Il settore sanitario in generale e quello farmaceutico in particolare stanno affrontando una fase di considerevole e profonda evoluzione legata a cambiamenti istituzionali, sociali e di mercato: dalla progressiva armonizzazione legislativa con le politiche europee alle politiche di contenimento della spesa farmaceutica ospedaliera e territoriale, dalla richiesta di collaborazione alle farmacie per l’erogazione di nuovi servizi assistenziali da parte dei Servizi Sanitari Regionali ai nuovi indirizzi dell’AIFA, dalla globalizzazione delle aziende
farmaceutiche alle nuove articolazioni della supply chain del farmaco, fino ad arrivare al mutamento sociale del rapporto di fiducia tra le professioni sanitarie e i pazienti.
La dimensione economica è entrata prepotentemente nelle scelte di settore, e ciò sta impattando sul ruolo e sull’immagine del farmacista sia ospedaliero, sia territoriale, sia operante nelle aziende farmaceutiche e di distribuzione intermedia.
Il nuovo scenario che oggi si va profilando impone alla figura del farmacista di evolversi coerentemente con le dinamiche dell’ambiente istituzionale e competitivo, nella consapevolezza che ripensare al proprio ruolo non è solamente un’esigenza dettata da valutazioni economiche contingenti, ma è anche una modalità per far sopravvivere quel sistema di valori che da sempre caratterizza la professione.
Le diversità tra i vari sistemi sanitari regionali incidono, anche se in maniera e per ragioni differenziata, su tutte le categorie di farmacisti. Si pensi, ad esempio, a come le differenti strategie socio-sanitarie e le diverse organizzazioni delle strutture delle ASL, implicheranno standard differenziati per area geografica in merito a attività e competenze svolte dai farmacisti nell’ambito dei servizi previsti dalla Legge 69/09. Per di più, nell’ambito di una stessa ASL, alcune farmacie potrebbero decidere di specializzarsi su alcune attività o patologie, mentre altre potrebbero sceglierne diverse, oppure ancora decidere di non convenzionarsi affatto e di limitarsi alla dispensazione del farmaco. Ma già oggi, la distribuzione per conto di alcuni farmaci innovati in PHT, determina una diversificazione nelle conoscenze dei prodotti meno diffusi.
Il contesto istituzionale condiziona non solo il farmacista di comunità, ma anche il farmacista che opera nelle strutture sanitarie, territoriali e ospedaliere, pubbliche e private:
o ci sono Regioni in cui c’è una maggiore tendenza ad attivare Commissioni per l’inserimento dei farmaci nei prontuari, e ciò implica per il farmacista la necessità di sviluppare competenze specifiche in termini di farmacoeconomia;
o Regioni in cui sono fortemente diffusi i farmaci innovativi in ambito ospedaliero o in ADI, per cui il farmacista deve aggiornare le proprie competenze dal sistemico al biologico;
o Regioni in cui gli approvvigionamenti sono stati centralizzati, per cui il farmacista ospedaliero e di ASL non necessitano o necessitano meno di competenze in merito agli acquisti, alla logistica, alle predisposizione di bandi di gara;
o Regioni in cui l’assistenza è caratterizzata da una maggiore dispersione geografica delle strutture e dei luoghi di assistenza (fino al domicilio del paziente), per cui il lavoro del farmacista esce dai confini strutturali aziendali.
La professione del farmacista risente molto anche dell’aspetto dimensionale. La dimensione aziendale, sia che si parli di farmacie, sia di aziende sanitarie, sia di aziende di distribuzione intermedia o di produzione, chiaramente incide sul numero di professionisti che l’azienda ha a disposizione e quindi sulla possibilità di specializzarli su attività differenziate. Altra variabile importante, affiancata alla dimensione, che incide sulla specializzazione del professionista, è il livello di innovazione dell’azienda.
Le farmacie più innovative, tendono ad avere personale specializzato per attività (ad esempio acquisti, marketing, vendita, formulazione dei prezzi, prenotazione visite specialistiche, diagnostica di prima istanza) e per categoria di prodotto trattato (ad esempio dermocosmesi, omeopatia, veterinaria). L’orientamento alla specializzazione richiede al titolare capacità manageriali e organizzative. Inoltre, tale tipologia di farmacie, hanno un più spiccato orientamento all’informatizzazione, usando lo strumento come supporto alla professione e alle proprie attitudini manageriali.
Cultura, orientamento strategico e background aziendale costituiscono un ulteriore fattore che incide sull’evoluzione della professione del farmacista. Nelle farmacie più orientate all’aggregazione, ad esempio, il ruolo del farmacista di comunità si focalizza più sugli aspetti di conoscenza del paziente, delle patologie e delle terapie farmacologiche, che non sugli aspetti imprenditoriali. Le funzioni manageriali tendono infatti a essere delegate a gruppi di acquisto o a network di vendita. Nelle farmacie in cui la cultura predominante è individualista, al contrario, il farmacista oggi deve rafforzare pesantemente le proprie competenze manageriali, in quanto i processi di deregulation in atto rendono indispensabile una gestione attenta e qualificata sotto il profilo economico e finanziario, come sottolineato nei precedenti paragrafi. Altri elementi culturali che incidono sulle competenze professionali sono: l’orientamento alla formazione; la predisposizione a condividere un concetto di salute più o meno ampio; la fiducia nelle terapie alternative, ad esempio omeopatia, fitoterapia, medicina naturale; e così via.
L’evoluzione che lo scenario normativo di riferimento sta prospettando, quindi, può condurre – come già avvenuto nel contesto internazionale – ad individuare figure professionali innovative, quali il farmacista responsabile per gli acquisti, o il farmacista responsabile per i servizi ex Legge 69/2009. La specializzazione comporta competenze specifiche, che si differenziano dal percorso formativo generalista.
Mentre all’estero osserviamo una rapida evoluzione verso la specializzazione del farmacista, questo non è altrettanto vero in Italia, dove, ad oggi, i percorsi formativi si limitano alla
tradizionale preparazione accademica, talvolta considerata non pienamente soddisfacente per supportare le nuove attività di competenza del farmacista.
A seconda delle attività svolte, alle aggiornate e specifiche competenze tecnico scientifiche, si affiancano competenze cognitive diversificate, quali ad esempio conoscenze di farmaco- economia, conoscenze cliniche, conoscenze di tipo legislativo, conoscenze di strumenti manageriali quali la programmazione e controllo, il marketing - inteso anche come strumenti per la definizione dei prezzi di prodotti e servizi -, il market access.
Ma oltre alle competenze cognitive, che implicano la padronanza dell’insieme delle conoscenze tecniche e professionali per adempiere a un determinato ruolo, diventano sempre più importanti anche: competenze di realizzazione e operative, riconducibili alla capacità di ricercare informazioni, all’accuratezza e all’orientamento al risultato; competenze di assistenza e servizio, oltre a capacità di lavorare in gruppo; competenze di influenza, anche intese come capacità di creare networking; competenze manageriali, quali capacità di problem solving, di organizzazione del proprio lavoro e di quello degli altri, di pianificazione delle attività; ed infine competenze di efficacia personale: impegno, fiducia in sé, flessibilità e autocontrollo.
Per sintetizzare, alla luce di una ricerca svolta dall’Università L. Bocconi in merito alle frontiere di innovazione della professione del farmacista, nel 2010, riferita non solo alle farmacie territoriali, ma ad ampio raggio, le macro-competenze più necessarie, nonché sulle quali si riscontra il maggiore gap di competenza sono le seguenti:
1. Cognitive
Tecnico-scientifiche avanzate (diversificate a seconda del ruolo) Legislazione di settore (diversificate a seconda del ruolo)
Farmaco-economia Market Access
Strumenti di Management (diversificati a seconda del ruolo) 2. Manageriali
Programmazione e controllo Pianificazione delle attività Gestione delle risorse umane 3. Assistenza e servizio
Lavoro di gruppo Comunicazione 4. Lingua inglese