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2 IL CONTESTO DI RIFERIMENTO E POTENZIALI RELAZIONI CON IL PUMS

2.1 PRINCIPALI DATI AMBIENTALI E TERRITORIALI

2.1.4 Qualità dell’ambiente: l’inquinamento

Qualità dell’aria

Nel 2005, la Regione Emilia-Romagna ha attuato una prima modifica della struttura della Rete Regionale di monitoraggio della Qualità dell’Aria (RRQA). Successivamente, a seguito della zonizzazione regionale (operativa dal 2013) e per rendere la rete conforme ai requisiti delle nuove norme nazionali e regionali (D.

Lgs 155/2010 e DGR 2001/2011), è stata necessaria una seconda revisione. La zonizzazione del territorio regionale ha comportato un nuovo assetto della RRQA e una ridefinizione della rete regionale in termini di numero di stazioni, della loro collocazione sul territorio e dotazione strumentale. Attualmente la rete è composta da 47 stazioni di monitoraggio distribuite sul territorio.

La strumentazione installata è gestita secondo quanto previsto dal DM 30 marzo 2017, e i dati acquisiti sono sottoposti a procedure di validazione giornaliera, mensile e semestrale in conformità a quanto stabilito dal Sistema Gestione Qualità di Arpae. I punti di campionamento sono finalizzati alla verifica del rispetto dei limiti:

• per la protezione della salute umana (stazioni di Traffico Urbano, Fondo Urbano, Fondo Sub Urbano);

• per la protezione degli ecosistemi e/o della vegetazione (Fondo rurale).

L'adeguatezza della copertura territoriale della rete regionale della Provincia di Rimini è stata nuovamente considerata in occasione dell’annessione dei sette comuni dell'Alta Valmarecchia. Ad oggi, la zonizzazione effettuata dalla Regione Emilia-Romagna colloca 15 Comuni della Provincia di Rimini nella zona “Appennino”

(IT 08101) e 11 Comuni nella zona “Pianura Est” (IT 08103), di cui fa parte il Comune di Santarcangelo.

Anche per quanto riguarda la rete regionale della Provincia di Forlì-Cesena, il territorio risulta suddiviso in due aree denominate “Appennino” (IT 08101) e “Pianura Est” (IT 08103), di cui fa parte Savignano sul Rubicone, prossimo al Comune di Santarcangelo.

Il Comune di Santarcangelo di Romagna non è dotato di alcuna stazione di monitoraggio, ma sono tre quelle più prossime:

o Stazione A di Savignano sul Rubicone, di Fondo suburbano o Stazione B di Rimini Parco Marecchia, di Fondo urbano o Stazione C di Verucchio, di Fondo suburbano

Le tre stazioni sono rappresentate nella figura seguente.

Pagina 34 di 82 Figura 19 Le tre stazioni di riferimento

Di seguito si fa riferimento ai dati monitorati dalle tre stazioni riportati nel Rapporto sulla Qualità dell’Aria della Provincia di Rimini del 2019 e nel Rapporto sulla Qualità dell’Aria della Provincia di Forlì-Cesena del 2019. Si farà riferimento ai dati di PM10, PM2.5, O3 e NO2 per le stazioni di Savignano sul Rubicone e Rimini Marecchia e ai dati di PM10, O3 e NO2 per la stazione di Verucchio (nella quale il PM2.5 non è monitorato).

Il particolato PM10 è l’inquinante atmosferico che provoca i maggiori danni alla salute umana in Europa, penetrando in profondità nel sistema respiratorio. Queste particelle sono costituite principalmente da solfati, nitrati, ammonio, e da una frazione carboniosa (nerofumo) dovuta specialmente alla combustione, nonché da metalli pesanti. In generale, il materiale particolato è caratterizzato da lunghi tempi di permanenza in atmosfera e può, quindi, essere trasportato anche a grande distanza dal punto di emissione.

Il PM10 può avere sia un’origine naturale (erosione dei venti sulle rocce, eruzioni vulcaniche, auto combustione di boschi e foreste), sia antropica (combustioni e altro). Tra le sorgenti antropiche un importante ruolo è rappresentato dal traffico veicolare. Di seguito sono riportati i dati rilevati per le concentrazioni di PM10 tra il 2015 e il 2019 per le tre stazioni.

PM10 [μg/m3] 2015 2016 2017 2018 2019

Media 21 19 22 16 19

Massimo 80 75 153 57 60

N. sup. 50 μg/m3 14 8 14 6 10

Rendimento % 98 96 99 98 98

Tabella 12 I dati di PM10 rilevati dalla stazione di monitoraggio di Verucchio, 2015-2019

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PM10 [μg/m3] 2015 2016 2017 2018 2019

Media 31 27 29 23 29

Massimo 131 117 140 74 88

N. sup. 50 μg/m3 45 31 42 19 41

Rendimento % 97 98 96 93 95

Tabella 13 I dati di PM10 rilevati dalla stazione di monitoraggio di Rimini Parco Marecchia, 2015-2019

PM10 [μg/m3] 2015 2016 2017 2018 2019

Media 30 25 27 25 25

Massimo 105 113 140 82 86

N. sup. 50 μg/m3 - 33 42 28 33

Rendimento % 99 99 98 99 97

Tabella 14 I dati di PM10 rilevati dalla stazione di monitoraggio di Savignano sul Rubicone, 2015-2019

La stagione invernale è quella più critica. Come si può notare nei grafici sottostanti relativi all’ultimo anno disponibile e alle due stazioni di Verucchio e Rimini Marecchia, le medie mensili aumentano durante il periodo invernale in tutte le tre stazioni.

Figura 20 Concentrazioni giornaliere di PM10 nel 2019, stazione di monitoraggio di Verucchio

Pagina 36 di 82 Figura 21 Concentrazioni giornaliere di PM10 nel 2019, stazione di monitoraggio di Rimini Parco Marecchia

Dai dati e dai grafici riportati si evince che, per questo inquinante, il rispetto del limite previsto dalla norma per il “Valore medio annuale (40 μg/m3)” non sembra rivestire aspetti di criticità in tutte le stazioni, già dal 2015.

Altrettanto non si può dire per il rispetto del limite previsto per il numero di superamenti di 50 μg/m3 del

“Valore medio giornaliero”, che rappresenta una significativa criticità sia per la stazione di Rimini Marecchia sia per la stazione di Savignano sul Rubicone, sebbene in quest’ultima i valori sono di poco inferiori al limite.

Il particolato fine (PM2.5), cioè quello con un diametro minore di 2,5 micron, è composto da particelle solide e liquide così piccole da penetrare no soltanto in profondità nei nostri polmoni, ma anche di entrare nel nostro flusso sanguigno, proprio come l’ossigeno. Di seguito sono riportati i valori monitorati nelle due stazioni di Savignano sul Rubicone e Rimini Marecchia (la stazione di Verucchio, come detto, non è deputata al monitoraggio del PM2.5.

PM2.5 [μg/m3] 2015 2016 2017 2018 2019

Media 23 18 18 19 16

Massimo 1115 106 122 71 62

Rendimento % 96 95 96 89 95

Tabella 15 I dati di PM10 rilevati dalla stazione di monitoraggio di Rimini Parco Marecchia, 2015-2019

PM2.5 [μg/m3] 2015 2016 2017 2018 2019

Media 20 16 19 17 16

Massimo 87 94 122 70 61

Rendimento % 96 95 85 90 96

Tabella 16 I dati di PM10 rilevati dalla stazione di monitoraggio di Savignano sul Rubicone, 2015-2019

Pagina 37 di 82 Come per il PM10, anche per il PM2.5 ovviamente la stagione invernale è quella più critica, come si può notare nel grafico sottostante relativo all’ultimo anno disponibile per la stazioni di Rimini Marecchia.

Figura 22 Concentrazioni giornaliere di PM2.5 nel 2019, stazione di monitoraggio di Rimini Parco Marecchia

I valori registrati per il PM2.5 nel corso dell’anno confermano il sostanziale rispetto del limite normativo previsto (concentrazione media annuale 25 μg/m3) in entrambe le stazioni.

Mentre negli strati alti dell’atmosfera terrestre (stratosfera) aiuta a proteggere la vita sulla terra, creando uno scudo protettivo che filtra i raggi ultravioletti del sole, negli strati bassi dell’atmosfera (troposfera), alte concentrazioni di ozono provocano disturbi irritativi all’apparato respiratorio e danni alla vegetazione.

Durante i mesi estivi, l’immissione di inquinanti primari prodotti da attività umane (traffico, processi di combustione, evaporazione di carburanti, ecc.) favorisce la produzione di un eccesso di ozono, rispetto alle quantità altrimenti presenti in natura. La natura secondaria dell’ozono è strettamente legata ai livelli di insolazione dei mesi estivi e inversamente proporzionale, almeno nelle città, alle concentrazioni di ossidi di azoto. Di seguito sono riportati i valori monitorati nelle tre stazioni.

O3 [μg/m3] 2015 2016 2017 2018 2019

Media 58 55 63 57 58

Massimo 209 174 187 171 185

Rendimento % 94 92 95 96 100

Tabella 17 I dati di O3 rilevati dalla stazione di monitoraggio di Verucchio, 2015-2019

O3 [μg/m3] 2015 2016 2017 2018 2019

Media 51 46 53 51 50

Massimo 194 169 201 174 188

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Rendimento % 94 95 95 97 100

Tabella 18 I dati di O3 rilevati dalla stazione di monitoraggio di Rimini Parco Marecchia, 2015-2019

O3 [μg/m3] 2015 2016 2017 2018 2019

Media 49 45 51 54 44

Massimo 186 184 202 196 175

Rendimento % 92 96 98 96 97

Tabella 19 I dati di O3 rilevati dalla stazione di monitoraggio di Savignano sul Rubicone, 2015-2019

Nel 2019 si sono registrate giornate particolarmente critiche per l’ozono (a Savignano sul Rubicone meno rispetto a quelle registrate per il 2018), con superamenti della soglia del valore obiettivo di 120 µg/m³, e della soglia di informazione della popolazione. Non ci sono stati superamenti della soglia di allarme (240 µg/m³).

I grafici seguenti mostrano l’andamento, nel corso del 2019, di due parametri significativi per l’O3: la concentrazione oraria massima giornaliera, e la concentrazione massima giornaliera della media di 8 ore.

Figura 23 Concentrazioni massime giornaliere di ozono, stazione di monitoraggio di Verucchio, 2019

Figura 24 Massimi giornalieri della media di 8 ore di ozono, stazione di monitoraggio di Verucchio, 2019

Pagina 39 di 82 Figura 25 Concentrazioni massime giornaliere di ozono, stazione di monitoraggio di Parco Marecchia Rimini, 2019

Figura 26 Massimi giornalieri della media di 8 ore di ozono, stazione di monitoraggio di Parco Marecchia Rimini, 2019

Figura 27 Concentrazioni massime giornaliere di ozono, stazione di monitoraggio di Savignano sul Rubicone, 2019

Pagina 40 di 82 Figura 28 Massimi giornalieri della media di 8 ore di ozono, stazione di monitoraggio di Savignano sul Rubicone, 2019

I valori medi del 2019 sono comunque allineati a quelli dell’anno precedente evidenziando una residua criticità per l’ozono, che non va diminuendo con il tempo e che quindi continua a rappresentare, nel periodo estivo, una significativa criticità per il territorio e, in generale, per tutto il bacino padano.

Con il termine NOx viene indicato genericamente l’insieme dei due più importanti ossidi di azoto a livello di inquinamento atmosferico, ossia: l’ossido di azoto (NO) e il biossido di azoto (NO2). L’ossido di azoto (NO) si forma principalmente per reazione dell’azoto contenuto nell’aria (circa 70%) con l’ossigeno atmosferico in processi che avvengono a elevata temperatura e si converte spontaneamente in NO2 reagendo con l’ossigeno dell’aria. Le principali sorgenti di NOx sono i gas di scarico dei veicoli a motore, gli impianti di riscaldamento e alcuni processi industriali. Tale inquinante contribuisce alla formazione dello smog fotochimico, delle piogge acide ed è tra i precursori di alcune frazioni significative del PM10.

Di seguito vengono riportati i dati di concentrazione di NO2 tra il 2015-2019 rilevati dalle tre stazioni.

NO2 [μg/m3] 2015 2016 2017 2018 2019

Media 10 10 11 9 13

Massimo 57 55 63 71 136

Rendimento % 93 80 95 97 100

Tabella 20 I dati di NO2 rilevati dalla stazione di monitoraggio di Verucchio, 2015-2019

NO2 [μg/m3] 2015 2016 2017 2018 2019

Media 24 23 24 19 21

Massimo 110 108 121 107 146

Rendimento % 94 95 95 94 98

Tabella 21 I dati di NO2 rilevati dalla stazione di monitoraggio di Rimini Marecchia, 2015-2019

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NO2 [μg/m3] 2015 2016 2017 2018 2019

Media 26 24 18 20 22

Massimo 91 111 97 89 106

Rendimento % 88 94 94 98 100

Tabella 22 I dati di NO2 rilevati dalla stazione di monitoraggio di Savignano sul Rubicone, 2015-2019

Nel 2019 le concentrazioni di biossido di azoto risultano superiori a quelle degli ultimi due anni in tutte e tre le stazioni, sia come media annuale, sia come massimo orario, invertendo così un timido trend in diminuzione che sembrava in via di consolidamento (soprattutto nelle medie annuali).

Tuttavia, relativamente ai superamenti dei limiti normativi (concentrazione media annuale 40 μg/m3, la concentrazione massima oraria 200 μg/m3 da non superarsi più di 18 volte in un anno e soglia di allarme concentrazione massima oraria 400 μg/m3) non si registrano superamenti da diversi anni.

Gli NO2 non rappresentano quindi una criticità nel territorio, sia con riferimento alle concentrazioni di breve periodo, sia per quelle di lungo periodo.

Classificazione acustica del territorio comunale

L’inquinamento da rumore negli ambienti di vita è divenuto per la prima volta oggetto di norme ambientali con il DPCM 1/3/1991 che ha fissato limiti di accettabilità validi sul territorio nazionale. Successivamente la Legge Quadro sull’inquinamento acustico n. 447/95 ha ripreso i principi contenuti nel DPCM 1/3/1991, affidando ai Comuni un ruolo centrale nelle politiche di controllo del rumore: ad essi compete la suddivisione del territorio in “classi”, cui sono associati i valori limite per l’esterno, la redazione del piano di risanamento acustico e la valutazione preventiva d’ impatto acustico dei nuovi insediamenti.

La Legge Quadro introduce i concetti di valori di attenzione e valori di qualità. La classificazione acustica del territorio comunale di Santarcangelo è stata approvata con DCC n. 43 del 9/5/2012. La variante del piano di classificazione acustica comunale - variante cartografica è stata approvata con DCC n. 10 del 26/02/2021.

Zona Tipologia Colore Valori limite emissione

Valori limite immissione

Valori di qualità

diurno notturno diurno notturno diurno notturno I Aree particolarmente

Tabella 23 Caratterizzazione grafico-cromatica delle zone acustiche, i relativi valori limite di emissione, immissioni e di qualità definiti dal DPCM del 14/11/1997

Pagina 42 di 82 Figura 29 TAV. 1 Stato di fatto, classificazione acustica del territorio comunale – Variante Piano 2021

È presente, inoltre, un “Regolamento comunale per la protezione dall’esposizione al rumore degli ambienti abitativi e dell’ambiente esterno”, approvato con DCC n. 88 del 19/12/2017.

Qualità dell’ambiente del Marecchia

Ulteriori problematiche ambientali da tenere in considerazione sono quelle che riguardano la conoide del Marecchia. Al fine di comprendere al meglio OBIETTIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALE DI RIFERIMENTO nonché le misure specifiche definite per la conservazione del SIC IT4090002 “Torriana, Montebello, Fiume Marecchia”, nel Rapporto Ambientale verranno dapprima analizzate le criticità e le cause di minaccia di questo territorio. Queste possono riguardare le alterazioni del regime idrogeologico, l’inquinamento ed eutrofizzazione delle acque superficiali, l’invasione di specie vegetali e animali alloctone, danneggiamenti a habitat di interesse conservazionistico, il traffico veicolare, l’attività venatoria, ecc.

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