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Capitolo 3 – La determinazione del reddito e i prezzi di trasferimento nell’economia

3.2 I prezzi di trasferimento

3.2.1 Profit split method

Il profit split method (ripartizione dei profitti complessivi), è uno dei metodi reddituali previsti dall’OCSE per l’attribuzione dei profitti e, così come riportato anche nel Progetto BEPS, è considerato uno dei più idonei in riferimento all’economia digitale.

Tale metodo presume che il valore aggiunto derivante da un’operazione infragruppo venga ripartito tra le imprese indipendenti che hanno partecipato alla transazione, sulla base di dati oggettivi, quali il loro contributo in termini di costi e rischi, e di ottenere una divisione che sia in linea con il principio di libera concorrenza, con l’obiettivo di eliminare gli effetti derivanti da condizioni speciali o imposte in una transazione controllata, in modo coerente e affidabile con l’analisi funzionale dell’operazione in esame182.

I profitti in questione possono essere quelli totali derivanti dalla transazione oppure quelli residuali, componenti la quota di utile che non può essere assegnata in modo diretto e univoco alle imprese associate oggetto dello scambio attraverso l’impiego di uno dei metodi precedentemente descritti.

La ratio di questo principio sta nella circostanza per la quale possono essere rilevabili delle differenze tra transazioni controllate e indipendenti, a causa dell’integrazione verticale tra società appartenenti a un gruppo multinazionale, in quanto la rilevazione di

182 OECD, Base Erosion and Profit Shifting (BEPS), Public Discussion Draft BEPS Action 10: Revised Guidance

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margini elevati è riconducibile alla riduzione dei costi legati alle transazioni, all’integrazione tra diversi processi e alla centralizzazione del risk management183.

L’OCSE individua tre indicatori per cui tale criterio risulta il più adeguato ad analizzare le transazioni controllate:

- “unique and valuable contributions”, non sono comparabili a quelli di parti incontrollate in simili circostanze e il loro uso è una risorsa chiave dell’attuale o potenziale beneficio economico;

- “high degree of integration”, le modalità in cui le diverse parti della transazione eseguono le funzioni sono strettamente interconnesse e quindi si può rilevare un rapporto di interdipendenza, in cui vi è un elevato grado di flessibilità;

- “sharing the assumption of economically significant risk or the separate

assumption of closely related risk”, se ogni parte condivide l’assunzione dei rischi

economicamente significativi di un’operazione o se più rischi sono assunti disgiuntamente dalle parti, pur essendo strettamente correlati, la riproduzione di ciascuna parte non può essere isolata in modo affidabile184.

Tuttavia, tale metodo presenta anche dei lati negativi, infatti, anche se sembra facilmente accessibile sia per i contribuenti sia per le amministrazioni, non sempre è agevole reperire le informazioni riguardanti le società, soprattutto quelle localizzate all’estero; può essere difficile identificare le spese associate alle transazioni, con una conseguente complessa valutazione dei costi e dei redditi complessivi per tutte le imprese associate e da ultimo è raramente usato tra imprese indipendenti, così la sua applicazione non dovrebbe essere frequente anche per le operazioni controllate185.

183 Valente P., Il metodo Transactional profit split nella disciplina OCSE del transfer pricing, in “Il Fisco”, n.

16, 2011, pag. 2539

184 Bilaney S., The Profit Split Method: Deciphering the OECD’s 2017 Discussion DRAFT, in “Bulletin for

International Taxation, n. 9, 2017

185 OECD, Base Erosion and Profit Shifting (BEPS), Public Discussion Draft BEPS Action 10: Revised Guidance

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Tale criterio, quindi, presenta dei punti di forza, ma anche degli svantaggi, per questo la sua applicazione dipende dai fatti e dalle circostanze di ogni singolo caso, dalle informazioni che si hanno a disposizione e dal grado di indipendenza delle parti.

Secondo quanto riportato dall’OCSE, si possono considerare due approcci per porre in essere il profit split method, ovvero:

- contribution analysis, uno studio quantitativo con il quale i profitti rilevanti sono divisi tra le imprese associate sulla base del contributo apportato da ciascuna, al fine di giungere a un’approssimazione di ciò che le imprese indipendenti otterrebbero in operazioni comparabili, anche se può essere difficoltoso determinare il valore relativo del contributo che ogni parte fornisce all’operazione;

- residual analysis, un metodo la cui applicazione prevede due step, innanzitutto si individua la remunerazione da attribuire a ciascun soggetto facente parte la transazione, dopodiché gli utili o le perdite residuali vengono ripartiti sulla base di un’analisi dei fatti e delle circostanze186.

Ai paragrafi 44 e 45 della Public Discussion Draft, l’OCSE afferma che, nell’ambito del profit split, la distribuzione dei rischi dovrebbe essere importante per la selezione di “anticipated or actual profits”. In particolare, è preferibile:

- the transactional profit split of the anticipated profits: quando non c’è una condivisione dei rischi economicamente significativi da parte dei soggetti contraenti;

- the transactional profit split of the actual profits: quando l’assunzione dei rischi economicamente significativi è condivisa dalle parti, così come i profitti e le perdite187.

Nel primo caso non è richiesto un elevato livello di integrazione delle attività, a differenza, invece, della situazione in cui ci sono profitti effettivi; inoltre, vi è una

186 OECD, Base Erosion and Profit Shifting (BEPS), Public Discussion Draft BEPS Action 10: Revised Guidance

on Profit Splits, 2017, pag. 10

187 OECD, Base Erosion and Profit Shifting (BEPS), Public Discussion Draft BEPS Action 10: Revised Guidance

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maggiore condivisione di esiti incerti risultanti dai rischi associati nella transazione con profitti effettivi rispetto a quelli previsti.

Secondo Bilaney188, dal punto di vista pratico la distinzione tra i due metodi non è del tutto chiara, per questo sarebbe opportuno modificare i due approcci in modo tale da costituire due fasi dello stesso, mediante due interventi:

1. si devono stabilire ex-ante, sulla base delle informazioni a disposizione o comunque prevedibili dai soggetti contraenti, il fattore di scaglionamento del profitto e il metodo di combinazione degli utili;

2. le parti, periodicamente, devono determinare i profitti combinati e accertare le differenze, positive o negative, tra quelli previsti e quelli effettivi, per poi suddividerli tra i soggetti coinvolti nella transazione, sulla base dei fattori precedentemente determinati189.