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Repubblica it entra nel nuovo millennio

3.3: Il lancio di Repubblica it e il primo triennio

3.4. Repubblica it entra nel nuovo millennio

115 Bettini, Giornali.it/2.0…, p. 54. 116 Bolzoni, Giornalismo digitale…, p. 47.

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Con l’inizio del nuovo millennio, “La Repubblica” decise di arricchire la propria offerta, riproducendo contenuti ancora più approfonditi e pieni di informazioni. Il sito, di base, rimase così com’era, vennero fatti solamente dei piccoli ritocchi. Furono introdotte nuove rubriche di attualità affidate a firme di altissima qualità come Gad Lerner e Curzio Maltese. Queste sezioni personali, con il passare del tempo, aumentarono sempre di più, fino a sfociare nel fenomeno attuale dei blog; queste erano solo le prime avvisaglie. Nel 2001 si verificò l’evento che avrebbe rivoluzionato buona parte del giornalismo online: la crisi della new economy. Le nuove tecnologie alla fine degli anni novanta avevano determinato cambiamenti profondi a livello socioeconomico, con la conseguente accelerazione della crescita della ricchezza, della produttività e degli investimenti117. Nel settore del giornalismo, come abbiamo visto, furono tanti gli editori ad investire capitali sulle versioni online delle proprie testate giornalistiche. La crisi comportò lo scoppio della bolla speculativa, molti portali nati con il boom dovettero chiudere e quell’entusiasmo che si era creato iniziò a svanire118. “La Repubblica”, forte della

sua solidità editoriale, riuscì ad arginare gli effetti dello scoppio della bolla speculativa. Il gruppo editoriale decise di compiere un passo significativo, trasformando alcune sezioni prima gratuite in servizi a pagamento. Dopo anni di completa gratuità per accedere ad alcuni articoli bisognava necessariamente sottoscrivere un abbonamento. Ciò riguardò non solo l’edizione nazionale de “La Repubblica” ma anche le sue testate locali; il tutto venne giustificato dalla mancanza di introiti provenienti dai banner pubblicitari e dal mancato decollo dell’advertising online119. Se, quindi, nella prima stagione di Internet si era convinti

che produrre contenuti sul web fosse un’impresa priva di costi, con la crisi della new economy, si ricorse a una continua ibridazione tra diverse fonti di finanziamento. Si trattava di una nuova strategia che cambiò le modalità del giornalismo online, novità che però ebbe effetti limitati sui contenuti del sito. Infatti, quelli pubblicati dalla redazione online ed alcuni editoriali pubblicati sul quotidiano cartaceo rimasero gratuiti. L’evoluzione giornalistica stava avanzando, il ruolo dei giornali cartacei stava diventando sempre più marginale ma l’offerta informativa, seppur con i suoi limiti, non ne stava risentendo più di tanto. Si arrivò

117 Marsili, La rivoluzione dell’informazione digitale in rete…, p. 35. 118 Pratellesi, New Journalism…, p. 30.

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cosi al 2002, un anno pieno di cambiamenti con un’offerta sempre più mirata verso i lettori; la vera forza della testata giornalistica online. Nell’estate del 2002, Repubblica.it decise di rinnovare e modificare tutta la sua struttura. Gli interventi fatti cambiarono profondamente l’homepage e la struttura del sito. L’aspetto cromatico bianco- azzurro permetteva di mostrare al pubblico con più vivacità le parti di cui si componeva la pagina. La decisione più rilevante fu quella di posizionare le notizie principali con un menù orizzontale, in modo tale da rendere più facile la ricerca dei visitatori all’interno del sito web e certamente più accessibile. Furono aumentati notevolmente i link alle varie sezioni interne al sito e agli approfondimenti riguardanti più tematiche, la multimedialità ebbe un ruolo importante grazie alla collaborazione con Radio Capital e M2O e l’attualità migliorò la propria offerta attraverso i vari servizi giornalistici di “National Geographic” e “L’Espresso”. Un aspetto interessante fu anche la modifica del logo nella homepage del sito. Si trattava di una scelta significativa di marketing; il logo è l’immagine dell’azienda, la sua carta d’identità e sviluppare un’identità di marchio coesa, professionale è una parte importante di qualsiasi strategia efficace di branding120. Questo cambiamento significava rinnovamento e volontà di trovare nuove soluzioni, di proporsi nella società in cui opera e lavora. Rispetto alle vecchie versioni, quella inaugurata nel 2002 fu piena di informazioni e link e dava molto più risalto ad un numero elevato di notizie, infatti, nella parte bassa vi erano sezioni dedicate agli approfondimenti divise per argomenti. Una delle caratteristiche principali di questa nuova versione telematica fu l’introduzione di una sezione che cambierà la storia del giornalismo online per sempre: i blog. Anche quelli di Repubblica.it sono quindi costantemente aggiornati, curati da professionisti di spicco del panorama giornalistico italiano. Il blog è a metà strada tra un giornalismo amatoriale e il diario; ha come punto di riferimento centrale la riflessione personale e l’interattività con il lettore. Si tratta di una sorta di rubrica sui generis che mette in contatto chi scrive con chi legge. Come spiegò Ernesto Assante, blogger di Repubblica.it:

I blog sono un passaggio naturale nella nuova forma di giornalismo prodotta da Internet. Grazie ad essi, l’interattività che i nostri lettori ci chiedono è arrivata all’ennesima potenza. Quando abbiamo iniziato a proporli sul sito erano già una realtà consistente in rete. Spesso

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però molti hanno il difetto di essere poco seguiti e curati. Da parte nostra abbiamo cercato di creare blog che avessero un senso e di affidarli a giornalisti interessati a farli”121.

Con il passare dei mesi trovarono sempre più spazio le nuove tecnologie e i nuovi servizi a pagamento via sms, fu possibile infatti, trovare nuovi introiti pubblicitari grazie allo sviluppo del mercato della telefonia. Nacquero inoltre due iniziative molto interessanti come “free internet” e “Repubblica voice”: con la prima si garantiva ai lettori un servizio di connessione, con “Repubblica voice” si dava la possibilità di fare telefonate via internet a tariffe competitive. Con tutte queste innovazioni, Repubblica.it rimase senza dubbio il miglior sito giornalistico italiano e quello più visitato. Nel 2005, infatti i visitatori aumentarono incredibilmente. Nel primo mese dell’anno i lettori di Repubblica.it furono 3.871.802, un merito riconosciuto dal pubblico per chi aveva cercato sin dall’inizio di innalzare il livello qualitativo del sito web e di migliorare la propria offerta. Furono potenziate le quattro principali sezioni della versione telematica: economia, sport, cultura e spettacoli, scienza e tecnologia. Per ciascuna di queste sezioni, vennero create delle homepage a parte, in modo tale da attirare utenti appassionati di varie tematiche. La homepage centrale diede maggior risalto alla notizia di apertura, i menù orizzontali per accedere alle aree interne diventarono sempre più ricchi di contenuti e la collaborazione con le altre testate del gruppo divenne ancora più salda, dedicandole tutta la colonna di destra del sito web. Nell’aprile 2006 da un punto di vista contenutistico, vi fu una totale rottura con il passato: Repubblica.it creò la web radio. Inizialmente andava in onda dalle 10.00 alle 13.00, dal lunedì al venerdì. Si trattava di una radio che toccava argomenti di attualità, sport, cultura e dava molta importanza agli approfondimenti. Gli utenti potevano ascoltare i notiziari della giornata, scaricare i contenuti audio, interagire con i vari giornalisti e conduttori. L’interazione, infatti, avveniva mediante le telefonate, le mail ed i messaggi attraverso un forum inserito nella homepage del sito web. “Repubblica Radio” era una combinazione tra una vera e propria radio e un sito internet, il simbolo della convergenza multimediale. Infatti, se si intende per convergenza multimediale la perfetta fusione di contenuti, suoni ed immagini, con “Repubblica Radio” accadeva tutto ciò. Questo esperimento divenne un modello anche per altre testate giornalistiche online. Tra le grandi testate del giornalismo italiano, comunque, “La

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Repubblica” è stata la prima nell’arco di dieci anni a compiere investimenti al passo con i tempi122. La risposta del pubblico, ovviamente, fu straordinaria; nel giorno del debutto la redazione ricevette centinaia di messaggi. Il rinnovamento per Repubblica.it era all’ordine del giorno, anche nei mesi successivi all’avvento della web radio cercò di aumentare e migliorare i propri punti di forza e la propria qualità. Come disse Ernesto Assante in un’intervista nel 2005:

Credo che uno dei difetti dei giornali sia non capire che la rete è a rinnovamento continuo. Repubblica ha compreso prima di altri che cambiare e rischiare nel cambiare è percepito dai lettori come un segno di vitalità, di aderenza a quello che la rete è. Internet non è fissa ma è un purissimo concetto, un intrico di realtà che cambiano codice a seconda degli sviluppi tecnologici e di ciò che la gente chiede123.

Inoltre, nel giorno del suo trentesimo compleanno, la direzione de “La Repubblica” decise di affidare al sito web una sezione dedicata interamente alla multimedialità. Gli utenti poterono ascoltare tutti gli audio e osservare tutti i video del gruppo editoriale. Le notizie ora, oltre che leggerle, si potevano anche guardare attraverso due edizioni giornaliere del tg online e molti filmati. Questa fu una mossa prettamente economica e strategica; la concorrenza si faceva sentire minacciosa. Alcune testate infatti avevano dato avvio a contenuti multimediali e a web tv. È il caso de “Il Resto del Carlino” di Bologna e del “Corriere della sera” che, attraverso una sezione chiamata “MediaCenter”, raccoglieva tutti i contenuti multimediali del sito web124. La mossa fu quindi quella di reagire agli attacchi delle testate

concorrenti e le risposte furono soddisfacenti.

3.5.

Repubblica.it e i suoi cambiamenti

122http://www.repubblica.it/2006/07/sezioni/cronaca/reoubblicaradiotv-filmati/reoubblicaradiotv- filmati/reoubblicaradiotv-filmati.html?ref=search

123 Bettini, Giornali.it/2.0..., cit.p.66. 124 Bolzoni, Giornalismo digitale…, p. 39.

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Il mercato e le tecnologie stavano cambiando, Internet era ormai entrato nelle case di tutti, le connessioni wireless erano velocissime e gli utenti erano sempre alla ricerca di nuove informazioni in tempo reale. Di fronte a tutte queste esigenze, il gruppo editoriale fu costretto a fare costanti operazioni di restyling al sito web, con il fine di alleggerire il carico di notizie provenienti da tutto il mondo. Se il lettore è sempre stato per Repubblica.it il punto di riferimento, a livello contenutistico i miglioramenti fatti nella versione telematica del quotidiano riguardarono l’interattività e la multimedialità. L’interazione, infatti, avveniva mediante l’aumento di blog, ormai diventati comuni sul sito web e in tutto il panorama del giornalismo italiano Online e non solo. Fu sperimentato il “giornale del lettori”: uno spazio interamente dedicato ai lettori, i quali potevano mandare lettere sia alla redazione del quotidiano cartaceo, sia a quella del sito web. Era un vero e proprio giornale fatto dai lettori, uno spazio di attualità dove poter esprimere il proprio pensiero e un modo per esaudire tutte le curiosità125. Un altro esperimento fu fatto

nell’estate del 2006 con “Repubblica Ultimo Minuto”: un giornale gratuito da stampare da internet ventiquattro ore al giorno, sette giorni su sette, che permetteva di seguire i fatti in tempo reale. Nacque così un prodotto nuovo a metà tra carta e web, fra attualità e approfondimento, un modo per avere in mano in ogni momento i fatti del giorno proprio come appaiono sul sito126. Si trattava di una soluzione che rispondeva sostanzialmente a due necessità: risolvere i problemi causati dalla maggiore pesantezza del nuovo sito e, allo stesso tempo, offrire un prodotto adatto agli schermi piccoli sui quali Repubblica.it veniva sempre più spesso visualizzato grazie all’evoluzione della telefonia cellulare. Nei primi mesi del 2007, Ezio Mauro, attraverso un editoriale pieno di entusiasmo, festeggiò i primi dieci anni di Repubblica.it., scrivendo:

“Guidata dalla sua spinta naturale per il cambiamento e l’innovazione, Repubblica dieci anni fa ha attraversato per prima tra i giornali italiani la frontiera di Internet. Un obbligo di modernità, una scelta di sperimentazione, alla ricerca del nuovo, là dove si forma nell’ultimo rivoluzionario incontro tra l’informazione e la tecnologia. E’ nata cosi, il 14 gennaio del 1997, la versione elettronica di Repubblica: un sito informativo con l’imprinting e l’identità del nostro giornale, che rappresentava una novità assoluta per il

125http://www.repubblica.it/giornale-dei-lettori/

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panorama italiano e che funzionò da apripista per tutti gli altri quotidiani, pur essendo un embrione delle potenzialità immense di internet. Dieci anni dopo, internet ha cambiato la storia del mondo, perché in rete tutto è contemporaneo, ha cambiato la geografia, ha cambiato l’economia e i rapporti di potere, e infine il nostro costume privato e collettivo. Dentro questo spazio di tempo e dentro questa dinamica esplosiva, Repubblica.it è diventato non solo il primo giornale d’Italia come numero di lettori, ma soprattutto un vero e proprio giornale, che declina la migliore tradizione della storia di Repubblica insieme con l’innovazione, la flessibilità e la velocità del web. Oggi il nostro sito non è più la traduzione elettronica del giornale di carta, ma un grande portale d’informazione in continuo aggiornamento, autonomo e forte nella ricerca della notizia e nella costruzione dei servizi, trend-setter per tutte le novità, capace di stabilire un rapporto con i lettori che allarga ogni giorno e fa durare nel tempo il mondo di Repubblica. Un giornale rigoroso e modernissimo, duttile e preciso, capace di documentare la realtà e di giocare con le curiosità che nascono dalla giornata, pronto a unire alle grandi firme del giornalismo scritto i documenti fotografici, i filmati delle vicende più significative, le voci, le musiche, le testimonianze che formano il rullo della nostra vicenda multimediale. Per Repubblica, il sito è un giornale nel giornale, che nasce prima del quotidiano e dura dopo, e ha la dimensione e la potenza universale del web, portando in quel mondo un modo di essere e un criterio di lettura, una dimensione culturale tipiche del nostro giornale. In più, una comunità autonoma e forte, giovane e moderna dentro il nostro universo di lettori, in un legame molto stretto che ci consente di usare in piena libertà e in piena coerenza i diversi linguaggi complementari della rete e del giornale di carta. Come se davanti ad un grande fatto a noi toccasse il compito di interpretarlo al meglio, sapendo però che quel fatto accade ormai dentro Repubblica.it”127.

Si attuò quindi una profonda integrazione tra quello che era la carta e il web, i giornalisti iniziarono a lavorare indifferentemente per i due settori. Una vera e propria rivoluzione attuata in Italia già da “Il Sole 24 Ore” e all’estero in particolar modo in Gran Bretagna con il “Telegraph” e negli Stati Uniti con il “Washington Post”. A causa della continua e crescente concorrenza, Repubblica.it scelse di potenziare quasi tutti i settori e le sezioni del sito web. Inizialmente toccò all’economia, poi allo sport e successivamente un po' a tutti gli altri grandi temi del quotidiano128. Se da un lato “La Repubblica”, sia con la versione cartacea, sia con

la versione telematica, aveva l’intenzione di accogliere le notizie di respiro internazionale, dall’altro non poteva certamente tralasciare quelle che erano le radici locali dei propri lettori. Infatti, il gruppo editoriale decise di dare avvio ad un nuovo esperimento che riguardava le notizie di cronaca locale. Le notizie si potevano leggere solamente nella versione telematica, evitando così di andare in edicola. L’iniziativa partì da Parma, e visto l’enorme successo, la direzione del giornale riprodusse questo esperimento anche in altre località129. Il 2008 fu l’anno

127https://www.repubblica.it/protagonisti/Ezio_Mauro 128 Bolzoni, Giornalismo digitale…, p.47.

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di un cambiamento epocale nella vita di tutti giorni che ha cambiato i nostri costumi e il nostro modo di relazionarci con gli altri: l’avvento di Facebook in Italia. Facebook venne reso disponibile in lingua italiana il 14 maggio del 2008, ma il suo boom si verificò ad agosto, quando si registrò sulla piattaforma social un vero e proprio aumento di presenze con più di trecento mila visite ed a seguire. Nel terzo trimestre del 2008 l’Italia risultò in testa alla lista con il maggiore incremento nel numero di utenti con un + 135%. Repubblica.it aprì un proprio account Facebook, con esiti estremamente positivi.130. A livello giornalistico, Repubblica.it scelse di dedicare una sezione di contenuti realizzati esclusivamente da docenti di scuole medie inferiori e superiori, è il caso di “Repubblica@scuola”. Fu un esperimento che mirava allo sviluppo del giornalismo giovanile e un tentativo di creare uno spazio dedicato ai professori; i contenuti erano prodotti esclusivamente dai lettori. Nel 2009, inoltre, Repubblica.it aprì un proprio account Twitter e sperimentò le “Dirette Twitter” in occasione dei congressi nazionali del Popolo della Libertà e di Alleanza Nazionale. Il sito, accompagnato da tutte queste innovazioni, toccò il record di utenze con 1.422.963 lettori in media al giorno; numeri senza precedenti nel panorama del giornalismo italiano online. Di pari passo con la rivoluzione tecnologica, - l’avvento dei social network e la nascita di WhatsApp -, la versione telematica del quotidiano romano dimostrò adattamento e flessibilità. L’introduzione della web tv fu sicuramente un avvenimento importante ai fini della convergenza multimediale. Dal 9 gennaio 2015, Repubblica.it ha un account automatico su WhatsApp. Dal 27 luglio 2018 viene lanciata una nuova applicazione mobile per smartphone che raggruppa: Repubblica.it, Rep video, Repubblica+ (servizio su abbonamento per leggere il giornale online). Queste innovazioni puntano sulla multimedialità e sulla proliferazione degli strumenti e dei canali di comunicazione. A più di quindici anni dalla sua nascita, Repubblica.it è diventato un portale giornalistico che offre una quantità enorme di contenuti propri e conduce i navigatori verso gli altri siti del gruppo editoriale. I cambiamenti sono stati molteplici, a non essere cambiata invece, è la preferenza accordatagli dal pubblico131.

130 Drusian, Sociologia dei New Media…, p. 74. 131 Bettini, Giornali.it/2.0…, p. 77.

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Ancora oggi gli aggiornamenti sono continui. Il 15 maggio 2019, il quotidiano ha proposto un nuovo aggiornamento. Il suo direttore Carlo Verdelli ha scritto:

“Un giornale è un essere vivente, come le persone, le piante, i fiori. Cresce, cambia, si adatta all’ambiente. E se l’ambiente diventa ostile, se il clima si fa tossico, se saltano le soglie del minimo comune denominatore di convivenza civile, allora deve inventarsi delle contromisure per reagire. La nuova Repubblica che avete in mano oggi, o che sfoglierete nella versione digitale, non è tanto un’alchimia editoriale, un cambio di grafica, uno spostamento di pagine o inserti. È la risposta ad un vento forte che si è alzato, non solo in Italia, in direzione ostinata e contraria ai principi fondanti e condivisi dalla nostra comunità. E per rispondere a questo vento forte, per farci sentire nel frastuono che sta stordendo il nostro presente, abbiamo pensato di alzare la voce, come il fondatore Eugenio Scalfari ci ha insegnato a fare 43 anni fa…132”.

Questo è l’incipit del lungo articolo che apre l’ultimo restyling del “La Repubblica” cartacea e digitale. Oggi la versione web è arricchita con nuovi strumenti, come la versione audio degli articoli più importanti, letti da attori professionisti o dagli stessi autori, il long read, un articolo con approfondimenti multimediali sul tema più importante della giornata, la homepage personalizzata con suggerimenti di lettura sugli argomenti che interessano all’utente, due newsletter quotidiane, una all’ora di pranzo e una la sera con anticipazioni sui contenuti del giorno dopo e inoltre, e la possibilità di navigare anche offline.