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4 IL CASO ROMA

4.2 LE PROBLEMATICHE E LE CRITICHE

L’investimento immenso, per il solo stadio di oltre 400 milioni di euro, è però stato osteggiato su diversi fronti da comitati, ambientalisti ed ultimamente addirittura dall’amministrazione comunale stessa, che dalla prima presentazione del progetto ad oggi ha nel frattempo mutato il colore politico.

“È indispensabile dare e avere chiarezza. Non so se sono la persona

più adatta a dare un giudizio su questa vicenda, ma dal primo giorno,

pur rinunciando a un cliente molto importante dello stadio Olimpico,

sono stato sempre a favore della realizzazione di uno stadio per la

Roma così come auspico che possa farlo anche la Lazio, perché il

futuro è quello. Su tutto il resto non è assolutamente un mio dovere

entrare nel merito, ma quello che mi sento di dire è che ritengo

indispensabile fare e avere chiarezza. Questo è un argomento che

conosco molto bene, vista la vicenda delle Olimpiadi...” 27

27 MALAGò, M. - “Malagò, su stadio Roma serve chiarezza”. Ansa.it. Roma. 2016.

http://www.ansa.it/lazio/notizie/2016/11/11/malago-su-stadio-roma-serve-chiarezza_d1e58130- 90b4-4d89-903b-29630f8cc893.html

Le principali critiche vertono su quattro argomenti e cioè la presenza di un depuratore nella zona, il rischio idrogeologico, la proprietà dell'impianto e la quantificazione delle cubature commerciali.

Nella zona interessata sorge il più grande impianto di depurazione d’Europa, l’Acea Ato2. Una delle perplessità di molti deriva dai da miasmi che soprattutto durante l'estate rendevano l’aria putrida ed irrespirabile. Si era quindi pensato in prima battuta di interrare l'infrastruttura o spostarla ma non sarebbe affatto stato semplice od economico poiché il depuratore tratta i reflui di un milione di abitanti, circa un terzo della città.

Dopo lunghi studi l’origine dei cattivi odori è stata individuata in un collettore fognario presente in via Fosso del Torrino, risolvendo di fatto la problematica. Sono già in corso ed allo studio altri lavori per migliorarne l'impatto visivo, rendendolo più gradevole e molto meno impattante nel paesaggio.

Ben più importante la vicenda riguardante il rischio idrogeologico e idraulico derivante da eventuali inondazioni, infatti molti hanno sostenuto che la zona fosse pericolosa poiché all’interno della pianura alluvionale del Tevere. Affermazioni smentite in via ufficiale dalla

stessa Autorità di Bacino del Tevere, la quale mai ha parlato di esondazione per Tor di Valle, anzi ha già escluso questo rischio. Non si tratta inoltre come spesso inesattamente riportato proprio del Tevere ma di un suo affluente, che verrà messo in sicurezza alzando gli argini fino a 7 metri dove necessario, ma non solo. La delibera di pubblico interesse chiedeva un intervento di almeno 5 milioni di euro per una modifica idraulica parziale del fosso di Vallerano, non nuovo ad esondazioni in caso di piena o forti piogge. Nel progetto definitivo invece l’intervento è salito a quasi 16 milioni di euro e prevede di sistemare non solo l’intero corso del Vallerano ma anche quello dell’Acqua Acetosa. Verranno installate idrovore di sicurezza come quelle già presenti in aree simili alla Magliana o a Fiumicino, a totale carico del proponente.

A nessuno e a maggior ragione all'investitore farebbe piacere una esondazione, mettendo oltretutto a rischio la vita di migliaia di persone: si è quindi deciso di prendere precauzioni ancora più ampie di quelle necessarie. Sono stati approfonditi studi geologici, geotecnici, idrogeologici, idrologici ed idraulici per la verifica del rischio, assicurandosi che i terreni fossero adatti a sostenere un

complesso così grande e garantendo alti standard di sicurezza per l'intera area.

Gli studi sono stati condotti da un squadra di esperti di GEORES, una delle aziende italiane leader nel settore geotecnico. Conclusi i lavori di messa in sicurezza delle sponde del Tevere, il rischio si abbasserà da R4 e R3 al livello più basso in assoluto.

Altra polemica è nata quando si è diffusa la notizia che lo stadio non sarà di proprietà della AS Roma stessa almeno durante la fase dei lavori ma della sua controllante, la AS Roma SPV LLC che rappresenta la cordata americana che ne detiene gran parte delle azioni. Qualcuno si è chiesto cosa accadrebbe qualora la società calcistica dovesse un giorno cambiare proprietario senza però che questi risultasse tra gli acquirenti del nuovo impianto.

In realtà la configurazione piramidale prescelta per gestire gli assets della holding AS Roma è al fine di sollevare il club dal rischio d’impresa connesso alla costruzione dello stadio, gravante invece su una apposita società di scopo, un’entità giuridica largamente utilizzata nel project financing. Questo non è certo un unicum nel mondo sportivo, per esempio l'Arsenal e il suo Emirates Stadium sono legati

attraverso la medesima struttura. La AS Roma è tutelata da un contratto con la sua controllante ed il partner Eurnova, beneficerà lo stesso degli introiti economici di tutta l'area e la sua ipotetica vendita ne sarebbe in ogni modo connessa.

L'ultimo vero punto di discordia, cavallo di battaglia dell'attuale assessore all'urbanistica della capitale Paolo Berdini sono le cubature commerciali ritenute eccessive. Il mantra della riduzione delle cubature in questa fase domina fino al punto da rendere pubblica l’intenzione di diminuirle e conseguentemente cancellare alcune opere pubbliche derivanti dagli oneri di urbanizzazione come quelle legate ai trasporti . Ma non si tiene conto che sono proprio queste a garantire la sostenibilità ambientale e che consolidano di fatto il pubblico interesse, senza le quali potrebbe decadere.

Il corrispettivo assessore della giunta precedente Giovanni Caudo afferma in merito: “Ci accusa di aver regalato centinaia di migliaia di metri cubi al privato. In realtà, abbiamo imposto ai soggetti

proponenti la realizzazione di opere pubbliche senza precedenti. E, a

fronte di alcune di quelle infrastrutture, abbiamo concesso una

problema di Berdini è il milione di metri cubi di tutto il progetto, li

riduca. Ma poi il Comune deve trovare i soldi.”28

Si sarebbe potuto immaginare che un progetto del genere avrebbe sicuramente incontrato diversi comitati, associazioni o politici che avrebbero voluto delle opere pubbliche, pur sostenendo che un nuovo stadio a Roma sarebbe stato inutile o superfluo. Invece si è arrivati in certi casi al paradosso di dire sì al solo stadio ma no alle opere pubbliche collegate, che invece sono estremamente necessarie al di là del pubblico interesse.

L'unificazione di due strade che ora diventano un imbuto in una unica superstrada, un ponte che collegherebbe la zona all'autostrada già esistente, un potenziamento di una ferrovia, una messa in sicurezza di un fosso e tutti gli altri lavori in programma servirebbero senza dubbio dal lunedì al venerdì a tutti i cittadini e non solo il fine settimana per chi si reca allo stadio.

Cubature ed eventuali tagli ai lavori di pubblica utilità sono in discussione in questi giorni, anche se la legge a questo punto dell'iter non ammetterebbe in sede di conferenza dei servizi modifiche al progetto se non marginali e fondate da importanti motivazioni.

28 CATAPANO, A. - “Caos stadio. Ora Berdini smentisce pure il Comune”. La Gazzetta dello Sport del 11/11/2016. Milano, Rizzoli.

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