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Rapporto tra formazione in ingresso e reclutamento

Nel documento Idee per la formazione degli insegnanti (pagine 129-132)

criticità e proposte

SSIS/COBASLID – TFA – PAS – FIT

8. Rapporto tra formazione in ingresso e reclutamento

I modelli proposti sino ad oggi hanno seguito sostanzialmente due strade: le SSIS e il TFA prevedevano una formazione abilitante separata dall’accesso al ruolo; il FIT invece univa il percorso di formazione in ingresso all’assunzione a tempo indeterminato.

Nel caso delle SSIS la formazione abilitante si concludeva con un esame a cui veniva riconosciuto valore concorsuale ai fini dell’inserimento nelle Gra-duatorie ad Esaurimento, da esse era poi possibile accedere al ruolo, in un si-stema che ricalcava il modello del “doppio canale”. Rimaneva ferma infatti la possibilità di concorsi banditi periodicamente e aperti ai docenti abilitati, a cui andavano il 50% dei posti delle immissioni in ruolo (l’altro 50% era reclutato dalle GAE).

Nel caso del TFA la possibilità di accesso alle graduatorie ad esaurimento non era prevista, tanto che, dopo innumerevoli vicissitudini, nel 2018 è stata avviata una procedura transitoria con un concorso non selettivo riservato agli abilitati (PAS + TFA) che ha dato vita a graduatorie di merito ad esaurimento (GMRE) da cui si accede al ruolo.

Nel modello proposto con il FIT l’accesso alla formazione abilitante sarebbe avvenuto tramite procedura concorsuale e il percorso avrebbe portato all’assun-zione a tempo indeterminato.

Nel definire una proposta organica oggi è necessario partire da alcune con-siderazioni:

• un sistema efficace ha bisogno di una programmazione dei posti per l’acces-so alla formazione abilitante che rispecchi in maniera corretta i bil’acces-sogni della scuola. Con le SSIS prima, e con il TFA dopo, è avvenuto che si bandissero molti posti per classi di concorso sature o addirittura in esubero, mentre nei

settori in cui vi era una forte domanda delle scuole i posti fossero largamen-te carenti. Questo ha prodotto l’effetto di far ingrossare le graduatorie degli abilitati in alcune classi di concorso, mentre le scuole chiamavano docenti non abilitati per insegnare discipline in cui gli abilitati erano pochissimi.

• Negli ultimi anni si è manifestato nel reclutamento un problema nell’asse-gnazione delle cattedre della scuola secondaria che ha assunto proporzioni enormi e che bisogna assolutamente superare per garantire il funzionamento delle scuole, la continuità didattica ed evitare l’abuso dei contratti a termine.

La Tabella 1 illustra la situazione di quest’anno, laddove il 70% delle catte-dre della scuola secondaria che sarebbero dovute andare ai ruoli non sono state assegnate a causa delle carenze della carenza di docenti collocati in posizione utile per accedere all’assunzione a tempo indeterminato (dati MIUR, elabora-zione FLC CGIL).

posti disponibili assunzioni % posti

assegnati posti residui

INFANZIA 2.968 2.716 91,5% 252

PRIMARIA 7.138 6.314 88,4% 824

PRIMO GRADO 15.188 4.780 31,4% 15.289

SECONDO GRADO 18.781 5.489 29,2% 13.292

SOSTEGNO 14.552 1.937 13,3% 12.615

TOTALE 58.627 21.236 ~40% 37.391

Questi numeri, che si ripresentano ormai da alcuni anni, dimostrano l’urgen-za di intervenire in maniera efficace sul sistema di reclutamento e sul raccordo tra formazione in ingresso e meccanismi di assunzione.

Dal confronto tra i due modelli presi in esame quello che oggi sembra più funzionale è quello che prevede che i docenti che concludono il percorso for-mativo abilitante possano entrare ad una graduatoria da cui poi accedere all’im-missione in ruolo. Parallelamente dovrebbe essere mantenuta la possibilità di bandire concorsi, a cui accedere previa formazione abilitante. Come già previ-sto per il “doppio canale” o per le GAE queprevi-sto dovrebbe avvenire in un quadro di equilibrio tra i posti assegnati alla graduatoria e quelli assegnati alle gradua-torie concorsuali.

Questo modello avrebbe alcuni vantaggi:

• impatterebbe positivamente sul fenomeno della mancata assegnazione dei contingenti di immissioni in ruolo nella scuola secondaria;

• consentirebbe di alleviare i problemi che attualmente vivono le scuole in re-lazione al reclutamento dei supplenti;

• ridurrebbe l’abuso dei contratti a termine e la crescita del precariato;

• non rinvierebbe la formazione dei docenti al momento dell’accesso al ruolo, fa-cendone il percorso “a regime” tramite il quale ci si avvicina all’insegnamento;

• garantirebbe una formazione in ingresso adeguata alle sfide educative che oggi la società pone al nostro sistema di istruzione.

Bibliografia

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Tammaro R., Petolicchio A. & D’Alessio A. (2017), “Formazione dei docenti e sistemi di reclutamento: un Leitmotiv”, in Giornale Italiano della Ricerca Educativa, X, 19.

Tocci V. (2015), La scuola, le api e le formiche. Come salvare l’educazione dalle osses-sioni normative, Donzelli, Roma.

1. La prospettiva

Da circa un anno e mezzo sono Presidente della CUNSF (Conferenza uni-versitaria nazionale di scienze della formazione), che raccoglie tutti i Diparti-menti e le Facoltà italiane di Scienze della formazione1. Essi sono generalmen-te incaricati di metgeneralmen-tere in atto, gestire, coordinare con qualità e compegeneralmen-tenza i percorsi formativi che i decisori politici elaborano. I Dipartimenti di Scienze della formazione italiani includono al loro interno molte competenze specifiche e grande esperienza istituzionale, organizzativa, gestionale e scientifica. Essi costituiscono il luogo istituzionale che fin dall’inizio ospita, progetta, organiz-za, eroga la formazione degli insegnanti, in collaborazione con gli altri Diparti-menti cosiddetti disciplinaristi. I DipartiDiparti-menti di Scienze della formazione sono sempre stati un po’ un Think Tank che ha creato le condizioni per l’attivazione di un pensiero specifico, mirato sulla formazione degli insegnanti. In quei contesti sono maturate esperienze e competenze organizzative e gestionali nel coordi-nare e far funziocoordi-nare nel concreto dell’operatività quotidiana i corsi di forma-zione per insegnanti, anche quando siano stati incardinati nell’ateneo a livello centrale. Pertanto, è fondamentale che i Dipartimenti di Scienze della formazio-ne e la CUNSF, che li rappresenta tutti, sia parte costitutiva dei Tavoli dove si progettano i percorsi di formazione degli insegnanti. È presente una lunga espe-rienza in merito. Vi sono strutture organizzative e amministrative già esperte in merito, e docenti, tutor e supervisori già in possesso di competenze specifiche a livello di discipline insegnate, di curvature specifiche della disciplina rispetto al focus della Scuola. Ad esempio, pedagogia della scuola, psicologia dell’ap-prendimento, esperti di didattica delle discipline e delle competenze cosiddette trasversali. Anche se su questo aspetto occorrerebbe ampliare molto il campo

1. www.cunsf.it.

12. Il ruolo propulsivo dei Dipartimenti di Scienze

Nel documento Idee per la formazione degli insegnanti (pagine 129-132)