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Lo spettro elettromagnetico è un’entità matematica e immateriale,

rappresentazione grafica della distribuzione delle onde

elettromagnetiche nello spazio. Le onde per trasportare i messaggi

98 Servizio economico statistico Agcom, Le determinanti degli investimenti privati in

infrastrutture di telecomunicazione, 2013. I servizi di unbundling risultavano offerti in

1.726 centrali, con una copertura che supera la metà circa della popolazione telefonica, Solo il 7, 6 per cento delle linee fisse non beneficia di alcuna forma di unbundling. Si sottolinea la costante diminuzione in termini di quote di mercato, pari circa all’1 per cento annuo, della rete gestita direttamente da Telecom Italia.

99 A. Renda, G. Luchetta, F. Simonelli, Banda stretta: il declino delle telecomunicazioni in

Italia, in Economia dei servizi, I, 2014, p. 77.

100 S. Frova, Il declino delle TLC italiane, in Mercato Concorrenza Regole, II, 2015, p. 286; E. Gallo, E. Pontarollo, Modelli alternativi di concorrenza nelle telecomunicazioni:

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necessitano di una modulazione che, se standardizzata ed associata ad

una frequenza, diviene un canale.

Lo spettro radio è il veicolo attraverso il quale si diffondo una

pluralità sempre maggiore di servizi e prodotti per la Tv, la radio, ma

anche per le telecomunicazioni in piattaforma mobile che, attraverso

piani tariffari vantaggiosi, ha risposto all’esigenza dell’utente di poter

vedere qualsiasi cosa in qualsiasi posto101.

Va comunque rilevato che lo spettro radio è una risorsa scarsa, nel

senso che le frequenze non possono essere utilizzate da più individui

contemporaneamente nella stessa area geografica. È inoltre soggetta al

problema delle interferenze tra frequenze, che necessita di

pianificazioni tecniche a livello mondiale, nonché di un coordinamento

a livello europeo102. Da qui, la nascita della c.d. gestione dello spettro.

In sede internazionale la pianificazione dello spettro è effettuata dall’International Telecommunication Union103, periodicamente

aggiornata da conferenze degli Stati membri, il World

Radiocommunication Conferences. Compito dell’ITU è quello di

allocare lo spettro ai diversi servizi e attribuire i canali ai singoli paesi.

101 G. Avanzini, Sistemi di assegnazione delle frequenze radio-televisive tra valorizzazione

economica e tutela del pluralismo, in Riv. it. Diritto pubblico comunitario, II, 2013.

102 V. Zeno Zencovich, La appropriazione delle radiofrequenze da parte delle autorità

comunitarie, in L’Industria, III, 2001, p. 433.

103 È un'organizzazione internazionale che si occupa di definire gli standard nelle telecomunicazioni e nell’uso delle onde radio.

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Dalle norme internazionali discendono i piani nazionali di

coordinamento tra stati confinanti della medesima area geografica.

Nel panorama europeo tali piani, sono integrati e armonizzati da parte dell’Organizzazione regionale europea, il CEPT104.

La Commissione ogni anno riferisce al Parlamento e al Consiglio

i risultati ottenuti e gli atti da emanare, in modo tale da prendere

posizione sull’evoluzione della materia e garantire la realizzazione del

mercato interno105.

Da ultimo, le autorità nazionali recepiscono le decisioni

sovranazionali. In particolare, in Italia il Ministero dello Sviluppo

Economico stabilisce il piano di ripartizione delle frequenze, e l’Agcom

il relativo piano di assegnazione.

Con la caduta dei monopoli statali e l’apertura dei mercati nel

settore delle comunicazioni, è iniziato un dibattito sulla natura giuridica

delle frequenze e sui soggetti legittimati a trasmettere i servizi sui

diversi canali.

La dottrina maggioritaria qualifica le frequenze come beni, in

quanto entità oggetto di interessi giuridicamente protetti, e nella misura

104 C. Cambini, P. Ravazzi, T. Valletti, Il mercato delle telecomunicazioni, op. cit., p. 321. 105 Considerando 28, direttiva 140/2009/CE.

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in cui sono destinati ad un pubblico servizio, come beni pubblici

indisponibili dello stato106.

Viene qualificata come Pubblico servizio perché attività

consistente nella prestazione di un servizio che è offerto senza

discriminazione a tutti gli utenti, e che soddisfa esigenze che vengono

qualificate di interesse pubblico107.

Ciò implica che l’indisponibilità può essere superata nei modi

previsti dalla legge108, quindi sotto la gestione pubblica.

Come si è accennato, lo spettro costituisce un bene al pari di tutti

gli altri, strumentale all’esercizio dell’attività ma anche ancillare alla

libertà di espressione109. Questi sono i motivi che non rendono tollerabili barriere alla circolazione, e quindi che giustificano una regolazione dell’assegnazione.

106 V. Zeno Zencovich, Le frequenze elettromagnetiche fra diritto ed economia, in Dir.

Dell’informazione e dell’informatica, IV-V, 2002; T. Valletti, A. Prat, Lo spettro delle frequenze radio, in Mercato Concorrenza Regole, III, 2000. La ratio è dovuta alla qualifica

delle onde come energie e quindi beni ai sensi dell’articolo 814, ma potendo essere determinate e standardizzate dallo stato per usi economici, sono qualificabili come beni che possono formare oggetto di diritti ai sensi dell’art 810. Specificandole e regolando la gestione, le reti sono assoggettate dallo stato, quindi beni pubblici. Data la tassatività dell’elenco all’articolo 822 è esclusiva, così come esclusa è la loro nozione di beni demaniali, rientrano nei beni indisponibili dello stato, articolo 826 comma 3.

107 V. Zeno Zencovich, La appropriazione delle radiofrequenze da parte delle autorità

comunitarie, cit., p. 438.

108 Art. 828, comma 2 c.c., Si desume la validità di negozi privatistici di alienazione aventi ad oggetto tali beni, purché l’attività negoziale faccia comunque salva la destinazione pubblica impressa al bene.

109 G. Caggiano, La riforma del regime delle radiofrequenze nel quadro delle

comunicazioni elettroniche, in Dir. Dell’informazione e dell’informatica, VI, 2009, p. 685

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La Direttiva 140 del 2009 interviene proprio a salvaguardare

questi principi, mirando ad un accesso allo spettro più agevole,

indipendentemente dal servizio offerto110.

Segna il passaggio da un sistema di allocazione amministrativa

rigida, attua a evitare le interferenze tra i servizi, ad una allocazione flessibile nell’uso e nella destinazione, garantendo che l’autorizzazione

generale o la concessione di diritti d’uso siano fondate su criteri

obiettivi, trasparenti, non discriminatori e proporzionati111.

In via generale quindi, la titolarità delle frequenze è assegnata tramite l’autorizzazione generale all’attività di operatore di rete, che ne

stabilisce anche le relative condizioni d’uso. Mentre, solo in caso di

scarsità di risorse disponibili, di impossibilità tecnica, di uso efficiente

dello spettro o per altri obiettivi di interesse generale, la titolarità è riservata ai destinatari dei provvedimenti di rilascio di diritto d’uso112.

Come si è già accennato, la regolazione dello spettro in Italia è

condivisa dal Ministero e dall’Autorità113.

Al Ministero dello sviluppo economico spetta l’elaborazione del

piano di ripartizione delle frequenze con il quale vengono localizzati gli

110 B. Argiolas, Il nuovo quadro regolatorio delle comunicazioni elettroniche, cit., p. 198. 111 Art. 9, Direttiva 140/2009/CE.

112 G. Caggiano, La riforma del regime delle radiofrequenze nel quadro delle

comunicazioni elettroniche, cit.

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impianti, fissati i parametri tecnici e determinate le frequenze e il numero dei canali assegnati a ciascun impianto. L’Agcom adotta invece

i piani di assegnazione delle frequenze, fissando le procedure per

l'attribuzione dei diritti d'uso. Infine è il Ministero ad adottare il

provvedimento di autorizzazione114.

Il passaggio dall’analogico al digitale, già rilevato, ha comportato

la liberazione di un importante fascio di frequenze, assegnato in parte a titolo gratuito, in sede di transizione delle emittenti tv dall’analogico al

digitale; ed in parte a titolo oneroso tramite asta, per la fornitura di

servizi di telefonia mobile di quarta generazione e per i servizi offerti

dagli operatori televisivi e radiofonici115.

La procedura scelta è retta da un sistema di Market model116, di

pianificazione da parte dell’Autorità, alla quale spetta la missione di

predisporre i controlli sull’allocazione dei diritti d’uso e sugli scambi,

114 Art. 14, D. Lgs. n. 259/2003.

115 G. Avanzini, Sistemi di assegnazione delle frequenze radio-televisive tra valorizzazione

economica e tutela del pluralismo, cit. Della seconda tranche, riservata agli operatori radio

televisivi, si sono approfittate le emittenti che già trasmettevano in analogico, riproducendo nel digitale terrestre la stessa situazione di duopolio che caratterizzava la tv in analogica. In questo modo la loro capacità trasmissiva si è moltiplicata, affermando la propria posizione anche nel nuovo mercato

116 Art. 25, comma 5, D. Lgs. n. 259/2003. I diritti di uso delle frequenze radio e dei numeri sono rilasciati mediante procedure aperte, obiettive, trasparenti, non discriminatorie e proporzionate.

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con la predisposizione di misure che le stazioni appaltanti devono

rispettare alle aste117.

La gara è aperta a tutti i soggetti in possesso dell'autorizzazione

generale consentendo l'effettivo ingresso di nuovi operatori. I lotti delle

frequenze da mettere in gara sono composti in modo differente a

seconda della qualità delle frequenze118.

Per quanto riguarda l’aggiudicazione dell’asta, vige il sistema a

c.d. rialzi multipli, per il quale i partecipanti, partendo da un valore

minimo, possono rilanciare e migliorare le loro offerte fin quando

nessuno presenta offerte migliori. In questo modo si ottiene il

vincitore119.

Le aste si basano sul tentativo di replicare il prezzo determinato in

una ipotetica contrattazione, mirando a far rilevare la cifra per MHz più

alta che gli operatori sono disposti a pagare120.

Tra gli strumenti innovativi per accrescere l’efficienza nell’allocazione dello spettro-radio figura il c.d. spectum trading, la

117 La Delibera 550/2012CONS, con la quale si è disciplinata la regolazione per l’assegnazione delle frequenze.

118 I lotti sono suddivisi in due sottoinsiemi, L e U. Il sottoinsieme L raccoglie 3 multiplex, cui corrispondono frequenze caratterizzate da una copertura più scarsa. Il sottoinsieme U, anch'esso suddiviso in 3 multiplex, raccoglie invece le frequenze più pregiate che assicurano una migliore capacità trasmissiva, estesa a tutto il territorio nazionale.

119 In G. Avanzini, l’utilizzo dell’asta costituisce un vantaggio per le finanze pubbliche e uno stimolo per le imprese, che al fine di recuperare i costi sostenuti tendono a gestire nel modo più efficiente possibile la frequenza ma un prezzo troppo elevato può scoraggiare la partecipazione, soprattutto di nuovi operatori, limitando la partecipazione.

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possibilità cioè di vendere e affittare le frequenze, quindi di

commercializzarle121 prevedendo anche di modificare la destinazione

d’uso122 al fine di ottenere il massimo profitto.

Si crea così un mercato secondario, un avvicinamento a

meccanismi che consentono di assegnare le frequenze a coloro che

fanno il miglior utilizzo, permettendo una redistribuzione della risorsa

e scongiurandone, quindi, il rischio di un congelamento e di non uso123. Il Codice stesso dichiara che nelle bande disponibili possono

essere forniti tutti i tipi di servizi di comunicazione elettronica124,

favorendo in questo modo l’utilizzo dello spettro, consentendo la

distribuzione di servizi diversi sulle stesse frequenze, nel rispetto degli

standard di compatibilità e divieto di interferenze dannose.

L’Unione non dispone di competenza normativa in ordine al

meccanismo selettivo adottato dagli Stati membri. È chiamata a

svolgere il ruolo di indirizzo politico e di coordinamento tecnico,

avvalendosi dei suoi poteri di armonizzazione per imporre un

trattamento uniforme della risorsa. Ciò ha permesso alla Commissione

121 Art. 9, par. 3, Direttiva 140/2009/CE. 122 Art. 9, par. 4, Direttiva 140/2009/CE.

123In V. Zeno Zencovich, Le frequenze elettromagnetiche fra diritto ed economia, cit.; M. Libertini, Regolazione e concorrenza nel settore delle comunicazioni elettroniche, cit. Dall’art 828 comma 2, si desume la validità di negozi privatistici di alienazione aventi ad oggetto tali beni, purché l’attività negoziale faccia comunque salva la destinazione pubblica impressa al bene.

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di scegliere la strada da seguire e di indicare gli indirizzi ai quali gli

Stati devono attenersi125. Tra questi vi è la scelta di dedicare la banda

da 800 MHz alla banda larga, diventata libera in seguito al citato

passaggio dalla tecnologia analogica a quella digitale; i principi generali

cui devono conformarsi i criteri di selezione126, ed i relativi

procedimenti amministrativi127; nonché il rispetto del principio di

neutralità tecnologica e di servizio.

Si è delineato un regime caratterizzato dal principio di neutralità

dei servizi e della libertà degli scambi, con l’obiettivo di creare un

mercato aperto delle frequenze radio. Tuttavia, la previsione della concessione di diritti individuali d’uso in presenza di presupposti

definiti in modo vago e ampio, a discapito delle autorizzazioni generali,

rischia di aumentare la discrezionalità dello Stato e di allontanare l’obiettivo prefissato128.