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Il processo di selezione del partner

Nel documento Diventare padriin Italia (pagine 41-44)

2. Sposarsi

2.1 Il processo di selezione del partner

La formazione di nuove unioni da sempre rappresenta un terreno di studio molto fertile tra i ricercatori delle discipline socio-economiche e demografiche che hanno messo in evidenza la tendenza a scegliere partner socialmente prossimi, cioè omogami (Bozon 1991). Il livello di omogamia rappresenta il risultato d’insieme di un processo secondo il quale i simili si associano più frequentemente tra di loro. Infatti, all’interno del processo di formazione delle coppie esistono delle correnti di scambio privilegiato, tra gruppi diversi ma prossimi all’interno dello spazio sociale, e delle correnti di repulsione che fanno sì che alcune traiettorie dei percorsi di mobilità sociale non si incontrino mai.

Da precedenti studi sembrerebbe che il modello di libera scelta del partner sia una conquista relativamente recente. Per molto tempo infatti, e in maniera diversificata per i vari ceti sociali, è stata forte l’intromissione e il controllo sui nubendi da parte di altre persone su chi potesse accedere a nozze, con chi si dovesse sposare, a che età e con quali modalità (Barbagli 1984). In questo ambito, il ruolo femminile è risultato costantemente minoritario e condizionato a quello dell’uomo e del resto della famiglia. Solo con un lento processo di modificazioni, iniziato con la rivoluzione industriale e le sue conseguenze sul mondo rurale e

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contadino, e sostenuto dallo sviluppo dei mezzi di comunicazione, dalla generalizzazione e dal prolungamento della scolarizzazione cambiano profondamente le modalità di riproduzione sociale nel XIX e nel XX secolo (Van Poppel e Nelissen 1999). Anche la mobilità geografica o spaziale facilita questo processo e diventa una componente fondamentale della mobilità sociale.

In generale, nel corso dei secoli si è assistito ad una riduzione dell’omogamia basata sulle caratteristiche ascritte degli individui (come lo status della famiglia di origine o la religione) e, parallelamente, ad un aumento dell’omogamia basata sulle caratteristiche acquisite dagli individui nel corso della loro vita (come l’istruzione o la posizione occupazionale raggiunta). È vero tuttavia che i meccanismi di selezione del coniuge continuano a dipendere da molteplici fattori sociali, variabili nelle diverse culture. Una delle dimensioni più studiate, soprattutto per le conseguenze importanti sulla fecondità e quindi, in generale, sul rinnovamento delle popolazioni (Girard 1981), è l’età alla quale si producono con maggiore frequenza i matrimoni.

Da uno studio condotto su 28 paesi in via di sviluppo emerge che la varianza dell’età al matrimonio del marito è ben più ampia di quella delle donne e che pertanto l’età al matrimonio dell’uomo contribuisce più di quella della donna alla variazione nelle differenze d’età (da un paio di anni a circa 10 anni) (Casterline et al. 1986). La maggiore variazione dell’età al matrimonio dell’uomo implica che in particolari società il calendario dei matrimoni degli uomini è soggetto ad un più ampio insieme di influenze rispetto a quello femminile che è invece più rigidamente determinato da vincoli biologici, sociali o culturali.

In ambito sociologico sono state sviluppate diverse spiegazioni del processo che porta a determinare lo scarto d’età tra partner.

Secondo la teoria economica della famiglia (Becker 1981) la suddivisione dei ruoli dell’uomo e della donna tra l’ambito lavorativo-retribuito e quello domestico-familiare di tipo non lavorativo-retribuito può massimizzare l’utilità congiunta della famiglia. Da questo punto di vista le relazioni di genere che si instaurano all’interno delle mura domestiche risultano fortemente asimmetriche, anche per quanto riguarda le età dei due partner.

Altri studiosi sottolineano invece l’importanza della negoziazione matrimoniale in presenza di un’asimmetria dei capitali maschile e femminile: così ad esempio, nell’ambito della scelta del partner può aver luogo uno scambio tra risorse economiche (ad es. status e reddito) offerte dagli uomini e risorse di altro tipo (ad es. giovinezza e bellezza) offerte dalle donne (Collins 1988). Poiché le risorse economiche sono positivamente correlate con l’età

mentre le virtù femminili lo sono negativamente, ecco che sul ‘mercato matrimoniale’ gli uomini sono più frequentemente attratti da donne più giovani di loro e viceversa (Goode 1982).

Ciò viene contrastato dalla crescente acquisizione di risorse economiche, tramite il raggiungimento di un livello di istruzione via via più elevato, che rende le donne istruite economicamente attraenti per gli uomini. Questo favorirebbe una diminuzione della competizione degli uomini per le donne più giovani e l’instaurarsi di relazioni più simmetriche, almeno dal punto di vista dell’età dei partner (Kalmijn 1994).

Inoltre la preferenza sul piano culturale, che caratterizza molti aspetti dello stile di vita degli individui in termini di valori, opinioni, gusti, visione del mondo e che facilita la comunicazione e favorisce la mutua comprensione tra partner, tende ad esercitare una maggiore forza di attrazione tra individui prossimi per età (Oppenheimer 1988, Di Maggio e Mohr 1985, Kalmijn 1998).

Infine la maggiore omogamia per età è anche il frutto dell’aumento delle frequentazioni tra pari, spinte e sostenute dall’accresciuta permanenza all’interno del sistema scolastico che, per sua natura, risulta fortemente gerarchizzato in livelli di formazione distinti tra loro ed omogenei per età al loro interno (Mare 1991, Blossfeld e Timm 2004, Fraboni 2004).

Tra tutte le dimensioni, come la professione, lo stato civile, lo status economico o il livello di istruzione che interagiscono nel configurare un certo modello di assortimento matrimoniale, in questo lavoro viene privilegiato lo studio delle differenze d’età e di istruzione tra partner. L’obiettivo è dunque studiare la formazione delle coppie secondo queste due dimensioni, strettamente legate tra loro, sia in una prospettiva temporale che legata ai possibili percorsi di vita. Per far questo, viene studiato l’assortimento per età e livello di istruzione secondo le caratteristiche delle coppie e cioè secondo la precocità dell’ingresso in unione, il tipo di unione (coniugale o consensuale), l’ordine dell’unione (prime nozze, seconde nozze a seguito di divorzio o vedovanza), il livello di eterogamia (matrimoni misti per luogo di origine). Di seguito viene presentata una panoramica di ciascun modello di assortimento matrimoniale succitato, privilegiando l’osservazione sul versante del comportamento maschile, tra 15 e 49 anni, ricordando che sui vari modelli di assortimento si osserva poi una variabilità temporale (nel corso delle generazioni) e spaziale (legata ai diversi modelli familiari presenti sul territorio).

Per l’analisi del processo di selezione del partner da parte degli uomini utilizzeremo dati provenienti da diverse rilevazioni. Da un lato i dati provenienti dalla rilevazione dei matrimoni in Italia, per studiare l’evoluzione nel corso degli anni nelle caratteristiche dei due partner al

momento del matrimonio (in particolare ci soffermeremo su alcuni anni: 1969, 1979 e 1998). Dall’altro i dati provenienti dall’indagine campionaria Istat “Famiglia, soggetti sociali e condizione dell’infanzia” (1998) per quanto riguarda le caratteristiche dei partner che vivono in diverse tipologie di unione (ad es. unioni consensuali e coniugali) per durata dell’unione e per età all’unione.

Nel documento Diventare padriin Italia (pagine 41-44)