• Non ci sono risultati.

Capitolo III - Corporate governance delle banche , aspetti

3 Le Disposizioni di vigilanza in materia di

3.2 Il progetto di governo societario

Proprio con riferimento alla sc elta del sistema di amministrazione e controllo le Disposizioni hanno richiesto alle banche di compiere una approfondita autovalutazione (chiamata anche autodiagnosi) per effettuare, anche avuto riguardo al criterio di proporzionalità innanzi illustrato, u na scelta di governance realmente funzionale alle proprie esigenze ed in concreto più idoneo a «assicurare l’efficienza della gestione e l’efficacia dei controlli, avendo presenti anche i costi connessi con l’adozione e il funzionamento del sistema prescelto. Le Disposizioni, con specifico riferimento al criterio di proporzionalità, arrivano a suggerire quando possa essere opportuno adottare i modelli monistico o dualistico ovvero nel caso di «banche che operano in misura di Verona – S. Gem iniano e S . Prospero spa (oggi Banco P opol are); Banca Popolare dell’Emilia Romagna; Banca Popolare di Bergamo spa; Banca Popol are di Milano; Medi obanca - Banca di Credito Finanzi ario spa.

162

Se in t ermini di numero ass olut o di banche arri vi amo a sol ament e a tre, è necess ario però ril evare che all a dat a del 11 gennaio 2008 t ali banche rappres entavano circa i l 42% del mercato it ali ano in t erm ini di capit alizzazione di borsa come in dicat o da C. Fais sol a, At tuazi one dell e normat ive di governance dell e banche , in “Sistem a dualisti co e governance bancaria”, a cura di P. Abbadessa e F. Cesarini, Torino, Giappi chelli , 2009.

rilevante sui mercati internazional i in cui tali modelli sono maggiormente conosciuti163 ovvero facenti parte di gruppi in cui sono prevalenti tali forme organizzative» 164 o che attraversano particolari momenti di discontinuità nella vita della società («ferma restando la necessità che il model lo adottato sia coerente con le strategie di lungo periodo»). Per le banche di minore dimensione si rimanda invece all’ausilio delle associazioni di categoria. La scelta del modello societario adottato deve essere presentata alla Banca d’Italia nell’ambito del cd. progetto di governo societario che ogni banca 165 ha dovuto redigere e presentare, ove richiesto, all’Autorità entro il 30 giugno del 2009. Destinataria di tale documento è dunque ai sensi delle Disposizioni la Banca d’Italia mentre resta alla autonoma valutazione delle banche la valutazione circa l’opportunità di rendere pubblico il

163

Sembra che al di fuori eventualm ente di Intesa S anpaolo e UniC redit non vi siano in It ali a alt re banche che pos sano ri cadere i n tal e categoria.

164

Cfr. Disposizioni di Vi gil anza in m ateria di organizzazi one e governo societario delle banche, emanate dalla Banca d’Italia il 4 marz o 2008.

165

Sono state es ent at e uni cam ente l e banche di credito cooperat ivo che abbiano adottato lo statuto tipo predisposto dall’associazione di categoria, vagliato dalla Banca d’Italia (vedi lettera f), sezione 1 delle Disposizioni. A tal riguardo si segnala che la stessa Banca d’Italia nel Reso conto s ull a consul tazione sull a dis ci plina in m at eri a di organizz azione e governo soci et ario dell e banche ha indicato l e ragioni di t ale esenzione, che si gi usti fi ca uni cam ente in quanto esis te per t ali banche uno s tatut o ti po validato dall a st es sa Banca d ’Itali a. Si noti che è stata promossa anche l’esenzione per le banche di limitate dimensioni: tale richiesta non è stata accolta dall’Autorità che ha rit enut o non gi usti fi cabil e una esenzi one general izzat a per l e banche di piccole di mensioni per l e quali n on esiste uno st atut o t ipo validat o dalla Banca d’Italia.

progetto di governo societario in tutto o in parte. 166 Il contenuto del progetto di governo societario, già

espressamente richiamato dal Decreto del Ministro

dell’Economia in qualità di Presidente del CICR del 5 agosto 2004167, è ben specificato dalle disposizioni che richiedono non solo di specificare, come innanzi ricordato, le ragioni che rendono il modello prescelto più idoneo ad assicurare l’efficienza della gestione e dei controlli, ma anche di fornire la descrizione delle scelte attinenti alla struttura organizzativa, ai diritti degli azionisti, alla struttura finanziaria e alle modalità di gestione dei conflitti di interesse. Per quanto poi attiene per le società capogr uppo di gruppi bancari è anche richiesto di fornire una adeguata rappresentazione e motivazione delle modalità di raccordo tra gli organi e le funzioni aziendali. Non è chiarita però la valenza del progetto di governo societario ovvero se abbia una valenza meramente programmatica o se invece sia da ritenersi vincolante per gli organi che lo approvano né è stabilito quale sia il ruolo dell’assemblea nell’ iter di approvazione del progetto. A tale ultimo riguardo la Banca

166

Tale precis azione s i deve all’esi genza prospett ata nel cors o della consult azione, e contenut a nel citat o docum ento R es oconto della consult azione sul la disciplina in m ateri a di organizzazione e gov erno soci et ario dell e banche, di rendere pubblico il progetto di governo soci et ario anche per val orizz are la t rasparenz a degli assett i di governo. La Banca d’Italia non ha inteso raccogliere tale suggerimento se non nei li miti del l a s peci fi cazi one sopra ri port at a.

167

La Banca d’ It ali a em ana ist ruzioni per l’att uazi one del presente decreto, prevedendo, tra l’altro, che le banche e le società capogruppo di gruppi bancari predispongano un progetto concernente il propri o assett o complessivo di governo societ ario.

d’Italia con la nota di chiarimenti del 19 febbraio 2009 ha precisato che: «Le Disposizioni non richiedono che il progetto di governo sia approvato dall’assemblea dei soci. In caso di cambiamento di modello di amministrazione e controllo o di altre modifiche statutarie di particolare rilevanza può comunque essere opportuno che l’organo competente porti il progetto o i suoi contenuti salienti a conoscenza dell’assemblea, al fine di renderla pienamente edotta della portata delle delibere che è chiamata a valutare ed approvare.» Altro aspetto sul tema che ha necessitato una precisazione è stato quello relativo contenuti del progetto di governo societario di una società capogruppo di un gruppo bancario che, come precisato nella citata nota di chiarimenti, deve fornire un’adeguata rappresentazione e motivazione delle modalità di raccordo tra gli organi e le funzioni aziendali delle diverse componenti del gruppo, con specifica attenzione ai profili relativi al sistema di governo e controllo (poteri degli organi, flussi informativi, gestione dei risch i, etc.). In particolare, nel redigere il progetto di governo a livello consolidato la capogruppo deve dare conto degli assetti organizzativi adottati da tutte le società controllate, ivi incluse quelle estere, graduando la profondità dell’analisi secondo criteri di proporzionalità (es. significatività della controllata per rischiosità o profili dimensionali).» Oggi sui siti delle maggiori banche italiane sono reperibili corposi documenti che rappresentano il progetto di g overno societario delle stesse; la decisione di rendere pubblico in tutto o in

parte il documento resta infatti affidata all’operatore, anche se a ben vedere si tratta di un documento assai importante anche per il pubblico in quanto rappresenta un tassello per comprendere, attraverso una va lutazione delle scelte operate dalla banca rispetto alla propria organizzazione di governance, quali siano gli accorgimenti che la stessa ha adottato per la gestione del rischio. 168 Per le banche quotate si è posta, inoltre, la questione del rapporto tra pr ogetto di governo societario e relazione sulla corporate governance che ai sensi del Testo Unico della Finanza esse sono tenute, in quanto società quotate, a redigere annualmente: si tratta, come precisato nella nota di chiarimenti, di documenti che hanno finalità diverse in quanto nel progetto di governo societario è richiesta una informativa in maggior dettaglio sull’organizzazione interna della banca.