• Non ci sono risultati.

Reciprocità tra capacità inferenziali e piacere del leggere

Capitolo II Lettore e testo Tra vincoli interpretativi e letture illimitate

II. 8 “Passeggiate” e processi inferenziali

II.9 Reciprocità tra capacità inferenziali e piacere del leggere

Il meccanismo di integrazione del testo, spesso automatico in un letto- re esperto, causa non poche difficoltà nei lettori meno competenti o svan- taggiati:

[Il lettore] svantaggiato perché non ha ricevuto dall'ambiente in cui è cresciuto e dalla scolarizzazione precedente l'aiuto necessario a capire il testo nel senso di ricavarvi i significati che vi sono identificabili, quelli che derivano da una elaborazione esaustiva ed accurata delle frasi che vi si succedono. Questo lettore non può avvalersi delle condi- zioni cognitive necessarie per partecipare attivamente al libero e viva- ce confronto tra le diverse interpretazioni che prendano le mosse da quella elaborazione esaustiva ed accurata125.

Focalizzando sul “piacere di leggere”, e ponendolo in relazione con l'“eguaglianza delle opportunità”, Lucia Lumbelli affronta il problema della fatica nella comprensione e della inevitabile problematizzazione dell'idea della lettura come interazione “tra i significati identificabili nel testo e l'e- sperienza vissuta del lettore”126. Al fine di analizzare le cause che portano a una cattiva rappresentazione mentale, Lumbelli traccia una particolare di- stinzione tra le inferenze che impegnano nel ricavare un significato da un'al- tra frase o da un insieme di più frasi e le inferenze connettive. Questa distin- zione è legata, in particolare, ai differenti limiti nella comprensione del te- sto che un'incapacità in questi diversi processi inferenziali può comportare. A proposito delle carenze nel vocabolario, precisamente alla “sfasatura tra la povertà del lessico disponibile ad un lettore socialmente svantaggiato e le scelte lessicali che possono essere considerate caratteristica comune dei te- sti letterari più originali”127, Lumbelli fa notare la (relativamente) semplice risolvibilità della questione: di fronte a una parola sconosciuta, cioè, è suffi- cientemente “probabile che, da un lato, il lettore se ne accorga, prendendone autonomamente coscienza e che dall'altro lato l'insegnante stesso vi faccia attenzione, pronto a fornire un soccorso fatto di sinonimi e/o di definizioni”128.

Invece, la qualità nelle difficoltà di comprensione della lettura deri- vanti dalle richieste testuali di inferenze di connessione è completamente diversa: per rispondere in modo adeguato al testo, chi legge deve innanzi- tutto accorgersi della loro mancanza, rendersi conto, cioè, della lacuna nella coerenza tra le informazioni esplicite che egli è chiamato a colmare. In altre parole, “per risolvere un problema di coerenza locale, bisogna anzitutto per-

Capitolo II 81

cepirne correttamente i termini”, dopodiché è necessario utilizzare le cono- scenze possedute per elaborare “un'opportuna integrazione”.

Comunemente, queste due fasi successive sono contraddistinte da un'esecuzione che non è consapevolmente monitorata. Questo è riferibile sia al caso del lettore esperto, che mette prontamente (e automaticamente) in atto l'inferenza richiesta, sia al caso del lettore svantaggiato che, proba- bilmente, non farà alcuna inferenza e lascerà le informazioni slegate, incoe- renti, oppure produrrà un'integrazione diversa da quella richiesta dal testo.

Ne consegue che l'eventuale difficoltà non sarà notata né dall'inse- gnante, lettore esperto, che estinguerà la lacuna al di fuori del proprio con- trollo consapevole, né dal lettore inesperto o svantaggiato che non percepirà il problema o che lo risolverà in maniera non corretta. La mancata compren- sione, pertanto, in genere è da ricondurre a una insufficiente attenzione alla superficie del testo, combinata a un uso scorretto delle conoscenze e delle esperienze pregresse.

Le ragioni suddette portano Lumbelli a sostenere l'importanza prelimi- nare di “concentrarsi sul livello della superficie del testo, ovvero sul piano del discorso”, e di provvedere a fornire al lettore svantaggiato quelle strate- gie per affrontare i problemi di comprensione, strategie che finiranno per essere usate in modo automatico, e dunque inconsapevole129. Solo in questo modo, il lettore potrà disporre delle risorse attentive e mnestiche da impie- gare in elaborazioni più approfondite e in riflessioni che portino ad interpre- tazioni personali del testo letterario. Il percorso educativo, quindi, deve in- tervenire sullo sviluppo di strategie che “garantiscano l'esecuzione di infe- renze” atte a integrare le informazioni del testo in modo adeguato al testo stesso e alle sue richieste, con l'obiettivo finale di liberare “dai problemi di comprensione del livello preliminare”, predisponendo in tal modo una con- dizione favorevole a far sì che prevalgano “le ragioni di interesse che pos- sono caratterizzare la lettura di testi letterari creativi, non banali”130.

Un esempio di inferenze applicate al testo letterario

Nel paragrafo intitolato Fruizione del testo letterario e inferenze con- nettive131, Lumbelli si sofferma sulla “rapidità” così come viene definita da Calvino132, nei termini di

qualità che è tipicamente apprezzabile a livello di superficie del testo, ivi compresa quell'omissione di informazioni che il lettore deve sanare o correggere eseguendo inferenze connettive.

Che la qualità della rapidità possa essere apprezzata solo da chi com- pie con facilità tali inferenze traspare chiaramente proprio dal seguen- te esempio che Calvino ha scelto per illustrarla.

Si tratta del concisissimo commento all'urlo del protagonista/narratore, che stava viaggiando in una veloce e potente carrozza postale e si era

82 Lettore e testo. Tra vincoli interpretativi e letture illimitate

accorto che da un lato il guidatore si era addormentato lasciando che il mezzo procedesse nella parte sbagliata della strada e che dall'altro lato stava viaggiando in una veloce e potente carrozza postale e si era ac- corto che da un lato il guidatore si era addormentato lasciando che il mezzo procedesse nella parte sbagliata della strada e che dall'altro lato stava sopraggiungendo nella direzione opposta un piccolo calesse con una coppia di giovani. Il tempo a disposizione per evitare lo scontro era minimo (“fra loro e l'eternità, secondo ogni calcolo umano, non c'è che un minuto e mezzo”). A tale constatazione De Quincey aggiunge:

“io avevo compiuto il primo passo; il secondo spettava al giovanotto; il terzo a Dio”133.

Secondo Calvino, “il racconto di questi pochi secondi è rimasto insu- perato anche nell'epoca in cui l'esperienza delle grandi velocità è di- ventata fondamentale nella vita umana... De Quincey riesce a dare il senso di un calcolo dell'inevitabilità tecnica dello scontro e l'imponde- rabile, la parte di Dio, per cui i due veicoli non si sfiorano”134.

Quali sono le operazioni che la mente del lettore deve eseguire senza sforzo consapevole perché questa speciale forma di rapidità stilistica possa essere fonte di piacere nel senso dell'apprezzamento espresso da Calvino?

Le tre frasi successive devono essere legate tra loro in quanto riferite alle condizioni che avrebbero potuto evitare lo scontro e questo lega- me può essere colto qualora ci si chieda verso che cosa erano diretti i tre passi che vengono elencato e si risponda utilizzando sia il contenu- to semantico delle tre frasi sia quanto le precede nel testo.

E precisamente, “il primo passo” deve essere connesso e identificato con l'urlo, al quale a sua volta deve essere riconosciuta la funzione di avvertimento al giovane che guidava il calesse, e non deve essere per- cepito come mera espressione di paura.

Il secondo passo del giovanotto può essere inferito dalle conoscenze comuni circa le manovre da adottare di fronte al pericolo di uno scon- tro stradale e dalla informazione circa l'elevata velocità del mezzo ri- masto senza guida.

Con il terzo passo la concisione raggiunge il massimo e per integrare opportunamente il significato della frase il lettore deve richiamare co- noscenze circa il potere superiore della divinità, potere che si può esplicare anche garantendo la realizzazione di condizioni dotate di scarsissima probabilità135.

I processi descritti da Lumbelli sono condizione minimale, necessaria — “anche se niente affatto sufficiente”136 — per apprezzare la “rapidità” stilistica dell'autore137. Un lettore che ha difficoltà, in modo particolare, nel colmare le lacune connettive lasciate nel testo, non avrà gli strumenti per ri- conoscere e valutare un brano letterario di questo genere.

La possibilità di gustare certe scelte stilistiche, il “piacere del legge- re”, dunque, è collegato al possesso di condizioni cognitive necessarie,

Capitolo II 83

come le capacità di attivare opportuni ragionamenti inferenziali e precise conoscenze precedenti.