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3. UNA RICERCA EMPIRICA QUANTITATIVA

3.4 I risultati della ricerca

3.4.1 Il profilo del campione

Prima di analizzare nel dettaglio e rielaborare i risultati ottenuti, è utile approfondire ulteriormente e delineare maggiormente la profilazione del campione. In prima istanza, riportiamo la regione in cui ogni singola PMI rispondente ha dichiarato di avere sede legale (tabella 22). Emerge che le prime cinque regioni in ordine decrescente di numero di risposte sono Lombardia, Veneto, Toscana, Emilia-Romagna e Piemonte, e cioè esattamente le stesse che come visto in letteratura, anche se ordinate differentemente,

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sono le principali protagoniste italiane nelle esportazioni di prodotti tessili e di abbigliamento-moda. Inoltre, l’area territoriale in cui si rileva una maggiore concentrazione di PMI risulta essere l’Italia nord-orientale, circa il 43,1% del totale, seguita dall’Italia centrale con il 32,9%, dall’Italia nord-orientale con il 16% ed infine dall’Italia meridionale con l’8%, mentre si rileva la totale assenza nel campione di PMI del settore TA con sede legale sulle isole. Tale scenario dimostra un radicale mutamento se si pensa alla distribuzione dei distretti industriali analizzati in letteratura. Infatti, come precedentemente riportato, secondo l’8° Censimento generale dell’industria e dei servizi con un focus sui Distretti industriali e sistemi locali del lavoro inerente al 2001, il territorio in cui si registrava un maggior numero di sistemi distrettuali era l’Italia centrale, seguita dall’Italia nord-orientale e da quella occidentale, ed infine dall’Italia meridionale.

Tabella 22 - Distribuzione delle PMI del campione

REGIONE NUMERO QUOTA TERRITORIO

Nome Quota

Fonte: elaborazione personale sulle risposte del questionario di ricerca empirica quantitativa

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Dopo aver analizzato le regioni di appartenenza delle PMI del campione e la relativa distribuzione territoriale, è possibile passare all’aspetto dimensionale, e cioè al numero di impiegati (tabella 23) e all’ammontare del fatturato (tabella 24) di ogni singola impresa rispondente.

Tramite il numero di impiegati delle PMI del campione, è stato possibile classificarle in Micro, Piccola e Media impresa. Più precisamente, attraverso l’analisi delle risposte è emerso che la maggior parte delle PMI rispondenti possono essere attribuite alla classe dimensionale di Piccola impresa, circa il 50,4% del totale, e cioè possedenti fra i 10 ed i 49 impiegati. Queste ultime sono seguite dalle Micro imprese con meno di 9 impiegati, circa il 38,7%, e dalle Medie imprese con un numero di impiegati compreso fra i 20 ed i 249, circa il 10,9%.

Un dato rilevante riguarda il numero di Micro imprese del campione che non operano all’estero, circa il 66% delle totali, ma soprattutto bisogna sottolineare che è l’unico caso in cui il numero delle PMI che non operano all’estero supera il numero delle PMI aventi stessa dimensione ma che viceversa hanno intrapreso attività internazionali. Inoltre, parallelamente emerge che le imprese di Media dimensione hanno tutte avviato rapporti commerciali con Paesi esteri. In conclusione, dunque, è possibile affermare che da questa prima analisi sembra emergere l’importanza dimensionale in termini di impiegati per l’apertura ai mercati internazionali, in poche parole intraprendere il processo di internazionalizzazione sembra essere inversamente proporzionale alla dimensione ridotta dell’impresa. A tal proposito, per la validazione di una delle ipotesi di ricerca nei paragrafi successivi sarà analizzato il legame tra l’aliquota di fatturato estero su quello totale rispetto alla dimensione aziendale.

Tabella 23 - Classificazione delle PMI del campione tramite numero di impiegati

NUMERO

Fonte: elaborazione personale sulle risposte del questionario di ricerca empirica quantitativa

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Per quanto concerne, invece, la classe di fatturato dell’ultimo bilancio approvato delle PMI del campione al momento dell’invio del questionario, cioè quello inerente all’anno 2018, è emerso che il numero di imprese classificabili come Micro è maggiore rispetto al numero che scaturiva dalla precedente metodologia di classificazione per numero di impiegati, a discapito delle imprese di Piccola dimensione. Tale dato evidenzia che probabilmente fra il 2018, ultimo anno utile per dichiarare un bilancio approvato al momento del primo invio del questionario, e la fine del 2020, precisamente anno in cui è stato spedito tramite posta elettronica certificata il questionario di riferimento, è cambiata leggermente la conformazione del campione. In particolare, il numero di Micro, Piccole e Medie che rispettivamente non operano all’estero resta immutato, bensì cambia la struttura di quelle che operano all’estero. Infatti, mentre secondo la classificazione tramite numero di impiegati il numero di Micro imprese che hanno intrapreso attività internazionali è pari a 22, viceversa prendendo in considerazione la classe di fatturato annuo del 2018 risulta essere pari a 30. In conclusione, quindi potremmo affermare che 8 Micro imprese nel corso degli ultimi due anni si siano espanse in termini di impiegati diventando così Piccole imprese, probabilmente anche grazie alla spinta in termini economici delle attività estere che già avevano intrapreso nel 2018.

Tabella 24 - Classificazione delle PMI del campione tramite fatturato annuo FATTURATO

Fonte: elaborazione personale sulle risposte del questionario di ricerca empirica quantitativa

È inoltre importante sottolineare che alle due precedenti domande hanno risposto 718 imprese di Grande dimensione, e cioè con un numero di addetti maggiore ai 250 ed un fatturato annuo del 2018 superiore ai 50 milioni di euro, che sono state dunque scartate e non sono contenute nel campione di riferimento della ricerca.

Guardando sempre al fatturato generato annuo delle PMI del campione, oltre a quello inerente all’anno 2018, precedentemente analizzato, è stato chiesto anche di indicare

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l’ammontare relativo agli anni 2016 e 2017 col fine di evidenziare eventuali trend (tabella 25), seppur con la consapevolezza che probabilmente per ottenere una stima più precisa sarebbe stato preferibile considerare un arco temporale di riferimento maggiore.

In particolare, l’andamento del fatturato annuo delle PMI che non esercitano attualmente attività internazionali non ha evidenziato cambiamenti nel lasso di tempo considerato, motivo per il quale ne è stata omessa l’analisi. Per quanto riguarda, invece, le PMI che operano attualmente nei mercati esteri, fra gli anni 2017 e 2018 non sono state riscontrate variazioni, bensì fra gli anni 2016 e 2017 il numero di imprese che fatturava meno di 2 milioni di euro, e in quanto tali classificabili come Micro imprese, è passato da 34 a 30.

Contemporaneamente le imprese che fatturavano fra i 3 ed i 10 milioni di euro, ossia le Piccole imprese, sono aumentate di due unità, passando da 43 a 45. Infine, il numero di imprese che fatturava fra gli 11 ed i 50 milioni di euro, cioè quelle di Media dimensione, è passato da 13 a 15.

Ciò dimostra che negli anni considerati si è verificato un trend crescente in termini di fatturato annuo per il campione di PMI che opera attualmente all’estero. Tale incremento, però, può essere dipeso da molteplici variabili, quali l’imminente avviamento del processo di internazionalizzazione o l’espansione del portafoglio di Paesi esteri penetrati e clienti soddisfatti. Tramite tale analisi non è possibile, dunque, stabilirne con precisione le motivazioni, ma ad ogni modo è utile per farsi un’idea delle recentissime tendenze in termini di fatturato annuo generato da tali PMI.

Tabella 25 - Andamento fatturato annuo delle PMI del campione FATTURATO

ANNUO (milioni di €)

2016 2017 2018

Numero Quota Numero Quota Numero Quota

≤2 34 37,8% 30 33,3% 30 33,3%

>2 e ≤10 43 47,8% 45 50% 45 50%

>10 e ≤50 13 14,4% 15 16,7% 15 16,7%

TOTALE 90 100% 90 100% 90 100%

Fonte: elaborazione personale sulle risposte del questionario di ricerca empirica quantitativa

Terminata la profilazione del campione dei rispondenti al questionario, nei prossimi paragrafi saranno rielaborati i dati conseguiti inerenti rispettivamente alle PMI che attualmente esercitano attività estere e non, partendo dal presupposto che a tale domanda,

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come risulta evidente anche dalle precedenti analisi, 90 imprese hanno dichiarato di operare all’estero, mentre le restanti 47 non hanno intrapreso alcuna attività di internazionalizzazione.