5. Morfosintassi delle proposizioni relative con antecedente in italiano
5.1. I pronomi relativi
5.1.5. I modi verbali nella proposizione relativa
5.1.5.1. L’uso del congiuntivo
In genere si ritiene che il congiuntivo possa comparire soltanto nelle relative restrittive, e in particolare nelle definitorie, anche perché la presenza di tale modo verbale è considerata un fattore di maggiore integrazione sintattica. Tuttavia, secondo Cinque (20012: 495) soltanto alcune restrittive possono essere formulate al congiuntivo: in particolare l’antecedente deve essere indeterminato non specifico o, in altre parole, è necessario che non vi sia implicazione della sua esistenza:
73.Cerco una segretaria che sappia l’inglese;
In (73) si cerca una segretaria la cui esistenza non è certa: il congiuntivo veicola dunque un valore di virtualità224. Si vedano i diversi effetti semantici che l’uso del congiuntivo e dell’indicativo producono nelle frasi seguenti:
74.Gli studenti che non abbiano provveduto al rinnovo dell’iscrizione sono pregati di farlo entro il mese di giugno;
75.Gli studenti che non hanno provveduto al rinnovo dell’iscrizione sono pregati di farlo entro il mese di giugno.
Sia in (74) sia in (75) la relativa dipendente dal sintagma gli studenti è senz’altro restrittiva: il contenuto della principale è infatti riferito a una sottoclasse di studenti che non ha rinnovato l’iscrizione. La relativa, sia essa al congiuntivo o all’indicativo, opera una restrizione referenziale. Tuttavia leggendo (74) si coglie una certa ipoteticità, che potrebbe essere
224 Proprio tale aspetto impedisce al congiuntivo di ricorrere nelle relative appositive, che si riferiscono in
normalità a un antecedente referenzialmente determinato, la cui esistenza è presupposta. Ciò non toglie che possano esservi casi in cui l’uso del congiuntivo non preclude una lettura appositiva, cfr. l’esempio citato alle pp. 71-72.
parafrasata “se ci sono degli studenti che non hanno rinnovato l’iscrizione...”; diversamente in (75) la sottoclasse individuata dalla relativa riceve una sorta di attestazione di esistenza, espressa mediante l’impiego dell’indicativo. La (lieve) differenza semantica tra le due frasi va pertanto attribuita ai due diversi modi verbali usati nella relativa e si caratterizza secondo l’opposizione virtualità/realtà. Tuttavia Soutet (2000: 117), in uno studio sul congiuntivo in francese, afferma che l’equivalenza tra congiuntivo e virtualità non è sempre vera, citando a riprova il seguente esempio con estraposizione espressiva del gruppo “SN + relativa”:
76.Une secretaire qui connaisse le chinois à la Sorbonne, ça existe (Una segretaria che sappia il cinese alla Sorbona, c’è).
In effetti la principale (ça existe) afferma l’esistenza di una segretaria in grado di parlare il cinese, ma non mi sembra che il congiuntivo connoti l’antecedente come referenzialmente reale: piuttosto si potrebbe pensare che sia il completamento della frase a costruire l’esistenza del referente, che per altro non è presupposta bensì asserita.
Va tenuto presente inoltre che la distribuzione del congiuntivo nelle relative sembra coinvolgere oltre all’esistenza referenziale dell’antecedente anche la natura del verbo reggente da cui esso dipende. In particolare nel volume dedicato al congiuntivo e alla subordinazione in italiano, Schmitt-Jensen (1970: 533) nota che «les propositions relatives [...] ne peuvent pas, par une rection verticale, avoir un subjonctif libre indépendant, final ou d’“incertitude”, “potentielle”. La sémantique vient normalement du verbe (ou d’une autre racine) qui, par le subjonctif, se subordonne la relative». Il fenomeno, che l’autore definisce in termini di rection
supplémentaire, interessa anche verbi che non sono in grado di reggere completive e che invece
sembrano inserirsi nell’ambito dei verba faciendi225. La rection supplémentaire si determina anche in presenza di sostantivi o altri elementi linguistici che introducono l’antecedente:
77.Si era fatto l’idea di un casa che fosse solida e spaziosa.
Nell’esempio il congiuntivo che compare nella relativa riferita all’antecedente casa è in qualche modo richiesto dal sostantivo idea, nella cui semantica rientra un valore astratto, di ipoteticità.
In altri casi è invece la natura dell’antecedente a favorire il ricorso al congiuntivo, che tende ad essere selezionato con maggior frequenza in presenza di pronomi indefiniti come
nessuno, niente o o di teste lessicali modificate da aggettivi numerali ordinali (primo etc.): 78.Non conosco nessuno che ti possa aiutare;
79.Al primo cliente che abbia acquistato un televisore regaleremo un telefonino.
Un altro tipo di antecedente che spesso comporta l’uso del congiuntivo nella relativa è rappresentato dalla sequenza “N+superlativo”:
80.In genere Laura compra le scarpe più costose che ci siano;
81.Laura è la persona più simpatica che io conosca.
Tuttavia, poiché le frasi (79)-(81) potrebbero essere formulate con l’indicativo, sembra che le relative sinora esaminate si caratterizzino per un’alternanza modale, che ancora una volta non sembra poter essere spiegata ricorrendo all’opposizione tra virtualità e realtà. Si consideri l’esempio (81): analizzare l’antecedente la persona più simpatica in termini di presupposizione o non presupposizione esistenziale non sembra pertinente. In questo caso si può accogliere la proposta di Soutet (2000: 111-122), secondo il quale in tali contesti il referente designato dall’antecedente è l’oggetto di una selezione entro una classe. Ora, impiegando il congiuntivo il locutore evidenzia tale selezione, mentre mediante l’indicativo il processo selettivo rimane in secondo piano226. La selezione può essere attuata sia per quantificazione, come avviene nel caso degli antecedenti preceduti da aggettivi indefiniti o rappresentati da pronomi indefiniti, sia per caratterizzazione, espressa generalmente da antecedenti con aggettivi numerali ordinali e superlativi.
Infine, rispetto all’uso del congiuntivo nelle proposizioni relative rimane da affrontare un ultimo problema riguardante alcuni costrutti definiti “concessive estensionali” o “concessive pluri-condizionali e scalari”227. All’interno di questa categoria vanno distinte le strutture introdotte da un pronome relativo indefinito come chiunque o da un aggettivo relativo indefinito come qualsiasi, qualunque, dovunque (si tratta dei costrutti trattati nel paragrafo 4.1.1.3., che dal punto di vista sintattico sono considerate relative pseudolibere) e il tipo “per + aggettivo + che + congiuntivo”, che può in determinati contesti assumere un valore concessivo scalare. In genere tali moduli sintattici sono contraddistinti da un automatico ricorso del congiuntivo228.
226 Già Carlsson (1969) nota come la presenza dell’indicativo nelle relative precedute da un superlativo sia in
crescita, specialmente in italiano. Tuttavia, nel considerare l’alternanza modale tra indicativo e congiuntivo occorre tener conto di vari fattori, come il tempo della subordinata relativa, il tipo di soggetto (la terza persona singolare e un soggetto impersonale favoriscono il congiuntivo). Da un punto di vista semantico Carlsson (1969: 79) afferma : «Le subjonctif souligne, seul ou à l’aide d’un élément adverbial généralisant, que la relative a une valeur abstraite, que son contenu ne s’applique à aucune situation déterminée. La qualité superlative est donc valable à l’intérieur d’un champ de comparaison très vaste. L’indicatif confère à la relative une valeur concrète. Etant l’expression d’une situation unique et précise, la subordonnée restreint la validité de la qualité superlative à un champ de comparaison très réduit».
227 La definizione di “concessive estensionali” è piuttosto diffusa nella linguistica francese, cfr. Muller (1993) e
Soutet (2000: 104-109). La categoria di “concessive pluri-condizionali” è invece maggiormente sfruttata in ambito italiano, si vedano in particolare Di Meola (1997) e Consales (2005). Per la nozione di concessività, che tende sempre più a essere studiata nell’ambito della teoria del prototipo, si veda quanto affermato da Consales (2005: 26), cui rimando anche per la ricca bibliografia: «La proposizione subordinata, detta “concessiva”, enuncia [...] un evento, un’azione, una circostanza, cui dovrebbe corrispondere nella sovraordinata una determinata conseguenza; di fatto, invece, ciò che viene presentato nella reggente è un effetto non previsto e talora contrario alle aspettative». Tale relazione tra due proposizioni può essere raggiunta attraverso vari costrutti che si dispongono entro un continuum tra prototipo e periferia e che spaziano tra subordinazione e coordinazione.
In particolare preme in questa sede considerare il secondo tipo, in cui il che sembra poter essere riferito ad un antecedente di natura aggettivale229. Si tratta di frasi come:
82.Per ricco che sia, non può permettersi di spendere tutti quei soldi.
In (82) è espresso un valore concessivo scalare: il predicato della concessiva presenta una variazione d’intensità. Il predicato oggetto della variazione d’intensità è rappresentato da un aggettivo preceduto da quello che Soutet (2000: 106) definisce «un indicateur de degré de nature adverbiale». In italiano si tratta della preposizione per, mentre il francese si distingue per un maggiore numero di indicatori: si, quelque, pour (si malade que soit, il travaille; quelque sombres que
fussent...; pour resolu que je fusse...). All’aggettivo si lega un che, la cui natura grammaticale è
piuttosto controversa; tuttavia, vari fattori inducono a pensare che si tratti di un elemento con funzione relativa. In primo luogo qualora il verbo della dipendente preveda un participio, si osserva l’accordo in genere e numero con l’antecedente aggettivale:
83.Per ricca che sia stata, ora Laura è sull’orlo del fallimento.
Inoltre, non sembrano esclusi usi come il seguente, in cui la concessiva è introdotta da un pronome relativo flesso:
84.Per specialisti ai quali tu ti rivolga, nessuno accetterà di procedere all’intervento.
Tuttavia, è probabile che la struttura “per + aggettivo + che + congiuntivo” non sia più percepita come unione di un antecedente e di una relativa. Tale uso rientra infatti nella complessa gamma di possibilità sintattiche dell’elemento che, rispetto al quale è molto spesso arduo stabilire se sia la funzione congiuntiva o quella relativa a prevalere.