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2 IL MODELLO INGLESE

2.2 IL RAPPORTO TAYLOR

Immediatamente dopo la strage di Sheffield, la Camera dei Lord affidò al magistrato della Corte d'Appello inglese Peter Taylor il compito di indagare sulle cause della tragedia. Nell'omonimo rapporto che ne seguì furono evidenziate gravi incongruenze nell'organizzazione dell'evento e nel comportamento delle forze dell'ordine, aggiungendo alcune raccomandazioni su cosa fare per evitare che in futuro si ripetessero casi analoghi.

Questo è il famoso e rivoluzionario “rapporto Taylor”, quello dal quale seguendone le raccomandazione e recependone i consigli si partirà per migliorare le strutture dei fatiscenti stadi d'oltremanica. Il documento stila criteri di sicurezza e suggerisce novità riguardo al triplice rapporto tra forze dell'ordine, club e semplice spettatore, la maggior parte dei provvedimenti venne adottata già a partire dal 1990. Si decise innanzitutto che gli stadi delle due maggiori divisioni, le attuali Premier League e Championship si sarebbero dovuti dotare solamente di posti a sedere, stabilendo stringenti regole in materia di

sicurezza per gli stadi delle divisioni inferiori che avrebbero potuto però mantenere le standing areas.

Venne sottolineata la fatiscenza della maggior parte delle strutture esistenti, auspicandone la radicale ristrutturazione tramite fondi concessi dal governo. Andavano principalmente adeguati i servizi igienici ed i punti ristoro, eliminando ogni barriera e recinzione sia tra i settori che con il terreno di gioco, fondamentale via di fuga della maggior parte degli spettatori per ogni potenziale situazione di pericolo. Con questo accorgimento nessuno sarebbe più potuto rimanere schiacciato dalla folla, principale causa di tutti i decessi nei disastri del passato.

Anche il rapporto spesso fortemente conflittuale tra polizia e tifosi era da sanare, gli agenti ricevettero un addestramento specifico che portò ad una maggiore comunicazione e collaborazione, diminuendo così la repressione. Le forze dell'ordine si sarebbero però occupate solo delle aree esterne mentre la sicurezza interna degli impianti fu affidata a stewards privati, stipendiati dai club che vennero così de facto responsabilizzati.

prima e dopo le gare e ne venne impedito l'accesso a coloro i quali negli anni precedenti si erano resi protagonisti di episodi di violenza. Furono introdotte a fine dissuasivo le telecamere a circuito chiuso e vennero inseriti i tornelli di sicurezza agli ingressi per permettere un afflusso ordinato e mai troppo impetuoso.

Venne eliminato il cosiddetto biglietto nominativo, i tifosi non sarebbero più stati obbligati ad essere schedati forzatamente e a fornire la propria identità prima di acquistare un tagliando, venne di contro reso un reato penale il bagarinaggio.

Taylor chiese anche ai club un maggior dialogo con i propri sostenitori e si suggerì di ridurre il generale costo dei biglietti per permettere una maggiore eterogeneità sociale, forse l'unico aspetto che non venne preso alla lettera ed anzi si andò nella direzione inversa con le critiche e le proteste per tagliandi sempre più cari che si protraggono fino ai giorni nostri.

Il governo Thatcher stanziò subito un fondo di 200 milioni di sterline per la messa a norma degli impianti, accessibile da ogni squadra ma con precise scadenze temporali per le società o le municipalità proprietarie.

Il rapporto Taylor condusse inoltre alla elaborazione di una “guida alla sicurezza degli impianti sportivi” redatta dal Ministero della Cultura, dello Sport e dello Spettacolo in concorso con il paritario organo scozzese. La guida, contenente le indicazioni dei compiti degli organi preposti a certificare e autorizzare gli impianti sportivi assistendoli a valutarne il grado di sicurezza, fu determinante per la rivoluzione culturale e sociologica attorno al gioco del calcio d'oltremanica.

Altri importanti interventi legislativi che hanno condotto alla creazione del modello inglese sono stati lo“Sporting Event Act” del 1985, che bandisce gli alcoolici dagli stadi, il “Public Order Act” del 1986, che rende reato il comportamento molesto o allarmante anche se non violento e istituisce la possibilità per il giudice alla condanna del cosiddetto “obbligo di firma” in questura, il “Football Offences Act” del 1991, che permette l'arresto immediato ed il processo per direttissima anche solo per violenza verbale come linguaggio osceno e cori razzisti, ed infine il “Football Disorder Act” del 2002, che conferisce addirittura la possibilità di sequestrare i passaporti agli individui sospettati per il tempo necessario da non consentirne la partecipazione a partite disputate all'estero.

In definitiva il rapporto Taylor ha di certo dato il via ad una generazione di stadi più sicuri e moderni ma ciò ha comunque ricevuto aspre critiche da parte dei nostalgici del tifo più libero e genuino del passato. L'accusa principale è quella di aver tramutato un gioco popolare in uno sport televisivo, con gli stadi poco capienti e sempre pieni che accolgono la silenziosa classe media, mentre la violenza si è solo spostata nei parchi o nei parcheggi dei dintorni, dove si scontrano ancora talvolta le tifoserie.

Di certo la Premier League oggi ricchissima grazie alle televisioni ed ai facoltosi investitori stranieri ha perso parte dell'affascinante atmosfera folkloristica però a conti fatti a beneficiarne è stato tutto il calcio britannico. Dalle piccole alle grandi squadre tutti rispettano regole chiare e condivise con la maggioranza dei tifosi, mantenendo comunque intatte storia e tradizione del paese che ha inventato e diffuso questo sport. Ed è un successo enorme ma per nulla scontato, lo dimostrano i casi dei paesi che hanno provato a scimmiottare questo modello e copiandone solo alcune norme e non la sua filosofia più generale hanno miseramente fallito, tra i quali purtroppo l'Italia.

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