2. IL CONTESTO ECONOMICO E FINANZIARIO DI RIFERIMENTO
2.2 I PROVVEDIMENTI DEL GOVERNO A SOSTEGNO DELL ’ ECONOMIA CONNESSI ALL ’ EMERGENZA EPIDEMIOLOGICA
Con la seconda ondata della crisi epidemica, l’emergenza negli ospedali, e lo spostamento in avanti del picco dei contagi, il Governo è stato costretto ad adottare nuovamente numerosi
provvedimenti sempre più restrittivi1 e tesi a garantire il “distanziamento sociale” e il contenimento del virus.
2.2.1 Il Decreto Ristori 1
A seguito dell’adozione delle misure restrittive rese necessarie dall'evoluzione della curva epidemiologica con il DPCM del 24 ottobre 2020, si è resa necessaria la tempestiva adozione, nel Consiglio dei Ministri del 27 ottobre, del cd. "Decreto Ristori" (Decreto-legge 28 ottobre 2020, n. 137) che introduce anche ulteriori misure urgenti per la tutela della salute e per il sostegno ai lavoratori e ai settori produttivi. È un decreto che vale complessivamente oltre 5 miliardi di euro destinati a beneficio delle categorie degli operatori economici e dei lavoratori che sono direttamente o indirettamente interessati dalle “prime misure restrittive di autunno”. In estrema sintesi le misure di sostegno riguardano la Cassa Integrazione, da usufruire tra il 16 novembre 2019 e il 31 gennaio 2021 da parte delle imprese che hanno esaurito le precedenti settimane di Cassa integrazione previste dal Decreto Agosto e da parte di quelle soggette a chiusura o limitazione delle attività economiche, i Contributi a fondo perduto, a favore dei soggetti che, alla data del 25 ottobre 2020, hanno la partita IVA attiva e dichiarano di svolgere come attività prevalente una di quelle riferite ai codici ATECO riportati nell'Allegato 1 del Decreto Ristori (ristoranti, alberghi, bar e pasticcerie, gestori di discoteche e sale giochi, palestre, centri sportivi, agenzie di viaggio, etc.), il Credito d’imposta sugli affitti e cancellazione della seconda rata IMU, le Indennità per i lavoratori stagionali del Turismo, dello Spettacolo e dei lavoratori sportivi, il Reddito di emergenza per i mesi di novembre e dicembre a tutti i nuclei familiari in condizione di necessità economicache non hanno accesso a nessuna delle altre misure previste.
2.2.2 Il DPCM del 3 novembre 2020
Con la crescita esponenziale dei contagi, l’aumento dell’afflusso ai Pronto Soccorso e alle strutture ospedaliere, l’incremento dei decessi, il Governo rompe gli indugi e con il DPCM 3 novembre 2020, in vigore dal 6 novembre 2020, divide il Paese in tre diverse aree (gialla, arancione, rossa), con restrizioni differenti, sulla base di 21 parametri oggettivi relativi al livello di rischio e allo scenario epidemico della zona interessata. L’aggiornamento dei dati epidemiologici può cambiare, ogni due settimane, il colore dei territori e imporre un’estensione o una minore necessità degli aiuti previsti dal Governo.
La zona rossa è quella considerata più gravemente a rischio ed è proprio nelle regioni inizialmente inserite in questa fascia - Lombardia, Piemonte, Calabria e Valle D'Aosta - che valgono dunque le misure più rigide: un vero e proprio mini lockdown da ricalibrare ogni due settimane in attesa di nuove disposizioni. Se le Regioni del Nord hanno una percentuale di contagiati che sembra giustificare misure restrittive, in tanti sono rimasti sorpresi dal notare come anche la Calabria sia stata ritenuta una zona ad alto rischio, nonostante un basso numero di positivi. A pesare, più del virus, è la condizione della sanità calabrese. Malgrado
1 Disponibili al link https://www.gazzettaufficiale.it/dettaglioArea/12 “Raccolta degli atti recanti misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19”
l’Amministrazione regionale abbia provveduto ad impugnare il provvedimento governativo che inserisce in zona rossa la Calabria, ed anche i cittadini, che in prima battuta non hanno accettato il provvedimento imposto dal governo, abbiano posto in essere numerose iniziative di protesta, il TAR ha però respinto l’istanza cautelare avverso l’ordinanza ministeriale, le cui determinazioni circa l’inserimento, sino al 3 dicembre, della Calabria in zona rossa sono state peraltro anche riconfermate con la nuova ordinanza del 20 novembre.
Solo dal 29 novembre, dopo tre settimane dalla prima suddivisione in zone “a colore”, la Calabria riesce a rientrare in zona arancione.
Le soluzioni adottate in occasione dell’ultimo Dpcm sono, comunque, meno restrittive rispetto a quelle messe in campo, sulla base di una lunga serie di provvedimenti, in occasione della prima ondata di contagi, ma almeno per quanto riguarda la nostra Regione altrettanto nefaste.
Tra le nuove regole previste a livello nazionale, per tutte le zone, ci sono il coprifuoco dalle 22 alle 5, la capienza dei mezzi pubblici ridotta al 50% (esclusi gli scuolabus), chiusura di tutti i musei e dei centri commerciali nel weekend (a eccezione delle attività essenziali presenti all’interno come farmacie, parafarmacie, generi alimentari, tabacchi e edicole), smart working ai massimi livelli possibili, sia nella pubblica amministrazione che nel settore privato. Stop ai concorsi tranne che per il personale della sanità.
Tra le misure più drastiche prese dal governo e destinate esclusivamente alle regioni inserite nelle zone rosse, c’è lo stop agli spostamenti: sono vietati anche quelli all’interno dei medesimi territori. Si potrà uscire di casa solo per comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. Inoltre, sono sospese le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari, farmacie, parafarmacie, tabacchi, edicole e benzinai.
I ristoranti e le altre attività di ristorazione, compresi bar, pasticcerie e gelaterie, sono aperti esclusivamente per la vendita da asporto, consentita dalle 5 alle 22, e per la consegna a domicilio, consentita senza limiti di orario. Possono restare aperti oltre le ore 18 solo gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande siti nelle aree di servizio e rifornimento carburante situate lungo le autostrade, negli ospedali e negli aeroporti.
Per i negozi e gli altri esercizi di commercio al dettaglio che vendono prodotti diversi da quelli alimentari o di prima necessità, è consentita la consegna dei prodotti a domicilio, nel rispetto dei requisiti igienico sanitari sia per il confezionamento che per il trasporto, ma con vendita a distanza senza riapertura del locale.
Stop per tutte le attività inerenti la persona e gli estetisti ma rimangono aperti i parrucchieri.
Vengono sospese le attività sportive, comprese quelle presso centri e circoli sportivi, anche se svolte all'aperto. Per quanto riguarda le scuole, seconda e terza media in “didattica a distanza” oltre alle scuole superiori e alle Università. Restano aperte le industrie, le attività legate all’artigianato, all’edilizia e ai servizi, oltre alle scuole elementari e alla prima media.
Con il passaggio in zona arancione, riprende l’attività scolastica in presenza di tutte le classi delle scuole medie ed è consentito lo spostamento non motivato all’interno del Comune di residenza dalle 5 alle 22.
Non è immediatamente quantificabile quanto questo nuovo lockdown possa pesare sulla già provata economia calabrese. Molto dipenderà ovviamente dalla durata. Ma di certo il fermo di interi settori, probabilmente fino al ridosso del Natale, ha già di fatto bloccato sul nascere la timida ripresa che si intravedeva dopo le devastazioni conseguenti al blocco delle attività e della mobilità della primavera scorsa.
Le regole imposte per contenere l’impennata di contagi che ha investito la Calabria – più della prima ondata – colpiscono, infatti, al cuore comparti nevralgici del sistema economico regionale: commercio al dettaglio, ristorazione, turismo e diversi servizi essenziali che garantiscono occupazione e risorse diffuse su tutto il territorio calabrese. E generano un effetto domino su intere filiere collegate direttamente o indirettamente ai segmenti produttivi finiti in lockdown. Senza contare la riduzione dei redditi e conseguentemente dei consumi di migliaia di lavoratori e il taglio – ennesimo – degli investimenti privati generati dal terrore ormai diffuso tra gli imprenditori preoccupati dal perdurare di un’epidemia che potrebbe comportare fermi produttivi ad intermittenza proprio a causa di nuove chiusure. Gli effetti prodotti dalla concomitante recrudescenza dell’epidemia su tutto il territorio, dall’incapacità di contenere rapidamente i contagi dell’evanescente sistema sanitario locale e dalla debolezza di un tessuto produttivo fortemente provato dalla crisi economica scaturita dalla prima emergenza sanitaria – che si sta abbattendo su un territorio strutturalmente in ritardo di sviluppo e che mette così in serio pericolo la sopravvivenza di molte imprese calabresi - si faranno sentire pesantemente su tutti i parametri economici che delineeranno il 2020 e condizioneranno pesantemente anche il 2021.
Secondo le stime sinora effettuate, la Calabria chiuderà l’anno facendo un balzo indietro di oltre tre decenni – esattamente 32 anni – in termini di ricchezza prodotta a valori reali concatenati: passando da 31,6 miliardi del 2019 a 27,720 di quest’anno. Appunto il Prodotto interno lordo che registrava la Calabria nel 1988. Segnando così una flessione in dodici mesi pari ad oltre 9 punti percentuali (-9,1%). Secondo questi calcoli, ogni calabrese perderà in media 1.270 euro del valore aggiunto rispetto al 2019. Tradotto in percentuali significa un -9%.
2.2.3 Il Decreto Ristori bis sugli aiuti
Dopo l’ulteriore stretta per contenere l’aumento dei contagi Coronavirus, con la suddivisione del territorio nazionale in tre fasce in base alla diffusione del virus (gialla, arancione e rossa), anche a seguito delle violente proteste provenienti dai territori, con il D.L. 9 novembre 2020, n. 149 (c.d. Decreto Ristori bis) il governo ha approvato nuovi interventi a sostegno delle attività interessate dalle misure restrittive. Il decreto mette a disposizione due miliardi e mezzo per finanziare soprattutto agevolazioni fiscali e contributi a fondo perduto per le attività commerciali, fortemente penalizzate dalle misure restrittive, attraverso l’istituzione di un fondo per erogare i contributi in modo automatico, seguendo la stessa procedura già utilizzata dall'Agenzia delle entrate in relazione ai contributi previsti dal decreto “Rilancio” e per quelli introdotti con il precedente decreto Ristori.
Con il decreto, viene non solo allargata la platea delle categorie di attività beneficiarie del contributo a fondo perduto contemplate nel precedente decreto Ristori, ma viene
raddoppiato il contributo per tutte quelle categorie di attività che dovranno chiudere perché operano nelle “zone rosse” (bar, pasticcerie e gelaterie, etc.), la nuova lista di codici Ateco allegata al provvedimento include i negozi (dall'abbigliamento agli elettrodomestici fino ai sexy shop), gli ambulanti (visto che anche i mercati sono chiusi), gli estetisti e gli altri servizi alla persona, compresi chi fa piercing e tatuaggi. Nella lista anche i servizi per gli animali (canili, dogsitter, toelettatura) e le agenzie matrimoniali. Numerose categorie che avevano lamentato l'esclusione dal Decreto Ristori 1 avranno contributi al 100% (bus turistici, trasporti lagunari, i fotoreporter, chi fa corsi di danza, le lavanderie industriali, i negozi di bomboniere, i traduttori e anche i produttori di fuochi d'artificio). Al 200% arriveranno invece guide alpine, musei, biblioteche, monumenti e anche orti botanici e zoo. Incluse anche la ristorazione senza somministrazione, come rosticcerie e pizzerie al taglio, e gli internet point, che avranno un ristoro al 50% di quanto già avuto in estate. Viene costituito un fondo per ristorare con un contributo a fondo perduto le perdite subite dalle attività economiche che hanno sede nei centri commerciali e per le industrie alimentari
Nel decreto sono previste anche agevolazioni fiscali (credito d'imposta sui fitti, sospensione dei versamenti IVA, sospensione della seconda rata dell’IMU, sospensione dei contributi previdenziali e assistenziali nei mesi di novembre e dicembre, a seconda del colore della zona, rinvio del secondo acconto Ires e Irap per i soggetti a cui si applicano gli Isa, la totale decontribuzione anche per il mese di dicembre per le imprese interessate dal primo decreto-legge Ristori, attive nei settori della filiera agricola, della pesca e dell'acquacoltura) nonché un bonus baby sitter di 1.000 euro per le regioni rosse nelle quali è prevista la sospensione delle attività scolastiche nelle seconde e terze classi delle scuole secondarie di primo grado.
È previsto il potenziamento del sistema sanitario attraverso l'arruolamento a tempo determinato di 100 fra medici e infermieri militari e la conferma fino al 31 dicembre di 300 fra medici e infermieri a potenziamento dell'Inail, incrementata la dotazione del fondo per il trasporto pubblico locale per 300 milioni di euro per il 2021, 100 dei quali possono essere utilizzati altresì per servizi aggiuntivi destinati anche agli studenti. Con un fondo straordinario viene previsto un sostegno in favore dei soggetti attivi nel terzo settore, organizzazioni di volontariato, associazione di promozione sociale e organizzazioni non lucrative di utilità sociale, che non rientrano fra i beneficiari del contributo a fondo perduto.
Sono prorogati al 15 novembre i termini di decadenza per l’invio delle domande di accesso alla CIG Covid e di trasmissione dei dati necessari per il pagamento o per il saldo che, in applicazione della disciplina ordinaria, si collocano tra il 1° e il 30 settembre 2020.
2.2.4 Il Decreto Ristori ter
Il 21 novembre il Consiglio dei ministri ha approvato un ulteriore Decreto legge che prevede un ulteriore stanziamento di risorse, pari a 1,95 miliardi di euro per l’anno 2020, destinato al ristoro delle attività economiche interessate, direttamente o indirettamente, dalle misure disposte a tutela della salute, al sostegno dei lavoratori in esse impiegati, nonché con ulteriori misure connesse all’emergenza in corso. Le principali misure di intervento riguardano:
• l’incremento di 1,45 miliardi, per il 2020, della dotazione del fondo previsto dal decreto
“Ristori bis” (decreto-legge 9 novembre 2020, n. 149) per compensare le attività economiche che operano nelle Regioni che passano a una fascia di rischio più alta;
• l’inclusione delle attività di commercio al dettaglio di calzature tra quelle che, nelle cosiddette “zone rosse”, sono destinatarie del contributo a fondo perduto;
• l’istituzione di un fondo con una dotazione di 400 milioni di euro, da erogare ai Comuni, per l’adozione di misure urgenti di solidarietà alimentare;
• l’aumento di 100 milioni per il 2020 della dotazione finanziaria del Fondo per le emergenze nazionali, allo scopo di provvedere all’acquisto e alla distribuzione di farmaci per la cura dei pazienti affetti da COVID-19.
2.2.5 Il Decreto Ristori quater
Il Decreto-legge 30 novembre 2020, n. 157 (cd. Decreto Ristori quater) interviene con uno stanziamento aggiuntivo di risorse, pari a 8 miliardi, conseguenti al nuovo scostamento di bilancio, per rafforzare ed estendere le misure necessarie al sostegno economico dei settori più colpiti dalla pandemia, nonché con ulteriori disposizioni connesse all’emergenza in corso.
In particolare, dispone nuove misure a sostegno di imprese e lavoratori di determinati settori (turismo e stabilimenti termali, vendite a domicilio, spettacolo, sport, fiere e congressi, etc.) nonché ulteriori proroghe e sospensioni in materia fiscale e contributiva. È, inoltre, previsto un fondo ‘taglia tasse’ da 5,3 miliardi di euro per realizzare nel 2021 la perequazione delle misure fiscali e di ristoro concesse con i provvedimenti adottati durante l’emergenza, e l’ampliamento della platea delle attività oggetto dei contributi a fondo perduto.
Alle Regioni a statuto ordinario viene assegnato un contributo per il 2020 di 250 milioni di euro destinato al finanziamento delle quote capitale dei debiti finanziari in scadenza nell’anno in corso. Le risorse conseguentemente liberate sono destinate al ristoro delle categorie soggette a restrizioni in relazione all'emergenza COVID-19 o riversate al bilancio dello Stato, qualora i ristori stessi non siano assegnati entro il 31 dicembre 2020.Per la Calabria sono previsti euro 11.151.447,37.
Relativamente ai termini di permanenza dei territori negli scenari di rischio, infine, il provvedimento prevede che l’accertamento della permanenza per 14 giorni in un livello o scenario di rischio inferiore a quello che ha determinato le misure restrittive, comporta l’applicazione delle misure relative allo scenario immediatamente inferiore per un ulteriore periodo di 14 giorni, salva la possibilità, per la Cabina di regia, istituita dal Ministro della salute ai fini della valutazione dei livelli e degli scenari di rischio territoriali, di ridurre tale ultimo termine.