CENNI SU LA REQUETE
21.1 LA REQUETE DI DIRITTO COMUNE
Le procedure di requête e di référé costituiscono due istituti distinti ed autonomi a cui il legislatore francese ha tuttavia conferito caratteristiche analoghe, ponendo i rispettivi procedimenti in rapporto di complementarietà.
Sotto il primo profilo l'ordinanza di requête di diritto comune presenta le medesime peculiarità dell'ordinanza di référé, essendo anch'essa un provvedimento di natura provvisoria (art. 493, N.c.p.c.) non suscettibile, pertanto, di assumere l'autorità di cosa giudicata, immediatamente esecutivo (art. 495, N.c.p.c.), revocabile e modificabile (art. 497, N.c.p.c.).
363Il testo francese dell'art. 812, primo e secondo comma, N.c.p.c., testualmente dispone:<<Le
président du tribunal est saisi par requête dans les cas spécifiés par la loi./ Il peut également ordonner sur requête toutes mesures urgentes lorsque les circostances exigent qu'elles ne soient pas prises contradictoirement.>>
Anche dal punto di vista della competenza v'è una coincidenza di fondo tra i due istituti per i quali sono stati adottati i medesimi principi: il magistrato investito dei poteri di requête è dunque il presidente della giurisdizione competente per il merito o, nel caso del tribunal d'istance, il giudice dirigente; come in materia di référé anche in questi casi vige inoltre la competenza territoriale alternativa del giudice del luogo in cui la misura deve essere eseguita 365.
Alcune peculiarità si rinvengono tuttavia nel caso in cui la requête sia richiesta quando è già pendente il giudizio di merito: in questa ipotesi l'art. 812, ultimo comma, N.c.p.c., conferisce la competenza al presidente della camera del tribunal de grande istance a cui la controversia è stata assegnata ovvero al giudice già adito. La dottrina e la giurisprudenza sono peraltro pressochè concordi nell'escludere, in questa ipotesi, la competenza del giudice della mise en état (o del consigliere istruttore in caso d'appello), poichè l'art. 774, N.c.p.c., che impone a questo magistrato di sentire gli avvocati delle parti prima di emettere qualunque provvedimento, è incompatibile con la natura non contraddittoria dell'ordinanza di requête 366.
Le analogie esistenti tra la requête ed il référé consentono dunque, di considerare la prima come la variante procedurale del secondo per i provvedimenti da assumere e sempre subordinatamente alla condizione d'urgenza 367.
365
Cass. civ. 18 novembre 1992, Rev. trim. droit civil, 1993, 648, oss. R. Perrot.
Estoup, La pratique des procédures rapides, cit., 207; Y. Desdevises, voce Ordonnances sur requête, Enc. Dalloz, Rép. proc. civ., 1984, Vol. III, nn. 4 ss..
366
Ph. Gerbay, Réflexions sur la juridiction du premier président de la cour d'appel, Dalloz, 1980, Chron., 65; Ph. Bertin, Les ordonnaces sur requête et leurs nouveaux signataires, Gaz. Pal., 1979, I, Doctr., 294.
Cass. civ. 20 febbraio 1980, Rev. trim. droit civil, 1980, 816, oss. R. Perrot; 17 novembre 1981, Bull. civ., 1981, III, n. 191.
367Vincent e Guinchard, Procédure civile, cit., 214, in punto di rapporti tra la requête ed il référé, si
Il rapporto di complementarietà tra i due istituti non si manifesta peraltro, esclusivamente nel regime comune previsto per le rispettive ordinanze ma, come abbiamo già avuto modo di rilevare (supra, par. 14), anche nell'originale meccanismo di impugnazione previsto per il provvedimento di requête al quale è connesso il recupero della garanzia del contraddittorio.
L'art. 496, N.c.p.c., regolamenta in modo diverso i mezzi di gravame esperibili contro questa ordinanza distinguendo a seconda che la stessa neghi o conceda la misura richiesta.
Nel primo caso, l'istante potrà proporre appello entro quindici giorni dalla data del provvedimento 368 ed il relativo procedimento sarà proposto, istruito e giudicato come in materia gracieuse (art. 496, primo comma, N.c.p.c.).
Nell'ipotesi che l'ordinanza accolga le richieste della parte attrice, tutti coloro che ne hanno interesse 369 potranno, invece, ottenere la revoca o la modifica della
dall'assenza di contraddittorio del primo rispetto al secondo mentre, al di là di questo aspetto, può addirittura ritenersi indifferente per il ricorrente adire l'una o l'altra di queste vie: <<On peut
penser qu'il est parfois indifférent pour le plaideur d'emprunter l'une ou l'autre de ces voies. Il est toutefois important de ses souvenir que la requête est introduite d'une manière unilatérale sans prévenir l'adversaire, tandis que la procédure de référé est contradictoire.>>
La giurisprudenza precisa tuttavia come sul giudice adito in requête gravi l'onere di valutare la ricorrenza dell'effettiva necessità di procedere in assenza di contraddittorio: Cass. civ. 13 maggio 1987, Rev. trim. droit civil, 1988, 181, oss. R. Perrot.
368In assenza di esecuzione e di notifica dell'ordinanza di requête, la giurisprudenza afferma che il
termine per proporre appello decorre dalla data stessa della pronuncia: Cass. civ. 16 maggio 1990, Rev. trim. droit civil, 1991, 172, oss. R. Perrot; nello stesso senso ma subordinatamente alla circostanza che la pronuncia sia rimessa alla parte istante il giorno stesso della sua decisione: Cass. civ. 16 luglio 1992, Rev. trim. droit civil, 1993, 194, oss. R. Perrot.
In dottrina alcuni Autori ritengono invece che l'ordinanza negativa di requête debba essere notificata alla parte contro la quale era richiesta la misura, con le modalità previste dal secondo comma dell'art. 675, N.c.p.c., e, pertanto, che il termine per proporre l'appello decorra dalla data di tale notifica: Y. Desdevises, cit., n. 45; B. Appert, Délais de procédure, Dalloz, 1976, Chron., 17; R. Martin, L'appel des ordonnances sur requête, J.C.P., 1977, I, 2837.
369La scelta di estendere la possibilità di impugnare l'ordinanza a <<tout intéressé>>, costituisce la
recezione a livello legislativo di una antica giurisprudenza che riconosceva la legittimazione a proporre tale ricorso anche ai terzi che si assumevano lesi dal provvedimento: Cass. civ. 3 aprile 1895, Dalloz, 1896, I, 5; per gli sviluppi recenti di tale giurisprudenza T.G.I. Cherbourg 11 ottobre 1973, Rev. trim. droit civil, 1974, 674, oss. R. Perrot.
stessa, ricorrendo in via di référé difronte allo stesso giudice che ha emesso il provvedimento anche qualora fosse già stato instaurato il procedimento di merito 370 (art. 497, N.c.p.c.).
Questo référé ,data la sua funzione di mezzo di gravame, è svincolato dalle condizioni previste dagli articoli 808 e 809, N.c.p.c.,371 e, segantamente, dal requisito dell'urgenza e dell'assenza di contestazioni serie 372 mentre continua a permanere il divieto tradizionalmente gravante sul magistrato investito di siffatti procedimenti, di non pregiudicare il merito della lite 373.
370
Cass. civ. 26 novembre 1990, Bull. civ., 1990, II, n. 247; 23 gennaio 1975, Rev. trim. droit civil, 1975, 382, oss. R. Perrot.
Sulla competenza esclusiva di questo giudice: Y. Desdevises, cit., n. 56; Ph. Bertin, Les ordonnances sur requête et leurs nouveaux signataires, cit., 294.
371T.G.I. Saint-Pierre-et-Miquelon 26 ottobre 1990, Gaz. Pal., 1991, Somm. 420; T.G.I. Besançon
18 maggio 1977, id., Somm. 343.
372
Sulla non necessarietà del requisito d'urgenza: Cass. civ. 3 gennaio 1979, Dalloz, 1979, I.R., 291; sulla non necessarietà dell'assenza di contestazioni serie: Cass. civ. 1 giugno 1988, Gaz. Pal., 1989, I, Somm., 167; Com. 15 febbraio 1983, Bull. civ., 1983, IV, n. 65.
CAPITOLO VII