• Non ci sono risultati.

Il cacciatorpediniere lanciamissili cinese XIAN (in primo piano) e la fregata indiana TARKASH. La Marina indiana segue con la massima attenzione il potenziamento quantitativo e qualitativo militare in atto nella Repubblica Popolare Cinese (G. Arra).

119 Novembre 2021

N

ella parte quinta di questo Supplemento si è accennato a una comparazione fra la Marina cinese e quella degli Stati Uniti. Un rapporto stilato a ottobre 2021 per il Congresso degli Stati Uniti, tenendo conto delle informazioni pro-venienti dal Pentagono e basato sul conteggio delle unità di varie categorie affini — portaerei, unità combattenti di superficie, sottomarini a propulsione nucleare e convenzionali, unità anfibie maggiori, naviglio per la guerra di mine, rifornitori di squadra e altre unità ausiliarie di vario tipo — evidenzia che in termini quantitativi la PLAN, con 360 unità in linea, ha su-perato l’US Navy, che ne totalizza 297. Quest’ultimo dato non comprende circa 30 unità ausiliarie di solito non conteggiate nella «battle force» dell’US Navy, ma la comparazione esclusivamente numerica evidenzia la prevalenza della PLAN.Il raffronto con le Forze navali degli Stati Uniti discende semplicemente dal fatto che questi ultimi sono unanimemente considerati la principale — se non l’unica — potenza marittima a livello planetario, possedendo anche altri fattori che contribuiscono, in varia misura, al raggiungimento e al mantenimento di tale status. A parziale differenza del modello proposto da Alfred Thayer Mahan alla fine del XIX secolo (47), lo status di potenza marittima planetaria nell’era della globalizzazione — cioè di una na-zione in grado di esercitare il potere marittimo in tutte le regioni del pianeta nel XXI secolo — discende dalla sinergia di pa-rametri diversi da quelli elencati a suo tempo dallo stesso Mahan, ognuno con proprie caratteristiche.

Due realtà a confronto

Tuttavia, al di la del metodo per misurare il potere marittimo globale nell’era della globalizzazione, uno dei parametri più importanti rimane inevitabilmente la consistenza dello strumento aeronavale e più in particolare il numero e la tipo-logia delle diverse categorie di naviglio che ne fanno parte: quando si parla dell’ambizione della Repubblica Popolare Cinese ad assurgere al rango di potenza marittima globale è dunque corretto considerare questo parametro, partendo da una comparazione quantitativa della PLAN con l’US Navy utile allo scopo. Pertanto, nella tabella sotto riportata è il-lustrata una «competizione» che ha sostanzialmente preso le mosse all’inizio degli anni Duemila, cioè al momento tem-porale cui si fa risalire l’avvio del potenziamento e ammodernamento della PLAN in relazione agli obiettivi di grand strategy fissati dai leader succedutisi a Pechino, in omaggio alle decisioni maturate nei congressi del Partito Comunista Cinese e frutto di un intenso dibattito interno: nell’ambito della competizione comparativa, va tuttavia ricordato che i numeri relativi alla Marina cinese sono basati su stime e valutazioni degli organizzazioni d’intelligence statunitensi, perché Pechino non ha mai divulgato ufficialmente informazioni in tal senso.

Per ogni categoria o macrocategoria di unità navali, la tabella elenca le quantità stimate per la Marina cinese dal 2000 al 2020, mentre per l’US Navy è riportato soltanto il totale, perché non vi è una completa omogeneità fra le singole categorie e macrocategorie di unità navali.

Nella comparazione della tabella è importante anche tenere a mente le differenze nella composizione quantitativa fra le due Marine; per esempio, l’US Navy è preponderante in materia di portaerei, sottomarini a propulsione nucleare, in-crociatori, cacciatorpediniere e unità maggiori d’assalto anfibio, mentre la PLAN schiera un maggior numero di sotto-marini a propulsione convenzionale (assenti nell’US Navy), di fregate e di corvette, anch’esse assenti nell’US Navy.

Questo processo di graduale riduzione del divario quantitativo esistente fra le due Marine è uno dei motivi che hanno portato, ormai da circa un decennio, a un processo di valutazione e ristrutturazione numerica e tipologica della struttura delle Forze aeronavali statunitensi, processo in cui entrano in gioco altri fattori importanti, primo fra tutti l’esistenza di risorse finanziarie adeguate a raggiungere determinati obiettivi. Negli ultimi anni, le varie analisi condotte da organiz-zazioni pubbliche e private statunitensi erano giunte a una conclusione più o meno condivisa: per far fronte a tutti i com-piti da svolgere in tutte le aree del globo, la struttura delle Forze dell’US Navy avrebbe dovuto comprendere, seguendo un determinato percorso temporale esteso al 2040, un totale di 355 unità, sostanzialmente suddivise secondo le cate-gorie e le macrocatecate-gorie indicate nella tabella precedente. Senza entrare nei dettagli delle analisi, basterà qui ricordare che l’obiettivo di un’US Navy con 355 unità — mantenuto tale fino a poco tempo fa — non appariva totalmente congruo con le risorse finanziarie pianificate nella programmazione di lungo termine delle nuove costruzioni navali periodica-mente sottoposta all’approvazione del Congresso degli Stati Uniti, dando luogo a una serie d’interrogativi legati anche al mutamento degli scenari, provocato dall’introduzione di nuovi concetti operativi a loro volta derivanti dai progressi nel settore tecnico-scientifico. Dopo la redazione di una pianificazione per una cosiddetta «Battle Force 2045» com-prendente un totale di 500 unità navali — con e senza equipaggio — da raggiungere entro l'anno 2045, in tempi più re-centi l’US Navy. Nell’estate del 2021, l’US Navy ha delineato una nuova programmazione di lungo termine e in accordo con il concetto delle operazioni marittime distribuite: di conseguenza, si ipotizza un’US Navy formata da 321-372 unità navali con equipaggio di varie categorie associate a 77-140 mezzi navali a controllo remoto di varie tipologie e dimen-sioni, introducendo dunque un criterio di variabilità numerica prevedibilmente destinato a successivi affinamenti. Tra-lasciando ancora il dettaglio di questa nuova pianificazione o iniziativa, basterà qui ricordarne due aspetti salienti: il primo riguarda l’introduzione, nel conteggio del naviglio compreso all’interno di determinate categorie, di un complesso di unità di superficie e subacqueo senza equipaggio comprendente da 77 a 140 esemplari. Il secondo aspetto riguarda invece l’ingresso in linea di velivoli senza equipaggio a bordo delle portaerei, necessari per le missioni di avioriforni-mento, attacco elettronico e allarme avanzato, nonché per funzioni belliche tradizionali, quali intercettazione e attacco.

A causa della complessità dell’argomento e delle diverse realtà governative statunitensi coinvolti nella pianificazione

2000 2005 2010 2015 2020

Sottomarini nucleari lanciamissili balistici 1 1 3 4 4

Sottomarini nucleari d’attacco 5 4 5 6 7

Sottomarini a propulsione convenzionale 56 56 48 53 55

Portaerei, incrociatori e cacciatorpediniere 19 25 25 26 43

Fregate e corvette 38 43 50 74 102

Unità anfibie e ausiliarie 78 91 89 92 149

Totale PLAN 197 220 220 255 360

Totale US Navy 318 282 288 271 297

121 Novembre 2021

dell’US Navy, il raggiungimento degli obiettivi prefissati, peraltro ancora in fase di definizione dettagliata, non sarà facile, perché esistono interessi specifici, incertezze finanziarie, capacità industriali e altri fattori di difficoltà e rischio.

Il riferimento all’US Navy di oggi e di un domani di lungo termine è necessario, per analizzare le valutazioni e le predizioni in tal senso condotte nei confronti della Marina della Repubblica Popolare Cinese, restringendo peraltro l’arco temporale a un orizzonte più vicino. Infatti, gli studi più recenti condotti dall’Office of Naval Intelligence (ONI) dell’US Navy, con-siderano il 2030 come anno di riferimento in cui la PLAN dovrebbe raggiungere — il condizionale è d’obbligo — una consistenza complessiva di 425 unità navali, suddivise fra le categorie elencate nella succitata tabella: si tratta di un in-cremento del 20% rispetto ai giorni nostri, spalmato nel prossimo decennio e a metà del quale, vale a dire nel 2025, la Marina cinese dovrebbe raggiungere il traguardo intermedio di 400 unità. Un’aliquota significativa della flotta cinese, sia essa riferita al traguardo del 2025 o del 2030, comprende sempre fregate e corvette lanciamissili di nuova costruzione, due categorie di naviglio prodotte in un gran numero di esemplari da qualche anno a questa parte.

Le previsioni dell’ONI in merito a ciascuna categoria/macrocategoria di naviglio sono illustrate nella tabella sottostante.

Esaminando i numeri della tabella è opportuno fare alcune considerazioni riguardanti la consistenza delle varie categorie e macrocategorie elencate.

La consistenza della flotta subacquea cinese continua a crescere a un rateo relativamente contenuto, anche se i battelli di nuova costruzione, a propulsione sia nucleare, sia convenzionale, hanno prestazioni e capacità superiori di quelli che gra-dualmente rimpiazzano, mentre l’espansione delle infrastrutture cantieristiche specializzate in naviglio subacqueo po-trebbe consentire, nel medio-lungo termine, un aumento della produzione di nuovi battelli. Per quanto riguarda le unità combattenti di superficie va rilevato che, a fronte della preponderanza nella PLAN di fregate e corvette lanciamissili, è ampiamente prevedibile che l’US Navy mantenga il vantaggio quantitativo in materia di portaerei, incrociatori e caccia-torpediniere lanciamissili, e unità anfibie e ausiliarie di grandi dimensioni, anche se le capacità dei cantieri navali cinesi potrebbero portare a un incremento del rateo costruttivo per queste categorie di unità tale da ridurre il gap esistente.

Ricordando quanto già analizzato in materia di cantieristica navale, è bene ricordarne ancora alcuni aspetti importanti.

Tutti i cantieri della Repubblica Popolare Cinese coinvolti nella realizzazione del naviglio militare costruiscono anche unità mercantili, un fattore chiave per generare profitti, accumulare esperienza produttiva e lavorativa, far sviluppare le infrastrutture e ridurre gli oneri complessivi per le costruzioni navali militari. Viceversa, la maggior parte dei cantieri navali statunitensi genera profitti derivanti per lo più da commesse militari e ben poco da costruzioni mercantili. Il com-parto delle costruzioni navali cinesi fa uso di metodologie e software di progettazione, produzione e costruzione, para-gonabili a quanto impiegato dai cantieri statunitensi, e ha raggiunto una completa autonomia per la realizzazione, anche

PLAN 2025 2030

Sottomarini nucleari lanciamissili balistici 6 8

Sottomarini nucleari d’attacco 10 16

Sottomarini a propulsione convenzionale 55 60

Unità combattenti di superificie 175 195

Unità anfibie e ausiliarie 154 145 Totale PLAN 400 circa 425

su licenza, di sistemi, impianti e apparati di vario genere destinati alle costruzioni navali militari, senza dover dipendere più da altre nazioni, Russia in primis. In non pochi casi, i progetti e la qualità materiale delle costruzioni navali militari sono paragonabili a quelli statunitensi e il divario esistente in alcuni settori specifici sembra ridursi rapidamente.

I cantieri della Repubblica Popolare Cinese sono in grado di realizzare qualsiasi tipo di unità di superficie e sono attual-mente impegnati nella realizzazione di portaerei, cacciatorpediniere, fregate, corvette, grandi unità d’assalto anfibio e ausiliaria e naviglio per la guerra di mine: i tempi di costruzione di un moderno cacciatorpediniere lanciamissili cinese sono grosso modo comparabili a quelli necessari ai cantieri statunitensi. Mentre il rateo produttivo di cacciatorpediniere, fregate e corvette (in pratica la spina dorsale della flotta cinese) è stato relativamente costante negli ultimi cinque anni, la costruzione di naviglio maggiormente specialistico (grandi unità d’assalto anfibio e ausiliarie) nonché di dimensioni contenute (naviglio per la guerra di mine) è apparsa più lenta e soggetta a ciclicità, due tendenze destinate a proseguire fino al 2030.

Tornando al settore del naviglio subacqueo, i battelli a propulsione nucleare sono costruiti unicamente nel cantiere di Hu-ludao e impiegano normalmente da due a quattro anni di allestimento e prove, prima di iniziare le operazioni. Sin dal 2006, otto battelli a propulsione nucleare hanno raggiunto la capacità operativa iniziale, cioè uno ogni 15 mesi, secondo una ten-denza verosimilmente stabile anche grazie ai progressi previsti nel settore della tecnologia nucleare applicata alle piattaforme subacquee: un aspetto interessante è la verosimile applicazione di queste tecnologie anche al naviglio di superficie, ricor-dando che proprio nel 2020 è stata rivelata l’esistenza di impianti per la generazione di energia nucleare sistemati su piat-taforme galleggianti e destinati a fornire energia elettrica a siti militari e civili situati in aree remote. Questa capacità è stata implementata nella realizzazione di rompighiaccio a propulsione nucleare (48), commissionati già nel 2016, e potrebbe garantire anche la costruzione di portaerei a propulsione nucleare. La produzione dei battelli a propulsione convenzionale è suddivisa fra due cantieri, con allestimento e prove in mare aventi mediamente una durata di un anno per ciascun esemplare;

quantitativamente rilevante è anche la produzione dei già citati sottomarini classe «Yuan/Type 041», dotati d’impianto AIP di produzione nazionale e che sostituiscono gradualmente quelli più obsoleti.

Analisi e previsioni di medio termine

Le analisi fin qui condotte sulla consistenza della Marina cinese nel 2030 si sono basate sulle categorie e macrocategorie di unità navali, ma è possibile scendere a un livello di dettaglio che alle varie classi di naviglio associa la produttività dei cantieri. Cominciando dalle portaerei, tenendo conto dello stato di avanzamento della «Type 003» adesso in costruzione a Jiangnan/Shanghai, se ne prevede il varo verso la fine del 2021/primo quadrimestre 2022 e la consegna nel 2024, anno nel quale la PLAN avrà dunque in inventario tre unità; non è tuttavia noto se la produzione delle portaerei nel can-tiere Jiangnan proseguirà dopo il varo della «Type 003», perché circolano voci che questa responsabilità potrebbe essere affidata ai cantieri di Dalian, dove è stata realizzata la Shandong. Perciò, le ipotesi sono due: che la Marina cinese proceda con la costruzione di una quarta portaerei simile alla «Type 003» per poi proseguire con un’unità a propulsione nucleare o che dopo la «Type 003» si passi direttamente a una piattaforma di quest’ultimo tipo. In entrambi i casi, le infrastrutture dei due cantieri citati dovranno essere opportunamente adeguati alle nuove esigenze tecnico-operative, permettendo alla PLAN di schierare, alla fine del 2030, quattro portaerei, di cui l’ultima forse a propulsione nucleare; non è peraltro escluso che il processo di adeguamento sia altrettanto rapido quanto l’acquisizione di quelle padronanze tecniche e ope-rative che potrebbero consentire di ordinare e costruire nuove portaerei in tempi più contenuti e, di conseguenza, per-mettere alla Marina cinese di avere cinque o sei portaerei in linea nel 2030.

Lo scenario evolutivo nel settore del naviglio subacqueo è legato alla maturazione dei progetti per i nuovi battelli a pro-pulsione convenzionale/AIP (la classe «Yuan/Type 041») e nucleare (la classe «Sui/Type 095» per le unità d’attacco

123 Novembre 2021

e lanciamissili da crociera e la classe

«Tang/Type 096»). Le nuove infra-strutture cantieristiche di Huludao, per la costruzione di sottomarini a propul-sione nucleare, rappresentano la chiave di volta di tutta la strategia produttiva della PLAN in questo settore e dell’evo-luzione complessiva della flotta subac-quea della Marina cinese. L’esatto rateo costruttivo dei nuovi SSN e SSBN non è noto, mentre la loro maturità tecnolo-gica rimane oggetto di diverse conget-ture, ma le dimensioni dei lavori in corso a Huludao suggeriscono che la par-tire dal 2020: ciò significa che all’inizio del prossimo decennio, oltre ai battelli a propulsione nucleare classe

«Shang/Type 093» e classe «Jin/Type 094» già in servizio adesso, la Marina ci-nese abbia in linea otto SSN e tre/quat-tro SSBN di nuova generazione.

Qualora la maturità tecnologica e le capacità operative dei battelli di nuova generazione fossero giudicate sufficienti, è infine possibile un incremento del rateo produttivo che nel 2030 porterebbe a una flotta subacquea cinese formata da 25-30 battelli a propulsione nucleare.

Più articolata è la situazione nel settore dei cacciatorpediniere lanciamissili, per il quale circolano voci concernenti la pro-duzione di 12 unità classe «Nanchang/Type 055» e poi il passaggio a una variante più evoluta denominata «Type 055A», equipaggiata con un sistema propulsivo integrato, parzialmente o totalmente elettrico. Assumendo che il ritmo produttivo dei due cantieri — ancora Jiangnan e Dalian — dove i «Nanchang/Type 055» e i più piccoli ma moderni «Type 052E» sono costruiti, rimanga inalterato, è ragionevole valutare il varo di cinque unità all’anno e, di conseguenza, da qui fino al 2030, una produzione complessiva di 30 esemplari di «Type 052E» e 20 esemplari di «Type 055». Ciò non significa che la flotta

Il rompighiaccio cinese XUE LONG 2 è la più moderna unità della categoria, entrata in servizio nel 2019. Una potenza marittima globale deve avere interessi anche nell’Artico e in Antartico, aspetto che la Repubblica Popolare Cinese ha

spesso ribadito negli ultimi anni (Xinhua).

Durante la parata per l’anniversario della fondazione della Repubblica Popolare Cinese del 2019 sono stati mostrati anche mezzi subacquei a controllo remoto, di

recente entrati a far parte degli assetti della PLAN (SCMP).

di cacciatorpediniere lanciamissili cinesi di nuova generazione cresca in maniera sproporzionata, perché alle nuove unità che entrano in linea fanno da contraltare quelle delle classi più obsolete ritirate dal servizio; in sostanza, nel 2030 si può de-sumere un inventario di circa 40 unità («Type 052» in più varianti) e 20 unità

«Type 055» in due varianti.

Lo scenario nel settore delle unità com-battenti minori — in questo caso fregate e corvette — è reso incerto dal fatto che al completamento della produzione di 30 unità classe «Jiangkai/Type 054A» non è ancora seguita l’apparizione di un mo-dello «Type 054B» a lungo pubblicizzato, ipotizzando che il progetto non sia stato consolidato o che la Marina cinese abbia deciso la realizzazione di un progetto man-tenuto un rateo di tre vari all’anno e che la costruzione abbia inizio nel 2022, alla fine del corrente decennio potrebbero es-sere in linea 20 nuove unità classe «Type 054B». Contemporaneamente, la produ-zione delle corvette classe «Jangdao/Type 056» potrebbe rallentare rispetto ai ritmi attuali e tale che nel 2030 siano in servizio 65 esemplari.

Non meno complesse sono le previsioni nel campo delle grandi unità d’assalto an-fibio, vale a dire le unità distribuite fra le classi «Yuzhao/Type 071» (configura-zione LPD) e «Yushen/Type 075» (con-figurazione LHD), soprattutto perché la produzione delle prime non è stata tem-poralmente lineare. Il rateo costruttivo

delle ultime tre LPD è stato tuttavia abbastanza regolare (un’unità all’anno), mentre per le LHD ci si potrebbe attestare su due unità ogni tre anni. Ipotizzando che la capacità produttiva dei cantieri Hudong rimanga inalterata e che la PLAN abbia

Imbarco di lanciatori verticali per missili superficie-aria su una fregata «Type 054».

Il rapporto preparato dal Pentagono per il Congresso degli Stati Uniti e divulgato nella primavera 2020 evidenzia che in termini quantitativi la PLAN, con 360 unità,

ha superato l’US Navy, che ne totalizza 297 (sinodefense.com)

Movimentazione di velivoli multiruolo J-15 sul ponte di volo della portaerei LIAONING. Secondo l’Office of Naval Intelligence (ONI) dell’US Navy, nel 2030 la Marina cinese dovrebbe raggiungere una consistenza complessiva di 425 unità

navali di varie categorie (Xinhua).

125 Novembre 2021

pianificato un ulteriore incremento della sua componente anfibia, si può prevedere che nel 2030 la flotta anfibia cinese si at-testi su 12 unità classe «Yuzhao/Type 071» e su sei unità classe «Yushen/Type 075». In questo caso, le capacità com-plessive d’assalto anfibio della Marina ci-nese le consentirebbero di occupare la seconda posizione in un’ideale graduato-ria mondiale capeggiata dall’US Navy, ma da cui sono escluse le più numerose e più piccole, ma meno moderne e prestanti, unità classe «Type 072». Da considerare inoltre la possibile apparizione della già citata classe di portaeromobili d’assalto anfibio «Type 076».

Tenendo conto delle indicazioni sopra riportate, le pre-visioni sull’articolazione della Marina cinese nel 2030 possono sintetizzarsi come segue:

almeno quattro portaerei, di cui le prime due

do-—

tate di ski-jump — già in linea — e le altre di ca-tapulte, verosimilmente elettromagnetiche;

almeno otto sottomarini nucleari lanciamissili

balistici, compresi quattro o cinque battelli già in servizio al 2020;

nale, di cui circa 10-15 equipaggiati con im-pianto AIP e una buona parte in corso di dismissione, perché obsoleti;

da 16 a 20 cacciatorpediniere lanciamissili «Type

055/A», con un dislocamento superiore alle 10.000 tonnellate, cui si aggiungono da 30 a 40 cacciatorpediniere lanciamissili «Type 052D/E», con un dislocamento di circa 7.000 tonnellate;

da 40 a 50 fregate «Type 054A/B», con un

di-—

slocamento fra 4.000 e 5.000 tonnellate;

almeno tre unità anfibie «Type 075»

(configu-—

razione LHD, da 36.000 tonnellate di disloca-mento) e almeno otto unità anfibie «Type 071»

(configurazione LPD, da 25.000 tonnellate di dislocamento).

Due sottomarini d’attacco a propulsione nucleare classe «Shang/Type 093A»:

qualora la produzione tragga beneficio dagli sviluppi tecnologici e da processi più moderni, si prevede che nel 2030 la flotta subacquea della Marina cinese

comprenda 30-40 battelli a propulsione nucleare (US Navy).

Rifornimento laterale multiplo a cura di un rifornitore polivalente di squadra a favore di due cacciatorpediniere lanciamissili «Type 052C» (a sinistra) e una fregata lanciamissili

«Type 054» (Xinhua).

Nelle categorie di naviglio sopra elen-cate, le previsioni meno attendibili e dove, quindi, può esservi il più ampio margine di errore, riguardano le portae-rei, i sottomarini nucleari lanciamissili balistici e quelli d’attacco e le fregate.

Altri tipi di naviglio degni di menzione sono le 60 corvette «Type 056/A», così come i numerosi modelli di cacciatorpe-diniere e fregate obsolete che svolgono una sorta di servizio «di seconda linea»:

si tratta dei circa 25-30 cacciatorpedi-niere di vecchio modello, progressiva-mente radiati man mano che le unità di nuova costruzione sono disponibili,

si tratta dei circa 25-30 cacciatorpedi-niere di vecchio modello, progressiva-mente radiati man mano che le unità di nuova costruzione sono disponibili,