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Sulla soglia del link Miopia informativa e inferenze

Capitolo III Sulla soglia del link

III.3 Sulla soglia del link Miopia informativa e inferenze

Valutare i link e tracciare un percorso attraverso i collegamenti degli ipertesti implica un lavoro mentale “estraneo” rispetto a quello svolto sulla pagina stampata. È stato mostrato che, spesso, i lettori della rete sono porta- ti a schiacciare il pulsante del mouse distrattamente, invece di leggere con attenzione, e mostrano maggiori difficoltà nel “ricordare cosa hanno let- to”42. Ogni click, infatti, interrompe il percorso di lettura e reclama una de- cisione: “It’s not just point and click. It’s point, read, think, click”43. “Links are, in this sense, constant decision points”44.

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chiamato “miopia informativa”45 e determina un incremento delle inferenze proattive, legate alle anticipazioni sul contenuto probabile.

The problem of cognitive overhead also occurs in the process of read- ing hypertext, which tends to present the reader with a large number of choices about ‘which links to follow and which to leave alone. These choices engender a certain overhead of metalevel decision making, an overhead that is absent when the author has alread made many of these choices for you. At the moment that you encounter a link, how do you decide if following the side path is worth the distrac- tion? Does the label appearing in the link tell you enough to decide? This dilemma could be called «informational myopia». The problem is that, even if the system response time is instantaneous (which it rarely is), you experience a definite distraction, a «cognitive load- ing», when you pause to consider whether to pursue the side path. [...].

Hypertext simply offers a sufficiently sophisticated «pencil» to begin to engage the richness, variety, and interrelatedness of creative thought. This aspect of hypertext has advantages when this richness is needed and drawbacks when it is not46.

Per valutare l'influenza dei collegamenti (link) sulla comprensione del- la lettura, sono stati effettuati studi sperimentali in cui veniva fatto leggere lo stesso brano, scritto su pagine online, ma con una diversa quantità di link inseriti. Da studi di questo genere è risultata una forte correlazione fra il nu- mero di link inseriti nel contenuto e il disorientamento e sovraccarico cogni- tivo provati dal lettore47, con una diminuzione della comprensione con l'au- mentare dei link. In buona sostanza, i lettori dedicavano attenzione ed ener- gia mentale nel valutare e nel decidere se cliccare sopra a un link, e questo lasciava loro meno attenzione e meno risorse cognitive da impegnare al fine di capire il contenuto.

Altri studi, che hanno messo a confronto empirico la lettura di ipertesti elettronici e di testi lineari hanno continuato a mostrare che chi legge testi tradizionali comprende di più, ricorda e impara meglio rispetto a chi legge testi disseminati di collegamenti: la comparazione tra la lettura di medesimi racconti in formato lineare e in versione ipertestuale (strutturata come una pagina Web) ha evidenziato un maggiore impiego di tempo e una maggiore confusione e incertezza su quanto letto, mostrata da coloro che avevano in- teragito con il racconto in formato ipertestuale. I tre quarti dei lettori mani- festava difficoltà a seguire il testo, lamentando la frammentazione della sto- ria e il bisogno di fare continue scelte, di conseguenza alle quali il discorso non filava più, e dichiarando la sensazione di saltare da un'idea a una nuova senza riuscire realmente a seguirle fino in fondo. Oltre a dimostrare una maggiore confusione nel riuscire ad afferrare la trama, i commenti dei letto-

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ri dell'ipertesto, circa l'intreccio e le immagini della storia, erano meno det- tagliati e meno precisi di coloro che avevano letto la versione lineare.

In un [...] esperimento è stato chiesto a un gruppo di persone di esami- nare due articoli online che descrivevano opposte teorie sull'apprendi- mento. Uno di essi esponeva l'argomentazione che «la conoscenza è oggettiva», l'altro si proponeva di dimostrare che «la conoscenza è re- lativa». Entrambi erano impaginati nello stesso modo, con titoli simili e ognuno aveva link all'altro articolo, per consentire al lettore di salta- re rapidamente da uno all'altro e mettere a confronto le teorie. I ricer- catori ipotizzarono che il gruppo che aveva a disposizione i link sareb- be giunto a una più ricca comprensione delle due posizioni e delle loro differenze, rispetto al gruppo che aveva letto le pagine in modo se- quenziale, concludendone una, prima di passare alla successiva. Si sbagliavano. I soggetti che avevano letto le pagine in modalità lineare, in realtà, ebbero un punteggio molto più alto in un successivo test di comprensione rispetto a quelli che avevano cliccato avanti e indietro fra le pagine. I link interferivano con il percorso di apprendimento, conclusero i ricercatori48.

In definitiva, da questi studi è emerso che la presenza di link indeboli- sce la capacità dei lettori di interiorizzare il contenuto. La struttura iperte- stuale sembra scoraggiare “la lettura assorta e personale” perché l'attenzione è rivolta all'organizzazione e alle funzioni, piuttosto che all'esperienza pro- posta dalla narrazione49. Nell'ipertesto, le maggiori richieste di prendere de- cisioni e di elaborare stimoli visivi portano a un indebolimento nel rendi- mento della lettura, in particolare, se l'esperienza viene confrontata con la tradizionale presentazione lineare50. Lettura e comprensione, infatti, come già visto, implicano che vengano create relazioni fra i concetti, che si pro- ducano inferenze, che si attivino conoscenze preesistenti e che si operi una sintesi delle idee principali; ma il disorientamento o il sovraccarico cogniti- vo possono interferire con queste attività. In questo caso, il medium usato per presentare le parole tende a oscurare il significato delle parole stesse51. La teoria, in origine accreditata, sull'ipertesto che avrebbe portato a un'espe- rienza di lettura più ricca, è stata smentita dalle evidenze della ricerca.