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Recupero, restauro e digitalizzazione

Capitolo VI. L’archivio nazionale del film di famiglia, Associazione Home

VI. 1 Recupero, restauro e digitalizzazione

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Le pellicole di film privati pervengono presso la sede di Home Movies che essendo un punto di raccolta permanente continua incessantemente a raccogliere materiale, forte ormai di una consolidata

all’edizione 2011 della manifestazione Archivio aperto, svoltasi a Bologna dal 27 al 30 ottobre 2011.

247 «Si tratta delle pellicole girate tra gli anni ’40 e ’80 da Don Artemio Zanni, figura forte e controversa di una zona molto povera di montagna in cui potè affermarsi, conquistando la fiducia della popolazione, grazie alla sua straordinardia attività di prete determinato a risolvere i conflitti e le ingiustizie sociali. I suoi film presentano la caratteristica più unica che rara di ritrarre un’intera comunità nel corso del tempo, in particolare focalizzando l’obiettivo della cinepresa sulla “Casa nostra”, il centro per orfani e bambini disagiati che Don Zanni fondò subito dopo la guerra e gestì nei decenni successivi, con il coinvolgimento degli abitanti del luogo. L’archivio filmico di Don Zanni sarà integrato da fotografie, documenti, diari, memorie scritte, solo in parte pubblicate. Con i film di Don Zanni è possibile tracciare la storia di una comunità che cambia nei decenni. I bambini di “Casa nostra” saranno i testimoni di micro racconti quotidiani, ma dallo sfondo emergeranno in primo piano le trasformazioni della Storia, con tutte le sue contraddizioni. Dalle forti tensioni degli anni dopo la Guerra, il cui clima politico e sociale rimane a tutt’oggi di non facile interpretazione, fino agli anni del miracolo economico e delle trasformazioni che hanno portato al panorama contemporaneo. In questa vicenda Don Zanni è una figura centrale, da indagare e riscoprire a distanza di 20 anni dalla sua scomparsa, il protagonista di una storia periferica, di una provincia sperduta, eppure assai rappresentativa e da tener presente in un’Italia che in buona parte ha già perso le memorie del suo territorio. Immagini testimoni, fonti per racconti di vita e riscritture di un passato ricco di identità da riscoprire: il materiale d’archivio custodisce potenzialità che è possibile far esplodere attraverso le molteplici forme del cinema documentario», http://www.memoriadelleimmagini.it/oldimages/?page_id=2. Il lavoro della summerschool ha coinvolto i partecipanti e tutti i testimoni della vita pubblica e privata del parroco di Felina e ha dato vita ad un documentario, (ancora in fase di postproduzione).

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esperienza e affidabilità. Oltre alle pellicole vengono conservati anche apparecchiature e cimeli come proiettori, cineprese, moviole, cataloghi e manuali, e tutta una serie di oggetti indispensabili ai cineamatori, strumenti donati dalle appassionate e appassionati registi amatoriali 248 , che

documentano la storia tecnologica del cinema a passo ridotto. Nell’intento di ricostruire oltre che una storia attraverso le immagini anche una storia delle apparecchiature vi è l’idea di poter allestire un museo del cinema amatoriale che conservi una traccia dell’evoluzione tecnologica e delle attrezzature che si sono avvicendate negli anni249

Le pellicole possono pervenire all’archivio attraverso modalità diverse. In un primo caso possono venire donate spontaneamente e direttamente alla sede di raccolta permanente, secondariamente possono provenire da raccolte temporanee organizzate nelle varie province o regioni. In ogni caso le operazioni per l’archiviazione e la catalogazione seguono un iter ben preciso. Con la sua esperienza l’Associazione Home Movies ha messo a punto un sistema di catalogazione che prende le mosse da quello proposto dalla FIAF

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248 Oltre agli “strumenti del mestiere” vengono raccolti, là dove fossero presenti, anche diari, annotazioni autografe, liste del contenuto delle bobine, libretti di edizione, fogli o scritte dell’autrice o dell’autore poi utilizzati preziosamente per la fase di catalogazione. Le testimonianze scritte e orali dei cineamatori o degli eredi sono tasselli importanti per ricostruire la storia delle immagini e dei suoi autori e arricchire le schede del catalogo con più informazioni possibili.

249 L’aspetto tecnologico non è assolutamente da sottovalutare in una storia di un cinema dove l’avvicendarsi di nuovi formati e nuovi sistemi di ripresa e sviluppo ha influenzato ed è a sua volta stato influenzato dal consumo e dalle abitudini dei consumatori. Si veda il concetto di Kodak Culture citato da M. Chalfen

250 Per un’analisi approfondita sui sistemi di archivio e la nascita della FIAF si veda P. Cherchi Usai, La cineteca di Babele, in (a cura di) G.P. Brunetta, Storia del cinema mondiale,Teorie, strumenti, memorie, Vol. 5, Einaudi, Torino 2001, pp. 999-1003. Le norme di catalogazione della FIAF

(International Federation of Film Archive) redatte nel 1991 per la catalogazione archivistica delle immagini in movimento dal 2004 sono oggetto di una lunga revisione che ancora non ha portato modifiche normalizzate. Il sistema adottato da Home Movies si basa anche sulle esperienze pregresse di cineteche che conservano filmati amatoriali come la Cinémathèque de Bretagne, dell’Amateur Film Foundation e dell’AAMOD.

riadattato e modificato per questo particolare genere di testi audiovisivi che richiede un trattamento specifico.

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Le pellicole al loro arrivo all’archivio vengono revisionate e inventariate. La revisione dei film è una fase delicata e molto importante per capire in che stato si trovano le pellicole e valutare l’eventuale lavoro di restauro al quale le pellicole dovranno essere sottoposte. La revisione comprende la compilazione di una scheda apposita dove vengono annotate tutte le caratteristiche delle bobine in arrivo, il loro stato di conservazione, le condizioni delle giunte (la colla potrebbe aver danneggiato dei fotogrammi o lo scotch potrebbe cedere e staccarsi), le eventuali imperfezioni e difetti della pellicola (restringimento, curvatura o torsione) che potrebbe essere incorsa anche in deteriorazioni difficili da trattare come la sindrome dell’aceto251

Dopo la revisione si procede all’eventuale visionamento in moviola e pulizia delle pellicole o si interviene con un restauro più accurato

, muffe, perforazioni danneggiate o bruciature.

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Il telecinema su supporti video digitale delle pellicole è una fase delicata e fondamentale e il team di tecnici dell’Associazione Home Movies

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251 La sindrome dell’aceto (vinegar syndrom) è una reazione chimica che colpisce le pellicole costituite da nitrato di cellulosa, si riconosce in un primo momento dal tipico odore di aceto che emanano le pellicole, che risultano a volte irrimediabilmente compromesse ad un esame più accurato.

252 Il restauro delle pellicole in casi particolari di condizioni di bobine molto disastrate e corrotte fondi è stato eseguito dal laboratorio “La camera Ottica” che si occupa anche di restaurare e telecinemare i formati 9,5mm Pathé Baby con un sistema sperimentale a scansione elaborato in collaborazione con gli esperti di Home Movies. « Per il 9,5mm Pathé Baby, diffusosi in Europa dal 1922, il sistema di acquisizione è costruito a partire da un proiettore 9,5mm completamente modificato: - il sistema di illuminazione è stato depotenziato e schermato da pannello di diffusione che retro-illumina direttamente il fotogramma; - il quadro di proiezione è stato allargato per la cattura dell’intero fotogramma. L’avanzamento si avvale però di un motore “ a passo uno” e di una cinghia dentata per la trasmissione del movimento. Un controllo elettronico tramite protocollo USB permette di sincronizzare avanzamento del fotogramma e cattura del frame. L’immagine è ottenuta tramite videocamera SD, (si stanno sperimentando l’uso di sensori a 2K per una maggiore qualità, tale da permettere eventuali lavori di restauro digitale) con la registrazione via Firewire tramite software dedicato di cattura direttamente su hard disk dei singoli fotogrammi che compongono il film. Il restauro digitale delle immagini amatoriali viene effettuato in via sperimentale con il software Revival. Il sistema non lavora in real-time, ma a circa 3 fps, i files di immagini catturati nell’hard disk vanno poi rimessi in continuità tramite software di editing. Questo procedimento garantisce un’ottima qualità finale nel recupero dei materiali d’archivio, spesso in cattive condizioni.», http://www.memoriadelleimmagini.it/homemovies/?page_id=48.

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ha sviluppato dei sistemi innovativi per la risoluzione delle problematiche legate al trasferimento dal sistema analogico al digitale253

Questi speciali proiettori utilizzano, come ottiche, obiettivi da ingrandimento diaframmati e sono accoppiati a un prisma ottico di altissima qualità e precisione (di provenienza militare) opportunamente interfacciato a videocamere 3-CCD digitali o CMOS SD e full HD. La cattura dell’immagine risulta controllabile via software sullo schermo di un computer. Ciò risulta fondamentale in quanto il monitor permette di vedere tutta l’immagine fino ai bordi estremi del fotogramma garantendo la qualità del risultato finale dell’operazione che si effettua in tempo reale. L’audio in uscita, se presente nel film, viene direttamente veicolato tramite cavo dedicato nella videocamera assicurando la sincronizzazione presente sul film stesso. La registrazione avviene contemporaneamente su nastro digitale e su hard disk

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Il telecinema di cui è dotato il laboratorio è stato costruito adattando un proiettore Elmo per il Super8 (sonoro), un proiettore Silma (sonoro) per il formato 8mm, un proiettore Bauer (sonoro ottico e magnetico) per il 16mm. Si tratta quindi di un sistema che lavora nei tre formati adattandosi al caratteristico avanzamento discontinuo della pellicola tipico di tutti i proiettori cinematografici. Le modifiche apportate ai proiettori riguardano:

- la meccanica del trascinamento quindi la velocità del proiettore, portata da 18fps a 16,66fps per ottenere una sincronizzazione fra le 3 pale dell’otturatore e lo shutter della videocamera (1/50 di secondo)

- il sistema di illuminazione a luce diffusa per permettere la retro illuminazione della pellicola;

- la ri-sagomatura/l’allargamento del quadro per consentire una cattura dell’immagine sul fotogramma integrale.

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La buona conservazione nel tempo dei filmati originali è il modo più sicuro per disporne anche in futuro: l’evoluzione tecnologica in ambito di conversione permetterà di recuperare più informazioni visive e restituire più fedelmente la qualità di partenza solo se si potrà partire dal documento originale ben conservato

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Le pellicole in alcuni casi possono venire copiate, quando i danni al film sono gravi, per preservare l’originale. È un’operazione che ha dei costi elevati ma che rispetta le intenzioni e la politica dell’archivio: preservare in ogni modo le copie originali:

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253 Problemi legati al trascinamento, all’illuminazione, alla re-inquadratura del fotogramma e al successivo grading del colore.

254 Tratto dalla pagina dedicata del sito di Home Movies, http://www.memoriadelleimmagini.it/homemovies/?page_id=48.

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Preservare le bobine originali è un obiettivo primario per un archivio come quello del cinema di famiglia e amatoriale; le pellicole invertibili devono poter essere a disposizione per eventuali riversaggi in digitale nel tempo. I metodi di telecinema e scanner film infatti subiscono nel tempo delle notevoli migliorie che permettono di ottenere dei file digitali sempre di qualità più elevata.