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Quali sono e quali dati offrono le fonti informative disponibili 102

Nel documento La disabilità in Italia (pagine 104-108)

4. Le persone con disabilità e il mondo del lavoro

4.2 Quali sono e quali dati offrono le fonti informative disponibili 102

persone con disabilità siano molteplici, sia a livello centrale sia a livello territoriale, queste non consentono ancora di verificare in modo omoge-neo, né a livello territoriale né temporale, la reale efficacia della norma-tiva sull’inserimento lavorativo.

A livello centrale sono disponibili i dati Istat relativi all’Indagine sulle forze di lavoro, che nel luglio 2002 ha inserito un modulo ad hoc, progettato a livello comunitario, con lo scopo di individuare le persone con disabilità presenti nella popolazione; sempre l’Istat realizza l’Indagine sulle cooperative sociali che fornisce alcune informazioni sulle cooperative dedite all’inserimento lavorativo delle persone con di-sabilità. Grazie all’Indagine condizioni di salute e ricorso ai servizi sani-tari è possibile investigare tra i vari aspetti della vita delle persone con disabilità anche la loro condizione professionale. Infine, sempre tra le attività dell’Istat, è stata realizzata l’Indagine sull’integrazione sociale delle persone con disabilità. L’indagine è stata condotta nel 2004, su un collettivo individuato tra quanti, in occasione dell’indagine realizzata nel 1999-2000, avevano riferito di avere difficoltà nelle funzioni (moto-rie, sensoriali o delle attività della vita quotidiana), un’invalidità o una riduzione di autonomia.

Sempre a livello centrale i monitoraggi che l’Istituto per lo svi-luppo della formazione professionale dei lavoratori11 (Isfol) conduce annualmente, sia sui Centri per l’impiego10 che sui servizi per l’impiego,11 rappresentano una preziosa fonte informativa, rilevando caratteristiche relative sia all’utenza che ai servizi erogati. A livello locale si trova, invece, una grande quantità di dati e d’informazioni

10 I Centri per l’impiego operano a livello provinciale secondo gli indirizzi dettati dalle Regioni. Hanno l’obiettivo di migliorare le possibilità di accesso dei disoccupati al mondo del lavoro e di assistere le imprese, favorendo l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro. I Centri per l’impiego offrono una serie di servizi destinati ai lavoratori e alle imprese.

11 I servizi per l’impiego si rivolgono a lavoratori e imprese con l’obiettivo di favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Si occupano della prima accoglienza e dell’orientamento del lavorato-re, al quale forniscono tutte le informazioni relative al mondo del lavoro, dalla normativa alle oppor-tunità di impiego, ai percorsi formativi finalizzati all’inserimento o al reinserimento lavorativo. La riforma Biagi delinea un mercato del lavoro nel quale operatori pubblici e operatori privati autoriz-zati svolgono la propria attività in regime di competizione e concorrenza. Il Dlgs 276/2003 rende operativa la riforma dei servizi per l’impiego, accostando ai tradizionali operatori pubblici del mer-cato (i Centri per l’impiego), le nuove agenzie per il lavoro e gli altri operatori autorizzati. L’obiettivo è realizzare un sistema coerente di strumenti, per garantire la trasparenza e l’efficienza del mercato del lavoro anche grazie all’interconnessione con la Borsa nazionale del lavoro.

che non sempre vengono completamente utilizzate, basti pensare ad esempio a tutte le informazioni contenute nella scheda anagrafica e professionale prevista dal decreto del Ministro del lavoro e della Previdenza sociale del 30 maggio del 2001 che tutte le persone de-vono compilare per iscriversi al collocamento. Purtroppo, almeno per ora, fatta eccezione di alcune agenzie regionali per il lavoro o di qualche servizio per l’impiego, la maggior parte di queste informa-zioni sono inutilizzabili in quanto non informatizzate.

Per l’analisi in corso l’attenzione sarà focalizzata solo su alcuni dati provenienti dalle fonti Istat o Isfol, rimandando per ulteriori ap-profondimenti al sito del Sistema di informazione statistica sulla di-sabilità12 realizzato dall’Istat e al sito dell’Isfol.13

4.3 - La condizione professionale delle persone con disabilità

Secondo i dati provenienti dall’Indagine sulle condizioni di salu-te ed il ricorso ai servizi sanitari,14 risultano occupati meno del 18 per cento delle persone con disabilità in età lavorativa, contro poco più del 54, per cento delle persone non disabili. Analizzando i dati per classi di età si vede come nella fascia 15-44 anni la percentuale delle persone con disabilità occupate è del 18,4 per cento (22,3 per cento tra i maschi e il 13,9 per cento tra le femmine di pari età). Più basse, tranne in pochi casi, le percentuali di coloro che dichiarano di essere occupati tra i 45 e i 64 anni, infatti tra le persone con disabili-tà tale percentuale raggiunge il 17,0 per cento, 24,6 per cento tra i maschi e 10,4 per cento tra le femmine. Nel resto della popolazione nella classe di età 15-44 gli occupati sono il 62,5 per cento mentre nella classe 45-64 anni la percentuale scende al 54,9 per cento; que-sto andamento è confermato sia tra gli uomini (73,3 per cento gli oc-cupati tra i 15-44 anni e 70,6 per cento tra 45-64 anni) sia tra le don-ne (51,5 per cento le occupate tra i 15-44 anni contro il 39,7 per cen-to tra i 45 -64 anni) (Tavola 4.1).

12 www.disabilitaincifre.it.

13 www.isfol.it.

Tavola 4.1 - Persone di 15 anni e più per sesso, classe d’età, presenza di disabilità (a) e condizione professionale - Anni 2004-2005

(quozienti per 100 persone)

Classi di età

15-44 45-64 65 e più Totale

CONDIZIONE PROFESSIONALE

Disabile disabileNon Disabile disabileNon Disabile disabileNon Disabile disabile Non MASCHI

Occupato 22,3 73,3 24,6 70,6 0,9 7,5 6,8 61,0

In cerca di

occupa-zione 10,0 9,6 4,8 3,4 .. 0,1 1,9 6,1

Ritirato dal lavoro 0,5 0,0 26,3 23,4 79,1 87,7 62,4 22,5

Inabile al lavoro 53,5 0,3 44,1 0,6 15,3 0,9 23,9 0,5 Altra condizione 13,7 16,7 .. 1,9 4,7 3,8 5,0 9,9 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 FEMMINE Occupato 13,9 51,5 10,4 39,7 0,3 1,6 1,8 37,5 In cerca di occupa-zione 5,9 10,1 0,8 2,1 0,0 0,0 0,4 5,6 Casalinga 22,1 20,4 34,1 44,6 30,5 48,8 30,5 33,6

Ritirato dal lavoro - 0,0 16,3 11,9 38,4 42,9 34,6 12,6

Inabile al lavoro 47,9 0,2 34,7 0,4 17,9 0,7 20,8 0,3 Altra condizione 10,1 17,8 3,6 1,4 12,9 6,0 11,9 10,4 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 TOTALE Occupato 18,4 62,5 17,0 54,9 0,5 4,2 3,5 49,0 In cerca di occupa-zione 8,1 9,9 2,6 2,7 0,0 0,1 0,9 5,8 Casalinga 10,3 10,1 18,3 22,7 21,4 27,0 20,3 17,2

Ritirato dal lavoro 0,3 0,0 20,9 17,6 50,5 62,9 43,9 17,4

Inabile al lavoro 50,9 0,3 39,0 0,5 17,1 0,8 21,8 0,4

Altra condizione 12,0 17,3 2,1 1,6 10,4 5,0 9,6 10,2

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Istat, Indagine multiscopo “Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari - Anni 2004-2005”

(a) La definizione di disabilità utilizzata nell’Indagine sulla condizioni di salute della popolazione è basata sulla valutazione della capacità di svolgere alcune funzioni della vita quotidiana e non sulla certificazione della con-dizione di disabilità. Pertanto la presenza, seppur minima di inabili al lavoro tra coloro che sono definiti perso-ne senza disabilità è legata alla possibilità che una persona riconosciuta inabile al lavoro tramite certificazioperso-ne non presenti le difficoltà nella vita quotidiana investigate tramite l’indagine in questione.

(..) Stime di frequenze con errore relativo superiore al 75 per cento.

La percentuale degli inabili al lavoro è del 21,8 per cento sul totale delle persone con disabilità, tra i giovani-adulti (15-44 anni) la stessa percentuale risulta molto elevata pari al 50,9 per cento mentre tra coloro che hanno 45-64 anni il valore scende al 39,0 per cento.

L’Indagine sulle condizioni di salute e i servizi sanitari consente, inoltre, l’analisi dei livelli occupazionali delle persone con diversi tipi di disabilità. Seguendo una delle classificazioni possibili15 emerge (Tavola 4.2) che tra coloro che hanno solo una disabilità nelle funzioni, gli oc-cupati e le persone in cerca di occupazione sono presenti in percentuali molto basse. Tale andamento si spiega con la presenza massiccia di per-sone anziane con questa tipologia di disabilità. Un andamento analogo si osserva per le altre due tipologie di disabilità sia per gli occupati che per le persone in cerca di occupazione.

Coloro che presentano la sola disabilità della vista, udito o parola sono occupati in percentuali superiori rispetto alle altre tipologie di di-sabilità: 16,3 per cento rispetto al 5 per cento delle persone con difficol-tà nel movimento, all’1,5 di coloro che hanno disabilidifficol-tà nelle funzioni, al 1,3 per cento di chi ha due delle difficoltà considerate ed allo 0,5 per cento tra coloro che hanno tre delle difficoltà descritte. Procedendo ad un’analisi per condizione professionale risultano prevalenti le percen-tuali relative ai pensionati, o più correttamente coloro che si sono ritirati dal lavoro, dato determinato dal prevalere degli over 65 nel contingente in esame. Il prevalere delle donne nella popolazione con disabilità spie-ga inoltre la notevole presenza delle casalinghe per tutte le tipologie di disabilità in esame.

Tavola 4.2 - Persone di 15 anni e più per tipologia di disabilità (a) e condizione professionale - Anni 2004-2005 (valori percentuali)

Tipologia di disabilità CONDIZIONE PROFESSIONALE Difficoltà vista, udito e parola Difficoltà nel movimento Difficoltà nelle funzioni Due

difficoltà difficoltà Tre

Occupato 16,3 5,0 1,5 1,3 0,5

In cerca di occupazione 4,3 1,2 0,7 0,2 0,1

Casalinga 20,9 26,3 24,0 17,9 10,0

Ritirato dal lavoro 41,4 44,5 49,2 42,6 42,5

Inabile al lavoro 8,1 14,3 14,2 28,4 35,5

Altra condizione professionale 8,9 8,7 10,5 9,6 11,4

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Istat, Indagine multiscopo “Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari - Anni 2004-2005”

(a) Cfr. nota 4 cap. 1 pag. 21 .

Nel documento La disabilità in Italia (pagine 104-108)