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4.4 Le misure di performance e di rischio 85-

4.4.1 Il rendimento 85-

Dal primo momento in cui un qualsiasi soggetto investe in un fondo d’investimento, l’interesse principale del sottoscrittore è quello di conoscere quanto sia cresciuta la propria ricchezza, ovvero capire qual è la performance complessiva prodotta dal proprio gestore in un certo arco temporale. Tuttavia alla performance del fondo sono interessati anche altri soggetti come la clientela potenziale (che necessita di tutte le informazioni utili per la selezione del fondo); l’asset allocator e il gestore per verificare i risultati conseguiti rispetto all’andamento del mercato; i responsabili della società di gestione che sono interessati a conoscere l’abilità dei propri gestori al fine di valutarne l’attività, e i promotori, interessati in quanto hanno il ruolo di responsabili della relazione con la clientela.

Il rendimento è semplicemente la misura di reddito che viene prodotta da un investimento, misura che può essere espressa sia in forma assoluta che in forma percentuale. In termini generali possiamo affermare che gli indici di rendimento sono gli strumenti principali per valutare la redditività di un investimento finanziario, e quindi per misurare l’incremento di valore realizzato dal capitale investito nell’arco di un determinato periodo. Per calcolare il rendimento, esistono diverse metodologie e tecniche più o meno complesse; la formula generalmente utilizzata nel caso in cui nell’arco del periodo di riferimento non ci siano flussi di cassa che vanno ad incrementare o a diminuire l’ammontare del capitale investito è di semplice lettura. Supponendo che tutti i proventi D ricevuti a titolo di

remunerazione del capitale inizialmente investito V(𝑡0) siano percepiti alla fine del

periodo (𝑡0, T), l’indice di rendimento è calcolato con la formula che segue:

𝑅(𝑡0, T) =

V(T) + D(T)

V(𝑡0)

Dove V(T) è il valore finale del capitale, quindi V(𝑡0) corretto per le eventuali plusvalenze

e minusvalenze derivanti dalla gestione fra le date t=𝑡0 e t=T. Dal momento che l’indice

calcolato è relativo, non è influenzato dalle scale di misura in cui sono espresse le grandezze; quello che invece risulta essere influente è la durata T del periodo di

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riferimento, per cui non è corretto impiegare tale indice per confrontare la redditività di investimenti caratterizzati da diverse durata (fatto questo che può essere risolto convertendo il valore ad una base temporale comune).

Entrando adesso più nello specifico, quello che accade realmente è che nel valutare il rendimento di un fondo comune, specialmente nel caso di fondi aperti, l’applicazione di questa metodologia richiede alcuni adattamenti. Devono essere presi in considerazione tutti gli eventuali flussi di cassa in entrata e in uscita, determinati dalla richieste di sottoscrizione e di rimborso di quote, e quindi diversi da quelli generati internamente dalla gestione e relativi all’incasso di dividendi e cedole o ai guadagni/perdite in conto capitale realizzati. In base al diverso modo in cui si intende trattare l’impatto delle variazioni del capitale investito sulla valutazione della redditività, varia la scelta dell’indice di rendimento appropriato.

Nel caso in cui l’investitore sia interessato a valutare esclusivamente la capacità del gestore del fondo di remunerare adeguatamente il capitale investito nel fondo, deve essere utilizzato un indice neutrale ai flussi di cassa precedentemente menzionati (in quanto indipendenti dalle decisioni di investimento del gestore stesso). L’indice utilizzato in questo caso è il Time Weighted Rate of Return (TWRR). Considero un generico periodo

(𝑡0, T) caratterizzato dai flussi di cassa successivi in occasione delle diverse scadenze

successive 𝑡0, 𝑡1, 𝑡2… . . 𝑡𝑛−1, cioè: 𝑡0 < 𝑡1 < 𝑡2… . . < 𝑡𝑛−1 < 𝑡𝑛 =T.

Supponendo che il flusso i-esimo F(𝑡𝑖) abbia effetti finanziari, ovvero alteri il capitale

investito dal fondo, a partire dal sottoperiodo (𝑡𝑖−1,𝑡𝑖), allora il rendimento realizzato in

questo sottoperiodo è:

𝑟(𝑖 − 1, 𝑖) = 𝑉(𝑡𝑖)

𝑉(𝑡𝑖−1) + 𝐹(𝑡𝑖 )

− 1

Con i=1,2…n, e dove 𝑉(𝑡𝑖) è il patrimonio netto del fondo alla scadenza i-esima, cioè

prima dell’effetto del flusso 𝐹(𝑡𝑖) . Il rendimento realizzato dal fondo all’interno

dell’intero evalutaion period secondo il metodo TWRR è dato da:

𝑅(𝑡0, 𝑇) = ∏[1 + 𝑟(𝑖 − 1, 𝑖)] − 1

𝑛

𝑖=1

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Il metodo TWRR è l’indice di rendimento standard indicato nella linee guida GIPS (Global Investment Performance Standards) per i fondi comuni di investimento, in quanto, come detto in precedenza, consente un confronto delle performance realizzate da diversi fondi, fra di loro o con il rendimento di un benchmark, che non sia influenzato dalla dinamica della raccolta netta, e più in generale, da tutti i flussi di cassa che sono indipendenti dalle scelte di gestione.

Nel caso in cui si intenda valutare il rendimento effettivo dell’investimento in un fondo comune, è necessario prendere in considerazione gli apporti o le sottrazioni di capitale che si susseguono nel periodo di riferimento. In questo secondo caso l’indice appropriato è il Money Weighted Rate of Return (MWRR), indice che misura non solo l’effetto del contributo apportato dal gestore, ma anche quello delle decisioni di investimento o disinvestimento del cliente in ragione della scadenza in cui hanno avuto luogo. Indicando con:

𝐹(𝑡0, 𝑇) = ∑ 𝐹(𝑡𝑖)

𝑛

𝑖=1

la somma dei flussi di cassa durante il periodo di valutazione (𝑡0, 𝑇), e con:

𝑉(𝑡

0

, 𝑇) = V(𝑡

0

)+∑

𝑇−𝑡𝑖−1

𝑇

𝐹(𝑡

𝑖

)

𝑛 𝑖=1

il patrimonio medio investito dal cliente (o giacenza media) nel medesimo periodo, abbiamo che l’indice MWRR si calcola con la seguente formula:

𝑅(𝑡0, 𝑇) =

𝑉(𝑇) − 𝑉(𝑡0) − 𝐹(𝑡0, 𝑇)

𝑉(𝑡0, 𝑇)

Rispetto a quanto accade per il metodo TWRR, l’indice MWRR, che utilizza un regime di capitalizzazione semplice, e non richiede che siano noti i valori del portafoglio gestito alle scadenze intermedie.

Cosa succede se invece considero il valore delle quote? Calcolare il rendimento di un investimento tramite l’evoluzione del valore delle quote stesse, è un metodo che si differenzia dai due modelli precedenti perché neutralizza l’effetto prodotto dai conferimenti e dai riscatti, associando a ognuno di essi un numero di quote, in aumento o

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in diminuzione, che varia in funzione del valore del patrimonio alle date in cui si manifestano i flussi monetari. Il rendimento delle quote è quello utilizzato dai fondi di investimento mobiliare. Questo rendimento consiste nel fissare un valore iniziale rispetto al quale valorizzare il primo conferimento e nel modificare il numero delle quote man mano che si verificano flussi di cassa in entrata e in uscita. In questo modo, il valore della quota non risente dei conferimenti e dei riscatti e dipende esclusivamente dal valore del patrimonio alle date di valorizzazione delle quote. Anche il rendimento delle quote presuppone la conoscenza del valore del patrimonio alle date di manifestazione dei conferimenti e dei ricatti.

Per un generico periodo di valutazione [𝑡0, 𝑇], indicando con 𝑥(𝑡𝑖) il numero delle quote

effettive durante il sottoperiodo [𝑡𝑖−1, 𝑡1], il valore della quota fissato in è il seguente:

𝑞(𝑡

𝑖

) =

𝑉(𝑡

𝑖

)

𝑥(𝑡

𝑖

)

Dove: 𝑉(𝑡𝑖) rappresenta il patrimonio del fondo al tempo t.

Il rendimento per tale sottoperiodo è dato da:

𝑟

𝑖−1,𝑖

=

𝑞(𝑡

𝑖

)

𝑞(𝑡

𝑖−1

)− 1

I rendimenti che saranno usati in seguito, sono calcolati considerando i valori che le quote dei due fondi hanno avuto nei diversi periodi; tali quote sono state calcolate direttamente dalla SGR tenendo conto dei flussi di nuove sottoscrizioni e dei rimborsi.

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