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Homo legens. Lo spazio utopico della letteratura nell’ermeneutica ricoeuriana

4. Il racconto differito

Venuto a capo del suo progetto, ridotti tutti i nemici alla sua mercé, Prospero risolve di prendere le parti della ragione contro quelle del-la collera e finalmente, ammessi Gonzalo e Alonso al suo cospetto, rivela la sua identità e li abbraccia in segno di riconciliazione. Alla turbata incredulità del re di Napoli, che balbetta:

Alon. Whether thou be’st he or no,

Or some enchanted trifle to abuse me, As late I have been, I not know: thy pulse

Beats, as of flesh and blood; and, since I saw thee, Th’affliction of my mind amends, with which, I fear, a madness held me: this must crave – An if this be at all - a most strange story. egli risponde:

Pros. […] howsoe’er you have

Been justled from your senses, know for certain That I am Prospero, and that very duke

Which was thrust forth ofMilan;who most strangely Upon this shore, where you were wrack’d, was landed, To be the lord on ‘t.No more yet of this;

For ‘tis a chronicle of day by day, Not a relation for a breakfast, nor Befitting this first meeting [...].

My dukedom since you have give me again, I will requite you with as good a thing; At least bring forth a wonder, to content ye As much as me my dukedom45.

C’è dunque una storia, «a most strange story», che andrebbe raccon-tata perché il re e gli altri naufraghi possano capire i fatti accaduti nel tempo compreso tra la scomparsa di Prospero da Milano e il momen-to della sua improvvisa riapparizione sull’isola. In quesmomen-to frangente

la posizione del lettore-spettatore rispetto ai personaggi dei naufraghi è di vantaggio, poiché egli conosce già in larga parte quella storia grazie ai racconti estrapolabili:

- dalla conversazione tra Prospero e Miranda in I,II (r1);

- dagli alterchi di Prospero prima con Ariel (r2), poi con Caliban (r3), sempre in I, II;

- dai resoconti di Ariel alla fine di IV, I e all’inizio di V, I (r4). Dunque, grazie a queste analessi esplicative parziali disseminate nel testo, al momento topico dell’agnizione il sapere del lettore-spetta-tore (LS) è maggiore di quello dei personaggi (P). Ma si tratta di un vantaggio reale o soltanto presunto? LS sa proprio tutto della storia? Può essergli utile il racconto promesso da Prospero (N) ai naufraghi, un resoconto ordinato ed esaustivo («a chronicle of day by day») che connetta il passato della congiura al presente della magia («to the present business / […] without the which, this story / Were most impertinent»46)? Perché, a ben guardare, in prossimità della fine della commedia, LS continua a ignorare l’origine dell’Arte di N nominata all’inizio («If by your Art»). O può ritenere il racconto di quell’ori-gine superfluo, dal momento che le informazioni in suo possesso gli hanno consentito di seguire agevolmente l’azione fino a qui?

Proviamo a fare il punto:

l) all’inizio del V atto, quando Prospero si mostra ai naufraghi, N>LS>P. Il lettore-spettatore è a conoscenza di cose sul conto del protagonista-narratore che i personaggi ignorano, ma ignora alcuni particolari della storia che non sono ancora stati svelati. Può esser-ne o meno cosciente e, di rimando, il sapere residuale esclusivo di Prospero può indurlo o meno a pensare che nella sua figura si identi-fichi/autoritragga più o meno coscientemente l’autore. Se la superfi-cie complessa di The Tempest, lo abbiamo visto, appare disseminata di zone meno resistenti allo sguardo, dove sembra che Shakespeare apra qualche spiraglio attraverso cui gettare una rapida occhiata nel retro, tra molle e congegni meccanici, al tempo stesso però egli vi-gila, nella misura in cui la sua coscienza glielo consente, affinché il

gioco (meta)testuale non riesca mai del tutto trasparente e intellegi-bile, impegnandosi a non scompaginare irrimediabilmente l’illusione mimetica e a preservare il lettore-spettatore da «una penosa e ribut-tante nudità»47. Perciò, nel silenzio che avvolge e rende enigmatica l’Arte di Prospero, là dove la fuga meta-letteraria della commedia inevitabilmente si arresta, il lettore-spettatore è rimbalzato verso i lidi più sicuri e gradevoli dell’intreccio;

2) la fabula della commedia può essere così ricostruita:

dove a = inizio della congiura di Antonio, B = scomparsa di Prospero e Miranda da Milano, c = arrivo sull’isola, d = liberazione di Ariel (imprigionato in un pino da circa 12 anni48), e = punizione di Cali-ban, f = inizio della tempesta, G = apparizione di Prospero ai nau-fraghi. Perciò: af = tempo precedente la tempesta (circa 12 anni49), ricostruibile sommando ac = tempo precedente l’arrivo di Prospero sull’isola (r1), cd = vicenda di Ariel e Prospero (r2), ce = vicenda di Caliban e Prospero (r3)50, ef = tempo che Prospero trascorre sull’iso-la dopo esserne diventato sovrano (non è raccontato, tranne i prepa-rativi della tempesta: r4); fG = tempo della tempesta e delle vicende dei naufraghi sull’isola (3 ore51). L’arco di tempo aG ha l’aspetto di un puzzle che deve essere ricomposto incastrando un certo numero di frammenti analettici dati in ordine sparso. Come abbiamo visto, la ricostruzione per ora è sommaria, poiché alcuni pezzi risultano mancanti. Potremmo perciò essere indotti ad attenderci, nel seguito

47 r. l. stevenson, A proposito di alcuni elementi tecnici dello stile

letter-ario, cit., p. 179.

48 Tempest, p. 27 (I, II, 279: «A dozenyears»).

49 Ivi, p. 12 (I, II, 53: «Twelveyearsince»).

50 Il momento della liberazione di Ariel dalla maledizione della strega Sy-corax (d) e il momento della riduzione di Caliban, figlio della strega, in schiavitù (e) potrebbero coincidere, perciò potrebbe essere cd = ce.

della scena in cui Prospero appare ai naufraghi,uno spostamento di sapere da N a LS, diretto o passante per P, che permetta di colmare almeno alcune delle lacune rilevate. Ma la nostra aspettativa viene momentaneamente disattesa.