5. Morfosintassi delle proposizioni relative con antecedente in italiano
5.1. I pronomi relativi
5.1.3. Il quale, la quale, i quali, le quali
Se, come si è evidenziato, che e cui sono in distibuzione complementare quanto alle funzioni sintattiche relativizzate, i pronomi analitici rappresentano per certi versi un’anomalia, dal momento che possono relativizzare sia il soggetto sia, qualora preceduti da una preposizione, i casi indiretti. Tale parziale sovrapposizione induce a chiedersi quali sono le condizioni che agevolano l’uso de il quale e le restrizioni che in alcuni casi, al contrario, determinano il ricorso al subordinatore che per i complementi diretti o al pronome cui per i complementi indiretti.
A livello generale una prima restrizione all’uso del pronome analitico riguarda l’impossibilità di seguire gli antecedenti neutri:
39.*Non capisco quello al quale ti riferisci.
Infatti, il quale può riferirsi ad antecedenti umani e non umani, singolari e plurali.
Preceduto da preposizioni, il quale relativizza i casi obliqui ed entra in concorrenza con
cui. Esattamente come il pronome concorrente la sequenza “preposizione + il quale” funge
anche da attributo, con valore di genitivo:
40.Gianni, la moglie del quale ha da poco aperto un’agenzia di viaggi...
Secondo le ricerche svolte da Larsson (1990: 39) in un corpus costituito da opere letterarie e testi giornalistici, la strategia più frequentemente impiegata al fine di esprimere la funzione di genitivo consiste nell’uso di cui, mentre il ricorso a “di + il quale” è piuttosto ridotto208. In particolare tale alternanza sembra essere determinata dalla funzione sintattica svolta dal sintagma nominale in cui è inserito il pronome attributo: mentre cui è utilizzato nel caso di sintagmi soggetto od obliqui, “di + il quale” entra a far parte di costituenti che svolgono la funzione di complementi indiretti:
41.A invocare il rinvio è stato in primo luogo il pastificio, il cui proprietario gode dell’amicizia di...
42.A invocare il rinvio è stato in primo luogo il pastificio, al cui proprietario non manca l’amicizia di...
208 Larsson individua le percentuali del 62,5% e del 6,4%; nei casi restanti osserva l’impiego della sequenza “di +
cui/il quale + V + N” (Ho una stanza in una pensione, di cui non vi do l’indirizzo), che si determina qualora il costituente
43.A invocare il rinvio è stato in primo luogo il pastificio, al proprietario del quale non manca l’amicizia di...
Di conseguenza la più alta ricorsività della sequenza “art. det. + cui + N” va attribuita al fatto che cui è idoneo a ricorrere in costituenti che ricoprono un’ampia gamma di funzioni sintattiche.
L’esempio (43) permette inoltre di enunciare un’altra caratteristica dei pronomi relativi analitici, già parzialmente trattata nel paragrafo precedente. La sequenza “prep. + il quale” può infatti distanziarsi dal proprio antecedente per mezzo di un altro sostantivo o sintagma appartenente alla relativa: in altri termini, a differenza di cui, il quale, potendo ricorrere in costituenti più ampi, è soggetto a pied piping. In Cinque (1978: 63-77) si ipotizza che tale peculiarità del pronome relativo analitico sia da attribuire alla sua natura lessicale, oltre che di anaforico. A differenza di cui, il quale può comparire in relative dalla struttura [SN, F], in cui la testa non c-comanda209 nessun costituente di N. Dato che un elemento anaforico richiede necessariamente di essere c-comandato, si deve pensare che l’ammissibilità del pronome relativo anaforico nelle relative che esibiscono il pied piping è dovuta alla sua natura di elemento lessicale.
Per quanto riguarda la relativizzazione dei complementi indiretti, ciò che favorisce l’uso del pronome relativo analitico è la tipologia della preposizione. Infatti, in presenza di due preposizioni o di locuzioni preposizionali, l’uso di cui è escluso210:
44.Ho visto il bar davanti al quale è avvenuto l’incidente; *Ho visto il bar davanti cui è avvenuto l’incidente. 45.Ho saputo della vicenda a causa della quale è stato arrestato;
*Ho saputo della vicenda a causa di cui è stato arrestato.
Passando invece alla relativizzazione dei casi diretti, in cui teoricamente il quale e che sarebbero sempre in piena concorrenza tra loro, notiamo che una prima restrizione riguarda la difficoltà del pronome relativo analitico a relativizzare la funzione di oggetto diretto:
46.?Salutò la ragazza, la quale il buio inghiottì subito dopo. Salutò la ragazza, che il buio inghiottì subito dopo. 47.Salutò la ragazza, la quale fu subito dopo inghiottita dal buio.
Mentre in (46) l’uso de la quale crea una certa perplessità, in (47) il ricorso al passivo e il conseguente passaggio al ruolo di soggetto dell’antecedente rende l’uso del pronome analitico
209 Nel quadro della teoria del legamento la nozione di c-comando definisce la relazione che si crea tra un
costituente spostato da una regola di movimento e la sua traccia, da una parte, e il costituente legato, dall’altro. L’attuarsi del c-comando permette di spiegare i fenomeni di coreferenza.
210 Al contrario, il pronome sintetico è selezionato più frequentemente in presenza di preposizioni dal contenuto
decisamente più accettabile211. Inoltre, come risulta dall’esempio (46), dato che in presenza di antecedenti con funzione di soggetto od oggetto diretto nella relativa è lecita la selezione del subordinatore che, si è spinti a chiedersi per quale motivo, considerato il rispetto della condizione di recuperabilità, sia possibile procedere indistintamente alla cancellazione del subordinatore o alla cancellazione del pronome relativo.
Anche in questo caso la spiegazione di Cinque (1978: 78) coinvolge la natura lessicale del pronome analitico, che come si è detto può ricorrere sia nella struttura [SN SN F] sia nella struttura [SN, F...]: nel primo caso si applica la regola di cancellazione del pronome relativo, che dà luogo all’uso del subordinatore che. Nel secondo caso invece l’applicazione della regola della cancellazione del pronome relativo non può essere realizzata perché infrange la condizione di recuperabilità: infatti, nella struttura [SN F...] non c’è un sintagma nominale che c-comandi il pronome relativo il quale. Tale spiegazione, oltre ad essere piuttosto economica sul piano teorico, permette anche di comprendere perché il pronome relativo analitico non compaia nelle relative restrittive (*Devi mettere il berretto il quale è nell’armadio, non quello il quale è
nella sedia), che esibiscono una struttura sintattica in cui il pronome è strettamente integrato
nell’antecedente. Tuttavia, andrebbero approfondite le ragioni per le quali tale processo non interessa le relative non restrittive in cui l’antecedente funge da oggetto diretto nella relativa.
Per quanto riguarda la diffusione del pronome analitico nell’italiano contemporaneo, le grammatiche notano che mentre in funzione di complemento indiretto l’uso de il quale, accompagnato da preposizione, è piuttosto comune, come soggetto in concorrenza con che esso è decisamente meno frequente specialmente nel parlato212. Serianni (19912: 317) individua dei casi, limitati comunque allo scritto213, in cui si preferisce ricorrere alla forma analitica. In particolare il pronome composto, contrassegnato da marche di genere e di numero, sembra avere una funzione disambiguante qualora vi siano nella frase due o più costituenti candidati al ruolo di antecedente:
211 Tuttavia, non tutti gli studiosi sono d’accordo nell’escludere dalle funzioni che il quale può ricoprire quella di
oggetto diretto. Si veda l’esempio seguente tratto da Schwarze (1995: 456): il fratello di Giulia, la quale nessuno aveva
vista...
212 La ragione della minore frequenza nel parlato del pronome analitico è spesso ravvisata nell’origine libresca
della forma pronominale, già osservata da Alisova (1965; 1967).
213 La variazione diamesica rappresenta un parametro irrinunciabile nell’analisi della distribuzione dei pronomi
relativi. Tuttavia sembra che sia da superare il tradizionale concetto di diamesia in termini binari scritto/parlato: infatti, occorre considerare come i pronomi relativi variino nei testi scritti a seconda che essi siano riconducibili allo scritto-scritto o al parlato scritto (si veda Nencioni, 1983). A questo proposito Hirvonen (2002) ha evidenziato nelle opere di Pirandello una diversa distribuzione di che e il quale con funzione di soggetto a seconda che si tratti di romanzi o di opere teatrali. In queste ultime la frequenza del pronome composta risulta dimezzata rispetto alle opere in prosa.
48. Ciò induce a pensare che [l’arma] possa essere stata prelevata alla vittima dall’assassino il
quale l’avrebbe abbandonata al momento di scendere214.
Un altro fattore che sembra favorire il ricorso al pronome analitico con funzione di soggetto è la tendenza alla variazione stilistica. Il passo seguente è tratto da un articolo in cui si osserva l’uso esclusivo dei pronomi sintetici: l’unica occorrenza de il quale si incontra in un periodo piuttosto lungo, contraddistinto dalla presenza di tre relative introdotte dal che, e sembra determinato proprio dalla volontà di evitarne la ripetizione a breve distanza:
49.Se il governo vuole il merito di una politica di risanamento, la deve saper legittimare, e non davanti ai suoi fantasiosi interlocutori interni ed esterni che con una mano difendono i loro privilegi e con l’altra vaneggiano sugli ipotetici ricchi che devono piangere, ma davanti al Paese che lavora e produce, il quale ha bisogno di vedere una robusta inversione di tendenza («Il messaggero», 2 ottobre 2006, p. 21).
Al di là del fattore stilistico, non sembra possibile individuare l’esistenza di costrizioni sintattiche che determinino l’impiego del pronome sintetico o di quello analitico.
5.1.3.1.
Il quale
relatif de liaisonUn costrutto in cui il quale mostra invece una frequenza maggiore rispetto agli altri pronomi è rappresentato dalle relative in apertura di periodo: molto probabilmente tale aspetto va attribuito alla natura lessicale del pronome analitico che ne favorisce l’uso in contesti sintatticamente indipendenti. Il pronome può riferirsi da solo a un antecedente situato in un enunciato precedente:
50.“La lingua umana può essere una tromba di guerra e di sedizioni” così, richiamandosi a Pericle, scriveva (alla metà del Seicento) Thomas Hobbes. Il quale pensava che tra le cause principali della decapitazione del re Carlo e della rivoluzione inglese del 1649 ci fosse l’educazione che avevano ricevuto quei molti gentiluomini che si erano formati sui testi di Platone e Aristotele.
ma può anche presentare un valore aggettivale, ricorrendo prima di un nome:
51.Sul letto di ottone il re aspettò che si compissero gli atti dovuti prima della sepoltura. La
quale sepoltura doveva avvenire per opera del nuovo re (Maurizio Maggiani, La regina disadorna, p. 349)215.
214 Traggo l’esempio da Travisi (2000: 238). A livello diacronico, confrontando i quotidiani del 1958 con quelli
editi nel 1998, la studiosa individua una netta tendenza alla riduzione dell’impiego del pronome analitico in funzione di soggetto: nel primo gruppo di quotidiani il quale con tale valore rappresenta l’11,5% delle strategie di relativizzazione, mentre nel corpus più recente la percentuale scende al 2,4%. Tale dato può essere spiegato considerando da una parte una maggiore tendenza all’accuratezza formale nella prosa giornalistica degli anni Sessanta e la conseguente selezione di forme più lontane dal parlato, dall’altra l’intervento in anni a noi più vicini di «una sorta di livellamento del paradigma relativo standard verso un sistema binario costituito da cui e (meno spesso) il quale per i casi obliqui e dalla forma esclusiva che per i casi diretti».
Solitamente si ritiene che tale struttura sintattica caratterizzi lo scritto e che invece sia sostituita nel parlato dall’impiego di un pronome o di un aggettivo dimostrativo216; tuttavia non mancano le attestazioni orali del fenomeno, come mostra Bianco (2006) limitatamente alla sequenza “il quale + N”. Sembra dunque che al parametro diamesico vada affiancato quello diafasico: nel testo orale il nesso relativo può senz’altro comparire specialmente nelle varietà più formali e accurate, ma non si può escludere che il fenomeno possa occorrere anche nelle varietà meno pianificate.
5.1.3.2.
Quale
Mentre, come si vedrà in seguito, in italiano antico era possibile impiegare quale, privo di articolo, come vero e proprio relativizzatore, nell’uso moderrno tale eventualità non è più prevista. È possibile formulare proposizioni dipendenti introdotte da quale non interrogativo, tuttavia in questi casi, secondo quanto affermato da Cinque (20012: 475-477), si è di fronte a un impiego comparativo. Sono due le strutture sintattiche che possono essere confuse con vere e proprie proposizioni relative:
52.Fu rinchiuso, minacciato delle più gravi punizioni e fu felice quando con l’aiuto del padre che da furbo vinaio quale era lo dichiarò mentecatto dalla gioventù in su, poté ritrovarsi a casa propria sano e salvo e spoglio della montura militare. (Svevo, Il malocchio, p. 379); 53.L’immagine della madre quale s’era formata in quelle testine scaldate dalla primavera, si
sviluppò smisuratamente, e tutto il bene si chiamò madre, (Svevo, La madre, p. 123).
Sia in (52) che in (53) quale potrebbe essere sostituito da che, ma sembra che in tal caso venga meno la sfumatura comparativa. Inoltre, alcune restrizioni all’uso di quale (come l’impossibilità di essere preceduto da preposizione) permettono di escludere che si tratti di un vero relativo.