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Ringrazio il dottor Barbieri, la dottoressa Cacioli e il dottor Lo Moro per aver riassunto in modo così efficace questi tre giorni intensi di conferenza.

Mi unisco alle osservazioni di Giovanni sulla ricchezza dei contributi tematici dei no- stri colleghi e dei tanti partecipanti esterni all’Istituto che, come al solito, ci arricchi- scono portando diversi punti di vista e nuove conoscenze. Magari facendoci venire anche qualche dubbio, che è il punto di partenza per avanzare nelle conoscenze. Le parole che Mariana Kotzeva ha riservato all’Istat nell’intervento di apertura ci han- no fatto particolarmente piacere. Credo sia un riconoscimento importante per il nostro percorso innovativo, che conferma la nostra leadership in ambito europeo, sulla ca- pacità di innovare e di supportare i processi di innovazione in ambito internazionale. Ringrazio in particolare i colleghi stranieri che hanno partecipato a questa conferen- za. Credo che la loro partecipazione sia il frutto di un lavoro di anni, quindi della stima e della considerazione che ci siamo guadagnati con il nostro lavoro.

C’è un filo conduttore che lega questa conferenza con quella di due anni fa, in cui ci eravamo concentrati su quattro parole chiave: ricerca, tecnologia, partnership e fiducia. In questi due anni abbiamo investito passi in avanti per migliorare in tutti e quattro questi ambiti. Certamente la ricerca e la sperimentazione sono diventati asset strategici per migliorare la qualità di che cosa rileviamo, di come lo facciamo. Abbiamo avviato nuovi progetti e laboratori di ricerca che coinvolgono ampiamente i nostri ricercatori, ma anche quelli della comunità scientifica. Abbiamo investito sulle tecnologie e i servizi IT, guidati dalle parole d’ordine della produzione di servizi e capa- cità corporate, flessibili per l’Istituto. Abbiamo ampliato e rilanciato rapporti di colla- borazione con tante amministrazioni pubbliche, centrali o locali e anche con soggetti privati. Puntiamo, per il futuro dell’Istat, a costruire un network più efficiente e capace di potenziare l’offerta informativa. Abbiamo lavorato anche in modo più efficace sulla comunicazione, in modo moderno, rafforzando la fiducia degli utilizzatori nei nostri dati. Credo che la scelta di mettere al centro della conferenza l’“incertezza” mi sembra abbia avuto un ottimo riscontro.

Credo che i lavori di questi giorni abbiano assolto in modo egregio il compito di dibat- tere del presente e del futuro della statistica ufficiale, di stimolare il dialogo, di aprire confronti con tutti gli utilizzatori. Devo dire che la sessione plenaria di questa mattina ne è stato un esempio. Promuovere e condividere soluzioni tra i diversi attori della sta- tistica ufficiale. Li dobbiamo promuovere, li dobbiamo individuare e realizzare, questi modi per risolvere i problemi.

Gli istituti nazionali di statistica oggi sono chiamati ad aumentare la loro capacità di adattamento all’evoluzione del contesto tecnologico e a disponibilità di nuove fonti. Abbiamo insistito su questo termine della risposta agile alla domanda. Questo vuol dire anticipare i temi e le questioni centrali del dibattito sociale ed economico. Saper comunicare in modo più chiaro ed efficiente le informazioni che produciamo. Condi- vido il fatto che, su questo fronte della comunicazione, queste giornate sono state dav- vero interessanti e proficue. Su questo tema mi sembra che siamo riusciti a coinvolgere

Giorgio Alleva

sessione plenaria

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tanti. Questa conferenza ha mostrato il ruolo della statistica ufficiale come fondamen- tale per scelte consapevoli, come diceva il titolo, e aggiungerei anche condivise. Possiamo paragonare il percorso fatto in questi anni a una salita in montagna. Chi di voi è abituato a frequentare la montagna sa che, prima di partire per una meta, bisogna prepararsi per bene, studiare le mappe, misurare le distanze e i dislivelli; dob- biamo anche ragionare sugli attrezzi a disposizione, partire quando siamo certi di poter arrivare. Raggiunto il programma però si viene premiati da un panorama che, altrimenti, non avremmo mai potuto vedere. Soprattutto se ci si guarda indietro, solo allora, ci si rende conto di quanta strada si è fatta. Una strada che ci ha fatto faticare, che ci è sembrata impervia e difficile, ma che abbiamo tutta intera alle spalle. Lungo questa strada ci siamo misurati con difficoltà, abbiamo dovuto lavorare su problemi nuovi, a volte abbiamo anche dovuto correggere la direzione, imparare dai nostri sba- gli, individuare soluzioni che, all’inizio, non c’erano. Lavorando insieme, preparan- doci, modificando il nostro assetto e dotandoci di strumenti nuovi. L’entrata in vigore della nuova normativa sulla privacy è l’esempio più recente. Questa strada ci ha impe- gnato a saper gestire divergenze che, la maggior parte, poi siamo riusciti a riconciliare anche con successi importanti.

Vorrei condividere con voi la sensazione di guardare con orgoglio a quanta strada siamo riusciti a fare tutti insieme. Siamo all’arrivo di un percorso bello e difficile, che continua ed è davanti a noi, per portare l’Istituto e il sistema statistico più lontano. Mentre parlavo durante l’apertura della conferenza scorrevano, alle mie spalle, i gran- di numeri di questa edizione: 300 relatori, oltre la metà esterni, più di 100 poster, 110 ore di lavori scientifici, decine di animatori delle sessioni, delle tavole e degli incontri. Poi queste informazioni le abbiamo aggiornate con le giornate che abbiamo svolto. Stamattina abbiamo sentito quanto è difficile, ma è molto maggiore il numero di soggetti e di relazioni che abbiamo innescato.

Al di là dei numeri poi ci sono delle persone, questi numeri non li abbiamo indicati. Le tante persone che hanno dedicato mesi di lavoro per preparare questa conferenza; una conferenza prevista nel quadro istituzionale, una tredicesima edizione che, come al solito, siamo abituati a preparare per bene.

Ci tengo a ringraziare quanti hanno contribuito – io non conosco i numeri ma co- nosco le persone – per il lavoro paziente sui dati, che sono stati tradotti in relazioni, presentazioni e poster, valorizzati in modo straordinario quest’anno attraverso i poster e le occasioni di loro presentazione, per le centinaia di e-mail che hanno scritto, per la cura con cui hanno rivisto i testi, i dati e i documenti che sono stati presentati in que- ste giornate. L’attenzione a scegliere caratteri, immagini e colori con cui rendere più leggibili e chiari i nostri prodotti. Le immagini le abbiamo conosciute e colte: l’Istat anche su questo sta crescendo tantissimo, nella capacità di comunicare informazioni con le immagini. Lo abbiamo visto anche stamattina, nella bellissima presentazione di Vittoria. Poi c’è tanto altro lavoro che non viene alla luce, anche nel supporto, e questo invece è un lavoro davvero importante.

Naturalmente ringrazio, a nome di tutte queste persone, Patrizia Cacioli ed Enzo Lo Moro, che hanno guidato questo complesso processo della conferenza.

Vorrei concludere ringraziando le tante persone che, in Istat, lavorano a supporto della produzione di dati e della ricerca: quindi non solo i direttori, i ricercatori, i tecnologi ma anche gli addetti agli archivi, alla biblioteca, gli esperti di logistica, gli operatori dell’amministrazione, della gestione del personale, della formazione, delle segreterie, dei centralini, della sicurezza, della pulizia, di tutti i servizi che vengono svolti giorno per giorno.

sessione plenaria

Sono abituato ad avere i complimenti del lavoro che fa l’Istat e so bene che i nostri sforzi danno visibilità ai nostri prodotti. Dietro c’è un lavoro straordinario, come quel- lo per questa conferenza che credo vada sottolineato, quindi vi chiederei un applauso. Sono in una posizione invidiabile, in cui siamo tutti noi, all’arrivo dopo una strada lunga e difficile, ma davanti abbiamo una strada che deve portare ancora più lontano l’Istat e il Sistema statistico nazionale. Grazie.