Romagna Tele ER2424 e ER4795. La media annua delle temperature minime nel periodo 1991-2015 è di 9-10°C, la temperatura media annua è tra i 13-14°C, la media annua delle temperature massime è tra i 18-19°C, il totale annuo delle precipitazioni medie nello stesso periodo è di 800-900mm, l’ETP annua è di 950-1000mm, e il bilancio idroclimatico (BIC) è di -200 - -100 mm.
La classificazione climatica dei comuni italiani è stata introdotta per regolamentare il funzionamento ed il periodo di esercizio degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia. La zona climatica per il territorio di Santarcangelo di Romagna, assegnata con DPR n. 412 del 26/08/1993 e successivi aggiornamenti fino al 31/10/2009, è la “E”, secondo cui il periodo di accensione degli impianti termici va dal 15 ottobre al 15 aprile (14 ore giornaliere), salvo ampliamenti disposti dal Sindaco.
Risorse idriche
La costa Adriatica della regione Emilia-Romagna è una delle più importanti aree turistiche italiane; il significativo aumento della popolazione durante il periodo estivo comporta un forte incremento dell’utilizzo della risorsa idrica. I cambiamenti climatici accentuatisi durante l’ultima decade hanno prodotto estati sempre più calde e siccitose, comportando problemi di approvvigionamento idrico dovuto soprattutto alla scarsità di risorse superficiali.
Santarcangelo è considerata il Portale della Valle del Marecchia. Tra i corsi idrici più importanti, il fiume Uso attraversa da Sud a Nord la città di Santarcangelo. L’alveo, da monte di Santarcangelo di Romagna, è spesso arginato, con difese che proteggono le zone depresse o le zone golenali circostanti, prevalentemente interessate da aree agricole, in qualche caso da edifici isolati o da altri usi, da inondazioni per piene di frequenza decennale-trentennale. La pendenza media è dello 0,28% e risulta abbastanza omogenea sul tratto, anche se leggermente più alta verso monte.
Pagina 18 di 82 Il fiume Marecchia con il Lago Santarini ed il Lago Azzurro sono invece situati a Sud-Est del Capoluogo, e sono un’area protetta di tipo SIC-ZSC (vedi capitolo 2.2.2). Il fiume Marecchia e il fiume Uso, entrambi tributari diretti del Mar Adriatico, sono protagonisti di due sottobacini appartenenti alla sub unità denominata
"Marecchia-Conca" dell’omonima Autorità di Bacino, del Distretto idrografico dell’Appennino Settentrionale secondo le norme europee e italiane più attuali (Dir 2000/60/CE e D. Lgs 152/06). La conoide del Marecchia ha una profondità che raggiunge anche i 300 m con una capacità di almeno 100 milioni di m3 di acqua di cui circa 1/3 normalmente utilizzata per usi plurimi.
La Conoide Alluvionale Maggiore della Valmarecchia si sviluppa principalmente in direzione N-NE con orientamento anti-appenninico, al margine della Pianura Padana. Pertanto, la Valmarecchia risente del clima continentale della Pianura Padana e solo marginalmente dell’effetto dell’azione mitigatrice svolta dal Mare Adriatico. La pluviometria dell’area romagnolo-marchigiana risente fortemente delle caratteristiche orografiche, di orientamento della valle e della distanza dal mare.
Figura 3 Tutela del patrimonio paesaggistico – Tavola B (1/3) del PTCP di Rimini
Le due figure seguenti sono le Tavole 1 e 2 riguardanti il Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico (PAI) – Progetto di Variante 2016 per il Comune di Santarcangelo.
Pagina 19 di 82 Figura 4 Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico (PAI), Comune di Santarcangelo di Romagna, Variante
2016
Figura 5 Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico (PAI), Comune di Santarcangelo di Romagna, Variante (2) 2016
Pagina 20 di 82 Le tavole che seguono rappresentano le due varianti del piano di bonifica del Progetto Variante del PAI 2016.
Figura 6 Bonifica, PAI variante 2016
Figura 7 Bonifica, PAI variante (2) 2016
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