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Proprietà di selezionabilità: le parti del discorso

LIV   occlusiva alveolare sonora

4. polirematiche esocentriche che contengono il lessema cui è dedicato l’articolo lessicografico (solo se il lessema è un verbo, un nome, un aggettivo, un avverbio o un

4.3.3 Proprietà di selezionabilità: le parti del discorso

La divisione in parti del discorso adottata da questo studio fa proprie le posizioni di Salvatore Menza (2010, 37-64) alle quali si rimanda per un’analisi più approfondita. A questo proposito, ho potuto utilmente servirmi delle proposte teoriche e metodologiche, frattanto elaborate dal gruppo catanese di ricerca per la lessicografia dialettale (Trovato, Sgroi, Menza, Lanaia, Valenti), coordinato dal prof. Trovato137. Come noto, tradizionalmente le classi naturali di parole sono insiemi, i cui elementi condividono una o più caratteristiche dal punto di vista del comportamento morfologico o semantico. Secondo lo studio di Menza, che sottoscrivo e condivido interamente, la divisione tradizionale in parti del discorso ̶ classi o categorie lessicali o grammaticali ̶ può essere utilmente superata, a favore di una classificazione basata sull’analisi dei tratti sintattici elementari di ogni parola. La presenza o meno di un tratto sintattico è responsabile della combinazione sintattica della parola, determina cioè con quali modalità due o più parole entrano in una combinazione sintattica.

Queste informazioni, inscritte nel corredo di ogni parola, rappresentano delle vere e proprie «regole di montaggio» (Menza 2010, 38) che indicano con quali elementi la parola stessa può o deve combinarsi, finendo con l’essere responsabili anche del senso dell’espressione che ne risulta. Queste proprietà sintattiche possono essere ulteriormente precisate distinguendo, da una parte, tutti gli elementi che, in un costrutto benformato, dipendono dalla parola in esame, ovvero i suoi complementi obbligatori, rappresentati nelle strutture tematico-argomentali (1.6.7), e dall’altra, le proprietà che stabiliscono da quali elementi la parola in esame può o deve dipendere.

Queste ultime, le proprietà di selezionabilità secondo la definizione adottata da Menza, definiscono le classi naturali di parole e stabiliscono da quali elementi la parola in esame può o deve essere retta, con la conseguenza che le parole che fanno parte di una stessa classe naturale possono essere selezionate da uno stesso elemento selezionatore, reggente. La qualità (la proprietà), cioè, di essere un sostantivo, piuttosto che un aggettivo o un avverbio è, infatti, il criterio in base al quale tale elemento viene selezionato come complemento sintatticamente adeguato in un dato contesto. Tuttavia, la descrizione delle proprietà sintattiche e delle classi di parole che ne conseguirebbe, di per sé sufficiente a classificare razionalmente tutte le parole di una lingua, non viene adottata sic et simpliciter. Infatti, l’adozione di nuove etichette che, ad esempio, sostituissero quelle tradizionali di sostantivo, aggettivo o avverbio ecc., finirebbe col disorientare il lettore, le cui competenze metalinguistiche dipendono dall’insegnamento scolastico, ancora fermo alla prospettiva morfologico-semantica. Menza suggerisce quindi un compromesso che consenta di fornire al lettore tutte le informazioni utili a descrivere il comportamento sintattico delle parole, affiancando alle etichette tradizionali alcune nuove sigle ed annotazioni e aggiungendo etichette specialistiche come, ad esempio, quantificatore o intensificatore.

137 V. Per un Nuovo Vocabolario siciliano, a cura di Salvatore C. Trovato, Palermo, Biblioteca del Centro di Studi Filologici

e Linguistici Siciliani, che contiene i saggi di: S.C.TROVATO Linee programmatiche per Un nuovo vocabolario siciliano, S.C. SGROI La formazione delle parole (infine) nella loro sede ‘naturale’, S.MENZA L’infomazione sintattica,A. LANAIA

C

Pertanto, nel Vocabolario, attraverso le proprietà di selezionabilità, è presentata una classificazione morfosintattica dei lemmi che supera le classiche nove parti del discorso138 e contempla 36 distinte sottoclassi di parole, le quali sono già state sinteticamente esposte al par.4 ed ora vengono descritte in dettaglio.

4.3.3.1 L’aggettivo

La categoria di aggettivo è stato suddiviso nelle seguenti sei sottoclassi.

Con la sola sigla agg.si intende un aggettivo postnominale secondo l’ordine basico delle parole del dialetto sanfratellano, variabile e graduabile, ad es.:

nturciuniea agg. QF(15b) MO [[nturciuniea]part.pass.+ Ø]Agg. monoval. [N Agg] attorcigliato, intrecciato.

otantìanagg. QF (20a) monoval.[N Agg] dell’età di ottanta anni.

Con agg.inv.si intende un aggettivo privo di flessione, ad es.:

ntinar  agg. inv.QF(2)monoval. [N Agg]al dente.

ntô mieghj sagn POL ESO agg. inv.monoval.[N Agg] profondamente addormentato.

Con agg. recipr. si intende un aggettivo reciproco, ovvero, un aggettivo che esprime una

relazione di reciprocità tra due o più soggetti, ad es.:

u stiss di POL ESO agg. recipr. monoval.[N Agg] uguale.

Con agg. non grad. si intende un aggettivo che non è graduabile, cioè che non ammette

l’avverbio di grado (es. più, meno) che può accompagnare i soli aggettivi graduabili, come ad es. in italiano, gli aggettivi vivo/morto (*Giovanni è più morto di Luigi), così nel Vocabolario:

mart2agg. non grad. QF (16)monoval. [N Agg]morto.

Con la sigla agg. distr.si intende un aggettivo distributivo che indica la ripartizione di una quantità in singole entità, così ad es.:

a miteaPOL ESOagg. distr. inv.a metà, diviso in due.

antraiPOL ESOagg. distr. inv.in tre, in tre parti, piegato o diviso in tre.

chier1agg. prenom.QF (16)monoval. [Agg N]caro, amato, amabile.

4.3.3.2 L’avverbio

All’interno della categoria avverbio sono state individuate cinque sottoclassi.

138 Ad esempio, non tutti gli elementi etichettati semplicemente come sostantivi possono dipendere direttamente da una

preposizione come in. Infatti, a tal riguardo, ad es., in italiano, i sostantivi come casa, teatro, piazza esibiscono un comportamento diverso rispetto ad altri sostantivi come palazzo, cinema, acropoli, pur se semanticamente assai vicini ai primi. Solo i sostantivi del primo gruppo possono essere selezionati direttamente da in: in casa, in teatro, in piazza vs. *in

palazzo, *in cinema, *in acropoli (benformate, invece, combinazioni con l’articolo: nel palazzo, nel cinema, nell’acropoli).

Pertanto, non è sufficiente etichettarli generalmente come sostantivi. È necessaria una descrizione completa delle proprietà di selezionabilità di tali sostantivi tale da distinguere i due sottoinsiemi, in modo da permettere all’utente del dizionario la previsione delle sole combinazioni possibili.

CI

Con la sigla avv. det. temp. si intende un avverbio determinativo (che ha il tratto sintattico D, della determinatezza, ovvero può ricorrere come prima parola di un sintagma nominale soggetto per cui non ha bisogno di altri determinativi, come i nomi propri, gli art. determinativi, i pronomi, il quantificatore universale tutto e altre parole, ad es. metà), che possiede il tratto sintattico temp., ovvero può costituire, senza una preposizione eplicita, un compl. di tempo, come ad es. it. mattina, sera ecc. (es. mangiamo poco la sera: la sera è temp.):

aieravv. det. temp.zeroval. deitt.ieri.

antauraavv. det. temp. MO(è compatibile con -ott: anturott) deitt.zeroval. [A0]poco fa, un attimo fa.

Con la sigla avv. locat.det. si intende un avverbio determinativo (che possiede il tratto D supra) e il tratto locat., comune a tutte le teste di sintagmi che possono costituire complementi di luogo e ricorrere, quindi, come compl. di verbi quali andare, trovarsi ecc. (es. mi trovavo dentro la stanza: dentro è locat.)

ddeaavv. locat. det.monoval. [V Avv] [Avv V] deitt. e anaf.lì, là.

Con avv. distr. si intende l’avverbio distributivo che indica la ripartizione di una quantità in

singole entità, così ad es.:

anavautaPOL ESOavv. distr. insieme, contemporaneamente, in un sola volta.

Con avv. grad.si intende l’avverbio graduabile, preceduto dagli intensificatori (più/meno) così

ad es.:

prestavv. grad.zeroval. [Avv0]presto, entro breve tempo da un momento determinato o in anticipo rispetto

ad un termine fissato.

Con avv. postverb.si intende l’avverbio postverbale, così ad es.:

apasta avv. postverb.monoval. [V Avv (pi-Ndet)], [V Avv (pi-Finf)] apposta, di proposito, intenzionalmente.

4.3.3.3 La congiunzione

All’interno della categoria congiunzione sono state individuate le seguenti quattro sottoclassi: Con la sigla congiunz. coord.si indicano le congiunzioni coordinative, così ad es.:

opurucongiunz. coord.bival.[SX C SX]o, oppure.

Con congiunz. sub. fin. si indica la congiunzione subordinativa che introduce una dipendente

con i modi finiti del verbo:

apanacong. sub. fin.monoval. [C Find]appena, non appena (con valore propriamente temporale, introduce una frase temporale

con verbo all’ind.).

arachiPOL ESOcong. sub. fin.monoval. [C Find]giacché, dal momento che, visto che (seleziona una frase con il verbo all’indicativo

con valore causale).

Con congiunz. sub. nonfin. si indica la congiunzione subordinativa che introduce una

CII

a chieng diPOL ESOprep. e cong. sub. non fin.monoval.[P Ndet] [C Finf]invece che, invece di, piuttosto che, anziché (seguito

da un nominale det o da una frase all’infinito).

Con congiunz. test. si indica la congiunzione testuale, cioè la congiunzione che mette in

rapporto non due strutture frasali, ma due sequenze di discorso, comunque costituite, all’interno di un testo (ad es. in it. dunque, perciò, cioè ecc.):

acauntfätt POL ESOcong. testualemonoval. [C Ffin]tutto sommato (Conferisce valore conclusivo-avversativo ad una frase rispetto a

quanto detto in precedenza. È lessicalmente rematico e perciò non tollera la dislocazione a sinistra in posizione tematica; non tollera nemmeno il focus).

fätt stea chi POL ESO cong. test. inv. monoval. [C Find] fatto sta che, in (buona) sostanza, quindi. (Conferisce valore

conclusivo o esplicativo ad una frase o sequenza di discorso, rispetto a quanto detto in precedenza.).

4.3.3.4 L’intensificatore

Sotto il nome di intensificatori sono riunite tutte quelle espressioni (sost., avverbi, aggettivi, sintagmi) che contribuiscono all’amplificazione di un aggettivo, di un nome, di un verbo, di un avverbio, di un pronome (Cimaglia 2010, 666). Il Vocabolario distingue tra intensificatore

(intens.) e intensificatore varibile (intens. var.) che concorda con l’agg.

ddaveru

3. intens.monoval. [Intens. Agg.]davvero, molto.

fätta

2. intens. monoval. [Intens. Agg.]un po’, poco, appena.

mez2intens. var.monoval [Intens. Agg.]QF (16)mezzo, per metà, non completamente.

4.3.3.5 La preposizione

All’interno della categoria “preposizione” sono state individuate due sottoclassi:

a) la preposizione, che comprende sia le cosidette preposizioni proprie (a ‘a’, di ‘di’, cun ‘con’, n ‘in’, nta ‘in’ ecc. ) che quelle improprie (ddävant ‘davanti’, ddipuoi ‘dopo’, suota ‘sotto’, saura ‘sopra’ ecc.) oltre che le polirematiche (attuorn a ‘intorno a’, ddavänt a ‘davanti a’, in bäsi a ‘sulla scorta di’ ecc.);

b) la preposizione distributiva, come ad es. a ‘a’ che, insieme al nome plurale (anche reduplicato) da cui deve essere obbligatoriamente seguito, ha funzione di attributo, di nome del predicato o di compl. predicativo. Come tale, il costrutto a + sost. (redupl.) pl. si lega ad un sostantivo (reggente), per indicare che il referente di tale sostantivo è costituito da, o diviso, distribuito in tante parti simili al referente del compl. pl. (reduplicato):

4.3.3.6 Il sostantivo

La categoria del sostantivo distingue in 12 sottoclassi.

Con sost. femm.si indica il sostantivo femminile, come ad es.:

abitùdinisost. femm. inv.QF (5) monoval. [N (di-V)]abitudine, consuetudine, stabile acquisizione di un particolare comportamento.

adinaVARgadinasost. femm.QF (13) monoval. [(poss./di-Ndet) N]gallina.

CIII

Con sost. femm. temp.si indica il sostantivo femminile temporale, come ad es.:

anärasost. femm. temp.QF (5a) zeroval.